Avsnitt
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Martedì, a "Ma perché?", abbiamo parlato dei missili a lungo raggio che Joe Biden ha deciso di fornire all’Ucraina, autorizzandone l’uso in territorio russo. Una scelta sorprendente per due motivi: il rischio politico interno, dato il mandato in scadenza, e la rottura della linea rossa occidentale che vietava attacchi oltre i confini ucraini per evitare un’escalation. Intanto, Trump è tornato presidente, deciso a ridurre il supporto a Kiev e negoziare con Putin. Ma Mosca risponde modificando la dottrina nucleare. Ma perché? Ne parlo con Laura Lucchini.
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Ciclicamente, i governi di centrodestra propongono di separare le carriere dei magistrati. Oggi, chi supera il concorso può scegliere se diventare Pubblico Ministero (PM), che indaga e richiede condanne o assoluzioni, o giudice, che emette sentenze. Questa scelta, però, non è definitiva: un magistrato può cambiare ruolo nel corso della carriera. Il governo vuole eliminare questa possibilità, obbligando i magistrati a scegliere in modo irrevocabile se diventare PM o giudice fin dall’inizio. Ma perché? Ne parlo con Nino Di Matteo.
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Saknas det avsnitt?
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I giornali di ieri descrivevano un Vladimir Putin soddisfatto. Perché? Negli scorsi giorni, Olaf Scholz lo ha chiamato, rompendo anni di silenzio da parte dei leader occidentali. Un gesto formale, simbolico, che Mosca ha salutato con entusiasmo: secondo Dmitry Kiselyov, volto noto della tv russa, l’Occidente avrebbe finalmente capito che la Russia non può essere sconfitta in Ucraina. Eppure, una decisione di Joe Biden ha rovinato l’atmosfera: il presidente americano, infatti, ha dato il via libera all’uso, da parte ucraina, di missili a lungo raggio per colpire in territorio russo. Ma perché? Ne parlo con Gianluca Pastori.
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La convenzione di Schengen garantisce la libera circolazione senza controlli alle frontiere interne dell’UE. Tuttavia, alcuni paesi, come Italia, Germania, Francia, Danimarca, Austria, Slovenia, Norvegia e Paesi Bassi, hanno recentemente sospeso l’accordo e ripristinato i controlli. Ma perché? Ne parlo con Pietro Sala.
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Premierato per Fratelli d’Italia, separazione delle carriere per Forza Italia, autonomia differenziata per la Lega: sono le tre grandi riforme di questo governo, sostenute da un accordo di maggioranza. L’autonomia differenziata punta a ridistribuire poteri alle Regioni su materie come lavoro, istruzione, sanità e rapporti internazionali, ma due giorni fa la Corte Costituzionale ha rilevato profili di incostituzionalità. Ma perché? Ne parlo con Federica Olivo.
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La convenzione di Schengen, firmata nel 1990 e successivamente estesa a molti Paesi europei, crea un’area di libera circolazione senza controlli alle frontiere interne, rendendo l’Europa uno spazio senza confini. Periodicamente, però, alcuni Paesi sospendono temporaneamente l’accordo, come hanno fatto di recente Italia, Paesi Bassi, Norvegia, Austria, Germania, Francia, Slovenia e Danimarca. Ma perché?
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Qui a Ma perché? abbiamo spesso parlato del sovraffollamento turistico nelle città italiane, che rende la vita più difficile e costosa per i residenti. Molti proprietari hanno convertito le case in affitti brevi, sottraendole al mercato a lungo termine, e i prezzi sono saliti. Il comune di Firenze ha deciso di vietare le keybox. Ma perché? Ne parlo con Lorenzo Santucci.
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Uomini adulti, soli e provenienti da "paesi sicuri": sono questi i criteri per trasferire i migranti in Albania, secondo un accordo tra il governo italiano e quello albanese. Tuttavia, il Tribunale di Roma ha più volte rifiutato di convalidare il trattenimento di questi migranti. Ma perché? Ne parlo con Federica Olivo.
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The Washington Post ha riferito di una possibile telefonata tra Trump e Putin, smentita da Mosca. Al centro resta l’Ucraina. Biden ha investito risorse e credibilità per sostenere Kiev contro la Russia. Dopo due anni di guerra, però, l’avanzata russa è minima e le perdite sono enormi. Chi ha vinto? Nessuno, ma con Trump presidente il futuro potrebbe farsi più difficile per Zelensky. Ma perché? Ne parlo con Greta Cristini
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In un mondo globalizzato, lo sappiamo, le economie sono interconnesse. Ciò che succede in un paese lontano ha delle ripercussioni importanti anche sul nostro. Tutto è amplificato se il paese di riferimento sono gli Stati Uniti: qui Donald Trump, fresco di elezione sta pensando a come e a quando imporre nuovi dazi. Ma perché? Ne parlo con Paolo Di Falco.
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La Germania è il paese che milioni di millennial europei hanno conosciuto come il motore d'Europa. L'economia di questo paese ha continuato a galoppare in tutti questi anni, senza mai dare un vero cenno di crisi, e anzi Berlino ha rappresentato la prova che il rigore dei conti pubblici avrebbe portato, assieme a un taglio della spesa, a un rilancio economico. Oggi le cose non stanno più così. L'economia tedesca è crisi, ma anche la politica. In questi giorni il governo Scholz è entrato in crisi. Ma perché? Ne parlo con Lorenzo Santucci.
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La vittoria di Donald Trump solleva interrogativi importanti. Tra questi, l’intenzione di ridurre il sostegno all’Ucraina, che potrebbe compromettere la sicurezza europea. Inoltre, il suo piano di deportazioni di migranti irregolari genera preoccupazioni, così come l’effetto che la presidenza potrebbe avere sui suoi processi legali, inclusi quelli legati all’assalto a Capitol Hill. Ecco a proposito di questi: Trump probabilmente riuscirà a farla franca. Ma perché? Ne parlo con Federica Olivo.
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Ieri i giornali di tutto il mondo aprivano con la vittoria di Donald Trump, diventato 47° Presidente degli Stati Uniti. Lo stupore era palpabile: com’è possibile che un uomo che ha mentito, insultato e minacciato giornalisti abbia ottenuto un simile risultato? Di Kamala Harris si può dire tutto: candidata sbagliata, poco carismatica, troppo vicina a Biden… Ma è davvero solo questo? Io credo di no. La sconfitta non è solo un fatto personale, è un problema di percezione: il partito democratico viene visto come espressione delle élite, delle star di Hollywood, lontano dai problemi reali. Forse, allora, la vittoria di Trump non è affatto una sorpresa. Ma perché? Ne parlo con Francesco Semprini.
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Spesso sento dire: “Quello che succede negli Stati Uniti non ci riguarda”. Ma non è così: il destino dell’Italia e dell’Europa è strettamente legato a quello americano, specialmente ora, con guerre in Ucraina, Medio Oriente e tensioni in Asia. La politica estera americana ci coinvolge. Ma perché? Ne parlo con Gianluca Pastori.
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Questa campagna elettorale americana è stata forse la più pazza di sempre. Un candidato presidente, Joe Biden, si è ritirato dalla corsa, lasciando il timone alla sua vice Kamala Harris. Donald Trump è stato quasi ucciso da un uomo armato durante un comizio elettorale. Bugie, attacchi se non addirittura minacce hanno caratterizzato questi mesi di campagna. Il risultato è come sempre incerto, ma questa volta, forse, lo è ancora di più. Da questa giornata possiamo aspettarci di tutto. Ma perché? Ne parlo con Francesco Semprini.
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Wall Street scommette su una vittoria di Trump, con i rendimenti dei titoli di Stato in salita, segno di attese per un aumento del debito dovuto ai tagli fiscali promessi. In Europa, però, il dibattito resta polarizzato e superficiale. A giudicare dalle promesse di Trump, però, per noi europei non sarebbe una buona notizia. Ma perché? Ne parlo con Giulio Ucciero.
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Le cronache locali riportano quotidianamente episodi di violenza, spesso efferati, che restano però confinati nelle poche copie stampate. Non c’è una sola ragione per cui i grandi giornali scelgano alcune storie e ne scartino altre, né una regola che preveda la reazione del pubblico. È un aspetto della natura umana, per quanto possa sembrare duro dirlo, e dei suoi interessi. Alcune notizie di cronaca nera colpiscono più di altre. Ma perché? Ne parlo con Giacomo Galanti.
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Qualche puntata fa abbiamo parlato del nuovo scandalo "spioni", così chiamato dalla stampa italiana. Al centro c'è una rete criminale che avrebbe violato la mail del Presidente della Repubblica, infiltrandosi nello SDI del Ministero dell'Interno e sottraendo i dati di 800 mila persone. Molti si sono chiesti: com’è stato possibile? La risposta è fin troppo semplice: il Paese fatica a proteggersi da questi attacchi. Ma il problema è più ampio e richiede consapevolezza sul valore dei nostri dati e sulla privacy. Ma perché?
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Apple quest'anno affronta difficoltà: in Europa ha subito multe per 1,8 miliardi per abuso di posizione dominante e dovrà restituire 13 miliardi all’Irlanda per tasse arretrate, ritenute aiuti di Stato dall'UE. Pur concentrandosi sul mercato americano, Apple non può trascurare Europa e Asia. Tuttavia, il nuovo governo indonesiano ha vietato l’iPhone 16 nel Paese. Ma perché? Ne parlo con Lorenzo Ancona.
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“Dossier” è la parola del 2024, almeno in Italia. Il dossieraggio, ovvero la pratica di raccogliere, spesso illegalmente, informazioni sensibili su personaggi politici e non solo, è un argomento molto serio. Quest'anno ne abbiamo parlato più volte, spesso a sproposito. Da qualche giorno ci risiamo, e questa volta le cose sembrano essere davvero gravi. La politica italiana è di nuovo alle prese con uno scandalo "spioni". Ma perché? Ne parlo con Paolo Di Falco.
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