Spelade
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Quando Lauren, studentessa neolaureata della Mercer University School of Law, in Georgia, scompare nel nulla nel giugno 2011 durante una sessione di studio nessuno immagina che Stephen, il suo timido e strambo vicino di dormitorio possa essere minimamente coinvolto nell'accaduto...
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Dove prima c’era via Porro oggi c’è un parco con 43 alberi, uno per ogni morto nel crollo del Ponte. L’hanno chiamata la radura della pace. Mentre la giustizia fa lentamente il suo corso, la politica e gli affari si sono riorganizzati lasciandosi Genova alle spalle. E dando vita a una serie dolorosa di paradossi.
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Atlantia “è un merdaio”. Dice proprio così Alessandro Benetton intercettato dalla Guardia di Finanza. Siamo nel gennaio del 2020. Del disastro della gestione delle autostrade si parla ormai anche ai massimi vertici, tra gli azionisti. Lo schema di holding attraverso cui i Benetton controllavano Autostrade è un sistema dove l’anima finanziaria spolpa quella industriale.
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Il crollo del Ponte Morandi è stato anticipato da un’altra strage. Il 28 luglio del 2013, ad Avellino, un pullman vola giù dal viadotto Acqualonga. A bordo ci sono 47 persone a bordo più l’autista. Moriranno in 40. Siamo a cinque anni dalla tragedia di Genova. Alla guida di Autostrade per l'Italia è sempre Giovanni Castellucci, mentre a eseguire i controlli per la manutenzione la società Spea controllata dal gruppo Autostrade, quella che Gianni Mion, intercettato dalla GF, definirà "una banda de lazzaroni".
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Attraverso le intercettazioni messe agli atti del processo sul crollo del ponte, e alle registrazioni delle telefonate tra i dirigenti delle varie aziende coinvolte nei controlli, si racconta come la caduta del gigante malato sia il risultato di una maledetta guerra di tutti contro tutti.
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Al momento del crollo sul viadotto Polcevera ci sono turisti, lavoratori, semplici passanti. I loro destini si intrecciano in quel preciso istante. Raccogliamo le loro storie e la voce di chi ha lavorato per anni sotto il viadotto e ha visto con i propri occhi che qualcosa, da tempo, non andava.
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Un po' di storia. Inaugurato nel 1967, il Ponte Morandi era un tempo motivo di orgoglio per la gente che viveva nei quartieri di Sampierdarena e Certosa. Qui lo chiamavano "il ponte di Brooklyn", un simbolo di speranza, una porta che collegava al resto del mondo una brutta periferia italiana. Oggi quello che rimane è una distesa di fabbriche abbandonate, una ferita aperta nel cuore degli sfollati.
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Mentre la pioggia continua a cadere, 3 enormi dinosauri fatti di metallo, pistoni e cingoli si muovono nel buio della notte. Ai loro comandi stanno 3 uomini: i piedi sui pedali, la mano sinistra sulla cloche di braccio di scavo e ralla, quella destra per braccio di sollevamento e benna. Lavorano in silenzio, mentre i fari sulla cima di ogni escavatore squarciano il buio di una notte fatta di acqua, roccia, alberi a pezzi e tonnellate di fango.
«Siamo andati avanti tutta la notte… senza chiudere occhio, senza mangiare, senza bere… mentre fuori veniva giù il mondo… dovevamo riuscire a liberare il letto del fiume… a riportare l’acqua nel suo tracciato e salvare le case a valle…
Poi ad un certo punto ho visto mio padre lasciare i comandi e mettersi le mani davanti agli occhi e ho capito che era tutto inutile… che era finita…»
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L'acqua sta salendo e quello che solo pochi secondi fa era il muro, ora è un pavimento sommerso dall’oceano ghiacciato. Ae-Jin sa che deve raggiungere la porta sul soffitto: non c'è altro modo per uscirne vivi.
Enti benefici che si occupano di questi temi:
-Assonautica
https://www.assonautica.it/
-Sewol Ferry 416 Foundation
https://416foundation.org/en/?ckattempt=2
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PUNTATA SPECIALE
In questa puntata speciale, potrete ascoltare un episodio tratto dal podcast Ultimi Attimi, raccontato da Giuliomaria Garbellotto
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«Ascolti, Lucia! Adesso dobbiamo andare sotto, va bene? Dobbiamo passare sotto la porta e uscire dall’altra parte! Lei adesso prende un bel respiro, si chiude il naso, chiude gli occhi e al resto pensiamo noi… Lei prenda il respiro più grande che può!»
Lucia risponde con un cenno del capo.
I due agenti si guardano… Filippo appoggia una mano sulla testa della donna… Un lungo respiro e giù… sott’acqua tutti e tre in apnea in quel mare fatto di acqua e fango nel tentativo disperato di raggiungere l'uscita.
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Mentre fuori si è fatto buio, in casa di Giorgio l’acqua sale, raggiunge l’ultimo gradino della seconda rampa, e senza esitazioni, senza incertezze invade il pavimento del primo piano dove si trovano lui, la madre e la sorella.
«Mia madre mi chiamava dalla camera da letto e diceva: «Che succede, Giorgio?» Ed io rispondevo che andava tutto bene… Fermati, fermati! Ti prego!… Ma l’acqua non ti ascolta… l’acqua fa quello che vuole… e sapevo che ora non avevamo più nessun posto dove scappare…»
Non c’è una soffitta, non c’è un lucernario per raggiungere il tetto, non c’è neppure un balcone… Giorgio sente il panico stringere lo stomaco e capisce che lui e la sua famiglia hanno i minuti contati.
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«Ricordo i bambini: erano fermi e guardavano dritto… Avevamo il lato che saliva alla nostra destra ed il bosco che scendeva alla nostra sinistra. Pioveva ma non tirava vento, ma ecco… le cime degli alberi hanno cominciato a muoversi…
Era come se ci fosse un animale in mezzo alla foresta… e quell’animale era sempre più grande perché prima a muoversi erano un coppia di alberi, poi dieci, venti e poi all’improvviso un pezzo intero di bosco…»
Marco, Daniela ed i loro tre figli si mettono a correre, mentre una frana di oltre 400 metri di ampiezza comincia ad avanzare alle loro spalle…
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«Continuavo a dirmi: “o ce ne andiamo via tutti quanti o io resto qui con loro!” So che ti sembrerà assurdo… ma morivo io con loro piuttosto che abbandonarli!»
Le hanno chiamate “vittime silenziose” perché non potevano parlare, non potevano chiedere aiuto ed il loro effettivo numero è tuttora sconosciuto. Inizialmente si parlò di 30.000, che poi divennero 50.000 e infine superarono le 200.000. Sono gli animali: uccisi dall’acqua, dal fango, travolti dall’alluvione, dalle frane nonostante il tentativo di fare il possibile, nonostante chi era pronto a restare al loro fianco piuttosto che abbandonarli.
Luca è il padrone di 5 bellissimi Rottweiler… che da 5 sono diventati 12 da quando la grande femmina ha messo al mondo 7 bellissimi cuccioli…
Quella notte Luca dovrà decidere tra la sua vita e quella di coloro che lui da sempre chiama: "la mia famiglia".
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«Era molto freddo… ricordo che le braccia tremavano e ricordo le labbra dei bambini: erano viola… il freddo è bastardo perché rallenta i pensieri: non riesci più a capire niente… tenevo in braccio i bambini pregando che l’acqua si fermasse…»
È in quel momento, mentre il suo cellulare sta per spegnersi definitivamente, che Maria Chiara riesce a digitare un messaggio. Vorrebbe dire tante cose… a sua madre, a sua sorella, alla sua migliore amica… ma non c’è più tempo. Così prima che lo schermo si spenga per sempre, Maria Chiara scrive di getto l’unica cosa che vorrebbe chiedere a tutte le persone che le sono più care: “Pregate per noi”. 21:54 - l’ora di quest’ultimo post.
Poi più niente.
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È notte e piove. Da ore il cellulare vibra, mentre giungono notifiche, messaggi ed anche su quella chat dove si dicono sempre un mare di idiozie, avvertite che pure i vostri amici cominciano ad essere in ansia. Dal mattino piove… ed è assurdo perché solo il giorno prima il cielo era di un azzurro che sembrava dipinto. Sui giornali, in tv, sui social dicono di tornare a casa e di salire ai piani superiori… "ai piani superiori?!" Per quale motivo?!
Parlano della Protezione Civile che si sta muovendo da mezza Italia, dell’esercito che si sta mobilitando… ma voi vi affacciate alla finestra e quella che vedete è la vostra strada nella vostra città e la pioggia di una sera di maggio simile alla pioggia di mille sere identiche a questa…
Che cosa sta succedendo?!
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Gli animali sono spariti. Anche il cane di Vasyl, che quando torna a casa dopo una battuta di caccia non si vede da nessuna parte. E dalla cucina proviene uno strano odore. Questo è solo uno dei tanti incubi che le persone hanno dovuto vivere durante l'Holodomor, la carestia artificiale in Ucraina.
Enti benefici che si occupano di questi temi:
Holodomor Awareness Committee
https://ukrainegenocide.com/
Holodomor Research and Education Consortium
https://holodomor.ca/
Protezione civile - emergenza Ucraina
https://www.protezionecivile.gov.it/it/approfondimento/contatti-utili-emergenza-ucraina/
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Le storie che stiamo per raccontarvi sono incredibili, ma vere. Persone come voi e me si sono trovate in situazioni estreme, disperate e pericolose, eppure ne sono uscite. Perché l'hanno fatto? Come hanno fatto? Con il loro ingegno, il loro coraggio, la loro forza di volontà, tutte le risorse che portiamo dentro di noi e di cui non siamo necessariamente consapevoli. Ogni storia di "Sopravvissuti: Storie vere" ha un lieto fine. E voi, in situazioni simili a quelle dei nostri eroi comuni, pensate di potercela fare? Queste storie sono la prova che la vita a volte è piena di difficoltà, ma che ci sono modi per superarle, tra cui la propria determinazione, la propria volontà, la propria mente, a volte aiutati dalla fortuna e dal caso. Tutti noi abbiamo avuto momenti determinanti nella nostra vita. Alcuni ci hanno reso migliori. "Sopravvissuti: Storie vere" è la prova che nessuno è immune dalle sfide della vita.
Sopravissuti • Storie Vere : un podcast Studio Minuit -
Clicca il link e ascolta il messaggio di Pablo per te https://bit.ly/3U04FUA
I soccorritori riescono ad individuare e a tirare fuori anche Giampaolo Matrone, l’ultimo sopravvissuto alla tragedia di Rigopiano.
Quando anche l’ultima vittima viene recuperata, cominciano le indagini.
Le sentenze di primo grado e d'appello non convincono i parenti delle vittime. -
Clicca il link e ascolta il messaggio di Pablo per te https://bit.ly/3U04FUA
Decine di uomini scavano a mano nella neve e nelle macerie per raggiungere ed estrarre i sopravvissuti, e scoprono che ci sono anche tre bambini, intrappolati nella sala biliardo. E’ una lotta contro il tempo per salvarli e per cercare altri possibili sopravvissuti. - Visa fler