Avsnitt
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Dopo mesi di primarie, sondaggi, ribaltoni, ora finalmente ci siamo. Manca pochissimo e uno tra Trump e Harris vincerà le elezioni presidenziali americane. Mentre spieghiamo come votano gli americani (e capiamo quando arriveranno i risultati), ci lanciamo in un viaggio nello Stato che pesa più di tutti sulla corsa alla Casa Bianca: la Pennsylvania.
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Mentre Kamala Harris è a Detroit con Obama ed Eminem, Donald Trump serve panini in un McDonald della Pennsylvania. E’ solo show o c’è di più? Cosa raccontano le abitudini alimentari dei presidenti americani? A meno di due settimane dal voto, tra sondaggi incerti e nuove questioni di salute, anche il cibo si fa politico.
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Saknas det avsnitt?
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Nelle ultime settimane di campagna elettorale è tutto un bombardamento di poll, numeri, tendenze, swing States. Mentre Donald Trump balla e canta nei suoi comizi ormai sempre più stravaganti, Harris scopre di avere un problema: i maschi afroamericani non la seguono. Qui vi spieghiamo perché potrebbe essere un grosso guaio per la vicepresidente americana.
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Il proprietario di Tesla e di X fa campagna con Donald Trump. Il miliardario vuole che sia rieletto il candidato repubblicano, va con lui al comizio di Butler e versa milioni nelle casse dei repubblicani. Ma da dove viene questo inedito impegno politico? E quanto sposterà alle elezioni presidenziali americane del prossimo 5 novembre. Mentre guardiamo agli ultimi sondaggi, facciamo un viaggio nel passato di Elon Musk, primo sponsor del tycoon e un tempo amatissimo eroe-rivoluzionario.
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Il mese che precede le elezioni porta con sé eventi inaspettati, scoop o notizie che possono danneggiare le sorti di un candidato alla Casa Bianca. Mentre termina il dibattito su CBS tra i due candidati vice Tim Walz e JD Vance, che commentiamo da New York con Paolo Mastrolilli, ripercorriamo le october surprises che hanno ribaltato le sorti delle elezioni americane.
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Due attentati contro Donald Trump. Uno compiuto, a Butler in Pennsylvania, e uno sventato, a West Palm Beach in Florida. L’ex presidente sta bene ma mentre si avvicina il giorno delle elezioni, la corsa alla Casa Bianca sembra sempre di più una resa dei conti. Con Gianluca Di Feo, editorialista di Repubblica, spieghiamo perché tra lobby e sparatorie le armi sono tornate al centro del dibattito. Â
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Due idee di America opposte, uno Stato fallito per Donald e un Paese fatto di speranze per Kamala. Nei 90 minuti del primo dibattito presidenziale tra Harris e Trump, in onda su Abc News, i candidati affrontano tanti temi. L’ex presidente insiste tanto sull’immigrazione e la spara grossa, la vice di Biden si difende e cerca di non fare errori (incassando l’endorsement di Taylor Swift).
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I Latinos sono sempre di più e sempre meno “obamiani“, gli afroamericani votano sempre dem, gli “uncommitted“ pro-Palestina verso l’astensione, le donne sono spaventate da Trump sull’aborto, il peso dei white dudes è solido, poi ci sono i voti della comunità ebraica e le pressioni della sinistra radicale. Le minoranze saranno decisive il prossimo 5 novembre. Tra spot in spagnolo e rally più frenetici, Harris e The Donald stanno correndo. A caccia di voti in questi ultimi due mesi di campagna. E verso il dibattito che si terrà su Abc.
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No vax, ha tagliato la testa di una balena, scaricato la carcassa di un orso a Central Park, ha un verme nel cervello. E discende dalla più importante dinastia democratica americana. Robert Kennedy junior ha rinunciato alla sua candidatura da indipendente e ha annunciato il sostegno a Donald Trump. Una macchia indelebile nella storia della famiglia. In questa puntata, con l’aiuto di Paolo Mastrolilli da New York, ripercorriamo la storia della “pecora nera“ dei Kennedy: dalle foto da bambino con lo zio JFK e suo padre Bobby, fino ai giorni nostri.
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Gli Obama, i Clinton, ma anche l’addio di Joe Biden e il testimone raccolto da Kamala Harris. Poi le canzoni, gli slogan, i palloncini e l’entusiasmo. Allo United Center di Chicago si è conclusa la Convention del Partito Democratico. La vicepresidente è stata incoronata, i big del partito hanno tenuto i loro discorsi e non sono mancati i colpi bassi. Nel mirino sempre lui: Donald Trump. Con il direttore di Repubblica, Maurizio Molinari, raccontiamo il grande spettacolo della Convention dem.
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Ohio contro Minnesota. Vance contro Walz. Repubblicani contro democratici. Kamala Harris ha scelto il suo running mate, sarà il governatore del Minnesota a sfidare Vance, il cantore del popolo MAGA scelto da Trump. In questa puntata facciamo un viaggio nel Midwest, nell’America profonda e quindi nelle radici dei due possibili vicepresidenti degli Stati Uniti d’America. In mezzo gli insulti, i nuovi slogan e il dibattito televisivo di settembre.
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L’effetto luna di miele per Kamala Harris, i toni e la rabbia di Donald Trump. In questa puntata affrontiamo il fattore decisivo di questi ultimi 100 giorni di campagna elettorale: i soldi. Chi sono i finanziatori dei Repubblicani e quali quelli dei Democratici? Dalla Silicon Valley di destra, appassionata del Signore degli Anelli, alla svolta pop della candidata dem, fino ai sondaggi e all’attesa per la convention dem di Chicago. Tutto si tiene e tutto ruota attorno ai dollari.
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Dopo 25 giorni da incubo, col dibattito disastroso su Cnn, le gaffe e infine la positività al Covid, Joe Biden ha preso la sua decisione: il presidente degli Stati Uniti d’America non correrà per un secondo mandato. A sfidare Donald Trump sarà la sua vice Kamala Harris. O almeno così spera il vecchio Joe, che la sceglie come erede. Ma è davvero così semplice? Ad assegnare la nomination saranno i quasi 4mila delegati democratici, riuniti nella convention di agosto a Chicago. Girano tanti nomi, possibili avversari. E poi, Harris è così forte? Nel partito sì, ma nel Paese non è amatissima. Tra sondaggi, regole di partito e possibili sorprese, rimettiamo tutto in fila. La vera sfida per la Casa Bianca comincia ora. Â
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Sopravvive all’attentato, parla da Messia, vuole unire il partito. L’ex presidente repubblicano inizia un nuovo corso, si prepara a riprendersi gli Stati Uniti. E va alla Convention da vincitore assoluto. In questa puntata vi raccontiamo cos’è successo a Butler, perché il tycoon ora è più forte e cosa sono le Convention dei partiti americani.
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Il primo faccia a faccia, organizzato da Cnn ad Atlanta, è finito. Dopo tanta attesa abbiamo un vincitore, o meglio un perdente: Joe Biden. Il presidente uscente è apparso rigido, stanco, e ha messo in fila un paio di gaffe. Da Donald Trump il classico repertorio: bugie, insulti e poco altro. E ora, nei democratici, è caccia al sostituto: come si fa a spiegare a Biden di farsi da parte? E, soprattutto, c’è qualcuno che lo possa sostituire in corsa? In questa puntata speciale, tiriamo le somme a caldo del primo dibattito e spieghiamo le conseguenze.
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Prima Cnn, poi Abc. Donald Trump e Joe Biden si sfidano in due dibattiti televisivi. Si ritrovano sullo stesso palco, insieme, nelle case di milioni di americani. Ma i dibattiti tv tra i candidati contano ancora? Sì. Magari non decideranno le presidenziali ma quanto uscirà dal piccolo schermo rimbalzerà per mesi, tra social e stampa. In un’America sempre più divisa, tra le cause di Trump e la condanna per il figlio di Biden, la corsa per la Casa Bianca passa, ancora, per la tv. Con Maurizio Molinari, direttore de La Repubblica, facciamo un viaggio all’indietro, dal primo scontro tra Nixon e Kennedy fino ai giorni nostri.
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Le regole sono chiare: chi vince prende tutto. Grandi elettori, Stati federali, Casa Bianca. Da qui al 5 novembre, giorno del voto per le elezioni americane, serve però un ripasso. Per capire come si elegge il presidente degli Stati Uniti d’America e, soprattutto, per sapere dove si gioca la partita principale. Facciamo quindi un viaggio tra gli “Swing States“, gli stati in bilico che decidono l’elezione, e analizziamo i due fronti di maggiore polemica: il primo processo penale di Donald Trump e le proteste nei campus universitari per la guerra a Gaza. Sono con noi il corrispondente di Repubblica da New York, Paolo Mastrolilli, e la sondaggista di YouTrend, Martina Carone.
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Selfmade man o imbroglione? Grande businessman o impostore? La vita di Donald Trump resta un enigma. Fatta di soldi, scandali, successi e fallimenti. Parte tutto dalla corsa all’oro, nel Klondike. Poi il Queens, a New York, fino alla Casa Bianca, che l’ex presidente potrebbe conquistare per la seconda volta. Insieme a Francesco Bei, vicedirettore di Repubblica, indaghiamo sul passato del tycoon. Ma nell’America che si avvicina al voto, il tema che più spaventa Joe Biden resta l’immigrazione: con la giornalista Karima Moual, spieghiamo cosa sta succedendo in Texas e perché sulla pelle dei migranti i repubblicani giocano la battaglia più feroce.
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L'esito del super martedì americano, che porta al voto 15 Stati e assegna un terzo dei delegati totali, era scontato. Ma il voto, con la vittoria schiacciante di Trump e quella (quasi) senza rivali del presidente Biden, ci dice qualcosa in più. I repubblicani non sono tutti schiacciati sul tycoon e i democratici rischiano di perdere i voti delle minoranze. In mezzo, il grande show della democrazia americana, fatta di spot, tantissimi soldi e grandi sorprese. Dai sondaggi sull'età del vecchio Joe al peso della politica estera, la corsa al 5 novembre si è scaldata. Ne parliamo in questa puntata, anche con Anna Lombardi e Alberto Flores D'Aracais.
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Le insegne MAGA, Make America Great Again, sono sempre più diffuse nel Paese. Il popolo di Trump è pronto. Piccoli agricoltori, industriali, pastori evangelici. Dall’altra parte, la forza di Joe Biden, che stravince in South Carolina, sostenuto da tutti i pezzi grossi del suo partito, dal governatore della Florida alla sinistra di Ocasio Cortez e Bernie Sanders. La democrazia americana è un ring. In questa puntata scopriamo chi sta da una parte e chi dall’altra. Raccontiamo le quattro vite del presidente uscente, insieme a Gianni Riotta, e spiegheremo con l’aiuto di Annalisa Cuzzocrea, perché i diritti nella futura America di Trump sono a rischio
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