Spelade
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Roma, 1969.
Vincenzo Teti, comparsa a Cinecittà e protettore della prostituta Teresa Poidomani, ammazza lei
e il marito mentre i figli sono nella stanza accanto. Nei giorni successivi fa a pezzi i cadaveri, pulisce la casa, cambia la carta da parati. Poi avvolge i corpi in sacchi di juta e li getta nel Tevere.
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Bosco di Mandra Castrata, 1997. Diana, Silvia e Tamara sono in vacanza in Abruzzo. Durante un’escursione chiedono indicazioni al pastore solitario Hasani Aliyebi che, cortesemente, le mette sulla giusta via. Al limitare del bosco, estrae una pistola, le aggredisce e tenta di violentarle. Silvia sopravvive fingendosi morta, fugge e riesce a dare l’allarme. Hasani invece non fugge, non si nasconde…
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Roma, 1964. Il delitto della “Dolce vita”: un giovane egiziano viene trovato morto, ucciso con quattro colpi di pistola e sfigurato con l’acido. Del delitto viene accusata una coppia: sono i coniugi Bebawi, egiziani anche loro. In fase processuale, i due si palleggiano le accuse; vengono prima assolti e poi condannati in appello, ma sarà troppo tardi: hanno lasciato l’Italia.
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21 febbraio 2001: in un tranquillo quartiere di Novi Ligure, una madre e il figlio undicenne sono uccisi barbaramente dentro casa. Testimone del massacro è la figlia maggiore, Erika, che racconta agli investigatori di essere riuscita a fuggire e indica come colpevoli una coppia di albanesi. La verità verrà presto a galla. Il delitto di Novi Ligure e i nomi di Erika De Nardo e Omar Favaro occuperanno le prime pagine dei giornali per mesi, sconvolgendo un’Italia costretta a ricordarsi che il Male può provenire da dentro casa.
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San Severo, 1994. Una ragazzina di 14 anni legata a una sedia per giorni, abbandonata al freddo e al buio di notte, torture, sevizie, umiliazioni, tentativi di stupro da tre persone di famiglia. Una legnata in testa per ucciderla quando è inutile perdere altro tempo ché qui non si cava un ragno dal buco e c’è da tornare a casa da mammà. Perché? Per primitivo senso del possesso, per un’idea malata dell’amore, per inettitudine morale, per assenza di senso di responsabilità individuale, per servilismo e bieca convenienza.
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California, 2008. Bruce Jeffrey Pardo è un ingegnere che non ha mai prestato troppa attenzione all’ascolto e alla cura dell’altro. Ha lasciato che il suo unico figlio fosse vittima di un grave incidente domestico a soli tredici mesi. Ha incontrato una donna, Sylvia, che ha sposato. Il matrimonio, però, è pieno di crepe e di non detti e Jeffrey viene lasciato dalla donna. Pardo è sotto choc. Solo, avvolto ai suoi fallimenti, con qualche problema di denaro, Pardo decide di punire la moglie. E pianifica un’operazione diabolica da mettere in atto la sera di Natale, nella casa di famiglia di lei, a Covina. Indossando un costume di scena che, il 24 dicembre, di solito indossa un uomo che porta la felicità. Bruce, invece, porta la morte.
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