Avsnitt
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Dal romanzo Sogni Lucenti tra Mura Bianche di Cemento. Di Giovanni Farina
A cura di Francesca de Carolis
Adattamento e messa in voce di Gaetano Marino
Questi frammenti di vita e ricordi d’infanzia di Giovanni Farina, pastore e poeta, ci arrivano dal carcere dell'Istituto Gozzini di Sollicciano, dove Farina sta scontando il 39° anno di detenzione. Protagonista di una vicenda giudiziaria complessa e controversa, da anni si dedica alla scrittura. Scrive molto, Giovanni Farina, come a voler appuntare attimo dopo attimo tutto il suo tempo, quello presente e quello che è nei ricordi. E che scelga la forma del racconto o dei versi, c’è sempre molta poesia nelle sue parole. Abbiamo scelto i brani che ascolterete dall’ultimo suo libro: “Sogni lucenti tra mura bianche di cemento”, edito, per l’associazione Liberarsi, da Libri Liberi.
https://www.libriliberieditore.it
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traduzione di Patrizia Mureddu
drammaturgia del suono e interpretazione di Gaetano Marino
Presentazione
L’Iliade racconta di un evento reale, la guerra di Troia, che si concluderà con la distruzione della città per opera di una confederazione di popoli greci, forse l’ultima grande impresa prima della fine dei regni micenei, databile intorno al 1100 a.C. Sicuramente, in quegli anni non esistevano un alfabeto o dei materiali scrittori adeguati per registrare un testo poetico così lungo e complesso: per molto tempo, perciò, i fatti che diventeranno il nucleo del poema – tra i quali dovette avere un posto importante l’episodio cruciale dello scontro tra i ‘campioni’ dei due eserciti nemici, Achille ed Ettore – vennero raccontati e tramandati oralmente. Nel corso di questo processo di elaborazione, durato almeno tre secoli, si deve collocare l’attività di quel grande aedo di nome Omero che fu, secondo gli antichi, l’autore dei due grandi poemi.
Radici tanto oscure e remote nel tempo spiegano perché il mondo che essi raccontano (e lo stesso modo di raccontarlo) ci può apparire estraneo, misterioso, duro. Ma proprio in questa diversità risiede gran parte del fascino di queste opere straordinarie, che hanno finito per rappresentare il principio ed il fondamento di tutta la nostra storia letteraria. La traduzione – integrale – del libro XXII dell’Iliade vuole fare i conti con questa realtà, a partire dal verso adottato, simile, per conformazione metrica ed estensione, a quello ‘canonico’ dell’epica greca e poi latina: l’esametro dattilico. Ripetizioni, uso sovrabbondante di epiteti, scelte lessicali rare o banali, digressioni, similitudini, tutto è stato fatto ‘transitare’, nei limiti del possibile, nel testo italiano: perché l’ascoltatore possa avere un’idea, anche se inevitabilmente parziale, del grado di suggestione e di coinvolgimento emotivo che la recitazione dei rapsodi era in grado di esercitare sul pubblico del tempo.
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Saknas det avsnitt?
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E RAGIONAR D’AMORE - dal Simposio di Platone
traduzione di Patrizia Mureddu - lettura teatrale a cura di Gaetano Marino
Nella Grecia arcaica e classica il simposio era un momento importante di incontro tra gli esponenti di uno stesso gruppo sociale e politico: nel bere assieme si rinsaldavano i legami di amicizia e di partito, si componevano liriche o si cantavano i poeti più celebri, si conversava, si scherzava, si amoreggiava.
Platone ci descrive un simposio di stampo tradizionale, ma reso unico dalla presenza di Socrate. L’ambientazione è a casa del giovane tragediografo Agatone, che ha conseguito il giorno prima la vittoria al festival teatrale delle Dionisie, e completa i festeggiamenti pubblici con una cena tra pochi intimi, di cui Socrate sarà l’ospite d’onore.
L’intrattenimento raffinato di questa serata d’eccezione sarà costituito da una serie di encomi su Amore: a turno, tutti i commensali si cimenteranno in un discorso di lode, fino a che Socrate, riferendo l’insegnamento ricevuto dalla sacerdotessa Diotima, raggiungerà le vette più alte del lirismo e della filosofia. Ma Platone si diverte a rappresentarci uno per uno tutti i personaggi presenti (il giovane Fedro, il politico Pausania, il medico Erissimaco, il poeta comico Aristofane, lo stesso Agatone) riproducendone attraverso il modo di parlare il carattere e la posizione sociale.
Tutto si svolge con le regole della più elegante buona educazione, finché sulla scena irrompe Alcibiade ubriaco…
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Scritta e messa in voce da Gaetano Marino. Musiche di Adriano Orrù. Illustrazione di Cristina Guggeri
e io so che mi appartengono / giacciono ora come grovigli / tra navigli che si involano / là dove il mio concedere / del mare naufrago non sa
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Adattamento e messa in voce di Gaetano Marino
Non ho mai conosciuto qualcuno che avesse una buona predisposizione alla burla quanto quel Re. Sembrava che egli vivesse soltanto per essa, e il modo più sicuro per ottenere favori dal re era quello di raccontargli una storiella che facesse ridere tanto, ma soprattutto bisognava presentarla con grande professionalità. Al tempo in cui ha luogo questo racconto ci stavano ancora i giullari, o se preferite i buffoni di Corte. Questi vestivano con stracci o vestiti rattoppati a caso, ed indossavano berretti a sonagli variopinti. Dovevano essere sempre pronti con le loro burle e i loro lazzi e guadagnarsi le briciole offerte dalla mensa regale. Il Re di cui voglio raccontare aveva anche lui il suo bravo giullare, il quale spesso sapeva spogliare dalla noia i sette consiglieri di corte. Questo buffone però era nano e sciancato; il suo nome era Hop Frog, che vuol dire Salta Ranocchio.
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Drammaturgia del suono, adattamento e messa in voce di Gaetano Marino
Avevo sopportato tante ingiustizie dall’amico Fortunato, ma quando giunse ad insultarmi pesantemente allora pensai di vendicarmi. Qualcuno potrebbe pensare che quegli insulti fossero la conseguenza di qualche mio atteggiamento inopportuno o minaccioso. Ebbene, chi mi conosce non riuscirebbe mai a credere che io possa ingiuriare qualcuno. Ma lui, Fortunato, continuava comunque a farmi torto, perciò dovetti fargliela pagare irrevocabilmente e soprattutto senza destare alcun sospetto su di me, perché un'ingiuria non è mai punita abbastanza se si viene scoperti.
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Adattamento e messa in voce di Gaetano Marino. Musiche di Simon Balestrazzi
Era il quarto viaggio. Gli ultimi mobili del becchino Adrian Prochorov furono caricati sul carro funebre, e quei due poveri cavalli li trascinarono dalla vecchia alla nuova casa dove il becchino traslocava con tutta la famiglia. Chiusa la porta, inchiodò sulla porta della vecchia casa l’annuncio che si vendeva o si dava in affitto, e poi si diresse a piedi verso la nuova abitazione. Mentre s’avvicinava alla casetta gialla, che anni prima aveva desiderato e finalmente comprata per una notevole somma, il vecchio becchino sentiva di non essere felice. Possibile?
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Traduzione di Cesare Giombetti – Drammaturgia del suono, adattamento e messa in voce di Gaetano Marino
[...] L'oste portò il vino e il cibo sul tavolo rozzo e poi scostò per rifugiarsi nell'ombra, divenendo così un'immagine tetra. I suoi lineamenti, ora affievoliti dall'oscurità e ora chiaramente intagliati dalla luce del fuoco che procedeva per salti e tremolii, erano mascherati da una barba che pareva animalesca per quanto folta. Un gran naso curvo stava in cima a quella barba e due piccoli occhi rossi fissavano senza batter ciglio i due ospiti. [...]
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Per Il giorno della memoria.
Un racconto di Claudio Cavalli. Illustrazione di Cinzia e Valentina.
Elis tornava a casa e nessuno lo riconosceva.
Teneva stretto in mano il suo unico bagaglio, una ciotola di alluminio con dentro un po' di terra e una minuscola piantina.
Camminava piano e il suo corpo scheletrico ballava dentro a un paio di calzoni bucati e a una giacca che sarebbe andata larga ad un bambino.
Aveva diciassette anni ma ne dimostrava quaranta: negli occhi balenavano ancora le immagini vissute nel campo di prigionia.
Si fermò davanti ad un palazzo di cui era rimasta in piedi solo la facciata.
"Ecco, questa era la scuola", disse alla piantina, "Vedi la seconda finestra in basso? E’ da quella classe che mi hanno portato via. Avevo quattordici anni".
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Messa in voce di Gaetano Marino
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Adattamento e messa in voce di Gaetano Marino
La confessione di un omicida condannato a morte, che pur sapendo di non essere creduto, vuole rivelare e condividere l’orrore di quanto sia successo, per sgravarsi la coscienza. Racconta di essere stato un giovane buono e gentile, uomo per bene, di aver avuto una grande passione e rispetto per gli animali.
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Messa in voce di Gaetano Marino
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Dalla raccolta “quo (quo) VERSUS (?)”
Drammaturgia musicale di Gaetano Marino.
Opere di Francesco Petrarca, Ugo Foscolo, Giacomo Leopardi, Giuseppe Gioachino Belli, Dante Alighieri e Maurizio Virdis.
Potete acquistare il libro di poesie “quo (quo) VERSUS (?)” su Amazon: https://www.amazon.it/dp/B0CNZZGGX3
opere:
Dante Alighieri da Vita Nova,Tanto gentil e tanto onesta pare, Tantu gentili e onesta è’ a s’avverai,
Francesco Petrarca, Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono, Bosu intendendi chi seis ’moi su sonu,
Francesco Petrarca, La vita fugge e non s’arresta un’ora, Si fuit sa vida e no si frimmat ora,
Ugo Foscolo, A Zacinto, A Zacintu.
Giacomo Leopardi, L’infinito, Su slacanadu.
Giacomo Leopardi, A se stesso, A sei totu.
Giuseppe Gioachino Belli, La morte co la coda, Sa morti cun sa coa.
Maurizio Virdis, Anima.
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Un racconto tratto dal romanzo “Doppio cielo”, di Giulio Angioni
Drammaturgia musicale e messa in voce di Gaetano Marino
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Silenzi di luce e altre poesie sparse di Rosalba Satta Ceriale.
Drammaturgia musicale e messa in voce di Gaetano Marino.
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Musiche di René Aubry. Messa in voce di Gaetano Marino
https://paroledistorie.net/
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Messa in voce di Gaetano Marino. Musiche di Simon Balestrazzi. Monica Serra. TAC
"Non chiede, forse neppure sa dare, perché chiedere non sa. Il tuo credo, il mio, è già preda altrui. Ma lenti sospiri, ineludibili, si uniscono l’uno all’altro. La vita, a volte si creda, è solo invisibili soffi. Crea vento, fragile turbine di movimento."
www.paroledistorie.net
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Dalle memorie di un pulcino di latta.
Testo e messa in voce di Gaetano Marino
Venne una notte, era il 20 luglio del 1969 e la Luna fu nostra! Armstrong stava per calare quello scarpone di almeno 15 chili sulla Luna, leggero come fosse una piuma e poi via, in giro per quel deserto, a saltellare tra crateri e polvere scura. Da noi, in quella pineta del campeggio abusivo al Poetto, ricordo che ci stava il vento di Maestrale, piuttosto nervoso, come sempre.
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Drammaturgia musicale, testo e messa in voce di Gaetano Marino
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Drammaturgia del suono, testo e messa in voce di Gaetano Marino
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