Avsnitt
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Il 17 luglio avevamo parlato del costo delle case a Milano e della sua lieve flessione. Oggi torniamo sul tema, ma da un’angolazione diversa: un’inchiesta della Procura scuote il mondo dell’edilizia e il Comune, coinvolgendo assessori e dirigenti. Cantieri fermi da mesi non erano casuali: da due anni si indaga su approvazioni sospette e progetti urbanistici al limite dell’assurdo, come l’“Hidden Garden” costruito in un cortile interno. Ora l’inchiesta tocca il cuore dell’amministrazione: è indagato anche il sindaco Giuseppe Sala. Ma perché? Ne parlo con Federica Olivo.
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Trump promette “buone notizie” da Gaza: si parla di una tregua di 60 giorni, ma i precedenti non fanno sperare bene. Intanto, nel sud della Striscia, si continua a morire nei centri di distribuzione degli aiuti, tra accuse incrociate tra IDF e Hamas. In Israele, la crisi politica si aggrava: i partiti ultraortodossi minacciano di lasciare Netanyahu per la legge sulla leva militare, avvicinando lo spettro di elezioni anticipate. Ma tutto questo è solo lo sfondo di una svolta più grande: la Siria, fragile dopo la fuga di Assad e guidata oggi da al-Jawlani, ex jihadista. Negli ultimi giorni Israele ha colpito Damasco. Ma perché? Ne parlo con Giordano Stabile.
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Saknas det avsnitt?
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Comprare casa o andare in affitto? Una scelta cruciale che oggi pesa più che mai, tra mutui sempre più cari e prezzi immobiliari alle stelle, soprattutto a Milano. L’idea della casa come investimento vacilla di fronte a tassi mediamente alti e stipendi fermi. E mentre il sogno di un’abitazione tutta nostra resta forte, la realtà spesso racconta un'altra storia. Proprio per questo, sorprende un recente calo nei prezzi delle case nel capoluogo lombardo. Ma perché? Ne parlo con Elena Molignoni.
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Le 24 ore promesse da Donald Trump per risolvere il conflitto in Ucraina sono diventate sette mesi, senza alcun risultato. Anche lui, come i leader prima di lui — da Obama a Merkel, da Macron a Biden — ha scoperto che con Putin non basta il dialogo, il commercio o la diplomazia. Il presidente russo non ha alcuna intenzione di porre fine alla guerra contro l’Ucraina. Ogni tentativo di compromesso è stato respinto, ogni concessione ritenuta inadeguata. Ma perché? Ne parlo con Gianluca Pastori.
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Ad aprile, Donald Trump annuncia dazi del 20% contro l’Unione Europea, scatenando il panico sui mercati internazionali. Ignorando la reazione delle borse, rilancia con toni provocatori e minacce, spingendosi fino a ipotizzare tariffe del 50%. Una breve tregua di 90 giorni sembra aprire uno spiraglio, ma viene rapidamente infranta da nuove decisioni unilaterali. Alla fine, i dazi vengono fissati al 30% dal primo di agosto, senza alcuna vera negoziazione. L’UE, colpita ma prudente, sceglie di non reagire con contromisure immediate. Ma perché? Ne parlo con Walter Galbiati.
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Nei primi mesi del 2025, l’arresto e la successiva liberazione del poliziotto libico Osama Almasri hanno scatenato un caso internazionale. Ricercato dalla Corte Penale Internazionale, Almasri fu espulso in fretta verso la Libia anziché essere consegnato alla giustizia internazionale. Il ministro Nordio e altri membri del governo Meloni finirono indagati per favoreggiamento e omissioni gravi. Intanto, la CPI ha aperto un’indagine formale sull’Italia per violazione dello Statuto di Roma. Sembrava tutto finito, ma pochi giorni fa il caso si è riaperto. Ma perché? Ne parlo con Federica Olivo.
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Il ministro israeliano Sa’ar ha aperto alla possibilità di una tregua a Gaza, lasciando intravedere spiragli di dialogo. Poco dopo, però, Netanyahu ha frenato l’ottimismo, ribadendo l’obiettivo di eliminare Hamas dal controllo di Gaza. Hamas, da parte sua, dichiara di collaborare con i mediatori per superare gli ostacoli. Eppure, i colloqui a Doha proseguono lentamente e senza risultati concreti. Ma perché? Ne parlo con Giuseppe Dentice.
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I dazi di Trump restano il nodo politico ed economico centrale del 2025, con l’Europa in attesa di un accordo entro il 1° agosto. L’Italia, in bilico tra la difesa delle sue esportazioni e il mantenimento dei rapporti con Washington, adotta una linea prudente. Nel frattempo, il ministro Lollobrigida propone misure discutibili per proteggere alcuni prodotti, come la bresaola. Soluzioni che sembrano più simboliche che efficaci. Ma perché? Ne parlo con Alberto Grandi.
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Le sanzioni europee e americane contro la Russia continuano a dividere il dibattito pubblico. C'è chi sostiene che danneggino più l'Europa che Mosca e chi invece vede nell'isolamento economico russo un risultato concreto. Putin, però, chiede da anni la revoca delle misure, segno che qualcosa lo preoccupa davvero. Perfino Trump, dopo molte ambiguità, ha minacciato nuove sanzioni e rilanciato il sostegno all’Ucraina. Ma perché?
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La povertà è una condizione che genera ansia e insicurezza anche solo al pensiero, ma per milioni di famiglie italiane è una realtà quotidiana. Come osserva Alessandro Sahebi, oggi si nasconde dietro volti insospettabili: povero è spesso chi lavora, stretto tra salari fermi e costi di vita crescenti. La casa, rifugio essenziale per ogni essere umano, è diventata il simbolo più drammatico di questa crisi. L'emergenza abitativa che attraversa tutta l’Europa è una delle minacce più grandi dei nostri tempi. Ma perché? Ne parlo con Edoardo Buffoni.
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Lo avevamo detto tante volte qui a “Ma perché?”: Musk e Trump, dietro l’apparenza di un’alleanza visionaria, erano due ego troppo ingombranti per convivere a lungo. Prima hanno collaborato, poi sono esplosi in litigi e minacce, come succede tra narcisisti in competizione. Il punto di rottura è stata la big beautiful bill, un enorme regalo fiscale ai ricchi voluto da Trump e duramente criticato da Musk. Il colpo finale è arrivato il 4 luglio, quando Musk ha annunciato la nascita del suo nuovo partito. Ma perché? Ne parlo con Matteo Muzio.
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Negli ultimi anni il potere d'acquisto degli italiani è stato messo a dura prova da fattori globali e locali. L’inflazione, scatenata anche dalla guerra in Ucraina, ha colpito soprattutto le fasce più fragili della popolazione. La BCE ha alzato i tassi d’interesse per frenare i prezzi, aggravando però il costo dei mutui e dei prestiti. Oggi l’inflazione generale è tornata a livelli normali, il costo del cibo, invece, continua a salire. Ma perché? Ne parlo con Raffaele Ricciardi.
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L’Italia sta affrontando una grave crisi demografica, con uno dei più bassi tassi di natalità al mondo e prospettive peggiori del previsto. Le Nazioni Unite continuano a rivedere al ribasso le previsioni sulla crescita globale, anticipando il declino demografico mondiale. Per l’Italia, il rischio è scendere sotto il livello di sostituzione, mettendo in crisi il sistema economico e pensionistico. L’immigrazione potrebbe essere una soluzione, ma i flussi regolati finora non hanno portato i risultati sperati. Ma perché? Ne parlo con Federica Olivo.
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Durante il vertice NATO all’Aia, la giornalista ucraina Myroslava Petsa ha chiesto a Donald Trump se gli Stati Uniti avrebbero inviato sistemi anti-aerei Patriot per difendere l’Ucraina dagli attacchi russi. Trump ha risposto iniziando con alcune domande personali, chiedendole se fosse ucraina e se suo marito fosse un soldato, ma senza fornire impegni concreti: ha spiegato che quei sistemi servono anche agli USA e che al momento vengono forniti a Israele. Nei giorni successivi, la Russia ha intensificato i bombardamenti, colpendo anche l’ovest dell’Ucraina. Oggi milioni di ucraini restano senza protezione adeguata, mentre gli Stati Uniti hanno sospeso le consegne di nuove armi a Kiev. Ma perché? Ne parlo con Lorenzo Santucci.
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In Italia gli stipendi sono tra i più bassi d’Europa, penalizzati da fattori come il cuneo fiscale, la bassa produttività e il lavoro sommerso. Il problema si aggrava per le donne, che subiscono un divario retributivo ancora più marcato, specie nel settore privato. Le disuguaglianze non riguardano solo il salario, ma anche l’accesso ai ruoli di vertice e al potere decisionale. Una direttiva europea sulla trasparenza salariale, attesa per il 2026, promette di cambiare le regole. Ma perché? Ne parlo con Azzurra Rinaldi.
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Ogni volta che un evento meteorologico estremo colpisce una città, viviamo lo stesso copione: devastazione, promesse di ricostruzione, poi l'oblio. I danni si sommano, ma la memoria collettiva si dissolve. Così finiamo per considerare questi episodi come eccezioni, dimenticando quanto siano ormai frequenti. Il caldo estremo di oggi verrà presto archiviato come un'altra parentesi anomala, proprio come la siccità del 2022. Eppure non lo è. È la nuova normalità. Ma perché? Ne parlo con Antonello Pasini.
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Nelle ultime ore la Russia ha improvvisamente alzato il livello dello scontro in Ucraina. Missili, droni e bombardamenti combinati hanno colpito infrastrutture civili e militari in diverse città. Si tratta di uno degli attacchi più violenti dall’inizio dell’invasione. L’intensità e la coordinazione degli assalti segnano un cambio di passo nella strategia di Mosca. Ma perché? Ne parlo con Gianluca Pastori.
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Una rapina finisce in uno scontro a fuoco: un poliziotto spara e uccide un criminale armato, forse evitando una strage. Anche se l’azione appare giustificata, scattano comunque le indagini per accertare la legittimità dell’intervento. In Italia, l’uso delle armi da parte della polizia è consentito solo in casi estremi, e ogni colpo va verificato. Nessuna immunità automatica per chi indossa una divisa. Il governo propone uno scudo penale per gli agenti, ma realizzarlo sembra molto difficile. Ma perché? Ne parlo con Federica Olivo.
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Giulia Tramontano, 29 anni e incinta, scompare il 27 maggio 2023. Il compagno, Alessandro Impagnatiello, dopo alcuni giorni confessa di averla uccisa con 37 coltellate e di aver tentato di occultare il corpo. Nei mesi precedenti aveva anche avvelenato Giulia per provocare un aborto. Nel processo, Impagnatiello viene condannato all’ergastolo, ma in appello decade l’aggravante della premeditazione, suscitando forti polemiche. A volte le sentenze non rispecchiano ciò che l’opinione pubblica si aspetta. Ma perché? Ne parlo con Edoardo Orlandi.
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Spendere in difesa è un tema divisivo, soprattutto in un Paese dove molti chiedono, legittimamente, più fondi per scuola, welfare e infrastrutture.
Eppure, lo scenario globale è cambiato: Trump avverte l’Europa che deve sapersi difendere da sola.
Al vertice NATO, anche l’Italia ha promesso di salire al 2% del PIL, ma qualcuno ha sparato cifre assurde: 445 miliardi in 10 anni.
In realtà, quel numero è sbagliato e fuorviante. Ma perché? Ne parlo con Matteo Negri.See omnystudio.com/listener for privacy information.
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