Avsnitt
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Avete mai sentito una coppia di catalane che fanno canti gregoriani progressivi? Quanto vorreste sapere sulla scena indie napoletana? Avete un’opinione su un gruppo di maschi dal nome Le Sacerdotesse dell’Isola del Piacere, e su un gruppo di Vicenza che ha bassi, sax, archi ma niente chitarre? Di tutto ciò si spettegola in questa puntata di SSC dedicata ai gruppi che ti ascolti solo te e che vorresti che tutti conoscessero. Ma c’è anche dell’altro: commenti apocalittici sui talent show che nessuno ha visto, tanta musica sarda e le parole dette a un arcigno centrale di difesa che forse gli hanno cambiato la vita.
Ehi voi, che fate? Volete sei numeri per la tombola dei Morti (4 8 15 16 23 42)? Se avete qualche gruppo che siete sicuri di sentire solo voi, la sezione commenti è il posto giusto per sfidarci oppure per coinvolgerci. O siete di quelli che preferiscono custodire gelosamente i propri ascolti? Ma non siete quel tipo di persona, sennò non ascoltereste questo podcast, giusto? Giusto? GIUSTO?
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Può essere fedele o stravolgente, può trasformare un cantantu da Brat a Demure (è tornato il gioco), può allargare il pubblico ma può anche rivelarsi la macchia indelebile nella carriera di un artista. E’ la cover, un materiale pericoloso da maneggiare con cura. Fare o non fare? Quanto ritoccare l’originale? Se davvero credete che abbiamo le risposte a queste domande siete davvero molto gentili e vi ringraziamo, noi proviamo a parlarne da dentro e da fuori, dando come sempre consigli musicali non richiesti e suggerimenti stilistici senza esperienza (tranne uno). Questo è SSC, un Podcast che è a sua volta una cover solo che ogni autore ha in mente un originale diverso.
E voi raga, come vi piace questa cover? Originale original, o un po’ rifatta, croccantina, gourmet diciamo? Ce ne consigliate un paio? Per il resto spolliciate, indicate, mediate; attivate campanelle e campanacci; scrivete lettere d’amore all’innamorato vostro, lettere d’amicizia agli amici lontani, lettere di diffida a nemici vicini, e se proprio avete scritto a tutti scriveteci a noi nei commenti.
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Saknas det avsnitt?
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Questa è una puntata su...
“Gli inni nazionali!” diranno subito i nostri piccoli ascoltatori.
No, ragazzi, avete sbagliato, questa è una puntata sugli inni generazionali.
Quando è che una canzone smette di essere solo un bel pezzo, o solo un pezzo famoso, e assurge al ruolo di inno generazionale? C’è un criterio sicuro per capirlo? Abbiamo una risposta brillante per questa domanda ma il margine di questa descrizione puntata è troppo breve per contenerla e vi toccherà ascoltarla.
Vi state divertendo in questo Ottobre frizzantino? Siete andati a castagne? Pensate che ci siamo scordati qualche pezzone? Fateci sapere le vostre takes, i vostri tips, i vostri hints e soprattutto continuate a scriverci che magari vi leggiamo (in questa puntata ad esempio lo facciamo). Ciaoo
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Capita che alcune canzoni abbiano avuto una presa culturale talmente forte su una generazione da aver spogliato certe parole o frasi del loro significato originale. Se insomma parole come Svastica, Tachipirina, Raimondo, Svelto e tante altre sono diventate dei riflessi condizionati, la colpa è di Edoardo (Edoadro per chi c’era) D’Erme aka Calcutta e del suo impatto meteoritico sui nostri anni spensierati. Questa puntata è il nostro tentativo di capire qualcosa di più di questo strano tipo che ha cambiato la musica italiana ma che non è cambiato poi molto da quando suonava ai circoli ARCI. Un cantautore unico per testi, musica e formazione ma che fin da subito ha avuto una pletora di epigoni e tentativi di imitazione, un po’ Guardiola un po’ Settimana Enigmistica, senza che nessuno ne replicasse davvero la magia.
Qui andiamo a capo di un rigo e come ci ha chiesto lo sponsor cerchiamo disperatamente di coinvolgervi, cari amicu ascoltatoru e lettoru. Come sempre in questi casi è gara a chi è più indie o a chi lo era prima, e questa è la domanda termometro: in che anno avete conosciuto Calcutta? Scrivetecelo e vediamo se battete la redazione (vabbè insomma noi). Qualsiasi anno diverso dal 2016 ci renderebbe un po’ invidosi di voi per varie ragioni.
Bona cisi
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Avete mai pensato a come è bella l’espressione italiana “colonna sonora”? E’ quasi un ossimoro, rimanda a qualcosa di solido e strutturato ma al tempo si tratta del suono, evanescente per definizione. In questa puntata, dopo un inizio lietamente goliardico, raccontiamo della musiche che fanno da trama al nostro vivere quotidiano, ma anche dei grandi compositori e compositrici che le hanno scritte. E’ una puntata trasversale in cui si parla tantissimo di film, libri e televisione, il nostro consiglio è di ascoltarla con una pagina YouTube sempre aperta per mettere in diretta ogni volta il pezzo citato. Tempo di ascolto stimato: 7/8 ore, perfette per riempire una giornata lavorativa (non ringraziateci).
E voi, cari amici nostri plurali, con che songs vi boostate prima delle partite? Cosa ascoltate appena prima di un esame? In quale film c’è quel pezzo che quando parte vabbè proprio ciao poesia? Fatecelo sapere e continuate a scriverci letterine!
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Ci sono artisti che sono famosi e apprezzati e non ne capisci il motivo. Oppure, spesso ci ritroviamo ad ascoltare gruppi o cantanti insipidi solo perchè ce lo impone il contesto, i tuoi amici, la radio, la tua bolla Twitter. E può pure capitare di sentirsi in colpa di questa condizione, al punto da pensare che il problema sia tu e i tuoi gusti se non apprezzi quel gruppo che ha salvato il rock (esatto, proprio loro) o quel cantante vate della tua generazione (eh Lui, sì). Questa è la puntata in cui non ci vergogniamo di sembrare stupidi o choosy e parliamo dei gruppi che proprio non capiamo, sperando che siano gli altri a farci cambiare idea.
Finalmente la prima puntata con i Bip! 🤩
E voi, cari nostri venticinque (magari) ascoltatori, che ci dite? Chi vi fa prudere le ‘recchie quando ne sentite parlare bene? Chi sono i Lokka Ripka di turno che i vostri amici idolatrano? Sperando di non essere noi, ve salutamo.
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Brunori mio dove sei? La Brunori SAS è la band dei nostri anni generosi, in cui si canta ai falò senza vergognarsi, si crede alle storie d’amore romanzate e si piange per le disavventure dei poveri cristi da teleromanzo RAI. Poi il suono si è raffinato ma sono rimasti i suoi testi identitari e l’ironia un po’ cip! (eheheh) sulle nostre perdonabili ipocrisie quotidiane. Una voce diventata in pochissimo tempo quella di una generazione che ci sembrava la nostra ma che forse è slittata in avanti e non lo è davvero. Intanto dopo la musica c’è stato il teatro e dopo il teatro la TV. E dopo la Tv? Dario è sempre simpatico, simpaticissimo, tre volte simpatico. Ora fa pure il vino.
Questo è Brunori SAS per noi.
Chissa com'è invece Dario visto da voi: gli volete sempre bene? Vi piace come prima? Vi piace addirittura, Dio vi perdoni, più di prima? Fateci sapere le vostre opinioni.
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Finite le ferie, SSC ritorna sulla traccia con una puntata fresca fresca. Nuove soluzioni per il cafferino del lunedì: “Quale è la tua canzone preferita?” e il collega smette di raccontarti della sua tre giorni a Sirolo e torna in ufficio. E quali sono le nostre? Perché lo sono? E se la tua canzone preferita è molto famosa, è un problema? Scopritelo in questa puntata in cui si citano ripetutamente artisti di Senigallia, ma non quell’artista di Senigallia
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L'estate avanza inarrestabile e i tormentoni scalano le classifiche in radio e nei nostri cuori.
In questa puntata i protagonisti si mettono a nudo rivelando i loro "piaceri colpevoli", cioè quei gusti musicali che non fanno fighi ma che anzi ti fanno vergognare un po'.
Non facciamo spoiler, ma ci potrebbe essere anche qualche nome che vi fa storcere un po' la bocca.
Dopo questa puntata ce ne staremo un po' sotto l'ombrellone a riflettere sugli strascichi sociali di "Comunisti col rolex", a cercare tutti quei tuoi particolari quando dicevi che sei sempre stanco perché tu non hai orariiiii
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Uno spietato bracket sulla frutta - sapete cosa sono i bracket, no? - introduce questo gruppo dal nome elettorale. Lui è un eclettico, sembra un artista tormentato, eppure è laureato in medicina. Lei si chiama Lucchesi ma è di Viareggio. Ma poi sono toscani o siciliani? Ma che ne sappiamo, è un gruppo strano, fluido, queer, che è passato da tanti stili e tanti ne andrà a esplorare, e non è detto che ci farà piacere. Nel giro di due Sanremo sono diventati famosissimi e a breve uscirà un nuovo album, sarà fatto con i piedi, con le mani, oppure...? Ne straparliamo e ci facciamo i nostri nemici, as usual.
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Il Mengo Music Fest di Arezzo compie venti anni. Per festeggiare questa edizione, al Pratone tutte le serate sono tornate ad essere gratuite. I pesci grossi erano Cosmo e Dargen D'Amico, ma come sempre ci sono tanti altri gruppi da sentire quando ancora il sole sta tramontando. Come è andata? Chi ci è piaciuto? Chi ci vorremmo? Ne parliamo noi che ci eravamo fin dai giardini della Tortaia.
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Dici Thegiornalisti e pensi alla sabbia nelle scarpe e a canzoni d’amore completamente cringe, eppure il gruppo di Marco Primavera e Marco Rissa era partito da premesse molto diverse. C’è un filo logico tra Vol. 1 e Love? E soprattutto, è così un problema voler avere successo? Una puntata per Non Avere Paura dei The Giornalisti e di Tommaso Paradiso.
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Sono passati ben otto anni dall’ultimo album de I Cani. Dal Sorprendente album d’esordio fino ad Aurora e passando da Glamour, il sound della band guidata da Niccolò Contessa ha segnato una generazione intera che ancora oggi si chiede: “Torneranno mai con un album? O continueranno solo a produrre occasionali EP? Ma soprattutto, chi potrebbe fare un film su I Cani?”
Artisti citati:
I Cani
Calcutta
Baustelle
Gazebo Penguins
Liberato
CCCP
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In questa puntata parliamo di Art&Musica, festival valdarnese giunto alla sua XX edizione.
Come funziona un festival autofinanziato? Cosa c’è dietro la ricerca di una proposta musicale originale e coerente con lo spirito del festival? Perché una paella costa 15 euro?
Artisti citati:
- Brumale
- Iskander Moon
- Dadamatto
- Giulio Piccioli
- Addict Ameba
- Masai Dj