Spelade
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Nel 1982 la Spagna ospita per la prima volta la Coppa del Mondo: sarebbe dovuto essere l'evento che celebrava il regime di Franco, ma il dittatore è morto e il Paese ha avviato una storica transizione verso la democrazia. Il Mondiale rappresenterà allora un punto di svolta nella storia spagnola, che tra difficoltà politiche, economiche e la minaccia terrorista riuscirà a entrare in una nuova epoca.
LE FONTI USATE PER QUESTO EPISODIO:
MALDONADO Antonio G., Fútbol y sangre en el verano del 82: el mundial de España bajo la amenaza de ETA, El Español
MENDIETA Elios, España 1982: el Mundial que nos modernizó pese al terrorismo, la inflación... e Irlanda del Norte, El Confidencial
MOGGIA Valerio, 1979, il primo sciopero del calcio spagnolo, Pallonate in Faccia
SIMÓN Juan Antonio, Fighting against oblivion: the legacy of the 1982 World Cup, or the first challenge of democratic Spain, Soccer & Society
SIMÓN Juan Antonio, GARCÍA MARTÍ Carlos, 1982 FIFA World Cup: from Spain’s struggle for democratic legitimacy to Italy’s rediscovery of football nationalism, Soccer & Society
La musica è "Inspired" di Kevin MacLeod [incompetech.com] Licenza C.C. by 4.0
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I sette giorni appena trascorsi attraverso lo sguardo e il pensiero di Massimo Gramellini. 2a Edizione
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Per la prima volta l’Ue e i paesi dell’Asia centrale si incontrano per un summit di alto livello: nel mondo che cambia e che presenta sempre nuove insidie geopolitiche e commerciali, Bruxelles guarda a un’area dove altre due grandi potenze, Russia e Cina, “lavorano” da tempo.
Gli inserti audio della puntata sono tratti da: EU-Central Asia cooperation expands in age of uncertainty, euronews.com, 25 marzo 2025.
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Massimo Gramellini con Gustavo Zagrebelsky, Ezio Mauro
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I sette giorni appena trascorsi attraverso lo sguardo e il pensiero di Massimo Gramellini. 2a Edizione
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Per lungo tempo, le antiche meraviglie della Siria hanno attirato studiosi e archeologi occidentali, intenzionati a dare lustro a monumenti risalenti a civiltà, da cui si vantavano di risalire. Poi è arrivata la guerra. Bombe, proiettili e le mani spietate dell’ISIS hanno distrutto siti, statue e manufatti secolari.
È stato in quel momento che Maamoun Abdulkarim, ex Direttore generale per le antichità e i musei, nonostante gli immensi pericoli e le pesanti accuse di collaborare con il regime, decise di rimanere in Siria, per provare a salvare centinaia di migliaia di manufatti a rischio, sparsi per tutto il Paese.
L’8 dicembre 2024 le forze di opposizione hanno liberato la Siria dalla dittatura e da allora il popolo siriano sta cautamente cercando di dare risposte nuove a domande centrali per la propria identità. Un quesito che aleggia ovunque è: il patrimonio culturale può essere solo pietre e rovine? O è qualcosa di più?
Eva Ziedan, ex archeologa, ricercatrice e attivista, sostiene che la vera eredità della Siria risieda nelle conoscenze tramandate e nella saggezza popolare. La giornalista Zeina Shahla le fa eco, documentando le tante storie comuni a comunità diverse che il regime e la guerra hanno provato in tutti i modi ad allontanare. Così, mentre la Siria lotta per ridefinire sé stessa, il suo passato non è più una reliquia ma un campo di battaglia per l’identità, la memoria e il futuro.
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Federico Fubini spiega la strategia dietro la decisione del presidente degli Stati Uniti di imporre tariffe del 25% sull’importazione di auto. Stefano Montefiori racconta com’è andato l’incontro di Parigi fra 31 Paesi per discutere della pace in Ucraina. Mara Gergolet parla dei nuovi sviluppi della vicenda della chat riservata tra ministri del governo Usa: molti dei loro numeri di cellulare o indirizzi email erano facilmente reperibili in Rete.
I link di corriere.it:
Dazi, a Wall Street crollano le Big Three delle autoCom’è andato il vertice dei «volenterosi» a ParigiScandalo Signal, online cellulari, email e password di diversi ministri Usa -
Nuova puntata dell’appuntamento domenicale di «Giorno per giorno»: le repliche dell’editorialista alle domande e osservazioni che avete mandato via WhatsApp al 345 6125226.
I link di corriere.it:
L’inquieta stagione dell’America di TrumpAccelerare sulla Difesa: i leader europei danno il via liberaNuovi raid su Gaza: perché Israele ha rotto la tregua e quali saranno le conseguenze -
Negli ultimi cinque anni, il 64% delle armi comprate dagli eserciti europei era di fabbricazione statunitense. Un dato che segnala la dipendenza industriale ed economica dell'Europa verso gli Stati Uniti. Dipendenza che è destinata ad aumentare, data la prospettiva di un riarmo dell'Europa.
Per questo, nei corridoi del Parlamento europeo c'è chi propone di cambiare nome al piano ReArmEurope. «Andrebbe chiamato Enrich America» si dice. Cioè: l'Europa compra le armi, gli Stati Uniti si arricchiscono.
Ne parliamo in questo nuovo episodio di Dentro l'Avvenire con Luca Liverani, che da anni si occupa del tema degli armamenti. -
(00:00) Intro
(01:38) In un’audizione al Copasir il governo avrebbe ammesso di aver spiato alcuni attivisti
(09:22) Il gioco politico sui dati relativi allo stato di attuazione del Pnrr
(15:34) Le 5 storie mitologiche della settimana
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L’autore ha trascorso quasi un mese immerso nella realtà cilena, esplorando non solo i suoi luoghi, ma anche la sua storia e identità.
Incontri speciali con Maria Fernanda García Iribarren, direttrice del Museo della Memoria di Santiago e Cristina Digiorgio, direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura, hanno offerto nuove prospettive sulla complessa evoluzione del paese.
Un territorio segnato da dittature e trasformazioni profonde, dove il passato continua a dialogare con il presente attraverso l’arte e la cultura.
Un’esperienza di viaggio che diventa scoperta, un’immersione in una nazione che custodisce con forza la propria memoria, trasformandola in strumento di racconto e resistenza. -
Fino a pochi anni fa non li conosceva nessuno. Adesso sono sulla bocca di tutti. Ma per capire quanto gli Houthi dello Yemen siano stati sottostimati, tra le milizie sciite del Medio Oriente, basta frequentare il viale al-Sabaeen della capitale Sana’a alle tre del pomeriggio di ogni venerdì, quando migliaia di miliziani invadono la strada a sei corsie e la piazza accanto alla moschea fatta costruire venti anni prima dal presidente Ali Abdullah Saleh. Tra i sostenitori prevale un misto di orgoglio identitario, rabbia repressa e indignazione per le ingerenze degli Stati Uniti in Medio Oriente: una storia molto lunga, che parte da prima della Rivoluzione islamica iraniana del 1979. La rammentano persone comuni, miliziani, ministri, a ogni contatto e intervista: adesso, il rafforzamento dell’immagine del nemico esterno nella guerra tra Israele e Gaza ha dato agli Houthi l’opportunità di mostrarsi al mondo, con le incursioni navali sul golfo di Aden e sul Mar Rosso, e ha consentito di coagulare attorno a loro il consenso della popolazione yemenita ridotta alla fame.
In un’esclusiva opportunità di accesso allo Yemen del Nord, nelle città di Sana’a e al porto di Hodeida, RSI vi racconta chi sono gli Houthi che si definiscono “i partigiani di Allah”.
Senza dimenticare tutti gli yemeniti che vivono sotto questo regime: pescatori costretti alla fame che vanno a pescare in acque internazionali per guadagnare di più ma vengono arrestati e torturati dai sauditi per il timore che si tratti di miliziani Houthi; mendicanti che vivono in condizioni ai limiti della dignità; ospedali affollatissimi dove i medici vengono fisicamente assaltati dai pazienti solo per firmare una ricetta mentre duecento persone al giorno si presentano all’accettazione con il colera.In questo quadro, il blocco dei beni, le sanzioni al regime yemenita del Nord e il ritiro degli Stati Uniti dal sistema degli aiuti umanitari internazionali fanno ancora dello Yemen la peggiore crisi umanitaria al mondo, a dieci anni esatti dall’inizio della guerra.
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(00:00) Intro
(02:43) Che cosa ha detto Giorgia Meloni al Consiglio europeo
(10:23) La giornata della Memoria e dell'Impegno per le vittime innocenti di mafia
(19:50) Le 5 storie mitologiche della settimana
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La Cina ha rilasciato il "Piano d'azione speciale per stimolare il consumo", trenta misure per riuscire a rivitalizzare il mercato interno.
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Parto dall'oro e cerco di capire con voi le prospettive per il futuro in vista dei timori sulla recessione Usa. Vado poi sull'ingente debito globale, che continua a crescere. Il tutto è ovviamente legato alle spese per la Difesa. Faccio il punto sulla settimana, dalle banche centrali alla Cina e al resto. Vi aspetto. Mariangela
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I podcast in Cina sono diventati una routine nella vita di moltissimi cinesi. Spaziano dai temi sociali all’economia, dalla politica estera al true crime, fino al femminismo, uno dei temi su cui è praticamente nato il fenomeno. Il mercato cinese dei podcast diventerà a breve il più grande al mondo.
Gli inserti audio della puntata sono tratti da:146 迷恋长手套的V : 恋物者都是男性吗?, https://biaojiangfm.typlog.io/episodes/146; https://www.xiaoyuzhoufm.com/podcast/5e2864f2418a84a04628d5e7, 两周年特辑 | 真正的人间清醒不是搞钱要紧,而是即时拥抱你想要的人生, Apple Podcast; 文化有限, https://www.weibo.com/u/7333436655; 392 国际援助遭遇真空时刻:从USAID停摆说起, Apple Podcast; 【妇女节·随机信箱】时间带来遗憾,以及更多可能, https://www.stovol.club/womensday2025; https://www.xiaoyuzhoufm.com/episode/67c5c15ebf52a16cd1477102; https://www.xiaoyuzhoufm.com/episode/67d28b39e924d4525a523bfa.
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I sette giorni appena trascorsi attraverso lo sguardo e il pensiero di Massimo Gramellini. 2a Edizione
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Dalla roccaforte della Malaysia la finanza islamica si sta espandendo nel sud-est asiatico: Singapore, Indonesia, Filippine e Thailandia sfruttano una combinazione di trasformazione digitale, iniziative di finanza sostenibile e supporto normativo per capitalizzare la crescente domanda di prodotti finanziari conformi alla Sharia.
Gli estratti audio della puntata sono tratti da: Maybank Islamic 60th Anniversary, canale Youtube CiptaAsia Official, 23 luglio 2020; Dr. Ahmad El-Naggar - Posthumos Honourable Mention to the Father of Modern Islamic Banking, canale Youtube Royal Award, 13 agosto 2014.
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Negli ultimi tempi in Cina c’è stato un vero e proprio boom dell’usato, dalle auto ai robot. E ovviamente tutto si può comprare o noleggiare con app ad hoc.
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Massimo Gramellini con Gustavo Zagrebelsky, Achille Occhetto, Federico Rampini
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