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Il piano di riarmo europeo arriva sul tavolo dei ministri delle Finanze del blocco, dopo il via libera dei leader europei al summit di Bruxelles del 6 marzo. E il primo confronto è proprio sugli strumenti da mettere in campo, al centro della cena informale tra i ministri dell Ecofin, seguita da uno scambio sulle regole fiscali, su come usare cioè la flessibilità del Patto. Con il ministro Giancarlo Giorgetti che porta ai colleghi Ue la proposta italiana, che non vuole definirsi solo come un idea per la difesa, ma anche per la sicurezza e la protezione. E soprattutto cerca di catalizzare gli investimenti privati: una Iniziativa Europea per la Sicurezza e l Innovazione Industriale , è il nome del documento presentato ai colleghi dal ministro italiano.
L Italia vuole richiamare l attenzione a non guardare solo agli interventi tramite nuovo debito a sostegno degli investimenti nella difesa. Da un lato perché ritiene serva una visione di economie sostenibili a lungo termine e dall altro perché è particolarmente importante per Paesi come l Italia impegnati in uno sforzo di riduzione del proprio debito. L idea sarebbe così quella di rafforzare la componente degli Stati membri nell InvestEu, migliorando l efficacia delle garanzie Ue per attrarre capitali privati. Il rafforzamento di InvestEU è già tra le proposte della Commissione.
"La proposta italiana è stata accolta favorevolmente ieri, ora andrà discussa con la Commissione europea ma dal punto di vista della presidenza Ue il messaggio è che ci serve una forte Unione dei mercati dei capitali per finanziare queste nuove necessità". Lo ha detto il ministro delle Finanze polacco Andrzej Domanski, alla presidenza di turno Ue, in conferenza stampa al termine del Consiglio Ecofin.
Sono intervenuti a Focus Economia Adriana Cerretelli, editorialista Il Sole 24 Ore e Raul Caruso, Professore di Economia della pace in Università Cattolica.Trump, escalation con il Canada: raddoppia i dazi su alluminio e acciaio. Ma le aziende Usa sono preoccupate
Trump non molla e anzi rilancia la guerra commerciale con il Canada. «Ho incaricato il segretario al Commercio di aggiungere un altro 25% di dazi, portandoli al 50%, su tutto l acciaio e l alluminio provenienti dal Canada», ha scritto il presidente degli Stati Uniti su Truth. I nuovi dazi «saranno effettivi da domani».
Il presidente americano afferma che la misura è una risposta alla mossa dello stato canadese dell Ontario che «ha imposto tariffe del 25% sull elettricità che va negli Usa», una mossa che era a sua volta la risposta ai dazi imposti da Trump. L Ontario fornisce l energia elettrica a tre importanti Stati americani: Minnesota, Michigan e New York.
Marco Valsania, Il Sole 24 Ore, è intervenuto ai microfoni di Sebastiano Barisoni.Mancanza di credito alle imprese e fuga di capitali zavorra del PIL
Il risiko del settore bancario ha riacceso le preoccupazioni delle imprese sull accesso al credito. Il timore è che banche più grandi e lontane dal territorio siano meno interessate a prestare liquidità alle piccole imprese, che pur rappresentano il cuore del nostro apparato produttivo. I processi di fusione possono portare a una concentrazione del rischio e a una conseguente riduzione del credito. Neppure una puntigliosa attività delle autorità volta a tutelare la concorrenza riesce ad affrontare pienamente il problema.
Tuttavia, la questione dell accesso al credito, che risulta fondamentale per la crescita economica, in Italia ha una portata ben più ampia di quella legata alle aggregazioni bancarie e rasenta un emergenza nazionale. Da un lato, infatti, negli ultimi quindici anni le banche italiane, che pure si sono molto rafforzate in termini organizzativi, reddituali e patrimoniali, hanno operato una drastica riduzione delle loro erogazioni alle imprese che ha pochi paragoni con gli altri principali paesi. Dall altra, la dimensione microscopica delle nostre aziende e l arretratezza del nostro mercato dei capitali faticano a far nascere strumenti e operatori non bancari che possano finanziare le imprese.
La necessità di contrastare il sottosviluppo e la frammentazione del mercato dei capitali europei è stato oggetto della conferenza internazionale promossa da Assonime in collaborazione con l Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico su Corporate Governance and capital market for competitive and sustainable Europe che si è tenuta oggi a Milano a Palazzo Mezzanotte, con il supporto di Borsa Italiana.
Il commento di Stefano Firpo, direttore generale di Assonime. -
Saknas det avsnitt?
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In un momento di rallentamento dell’economia nazionale, la logistica portuale può rappresentare un volano per la crescita del Paese. L’Italia, per la sua posizione strategica nel Mediterraneo, ha nei porti un’infrastruttura chiave per il commercio internazionale, ma per poter competere con i principali hub europei e globali è necessario un sistema più efficiente, integrato e moderno.
Proprio in questa direzione si muove la nuova riforma portuale, attualmente in discussione, che punta a riorganizzare la governance del settore attraverso l’istituzione di una società pubblica per la gestione degli investimenti, la semplificazione burocratica e un maggiore coinvolgimento del settore privato.
Ne parliamo con Mario Zanetti, delegato del presidente di Confindustria per l’economia del mare, presidente di Confitarma e AD di Costa Crociere.
L’Europa trova l’accordo sulla difesa
La proposta della Commissione Europea, che prevede un aumento delle spese per la difesa dell’1,5% del PIL di ogni Paese, potrebbe comportare per l’Italia un incremento fino a 30-35 miliardi di euro. Nel pacchetto esaminato ieri dal Consiglio europeo è prevista anche una quota di risorse comuni, che per Roma potrebbe valere fino a 18 miliardi di euro sotto forma di prestiti da restituire.
Cifre impegnative per un Paese ad alto debito, che spiegano la cautela del ministro Giorgetti: prima di definire cifre e parametri, sostiene, sono necessari piani precisi.
L’intesa prevede maggiore flessibilità per gli Stati membri sulle spese per la difesa e un fondo da 150 miliardi di euro raccolti sul mercato. Su spinta della Germania, i leader UE hanno aperto alla possibilità di riformare il Patto di stabilità per consentire ai Paesi di destinare più risorse alla difesa.
Ventisei Stati membri hanno firmato una dichiarazione di sostegno all’Ucraina, con l’unica eccezione dell’Ungheria (fonte: Politico), ribadendo la volontà di rafforzare la posizione di Kiev nei negoziati. Durante il vertice, la premier Giorgia Meloni ha proposto l’introduzione di una garanzia europea per gli investimenti nel settore della difesa, in modo da non gravare sul debito pubblico, come riportato da Il Corriere. Allo stesso tempo, Meloni ha espresso la sua contrarietà all’utilizzo dei fondi di coesione per finanziare le spese militari.
Affrontiamo il tema con Fabrizio Pagani, partner di Vitale & Co e docente a Sciences Po di Parigi. Da febbraio 2014 a giugno 2018 ha ricoperto la carica di capo della segreteria tecnica del MEF.
Associazioni e ministero a confronto sul settore dell’autotrasporto
Affrontare le regole del settore dell’autotrasporto, risolvere l’emergenza della carenza di autisti, intervenire sull’aumento dell’ETS, che sta mettendo in ginocchio le imprese siciliane: questi sono i temi che Assotir ha chiesto di affrontare nell’incontro con le associazioni di categoria organizzato dal viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Edoardo Rixi, lo scorso 26 febbraio.
L’incontro si è svolto in un contesto particolarmente teso, anche a causa del prolungato stallo dei lavori, che dura ormai da sette mesi. Le associazioni lamentano forti pressioni sui costi del settore (veicoli, pedaggi, noli marittimi), non adeguatamente compensate da un adeguamento delle tariffe di trasporto.
Interviene Claudio Donati, segretario generale di Assotir.
Dal 31 marzo obbligo di polizze anti-calamità
Le catastrofi naturali sono sempre più frequenti e devastanti a causa del cambiamento climatico. Nel 2024, l’anno più caldo mai registrato, le perdite economiche globali sono ammontate a 368 miliardi di dollari, in calo del 7% rispetto ai 397 miliardi del 2023, ma in aumento del 14% rispetto alla media del XXI secolo.
Il 2024 è stato il nono anno consecutivo con perdite economiche superiori ai 300 miliardi di dollari e il sesto più costoso mai registrato per i danni assicurati, che hanno raggiunto i 145 miliardi di dollari, superando del 54% la media del XXI secolo. Nonostante ciò, il divario di protezione resta elevato: il 60% delle perdite non è stato coperto da assicurazione (contro il 68% del 2023), rappresentando un freno significativo per comunità, imprese e governi.
Le perdite non assicurate mettono a dura prova la capacità di ricostruire, recuperare e creare maggiore resilienza. Secondo il report 2025 Climate and Catastrophe Insight di Aon, leader globale nell’intermediazione assicurativa e riassicurativa, le economie mondiali possono ridurre danni e perdite di vite umane attraverso misure di mitigazione e una maggiore resilienza.
Nel 2024, 18.100 persone hanno perso la vita a causa di eventi naturali, principalmente ondate di calore e inondazioni. Sebbene il dato resti drammatico, è inferiore alla media del XXI secolo (pari a 72.400 vittime), un miglioramento attribuibile all’efficacia dei sistemi di allerta, alle previsioni meteo e alla pianificazione delle evacuazioni basate su dati climatici affidabili.
Il commento di Laura Serafini, Il Sole 24 Ore.
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Crolla la produzione metalmeccanica-meccatronica: nel quarto trimestre del 2024 si e' contratta del 5,6%, portando il dato annuale a una riduzione del 4,2%. Un risultato peggiore di quello registrato per tutto il comparto industriale che ha registrato una flessione nel periodo ottobre-dicembre 2024 del 2,2% e del 2,5% nell'intero anno. Sono i dati della 173esima edizione dell'Indagine congiunturale di Federmeccanica presentata oggi. A condizionare l'attivita' produttiva e' stata, in particolare, l'evoluzione negativa della produzione di Autoveicoli e rimorchi che arriva a segnare un calo annuale del 21,9%.
"Si è chiuso un anno durissimo che lascia un segno meno molto pesante e il 2025 si è aperto con segnali molto preoccupanti. La tenuta del nostro sistema industriale è a forte rischio, sia per criticità strutturali, sia per possibili sconvolgimenti degli equilibri globali che abbiamo conosciuto fino ad oggi. Serve senso di responsabilità di tutti gli attori per affrontare una fase che potrebbe essere senza precedenti". Lo dice il presidente di Federmeccanica, Federico Visentin, in occasione dell'indagine congiunturale, che rileva un crollo della produzione, con il tonfo del settore auto. Sembra che "l'auto non interessa, interessano gli armamenti. Ma starei attento a chi pensa che la soluzione sia convertire l'industria dell'auto in industria bellica", avverte. Ne parliamo proprio con Federico Visentin, Presidente Federmeccanica.La Bce taglia il costo del denaro di 25 punti base
Un nuovo taglio, e nessuna indicazione sui prossimi passi: pesano le incertezze politiche globali e, in particolare, quelle sul commercio internazionale. La Bce ha ridotto di 25 punti base il tasso sui depositi, oggi considerato il più importante al 2,50%, da 2,75%. Il tasso sulle operazioni di rifinanziamento è sceso al 2,65% dal 2,90%, quello sui prestiti marginali al 2,90% dal 3,15%. «La politica monetaria sta diventando meno restrittiva in modo significativo», ha spiegato il comunicato emesso al termine del consiglio. «I tagli dei tassi stanno rendendo meno cari, per famiglie e imprese, i nuovi prestiti», i quali risultano in crescita. L inflazione domestica resta intanto elevata: le proiezioni di marzo, complici i rialzi dell energia, puntano a un inflazione annua media del 2,3% nel 2025, dell 1,9% nel 2026 e del 2% nel 2027 (erano rispettivamente il 2,1%, l 1,9% e il 2,1% a dicembre), mentre l inflazione core dovrebbe calare al 2,2% quest anno, al 2% il prossimo e all 1,9% nel 2027 (erano il 2,3%, 1,9% e 1,9% tre mesi fa). In ogni caso, spiega la Bce, «il processo di disinflazione è ben avviato». Le proiezioni sulla crescita risentono invece delle difficoltà del commercio globale: indicano un aumento del pil dello 0,9% quest anno, dell 1,2% nel 2026 e dell 1,3% nel 2027 (erano rispettivamente 1,1%, 1,4% e 1,3%), con una revisione al ribasso per quest anno e il prossimo legata alla debolezza delle esportazioni e degli investimenti, a sua volta determinata dall elevata incertezza sulle questioni commerciali e sulle questioni politiche in generale. La Bce spera, ha aggiunto Lagarde, che queste spese abbiano soprattutto un impatto sulla produttività di Eurolandia. Franco Bruni, presidente dell Ispi e professore emerito del dipartimento di Economia dell Università Bocconi.
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Bruxelles ha confermato oggi di voler facilitare il raggiungimento degli obiettivi di emissioni per il 2025. «La Commissione proporrà una modifica mirata al regolamento sugli standard di Co2 per auto e furgoni», si legge nella documentazione pubblicata oggi. «L emendamento consentirà alle case automobilistiche di raggiungere i propri obiettivi di conformità attraverso una media delle loro prestazioni su un periodo di tre anni (2025-2027)». MA LA VERA NOTIZIA È che rispondendo alle pressioni di alcuni paesi membri e di alcune case automobilistiche, la Commissione europea ha annunciato oggi, mercoledì 5 marzo, che intende anticipare al terzo e quarto trimestre di quest anno la verifica della legislazione comunitaria dedicata alle emissioni nocive delle vetture. In un atteso piano d azione per un settore economico in grave crisi, l esecutivo comunitario ha poi aperto la porta a nuove tecnologie capaci di garantire neutralità climatica. Affrontiamo il tema con Alberto Annicchiarico, Il Sole 24 Ore.
Trump, Zelensky pronto a tavolo pace e firma su minerali
L'Ucraina è pronta a firmare «in ogni momento» l accordo sulle terre rare con gli Stati Uniti. Lo ha affermato il primo ministro ucraino Denys Shmygal in conferenza stampa a Kiev. «L Ucraina continuerà attraverso i canali diplomatici e gli altri canali disponibili» a collaborare con gli Stati Uniti per «assicurarsi che l Ucraina e gli Stati Uniti continuino a lottare per una pace duratura», ha detto il premier ucraino, come riporta la Bbc. Ottenere garanzie di sicurezza americane è di «vitale importanza» non solo per Kiev, ma anche per l Unione europea, ha aggiunto Shmygal. «Abbiamo bisogno e chiediamo garanzie di sicurezza concrete, tanto da parte degli Stati Uniti, quanto dell Europa e dei paesi del G7. E di vitale importanza non solo per l Ucraina ma anche per l Unione europea», ha detto.
Nelle ultime bozze di conclusione del vertice Ue di giovedì prossimo si legge: «La pace deve rispettare l indipendenza, la sovranità e l integrità territoriale dell Ucraina». La dichiarazione è stata aggiunta rispetto alla versione precedente. Il nuovo testo raccomanda anche «di aumentare la pressione sulla Russia per indebolirne la capacità di continuare a condurre la sua guerra di aggressione». Affrontiamo il tema con Gian Andrea Blengini, professore di ingegneria dei materiali del Politecnico di Torino.Trump, dal 2 aprile arrivano i dazi sui prodotti agricoli
L'export agroalimentare italiano negli Stati Uniti lo scorso anno ha toccato i 7,8 miliardi. Un dazio del 25% sulle esportazioni italiane potrebbe costare ai consumatori americani fino a 2 miliardi di euro in più. Il costo per le singole filiere sarebbe di quasi 500 milioni solo per il vino, circa 240 milioni per l olio d oliva, 170 milioni per la pasta, 120 milioni per i formaggi, secondo le stime di Coldiretti. I dazi all'Europa non sono ancora ufficiali ma il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato nei giorni scorsi di voler colpire le merci prodotte nell'Unione Europea con tariffe del 25%, sostenendo che il blocco è stato creato per fregare gli Stati Uniti. Il commento è di Massimo Romani, Amministratore Delegato di Argea.
Merz: «Whatever it takes» sulla difesa. Accordo tra Cdu ed Spd su riforma a freno al debito
«Whatever it takes»: Friedrich Merz, il probabile futuro cancelliere tedesco, prende a prestito le parole pronunciate da Mario Draghi durante la crisi dell euro. Sulla difesa, il leader dei cristianodemocratici, e vincitore delle elezioni del 23 febbraio, è pronto a fare qualunque cosa sia necessaria, per rispondere «alle minacce alla nostra libertà e alla pace nel nostro continente». E ci sarà anche un super fondo da 500 miliardi di euro in dieci anni per le infrastrutture. Dopo anni di dibattiti e frenate, a Berlino è arrivata una vera e propria scossa. C è da dare risposta alla lunga stagnazione economica, è vero, ma la svolta è soprattutto il risultato della drammaticità del contesto internazionale, rivoluzionato dal cambio di paradigma imposto dal presidente Usa, Donald Trump. Subito dopo il voto, Merz aveva annunciato l intenzione di potenziare la spesa per la difesa. E proprio come Merz voleva, l accordo con la Spd è arrivato in tempi strettissimi e prima del vertice Ue di giovedì. Il leader della Cdu ha dato l annuncio nella conferenza stampa del 4 marzo, al termine di una giornata di consultazioni con i vertici della Spd. Insieme a lui c erano Markus Söder, il leader della Csu (il partito gemello della Cdu in Baviera), e i co-presidenti della Spd, Lars Klingbeil e Saskia Esken. Per dare l'idea di quanto sia rivoluzionaria questa scelta basti pensare che il neo governo ha raggiunto un accordo per cambiare in costituzione il freno al debito. Parliamo di questo con Daniel Gros direttore dell'Institute for european policy making della Bocconi.
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Apertura in rosso per le Borse europee sotto il peso della guerra dei dazi, che ieri ha mandato ko Wall Street e oggi ha fatto scivolare anche i mercati asiatici. Gli investitori sono diventati decisamente più avversi al rischio dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha confermato l entrata in vigore, da oggi, di dazi del 25% su Canada e Messico e il raddoppio delle tariffe sui prodotti cinesi (al 20%), ribadendo che il 2 aprile entreranno in vigore i dazi reciproci, a partire da quelli sui prodotti agricoli. Immediata la riposta di Pechino e Ottawa che hanno già annunciato le contromosse con tariffe sui prodotti statunitensi. L attenzione del mercato resta rivolta anche agli sviluppi delle prospettive di pace in Ucraina, dopo che gli Stati Uniti hanno sospeso gli aiuti militari a Kiev. Ne parliamo con Andrea Delitala, Head of Euro Multi Asset di Pictet Asset Management.
La guerra dei dazi è cominciata
Se i dazi sui prodotti europei sono ancora nella fase di una promessa minacciosa («Abbiamo preso la decisione, e la annunceremo a breve: saranno del 25%», aveva detto Donald Trump a fine febbraio, in occasione del primo consiglio dei ministri del suo governo), quelli contro Canada, Messico e Cina sono da oggi 4 febbraio una realtà. La guerra commerciale è dunque iniziata e i mercati finanziari sono già andati in tilt. L annuncio di ieri dei dazi trumpiani su un mercato di merci dal valore complessivo di 1.500 miliardi di dollari ha infatti innescato un crollo delle azioni globali e spinto al ribasso i rendimenti obbligazionari, mentre sono scesi sia il peso messicano che il dollaro canadese. Secondo Washington, queste misure vengono adottate a causa di inaccettabili afflussi di droga e migranti illegali negli Usa. Per quanto riguarda la Cina, secondo la Casa Bianca anche Pechino non ha preso alcuna misura per limitare le forniture di fentanyl agli Stati Uniti. Intanto, la Ue ha posto l accento sul fatto che la decisione di Trump rischia di interrompere il commercio globale, creando «inutili incertezze in un momento in cui la cooperazione internazionale è più cruciale che mai». Ma gli effetti negativi potrebbero manifestarsi nel giro di breve anche all interno degli Stati Uniti. Secondo gli economisti americani, i dazi su Canada e Messico, che da soli coprono un valore di oltre 900 miliardi di dollari di importazioni annuali verso gli Stati Uniti, rappresenteranno una grave battuta d'arresto per tutta l'economia nordamericana, che è altamente integrata. Il commento è di Mario Deaglio, professore emerito di Economia Internazionale Università di Torino e Lucia Tajoli, Professor of Economics and International Economics al politecnico di milano e Senior Researcher a ISPI.
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Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto contro il caro-bollette. «Oggi il governo ha stanziato 3 miliardi di euro per fronteggiare il caro bollette. Parliamo di circa 1,6 miliardi di euro per le famiglie e 1,4 miliardi per le imprese», sottolinea la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un video sui social. "Oggi - ha aggiunto Meloni - il governo ha approvato anche un altro importante provvedimento per garantire energia sicura, pulita, a basso costo, capace di assicurare sicurezza energetica e indipendenza strategica all'Italia. Parlo ovviamente dell'energia nucleare sulla quale ora chiediamo al Parlamento di esprimersi". Questa mattina, mentre veniva diffuso il video della presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Palazzo Chigi si teneva la conferenza stampa dei ministri Giorgetti e Pichetto sul decreto bollette. Il ministro dell'economia ha spiegato che il bonus energia sarà esteso ai nuclei famigliari con Isee fino a 25.000 euro. Il bonus sarà di 200 euro per tutti "a valere sulle bollette del prossimo trimestre". Nel decreto bollette "per quanto riguarda le piccole imprese c'è l'azzeramento della componente oneri di sistema per tutti i clienti non domestici con potenze superiori a 16,5 kwh c'è la disposizione che anticipa per gli energivori, quindi per i grandi, i 600 milioni derivanti dalle aste Ets" ha detto Giorgetti. Commentiamo la notizia con Gianni Trovati, de Il Sole 24 Ore
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Eccessiva attenzione ai costi, ritardi nel rinnovamento della gamma e politiche commerciali sbagliate in Nord America (prezzi troppo alti per modelli a fine ciclo, da cui eccesso di auto sui piazzali dei concessionari). Sono tra le cause che hanno spinto il gruppo Stellantis verso un bilancio del 2024 disastroso. Il gruppo ha chiuso l anno con ricavi netti pari a 156,9 miliardi di euro, in calo del 17% rispetto al 2023, con consegne consolidate in diminuzione del 12% «per gap temporanei nella gamma prodotti e azioni di riduzione delle scorte ormai completate». L utile netto è affondato: -70%, a di 5,5 miliardi. L utile operativo rettificato, 8,6 miliardi, è diminuito del 64%.
Ma a complicare il quadro ecco l incertezza legata ai dazi del 25% sulle importazioni che l Amministrazione Trump introdurrà dal 2 aprile e che colpirebbero particolarmente il gruppo, molto legato a produzioni in Messico e Canada. «Sosteniamo Trump» nel suo focus «sulla produzione negli Usa, ma le discussioni sono ancora in corso. Stiamo valutando quali possano essere le conseguenze per noi», ha dichiarato il presidente del gruppo John Elkann. Stellantis ha quindi aggiornato le stime e prevede «il ritorno a una crescita profittevole e a una generazione di cassa positiva nel 2025». L azienda parla di crescita «positiva» dei ricavi netti, un margine di reddito operativo positivo a una cifra e flusso di cassa industriale «positivo», «che riflette sia la fase iniziale della ripresa commerciale sia le elevate incertezze del settore».
I commenti di Mario Cianflone, Il Sole 24 Ore e Michele Solari, referente della nautica elettrica per Assonautica italiana.Trump annuncia una pioggia di dazi
Donald Trump ha annunciato che a partire dal 4 marzo scatteranno i dazi del 25% contro Messico e Canada e del 10% contro la Cina. Continuano ad arrivare nel nostro Paese fiumi di droghe dal Messico e dal Canada a livelli altissimi e inaccettabili. Una grande percentuale di queste, molte sotto forma di Fentanil, sono prodotte e fornite dalla Cina , ha attaccato Trump in un post su Truth. Ieri però nel bersaglio della casa Bianca è finita anche l'Bruxelles. "L Unione Europea ci deruba, anzi è nata apertamente con quell intento. E gli Stati Uniti sono adesso pronti a colpire il Vecchio Continente con un offensiva a base di duri dazi del 25%, nell auto ma anche generali , rivolti a tutti gli altri settori". Donald Trump alza il tiro delle minacce nelle guerre commerciali transatlantiche. "Abbiamo preso una decisione e annunceremo i dettagli molto presto", ha dichiarato il presidente americano. "Saranno del 25%", ha precisato parlando delle tariffe. Ha poi aggiunto che verranno applicate "in modo generale", vale a dire "sull auto e su tutto il resto". La Ue, ha continuato descrivendo con toni ostili il gruppo delle nazioni europee, "non accetta le nostre auto o i nostri prodotti agricoli, si approfitta di noi".
Lucio Miranda, Presidente Export USA, è intervenuto a Focus Economia.Fontana: «Classifiche inaccettabili». Il ministero della Salute: nessuna classifica e dati condivisi
«Sono cose assolutamente inaccettabili. I parametri indicati non hanno niente a che vedere con il funzionamento della sanità, sono cose cervellotiche che hanno l obiettivo di penalizzarci. Sono dati che si fondano su questioni che non c entrano niente, codici interpretabili in differenti modi, tra diverse aziende sanitarie e Regioni. Non può essere questo il metodo di giudizio del funzionamento della sanità». Si è espresso così il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana a proposito dei risultati della classifica del ministero della Salute sulla qualità di cura delle Regioni. «Sono tutte, se posso usare un termine giuridico, puttanate», ha aggiunto. Il ministero della Salute ha però replicato subito al governatore Fontana spiegando che non formula classifiche, limitandosi a pubblicare periodicamente, in ottemperanza alla normativa vigente, i dati relativi alla corretta erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza e rappresenta un meccanismo alla cui elaborazione le Regioni partecipano attivamente mediante i propri rappresentanti tecnici.
Ma come funzionano queste pagelle messe a punto dal ministero della Salute che vedono il Veneto al top e la Calabria in fondo con la Lombardia che esce dai primissimi posti ma resta comunque ben oltre la sufficienza? Pagelle - ogni Regione per essere promossa deve superare l'asticella dei 60 punti su 100 - che hanno visto nel 2023 otto Regioni con almeno una insufficienza e cioè Valle d'Aosta, Bolzano, Liguria, Abruzzo, Basilicata, Molise, Sicilia e Calabria e che servono tra le altre cose a distribuire i fondi premiali del Fondo sanitario nazionale (circa 600 milioni).
Sebastiano Barisoni ha intervistato sul tema Marzio Bartoloni, Il Sole 24 Ore. -
La Commissione europea ha presentato oggi, mercoledì 26 febbraio, una comunicazione che tratteggia l obiettivo di facilitare l emergere di una industria specializzata nella lotta al cambiamento climatico e al tempo stesso rispettosa dell ambiente. L esecutivo comunitario prevede di mobilitare fino a 100 miliardi di euro. L esecutivo comunitario intende adottare un nuovo quadro regolamentare degli aiuti di stato, consentendo un approvazione semplificata e più rapida dei progetti legati alle energie rinnovabili e alla decarbonizzazione industriale e garantire una sufficiente capacità produttiva di tecnologie pulite. Intende anche rafforzare il Fondo per l innovazione e proporre una Banca per la decarbonizzazione industriale, con l obiettivo di mobilitare 100 miliardi di euro di finanziamenti. In ultima analisi l obiettivo della comunicazione è di introdurre le misure necessarie per raggiungere tre obiettivi: ridurre i prezzi dell energia, promuovere la domanda di prodotti puliti, e finanziare una transizione ambientale. Il Green Industrial Deal, come viene chiamato a Bruxelles, rientra negli obiettivi climatici che l Unione europea si è data in questi anni e che prevedono una riduzione delle emissioni del 55% nel 2030 e del 90% nel 2040 (rispetto ai livelli del 1990). Interviene Adriana Cerretelli, Sole24Ore.
Dazi: Biazzo (Unindustria), 'rischio boomerang per Usa, più libertà di scambio'
"Sui dazi credo sia un momento ancora turbolento per dare delle indicazioni. Molti economisti stanno facendo presente agli Stati Uniti che i dazi per loro possono essere un boomerang più ampio di quanto possa sembrare. Noi riteniamo, come paese esportatore, che sia meglio avere meno dazi e più libertà di scambio". Così Giuseppe Biazzo, presidente di Unindustria, in occasione della presentazione del piano Industriale del Lazio nella sede della Giunta. Nel Lazio in particolare è la farmaceutica il settore che ha più impatto sull'export, perché è un'eccellenza assoluta. Pensiamo che con questo piano industriale si possa invertire un trend di calo nell'ambito manifatturiero: stanno già arrivando degli investimenti. Per quanto riguarda la digitalizzazione, il Tecnopolo Tiburtino ha l'investimento importante di Aruba e stiamo cercando anche di attrarre altre iniziative che riguardano data center, sarebbe bello attrarre anche un super calcolatore nella nostra regione per una accelerazione importate di innovazione". Ne parliamo con Giuseppe Biazzo, presidente Unindustria.
Merz: 200 miliardi sulla difesa ma frena sul tetto al debito
Il voto ha confermato i pronostici al ribasso per tutti i partiti mainstream: l Unione Cdu/Csu non ha sforato all insù la soglia del 30%, l Spd ha registrato un record storico in negativo, l Fdp è uscito dal Parlamento, i Verdi hanno perso terreno e soprattutto smalto. Per uscire invece da cinque anni di stagnazione, recuperare competitività, rilanciare le esportazioni, modernizzarsi, per affrontare a testa alta i dazi di Donald Trump e le minacce di Vladimir Putin, per recuperare credibilità e fiducia tra i partner europei, la Germania deve per l appunto scrollarsi di dosso lo status di zero virgola . E per arrivare a tanto, Berlino ha disperatamente bisogno di un cambio di rotta nella politica economica che in futuro dovrà essere aggressiva, tempestiva, creativa, coraggiosa, dispendiosa, come la coalizione semaforo non ha saputo fare. Il nuovo governo non dovrà necessariamente ribaltare il modello economico e reinventare la Germania (su questo gli economisti tedeschi sono divisi) ma gli aggiustamenti necessari saranno comunque draconiani. Il commento è di Beppe Russo, l'economista e direttore del Centro Einaudi.
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Un mercato europeo dell auto in calo del 2,1% rispetto a Gennaio 2024, con volumi che restano del 18,8% inferiori ai livelli pre-Covid. I dati diffusi dall'Acea (Associazione dei Costruttori Europei di Automobili) confermano un avvio d'anno debole per il settore. Un calo in numeri assoluti di 995.271 unità. «Il mercato europeo inizia il 2025 con il freno a mano tirato, segnando cali generalizzati nei principali Paesi, con la sola eccezione della Spagna» rileva il Centro Studi Promotor. Nel mese, Francia (-6,2%), Germania (-2,8%) e Italia (-5,8%) hanno registrato un calo delle immatricolazioni, mentre la Spagna ha chiuso con un +5,3%. In Regno Unito, nonostante gli incentivi alle elettriche, il mercato ha segnato un -2,5%. Ne parliamo con: Gian Primo Quagliano, direttore generale Centro Studi Promotor.
Asse tra Italia ed Emirati: conclusi 40 accordi
Si rinsalda la collaborazione commerciale tra gli Emirati arabi e l Italia. Al Forum imprenditoriale di Roma di ieri fra il nostro Paese e la federazione, la premier Giorgia Meloni ha annunciato 40 accordi distribuiti in settori che Abu Dhabi riverserà investimenti per 40 miliardi di dollari sul Paese che vanno dall'energia alle telecomunicazioni. Fra gli orizzonti più rilevanti c è quello africano, complice la leva del cosiddetto Piano Mattei: la strategia improntata dall'esecutivo per rilanciare i rapporti con il Continente. Su questo è intervenuto Giovanni Bozzetti, tra i principali esperti di strategie di internazionalizzazione verso gli Emirati.
Ucraina: Divulga, con guerra +21% i costi per le aziende agricole
La guerra in corso tra Russia e Ucraina ha avuto un profondo impatto sulle dinamiche produttive dei paesi coinvolti dal conflitto. L Ucraina, che fino a qualche anno fa rivestiva un ruolo strategico per gli approvvigionamenti agricoli per alcuni dei principali prodotti su scala mondiale (in particolare, semi di girasole, mais, grano e cereali) ha dovuto fare i conti con evidenti difficoltà sul fronte produttivo. Le operazioni di guerra hanno interessato molte aree agricole, dove un agricoltore su tre è stato costretto ad interrompere la propria attività nelle zone maggiormente interessate dal conflitto . In particolare, le regioni del fronte russo-ucraino sono anche le più importanti dal punto di vista agricolo, localizzandosi in queste aree la maggior parte delle produzioni cerealicole e di semi oleosi del paese.
Le zone occupate dall esercito russo ed interessate dalle ostilità, infatti, rappresentano circa il 60% del potenziale produttivo nazionale per il girasole, il 51% per il grano nazionale ed oltre il 18% per il mais. Nel 2024 la produzione agricola di mais e di grano ha subito una contrazione rispetto al 2022, rispettivamente del -23% e del -30%. Le previsioni del 2025, tuttavia, rilevano variazione percentuale negativa rispetto al 2022 per tutte e tre le produzioni analizzate. Il commento è di Riccardo Fargione, Coordinatore Centro Studi DivulgaNel lavoro le donne Italia sono ancora un passo indietro
In Italia il mercato del lavoro vive una delle sue fasi migliori in termini sia di occupazione sia di disoccupazione (con un tasso che a gennaio si è attestato ai minimi storici), ma leggendo tra le righe degli ultimi dati si riscontra un profondo divario di genere. Se infatti nel settore privato extra-agricolo, il valore medio delle retribuzioni orarie (per ora retribuita) nel 2022 è stata pari a 11,75 euro, puntando il focus sui soli stipendi femminili il dato risulta essere più basso. Lo si legge nel Report Istat "Occupazione, retribuzioni e costo del lavoro dei dipendenti privati", secondo il quale il dato della retribuzione oraria mediana femminile è pari a 11,25 euro, 0,90 euro in meno dell'equivalente maschile. Lo stipendio giornaliero di una lavoratrice nel nostro Paese è ad esempio inferiore a quello di un collega di pari livello e stessa anzianità di servizio del 23,7% nel commercio, del 32,1% nelle attività finanziarie e dei servizi alle imprese, del 16,3% nei servizi di alloggio e ristorazione. Ne parliamo con Paola Profeta Prorettrice per la Diversità, Inclusione e Sostenibilità all'Università Bocconi e Professoressa Ordinaria di Scienza delle Finanze presso il Dipartimento di Scienze sociali e politiche dell Università Bocconi.
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A cinque anni esatti dal paziente zero di Codogno il lutto che ha investito in pieno l'Italia non è stato ancora elaborato e metabolizzato. Era il 20 febbraio del 2020 e all'ospedale di Codogno arrivò il risultato del tampone effettuato su un giovane paziente, Mattia Maestri. Seguirono mesi durissimi. L'11 marzo 2020, l'Organizzazione mondiale della sanità dichiara l'inizio della pandemia. Solo dopo 3 anni, il 5 maggio 2023, l'Oms dichiarerà ufficialmente la fine dell'emergenza sanitaria. In totale si contano, in 5 anni, 27.191.249 casi, di cui 513.845 tra gli operatori sanitari; 45 anni è l'età media dei pazienti. I morti per il ministero della Salute sono stati oltre 197mila, ma in realtà sono stati di più. Se si conta la mortalità in eccesso registrata in quel periodo così drammatico e tornata a livelli normali solo l'anno scorso emerge difatti una terribile contabilità: i decessi in più sono stati 246mila, 50mila in più del conteggio ufficiale. Guardando al totale dei decessi in Italia: se nel 2019 (prima del Covid) erano 646mila in linea con gli anni precedenti (645620 la media tra il 2015 e il 2019) l'anno dopo - il primo del Covid - schizzano a 746mila, un numero mai visto dal dopo-guerra, e poi ancora 709mila nel 2021, 713mila l'anno dopo e 660mila nel 2023. Solo l'anno scorso, a pandemia conclusa, i decessi in Italia sono tornati ai livelli pre-Covid (con 646mila). Intanto il piano pandemico che mancava allora quando c'era bisogno oggi dopo quasi due anni di annunci non è ancora stato approvato, anche se una nuova versione è appena spuntata e inviata alle Regioni. Il piano dopo aver avuto una prima accelerata è rimasto nei cassetti: presentato a gennaio del 2024 alle Regioni il documento, soprattutto per le polemiche politiche sopraggiunte, è finito in un limbo. Una bozza che boccia le decisioni dall'alto e soprattutto i Dpcm che costellarono quell'epoca stabilendo restrizioni e lockdown. Ne parliamo con Marzio Bartoloni, Sole 24 ore.
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Byd a caccia di componentistica europea. E il colosso cinese sceglie l'Italia come prima tappa del road show che lo porterà a toccare tutti i Paesi europei dove c è una presenza importante di imprese del comparto automotive. Il produttore di Shenzhen ha puntato la bussola su Torino, una delle culle dell auto in Italia. La tre giorni parte oggi al Museo dell Auto di Torino, a pochi giorni dalla presentazione dell Atto 2, nuovo modello del marchio del Dragone che ha ormai ingaggiato una sfida diretta con Tesla. Sarà un confronto con le imprese che si sono iscritte all evento, realizzato in collaborazione con l Anfia. Una tre giorni da tutto esaurito: 380 le aziende della componentistica che parteciperanno. Alla plenaria ha partecipato Zhiqi He, vicepresidente e capo acquisti di Byd, che ha presentato i programmi della multinazionale cinese nel Vecchio Continente: due nuove fabbriche, una in Ungheria, che sarà operativa da questo autunno e l altra in Turchia, prevista per il 2026. Per evitare i dazi imposti dalla Ue sulle auto made in China, Byd fa il suo ingresso in Europa con due unità produttive e un ambizioso piano commerciale. A spiegare le rotte dell azienda ci sarà anche Alfredo Altavilla, special advisor di Byd e già braccio destro di Sergio Marchionne ai tempi di Fca. Altavilla, nel suo ruolo di consulente per le strategie europee, spinge perché l industria automobilistica cinese cominci, per la prima volta, a fornirsi di componentistica made in Italy. E quelle competenze, oggi frustrate dalla crisi dell auto e dal rallentamento di Stellantis, sono state individuate soprattutto nella filiera piemontese, più di 700 imprese e 20 miliardi di ricavi. Intervengono con il loro punto di vista Marco Stella, vice presidente di ANFIA e Presidente del Gruppo Componenti di ANFIA e Filomena Greco, Il Sole 24 ore.
Prada, quattro settimane per l'acquisto di Versace
Il gruppo Prada prova ad accelerare per l acquisizione di Versace. Secondo indiscrezioni la società del lusso che fa capo a Miuccia Prada e Patrizio Bertelli e guidata da Andrea Guerra avrebbe fissato quattro settimane di trattative in esclusiva con la multinazionale Capri Holdings, attuale proprietaria del brand di Donatella Versace. Le discussioni di Prada, anticipate dal Sole 24 Ore lo scorso 10 gennaio, entrano dunque in una fase cruciale. L unione potrebbe mettere sotto lo stesso tetto due brand leggendari e potrebbe segnare il ritorno del gruppo Prada all espansione tramite M&A: secondo indiscrezioni, all interno della famiglia sarebbe in corso una riflessione per valutare l impatto di una acquisizione di questo tipo.
Il gruppo Prada è infatti cresciuto negli ultimi anni in maggior misura in modo organico. Nella prima metà degli anni 2000, invece, il gruppo aveva avviato una campagna di acquisizioni, sul modello delle grandi conglomerate del lusso francesi, per poi fermarsi successivamente. Tra le acquisizioni principali del passato ci sono state quelle di Helmut Lang per 40 milioni di dollari, di Jil Sander per 105 milioni di dollari, entrambe poi cedute, e del gruppo Church s per 170 milioni di dollari. Facciamo chiarezza con Carlo Festa, Il Sole 24 Ore.
Campari corre in borsa sui 500 tagli al personale
Taglio dei costi e razionalizzazione del portafoglio marchi di Campari. In attesa di presentarsi ufficialmente al mercato il 4 marzo per illustrare i conti annuali del gruppo milanese, conti che però non portano la sua firma, la sfida del top manager britannico Simon Hunt per risollevare la marginalità di Campari parte dalla sforbiciata ai costi. Secondo indiscrezioni di stampa, a un mese dal suo insediamento il nuovo ad del colosso italiano degli spirits ha preparato un primo intervento di risparmi con cui provare a invertire la china di un ebitda (590,7 milioni di euro) che a livello organico nei primi nove mesi dello scorso anno ha segnato una diminuzione del 2%, in calo drastico a due cifre (-14%) nel solo terzo trimestre. Le forbici si abbatteranno sui costi fissi e in particolare su quello del lavoro. Già a fine ottobre, in occasione della presentazione della trimestrale, Campari aveva fatto capire che la riorganizzazione avrebbe potuto coinvolgere anche il corpo dei dipendenti. Con 25 stabilimenti in giro per il mondo e una rete distributiva propria in oltre 26 Paesi, Campari impiega quasi 5 mila persone. Il piano di Hunt prevede che a livello globale venga ridotto del 10% il numero dei dipendenti, da mettere subito fuori perimetro, percentuale dunque che corrisponde a circa 500 addetti. Di questi, 100 lavoratori sono in Italia, inclusa una ventina di dirigenti. A questo potrebbe poi aggiungersi un ulteriore sforbiciata ad altri costi non ritenuti necessari. Ne parliamo con Giorgia Colucci, Radiocor.
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Nel 2025 l'Italia entra in condizioni di debolezza, la crescita del Pil si ferma a +0,5%. Solo dal prossimo anno è previsto che il Pil torni a crescere sui ritmi medi pre-crisi (+0,8%, ma nel 2027 si tornerà a +0,5%), con un'inflazione che, pur in risalita di qualche decimo per effetto di possibili aumenti dei costi dell'energia, si attesterà su valori in linea con l'obiettivo del 2% della Bce (+1,9% nel 2025; +2,1% nel 2026; +2,0% nel 2027).
Sono alcune delle principali evidenze sulle prospettive dell'economia italiana per il triennio 2025-2027 contenute nel Rapporto annuale elaborato da Area Studi Legacoop in collaborazione con Prometeia. Ne parliamo con Simone Gamberini, Presidente Legacoop.Btp Più, nel terzo giorno di collocamento ordini oltre 2 miliardi
Terza giornata d'offerta per il nuovo Btp Più, il titolo a 8 anni dedicato ai piccoli risparmiatori che al primo giorno ha subito ricevuto ordini per 5,6 miliardi di euro e al secondo 3,7 miliardi, ben oltre quelli dell'ultima emissione del Btp Valore di maggio 2024. Il titolo verrà collocato dal Tesoro fino alle 13 del 21 febbraio, salvo chiusura anticipata. Buona la raccolta anche nel terzo giorno: gli ordini superano quota 2 miliardi di euro a fronte di 62.477 contratti. Il nuovo titolo paga cedole fisse ogni tre mesi sulla base di un meccanismo step up in due fasi: per il primo quadriennio il rendimento minimo garantito è pari al 2,8% e per il secondo al 3,6%. Le cedole definitive verranno rese note al termine del collocamento venerdì 21 febbraio. Inoltre, il titolo ha un'opzione di rimborso anticipato alla fine del quarto anno dell'intero capitale investito o anche solo di una sua quota. Tale facoltà sarà esercitabile in un apposita finestra temporale, tra il 29 gennaio e il 16 febbraio 2029, ma solo per coloro che acquisteranno il titolo durante i giorni di collocamento. Facciamo chiarezza con Morya Longo, Il Sole 24 Ore.
Ottimismo sul gas ma non si accennano le preoccupazioni sulle bollette
I mercati, si sa, giocano d anticipo. Ma è comunque notevole come l ottimismo sia riuscito a imporsi anche sui mercati energetici e in particolare su quello del gas: nel giro di pochi giorni l umore è cambiato completamente. Anche oggi il prezzo fa segnare un segno meno attestandosi 48,4 euro per Megawattora. Come se la guerra in Ucraina fosse già finita e le sanzioni contro la Russia cancellate con un colpo di spugna. Appena una settimana fa le quotazioni erano ai massimi da due anni, vicino a 60 euro per Megawattora al Ttf, mentre ora il combustibile scambia intorno a 48 euro: un crollo di oltre il 20%, in quello che tecnicamente si chiama bear market , il mercato orso. Il gas, è bene ricordarlo, vale tuttora più del doppio di un anno fa. Ma la recente discesa colpisce, soprattutto perché è arrivata in modo inaspettato, senza che per ora nulla abbia veramente alterato il quadro del fondamentali. Facciamo chiarezza insieme a Davide Tabarelli, presidente nomisma energia.
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Il rapporto Draghi «è stato pubblicato in settembre» oggi «cinque mesi dopo» emerge che «ciò che è nel rapporto è ancora più urgente di quanto fosse cinque mesi fa». «C è una situazione molto difficile. Ora abbiamo i nostri valori. Abbiamo differenze di opinioni. Ma non è il momento di sottolineare queste le differenze ora, è il momento di sottolineare il fatto che dobbiamo lavorare insieme, sottolineare ciò che ci accomuna e ciò che credo ci accomuna sono i valori fondanti dell Unione Europea. E dobbiamo sperare e dobbiamo lavorare per questo» Lo ha detto Mario Draghi, ex presidente della Bce e autore del rapporto sulla Competitività Ue, intervenendo a una seduta del Parlamento europeo a Bruxelles. L'Unione europea deve attrezzarsi a far fronte a novità nei cambiamenti economici e politici globali. Ed «è sempre più chiaro che dobbiamo agire sempre di più come se fossimo un unico stato. La complessità della risposta politica che coinvolge ricerca, industria, commercio e finanza richiederà un livello di coordinamento senza precedenti tra tutti gli attori: governi e parlamenti nazionali, Commissione e Parlamento europeo» ha spiegato Draghi. Il commento è di Adriana Cerretelli, editorialista Sole 24 Ore Bruxelles.
Raddoppio del traforo del Monte Bianco, "no" del ministro francese
Parigi non vuole il raddoppio del traforo del Monte Bianco. Il ministro dei Trasporti transalpino Philippe Tabarot ha espresso di fatto un parere negativo in una lettera, datata 14 febbraio ma pubblicata ieri, in cui scrive che "La posizione della Francia , espressa regolarmente nel quadro della commissione intergovernativa del tunnel del Monte Bianco, non è cambiata". Nessuno sviluppo, dunque. Lo ribadisce il ministro dopo che il deputato dell'Alta Savoia all'Assemblea nazionale, Xavier Roseren, aveva chiesto di assumere una posizione definitiva sul tema. La decisione asseconda le volontà soprattutto della valle dell'Arve, da Chamonix-Mont-Blanc in giù, dove i tir sono un problema molto più sentito rispetto alla Valle d'Aosta e dove i livelli di traffico e inquinamento sono ritenuti da anni insostenibili. Interviene Francesco Turcato, presidente Confindustria Valle d'Aosta.
Poste in Tim, filosofia industriale, faro su sinergie
La prima mossa nel risiko delle tlc l'hanno fatta Poste e Cdp. I cda dei due gruppi nel week end hanno dato il via libera allo scambio azionario: Poste ha acquistato il 9,81% circa di Tim da Cassa Depositi e Prestiti e al contempo l'intera sua partecipazione in Nexi (pari al 3,78% circa) è passata a Cdp che così si rafforza nella 'pay tech' salendo al 18,25 per cento. Il corrispettivo per l'acquisto delle azioni di Tim sarà riconosciuto "in parte mediante i proventi derivanti dal trasferimento da Poste Italiane a Cassa Depositi e Prestiti della partecipazione in Nexi e in parte mediante cassa disponibile", appena sotto i 180 milioni di euro (valorizzando quindi Tim approssimativamente di 0,26/0,27 euro per azione). E' la prima tessera di un domino, alla quale Poste, che diventa il secondo azionista, guarda con un approccio industriale, che apre un ampio spazio di accordi commerciali e sinergie. Tra Tim e Poste, annuncia subito la società guidata da Matteo del Del Fante "è in fase avanzata la negoziazione per la fornitura di servizi per l'accesso di Postepay all'infrastruttura di rete mobile di Tim", l'ingresso nel capitale infatti "abilita l'evoluzione dei rapporti commerciali tra Tim e Poste Italiane" spiega il cda in una nota. Per la Cassa invece il focus è tutto puntato su Nexi, di cui è azionista dalla nascita: «Il Gruppo Cdp aumenta la propria quota in Nexi dall attuale 14,46% al 18,25% complessivo - spiega Cdp in una nota -, rafforzando così il sostegno alla strategia industriale di un azienda protagonista in Europa nell infrastruttura dei pagamenti digitali, che sin dalla sua nascita quattro anni fa ha avuto Cassa al suo fianco». Ne abbiamo parlato con Laura Serafini, Il Sole24Ore.
Elon Musk presenta Grok-3 e rinviglorisce la rivalità con Sam Altman
Elon Musk rilancia sull intelligenza artificiale e con la sua startup xAI ha presentato nelle scorse ore il modello Grok-3 aggiornato: una versione della tecnologia chatbot che secondo il miliardario è «la AI più intelligente della Terra». In una diretta streaming la società ha affermato che, in base a parametri matematici, scientifici e di codifica, Grok-3 «batte Google Gemini di Alphabet, il modello V3 di DeepSeek, Claude di Anthropic e GPT-4o di OpenAI». Grok-3 ha una potenza di calcolo «più che decuplicata» rispetto al suo predecessore e ha completato il pre-training all inizio di gennaio, ha detto Musk in una presentazione insieme a tre ingegneri di xAI. Approfondiamo con Enrico Pagliarini, Radio24.
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L irrompere sulla scena delle politiche commerciali di Donald Trump attenua l ottimismo e fa aumentare la prudenza degli operatori sull andamento delle Borse nei prossimi mesi.. Lo rivela il consueto sondaggio mensile di Assiom Forex condotto fra i suoi associati in collaborazione con Il Sole 24 Ore Radiocor in vista del Congresso che si svolge a Torino oggi e domani. Rispetto a un mese fa, scende dall 87% all 83% chi vede mercati stabili o in rialzo, mentre sale al 62% dal 57% la quota di chi non prevede altri guadagni. Interviene Chiara Di Michele, Radiocor.
Lavoro, in 10 anni il disallineamento tra domanda e offerta è raddoppiato
Il nuovo rapporto "Talent Shortage" di ManpowerGroup, realizzato intervistando oltre 40mila datori di lavoro in 42 paesi del mondo, di cui 750 italiani, rivela che in Italia il 78% delle aziende vorrebbe assumere nuove risorse ma non trova candidati con le competenze giuste. Soltanto un paio di giorni Confcommercio lamentava che nel 2025 non si riusciranno a trovare 258 mila lavoratori dei settori commercio, ristorazione e alloggio, con un mismatch tra domanda e offerta di lavoro rispetto allo scorso anno in crescita del 4%. Una vera e propria emergenza che «rischia di frenare la crescita dei settori e del Pil».
Nel report ManpowerGroup, nel confronto globale, il dato italiano è più alto della media dei 42 paesi considerati che è del 74%, ma è migliore rispetto a quello della Germania che ha il tasso più alto di talent shortage, con l'86%, di Israele (85%) e del Portogallo (84%). Ed è in linea con il 76% di Paesi come la Francia, il Regno Unito, la Svezia, la Svizzera, i Paesi Bassi, la Turchia e la Spagna (75%). Viceversa in fondo alla classifica, tra i paesi dove le aziende riferiscono minori difficoltà a trovare personale qualificato ci sono la Colombia e la Polonia dove il talent shortage è del 59% e Porto Rico (53%). Grandi potenze economiche come gli Stati Uniti hanno un tasso del 71%, inferiore rispetto a quello della Cina dove è del 74%. Dopo i minimi storici negli anni tra il 2008 e il 2012, la carenza di profili adeguati è un fenomeno che ha iniziato progressivamente a rialzare la testa, per crescere in maniera continua dal 2016 in poi e raggiungere il picco nel 2023, quando ha sfiorato la media dell'80%, dal 30% del 2007. Parlando dell'Italia, Anna Gionfriddo, amministratrice delegata di ManpowerGroup, spiega che «negli ultimi 10 anni il problema è più che raddoppiato, siamo passati dal 36% al 78% di imprese che dichiarano difficoltà a trovare i profili giusti. Viviamo un mercato del lavoro estremamente complesso e un ritardo come Paese su molte tematiche che vanno dalle nuove tecnologie fino alla transizione ecologica. C'è bisogno di una accelerazione nel leggere i trend e cercare le risposte per fare fronte alla velocità con cui sta crescendo il disallineamento domanda e offerta di lavoro». Il commento è di Anna Gionfriddo, Amministratore Delegato di ManpowerGroup. -
Oggi si è tenuto a Bruxelles la riunione dei ministri della Difesa della Nato. Sul tavolo inevitabilmente quanto annunciato ieri da Donal Trump in merito all'inizio delle trattative per una pace in Ucraina e la richiesta all'Europa, avanzata dal Segretario americano alla Difesa Pete Hegseth, di farsi carico della maggior parte dei finanziamenti all'Ucraina. Dai 31 membri della Nato Trump continua a pretendere un impegno finanziario maggiore del 2% del loro Pil, mentre complessivamente i Paesi Nato della Ue sono all 1,9%, con l Italia per esempio che non arriva all 1,6%. Nello specifico Cambio in un intervento all'incontro dello Ukraine Defence Contact Group, che riunisce più di 40 paesi alleati dell'Ucraina, tenutosi ieri a Bruxelles, il Segretario americano alla Difesa Pete Hegseth ha dichiarato che l'Europa dovrà fornire la maggior parte dei finanziamenti all'Ucraina, segnando un cambio di rotta nella politica di Washington. Se tutti i Paesi Ue fossero al 2% del Pil, così come chiede la Nato già ora, ci sarebbero 60 miliardi in più da spendere. I singoli Paesi europei in questi mesi dovranno decidere se mantenere l inefficiente frammentazione e rimpolpare i loro sistemi di difesa, pagando ognuno di tasca propria e portando acqua all industria militare Usa, o accordarsi per una Difesa comune europea. Per finanziarla, sempre nel quadro della Nato, è in discussione la possibilità di emettere debito comune. In questo caso gli scenari sono due: 1) acquisti centralizzati dai miglior offerenti per spendere meno; 2) concentrare le risorse sulla industria europea per uniformare le forniture. A margine della Ministeriale della Nato a Bruxelles si è espresso anche il ministro della Difesa Guido Crosetto: 'Su obiettivo oltre 3% concordi quasi tutti' L'impegno di spendere per la difesa una somma annua pari ad almeno il 2% del Pil "ormai è ampiamente superato". Il segretario alla Difesa degli Usa Pete Hegseth "ci ha ribadito che la richiesta di Donald Trump sarà al 5%. Noi abbiamo ribadito che per molti Paesi è impossibile pensare di raggiungere un obiettivo di questo tipo". "Probabilmente - ha aggiunto - a fine giugno, quando si riunirà la Nato, ci sarà un'ulteriore proposta" di obiettivo per la spesa per la difesa, "che non sarà più sicuramente il 2%, neanche il 2,5%. Si parla di oltre il 3%", obiettivo che, conclude, "trova concordi quasi tutti i Paesi". Ne parliamo con Adriana Cerretelli, editorialista Il Sole 24 Ore Bruxelles.
La Lega insiste sulla pace fiscale ma Giorgetti non si sbilancia
L obiettivo per ora è soprattutto mediatico. Matteo Salvini ha riunito ieri alla Camera il Consiglio federale della Lega per rilanciare la nuova rottamazione delle cartelle esattoriali che secondo il vicepremier del Carroccio potrebbe arrivare in primavera, anche con un decreto ad hoc. Toccherà ora a Giancarlo Giorgetti mettere in pratica l idea riuscendo a far quadrare i conti di quella che il segretario della Lega ha battezzato pace fiscale . E qui viene il difficile. Lo si capisce dalla risposta sibillina del ministro dell Economia. Ai giornalisti che gli chiedono se sia d accordo con questa nuova rottamazione risponde con un sibillino «non smentisco». A spanne il costo si aggirerebbe attorno ai 5 miliardi di euro. Tanto, troppo per un bilancio in sofferenza. Oggi il ministro dell Economia Giancarlo Giorgetti durante il question time al Senato ha spiegato che lavora sempre sulle coperture di ogni tipo perché purtroppo il lavoro il Mef è su tutte le coperture, rispondendo alla domanda se fosse in corso la ricerca di risorse per la rottamazione delle cartelle fiscali. Intanto ieri è arrivato ieri sera in extremis l emendamento fiscale al Milleproroghe che riapre i termini della rottamazone quater (domande entro il 30 aprile) e corregge la stretta sulle auto aziendali: i contratti firmati nel 2024 eviteranno l aumento di costi. Intanto la Lega insiste sulla sanatoria in 10 anni. Alleati freddi. Ne parliamo con Gianni Trovati, de Il Sole 24 Ore
Tim, ok a Mef-Retelit su Sparkle
La firma per il distacco di Sparkle da Telecom Italia è fissata per l 11 aprile, ma la vendita sarà completata «entro il primo trimestre del 2026», una volta ottenute le prescritte autorizzazioni antitrust e golden power. Il cda Tim ha approvato ieri l offerta Mef-Retelit. Della società dei cavi sottomarini il Mef rileverà il 70%, la controllata italiana del fondo Asterion il 30%, finanziando l operazione per circa la metà a debito, con il supporto di un pool di banche (Intesa, Ing, Bpm e Mps). L offerta, che valuta la società dei cavi sottomarini internazionali 700 milioni in termini di enterprise value, era diventata vincolante prima di Natale, ma il termine di validità, inizialmente fissato nel 27 gennaio, era poi slittato al 15 marzo. L offerta è passata al vaglio del Comitato parti correlate per la presenza nel capitale di Cdp (9,8%) e nel board del presidente della Cassa Giovanni Gorno Tempini. Ieri il board ha esaminato anche il preconsuntivo del 2024 che ha riportato risultati anche migliori degli obiettivi aziendali. La nota Tim sottolinea che «sono state centrate tutte le guidance per tre anni consecutivi». I ricavi consolidati sono cresciuti del 3,1% a 14,5 miliardi, con un miglioramento dell 1,5% a 10,2 miliardi sul mercato domestico e un progresso del 6,8% a 4,4 miliardi in Brasile. L Ebitda aumenta dell 8,3% a 4,3 miliardi, con contributo analogo e identica progressione dalle attività in Italia e nel Paese sudamericano. L Ebitda after lease sale del 10,1% a 3,7 miliardi (+8,5% sul mercato domestico a 2 miliardi e +11,9% in Brasile a 1,7 miliardi). Sul mercato domestico Tim consumer ha riportato ricavi per 6,1 miliardi (+0,6%) e Tim enterprise per 3,3 miliardi (+4,1%). Ne parliamo con Antonella Olivieri Il Sole24Ore
Confindustria: dai dazi effetti profondi sull Italia
Trump firmerà presto un ordine per imporre dazi a tutti i Paesi che applicano dazi sulle importazioni statunitensi. Il presidente statunitense ha già annunciato dazi su acciaio e alluminio dal 12 marzo, scatenando reazioni negative da Canada, Ue e Messico.
In questo contesto secondo il Centro Studi di Confindustria, che oggi ha pubblicato una nota, l export italiano è più esposto della media Ue al mercato Usa. Tra i settori maggiormente esposti: bevande (39%), autoveicoli e altri mezzi di trasporto (30,7% e 34%) e farmaceutica (30,7%). Nel 2024 le vendite di beni italiani negli Usa sono state pari a circa 65 miliardi di euro, generando un surplus vicino a 39 miliardi. "I lavori empirici basati sull esperienza della prima amministrazione Trump - si legge nella nota - mostrano che i dazi si sono scaricati interamente sui prezzi di acquisto, con un impatto finale di minori margini per le imprese e maggiori prezzi per i consumatori. Per Italia ed Europa si prefigurano considerevoli rischi, accanto ad alcune opportunità, in termini di quote di mercato potenzialmente contendibili nel mercato Usa liberate dal decoupling con la Cina". I dazi, spiega il Centro Studi, sono uno strumento "estremamente distorsivo" e nel caso dell'Italia " le connessioni economiche sono estremamente profonde". Il commento è di Alessandro Fontana, direttore del Centro studi di Confindustria. -
Alimentari e stop. L' elenco dei settori industriali in crescita nel 2024 termina già qui, racconto succinto di un anno da dimenticare, che per l industria nazionale si chiude decisamente peggio rispetto agli esordi dello scorso gennaio. Dicembre evidenzia infatti nei dati Istat una caduta corale, per un calo del 7,1% su base annua (solo ai tempi del Covid era andata peggio), del 3,1% rispetto a novembre. Per la produzione industriale salgono così a 23 i mesi di caduta consecutiva nel dato tendenziale, quasi due anni in apnea suggellati dalla rilevazione di dicembre, che consente di tirare le somme su un 2024 non certo brillante. Discesa che in termini di incassi per la manifattura è stimata in 42 miliardi di euro e che dal lato produttivo vede una frenata media del 3,5%, secondo arretramento annuo consecutivo dopo il - 2% del 2023. Il dato Istat risente anche delle scelte effettuate da numerose aziende, che in mancanza di lavoro hanno preferito prolungare la pausa natalizia, anticipando lo stop e posticipando comunque la riapertura di qualche giorno a gennaio. Scelte che hanno lasciato il segno nelle statistiche. Ne parliamo con Gregorio De Felice, capo economista e responsabile Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo.
Banche: nel mezzo del risiko, il 2024 è stato un altro anno record. Balzo utile per i primi 5 gruppi grazie alle commissioni
Un altro anno d oro per le banche italiane. I primi cinque gruppi (Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm, Mps, Bper) archiviano il 2024 con ricavi e utili in forte crescita (proventi operativi +5,6% e risultato netto +7,2%) rispetto all anno precedente, nonostante la discesa dei tassi avviata dalla Bce a partire da giugno. A trainare i conti sono le commissioni nette (+8%), che registrano una performance nettamente superiore a quella degli interessi netti (+4,6%), invertendo lo schema affermatosi nel 2023. Ancor più significativi gli aumenti per le commissioni su attività di gestione, intermediazione e consulenza. E quanto emerge dall analisi della Fondazione Fiba di First Cisl sui bilanci del 2024.
Al termine del 2023 le commissioni nette avevano fatto segnare un calo del 2,4% rispetto all anno precedente. La forte ripresa che si è registrata nel 2024 va evidentemente ascritta alla volontà delle banche di compensare la riduzione del margine d interesse aumentando i ricavi derivanti dal risparmio gestito. Il dato sulle commissioni nette è correlato alla forte dinamica della raccolta indiretta, aumentata del 9,3%. Tale crescita si riscontra in entrambe le componenti, sia il risparmio gestito che la raccolta amministrata, senza andare a scapito della raccolta diretta (+ 1,3%). Interviene sul tema Riccardo Colombani, segretario generale First Cisl.Milano-Cortina si presenta al festival di SanRemo
Si è acceso il countdown ufficiale che segna l ultima volata verso le Olimpiadi e le Paralimpiadi invernali di Milano Cortina, che si terranno dal 6 al 22 febbraio 2026. A un anno dai Giochi iniziano i primi test event per collaudare e simulare l organizzazione delle gare. Dopo l'intervento di ieri di Gianmarco Tamberi, stasera sul palco dell'Ariston Carolina Kostner racconterà come partirà la fiaccola olimpica. I 365 giorni che mancano all arrivo della fiamma a San Siro sono fondamentali anche per la consegna degli impianti e delle infrastrutture. Sui primi c è il nodo degli extracosti da 120 milioni di euro, che il governo dovrebbe sciogliere a breve. Sulle seconde si corre, sapendo che non tutte saranno pronte in tempo. Il 15 gennaio si è chiusa la pre-registrazione alla piattaforma di vendita, a cui si sono iscritte 350.000 persone (il 70 per cento straniere). Sono 1,6 milioni i ticket disponibili, con prezzi che sono stati studiati per garantire l accessibilità alla maggior parte delle gare: il 20 per cento costerà meno di 40 euro, mentre il 57 per cento sarà sotto i 100 euro. Oltre, ci sono le esperienze premium, dove si spazia tra cifre anche a tre zeri arrivando a 7.500 euro. Il commento al microfono di Sebastiano Barisoni è di Andrea Varnier, amministratore delegato della Fondazione Milano-Cortina 2026.
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Via i progetti irrealizzabili entro la scadenza. Ridimensionamento degli obiettivi impossibili, spostamento degli investimenti a rilento verso altre fonti di finanziamento. Alla scadenza formale del Recovery Plan manca ormai meno di 18 mesi. Con l'arrivo di Raffaele Fitto alla Commissione europea e la delega alla sua attuazione, per l'Italia il problema politico di presentarsi alla scadenza senza rimediare una figuraccia si fa sempre più impellente. Il successore di Fitto al ministero degli Affari europei - Tommaso Foti - per raggiungere l'obiettivo di spendere le risorse chieste entro i tempi stabiliti ha davanti a sé una sfida quasi impossibile: accelerare la spesa ad un ritmo esponenziale, oltre cinque miliardi al mese. L'Italia - il maggior beneficiario in assoluto con la Spagna del primo esperimento di debito europeo - ha chiesto fin qui ben quattro revisioni. Germania, Grecia, Finlandia, Irlanda e Cipro ne hanno presentate tre, altri dieci Paesi due. Foti ha annunciato a questo giornale mercoledì scorso che in marzo presenterà in Parlamento la quinta richiesta di modifica: quasi certamente l'ultima, poi occorrerà sperare nell'inevitabile proroga che Foti nega solo per ragioni di opportunità. Non è nulla di nuovo: se il Pnrr si fermasse qui, la media dei fondi già utilizzati - un terzo del totale - sarebbe la stessa della programmazione ordinaria dei fondi europei. Con un occhio al successo spagnolo, a Palazzo Chigi sanno cosa non ha funzionato del piano italiano: Madrid ha concentrato gli investimenti su meno obiettivi e concentrati verso il sistema produttivo. Il nostro Pnrr - nonostante i tentativi ripetuti di modifica - ha più di 260mila appalti. Una polverizzazione che avvantaggia i piccoli interventi sul territorio e i Comuni, meno le imprese. Basti qui citare il caso del progetto Transizione 4.0, sei miliardi a disposizione per l'installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti dei capannoni. Secondo le stime che circolano nel settore, fin qui non sarebbero stati accolti progetti per nemmeno un miliardo: colpa delle procedure complicatissime per ottenere i fondi. E così fra Palazzo Chigi e i ministeri si lavora a tessere l'ennesima tela di Penelope. Il commento è di Luca Dal Poggetto, Analista di Openpolis esperto di Pnrr.
Unicredit compra ancora e supera il 5% in Generali
Nel mezzo del doppio assalto a Commerzbank e a Banco Bpm e a pochi giorni dall uscita allo scoperto su Generali, Unicredit batte le stime del mercato con i risultati del 2024. Nel frattempo il timone resta puntato sulle partite in m&a in corso, a partire da Banco Bpm per cui il ceo Andrea Orcel non esclude un rilancio. E su Generali il banchiere alza il velo: Unicredit ha superato il 5%. Secondo quanto risulta potrebbe essere cresciuta sia la componente in azioni proprie della banca, arrivata nelle scorse settimane al 4,2%, sia il pacchetto di titoli gestito per conto di clienti. La nuova quota sarà annunciata a giorni in base alle tempistiche previste per l acquisto di partecipazioni rilevanti. La banca guidata da Andrea Orcel chiude l esercizio con un utile netto contabile di 9,7 miliardi, in rialzo del 2%, e un utile netto escluse le dta a 9,3 miliardi (+8%). Nel solo quarto trimestre il risultato contabile è stato di 1,97 miliardi e l utile netto di 1,6 miliardi (oltre i 1,44 miliardi il consensus), in calo rispetto agli 1,9 miliardi dello stesso periodo del 2023. Nel settembre scorso Unicredit ha aperto il consolidamento italiano ed europeo acquisendo il 9% di Commerzbank, di cui poi è salita fino al 28% con derivati. In novembre l istituto ha poi lanciato un ops da 10,1 miliardi su Banco Bpm a un concambio di 0,175 azioni Unicredit per ogni titolo Banco Bpm. La terza mossa è stata annunciata negli ultimi giorni con l acquisto del 4,1% in Generali. La quota potrebbe essere messa in palio nelle prossime settimane in vista dell assemblea che l 8 maggio sarà chiamata a rinnovare il cda della compagnia. Ne parliamo con Alberto Grassani. Sole 24 ore.
Il mondo ha perso la bussola - Terzo rapporto sul mondo postglobale
Oggi alle 17.30 nella sede di Confindustria Como, in collaborazione con Intesa Sanpaolo è stato presentato il terzo Rapporto sul mondo postglobale intitolato "Il mondo ha perso la bussola", a cura del Centro di Ricerca e Documentazione Luigi Einaudi.
Quali sono, se ancora ci sono, i punti cardinali per orientarsi nel caos del mondo postglobale? Il terzo Rapporto del Centro Einaudi prova a esplorare i possibili scenari in un mondo sempre più complesso e imprevedibile. E offre un analisi delle grandi trasformazioni globali, con particolare attenzione alle elezioni del 2024 in 64 Paesi, che hanno coinvolto quasi metà della popolazione adulta mondiale e il 60% del PIL globale. Discute inoltre della necessità di riconnettere i mercati finanziari all economia reale e del concetto di antifragilità, ovvero la capacità di adattarsi nell incertezza. Interviene al microfono di Sebastiano Barisoni Mario Deaglio, docente emerito Economia Internazionale Università di Torino. -
Nel tourbillon del risiko bancario erano rimaste solo le due ex popolari, dopo che Intesa Sanpaolo martedì si è chiamata fuori da qualsiasi operazione di sistema. Dopo lunghe speculazioni che si sono rincorse per mesi, alla fine è successo: Bper Banca ha lanciato un Operazione pubblica di scambio sulla Popolare di Sondrio. Entrambe le banche sono partecipate da Unipol, la prima al 19,9% (ma ha costruito una quota potenziale che potrebbe portarla al 24,6%) e la seconda Pop Sondrio al 19,7%. Con questa mossa sono arrivate a cinque le offerte a Piazza Affari di titoli bancari: Banco Bpm su Anima, Unicredit sullo stesso Banco, Mps-Mediobanca, Banca Ifis-Illimity, oltre a Unicredit che a Francoforte ha aperto il fronte Commerzbank. Ora è arrivata anche l iniziativa di Bper sulla Popolare Sondrio. L'offerta di scambio totalitaria lanciata prevede che vengano assegnate 1,45 azioni di nuova emissione dell'istituto modenese per ogni titolo di quello valtellinese. La valorizzazione delle azioni di Bper, si legge in una nota, ammonta a 9,527 euro (rispetto ai 9,27 euro di ieri). In caso di adesione integrale, il controvalore complessivo dell'offerta è di 4,32 miliardi di euro. Il premio riconosciuto agli azionisti della Sondrio è pari al 6,6% sulla chiusura di Borsa. Il commento è di Luca Davi Il Sole 24 Ore.
Da America first ad America more
Lo scorso 4 febbraio la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen parlando alla Conferenza degli Ambasciatori europei ha dichiarato: "La visione di un mondo che tende a una sempre maggiore cooperazione e iperglobalizzazione è ormai superata. O almeno questa è la sensazione che i cittadini - e certamente molti elettori - di tutto il mondo hanno espresso chiaramente. Ma non si tratta solo di una sensazione astratta. Sono tornate le grandi paure". In questo contesto, dall'altra parte dell'Oceano sembra evidente un cambio di rotta da 'America First' ad 'America More', dall'isolazionismo a un nuovo imperialismo: è l'apparente parabola del Trump II, dopo l'annuncio di un piano per il controllo Usa di Gaza. La mossa sembra in linea con le ambizioni espansionistiche della nuova amministrazione Trump, che sostiene, almeno a parole, di volersi riprendere il Canale di Panama, impossessarsi della Groenlandia e annettersi il Canada come 51/mo stato Usa. Ma contraddice tutta la sua campagna elettorale, dove aveva promesso di tenere il Paese fuori da coinvolgimenti stranieri e dalle "guerre senza fine", evitando 'boots on the ground', le truppe sul terreno che ora non esclude neppure per Gaza (anche se la Casa Bianca ha frenato, indicandola come possibile leva negoziale). Resta da capire se la sue mosse apparentemente improvvisate, come con i dazi, non rientri in una strategia di negoziazione per alzare la posta in gioco e trattare da una posizione di forza, con la pistola sul tavolo. Ne parliamo insieme a Giulio Sapelli, Università Statale Milano.
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L'Europa starebbe valutando la possibilità di consentire anche alle auto ibride plug in di restare sul mercato dopo il 2035, anno che per ora segna il divieto di vendita di auto a benzina e diesel. È quello che ha scritto der Spiegel, in un articolo che cita un documento strategico di fine gennaio che metterebbe in dubbio la linea finora seguita. Sul portale tedesco Energie-Bau, si pubblica lo stralcio del paper europeo, che aprirebbe a una maggiore flessibilità, in seguito alle pressioni della lobby dell'auto. "Come parte del dialogo, individueremo soluzioni immediate per salvaguardare la capacità dell'industria di investire, guardando a possibili flessibilità per assicurare alla nostra industria di restare competitiva, senza perdere le ambizioni complessive del 2025", si legge nel testo in inglese circolato.
Intanto l inizio del 2025 non sorride a Tesla, soprattutto in Germania. Il colosso delle auto elettriche sta vivendo un momento complicato nei principali mercati europei, con un calo delle vendite di una magnitudo inattesa. Il dato più clamoroso arriva dalla Germania, dove a gennaio le immatricolazioni sono crollate del 59%, fermandosi a 1.277 unità. Ma il trend negativo non si ferma qui: in Francia le vendite sono scese del 63%, nel Regno Unito del 12%, e complessivamente, in Europa, il calo medio è stato del 47,7% rispetto a gennaio 2024. A preoccupare è il fatto che questa contrazione non è generalizzata: mentre Tesla arranca, il mercato delle auto elettriche in Germania è cresciuto del 54% lo scorso mese. Insomma, i tedeschi hanno ricominciato a comprare auto a batteria, sempre meno a marchio Tesla. Commentiamo insieme a Alberto Annicchiarico, Il Sole 24 Ore.Fallisce Fwu, colpiti 110.000 risparmiatori italiani
Arriva il fallimento per la compagnia assicurativa tedesca Fwu Life Insurance Lux e 110mila risparmiatori italiani, che hanno sottoscritto le loro polizze, dovranno ora attendere degli anni per recuperare una parte delle loro somme. La decisione da parte del Tribunale del Lussemburgo, presa il 31 gennaio ma comunicata solo lunedì, era attesa ma è comunque un brutto colpo per i clienti del nostro paese che già in estate avevano appreso della crisi della casa madre e che nei giorni scorsi si erano visti bloccati gli accessi ai sistemi informatici.
Si tratta di risparmiatori concentrati specialmente in Lombardia e Veneto con un taglio medio di circa 4.000 euro a polizza, per un controvalore totale di circa 400 milioni di euro. Prodotti complessi, poco adatti a investitori non professionali, con costi caricati nei primi anni e legati all'andamento volatile dei mercati finanziari. Ne parliamo con Andrea Franceschi, Sole24ore autore del podcast Market Mover e di "Squali".Milano-Cortina: -365 giorni
Si è acceso ieri il countdown ufficiale che segna l ultima volata verso le Olimpiadi e le Paralimpiadi invernali di Milano Cortina, che si terranno dal 6 al 22 febbraio 2026. A un anno dai Giochi iniziano i primi test event per collaudare e simulare l organizzazione delle gare. I 365 giorni che mancano all arrivo della fiamma a San Siro sono fondamentali anche per la consegna degli impianti e delle infrastrutture. Sui primi c è il nodo degli extracosti da 120 milioni di euro, che il governo dovrebbe sciogliere a breve. Sulle seconde si corre, sapendo che non tutte saranno pronte in tempo. Il 15 gennaio si è chiusa la pre-registrazione alla piattaforma di vendita, a cui si sono iscritte 350.000 persone (il 70 per cento straniere). Sono 1,6 milioni i ticket disponibili, con prezzi che sono stati studiati per garantire l accessibilità alla maggior parte delle gare: il 20 per cento costerà meno di 40 euro, mentre il 57 per cento sarà sotto i 100 euro. Oltre, ci sono le esperienze premium, dove si spazia tra cifre anche a tre zeri arrivando a 7.500 euro. Venendo agli extracosti: 120 milioni di euro circa, 80 per l Arena di Santa Giulia e 40 per il Villaggio Olimpico di Porta Romana. Ieri mattina si è tenuto un vertice olimpico a Palazzo Chigi tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, i vice Antonio Tajani e Matteo Salvini, i ministri dell Economia e dello Sport Giancarlo Giorgetti e Andrea Abodi, con l amministratore delegato della Fondazione Milano Cortina Andrea Varnier: all ordine del giorno, l organizzazione dei Giochi e lo stato di avanzamento delle infrastrutture. Stando ad alcune indiscrezioni, la premier avrebbe dato il via libera alla copertura degli extracosti, ma resta da capire bene con quali strumenti. Nel frattempo i privati, i quali stanno comunque portando a termine opere che rimarranno (e porteranno guadagni) anche dopo le Olimpiadi, contemplano anche la peggiore delle ipotesi, quella di pagare tutto da soli. Approfondiamo il tema con Marco Bellinazzo, Sole 24 Ore.
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