Avsnitt
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Secondo il dizionario vedico Nirukti la parola sankhya significa letteralmente “ciò che descrive le cose nei particolari” e si riferisce alla filosofia che descrive la vera natura dell’anima. Il termine yoga, invece, implica il controllo dei sensi.
Il rifiuto di Arjuna di combattere si fonda in realtà sul desiderio di soddisfare i sensi. Trascurando il proprio dovere, egli vuole ritirarsi dalla lotta perché pensa di essere più felice risparmiando i parenti che godendo di un regno dopo aver ucciso i fratelli e i cugini, i figli di Dhritarashtra.
In entrambi i casi le motivazioni sono materiali: sia la felicità della vittoria sia quella di vedere salva la sua famiglia rappresentano un interesse personale a scapito della saggezza e del dovere.
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Prima di concentrarci sulla parola chiave di questa sezione della Bhagavad-gita, la parola dharma, cerchiamo di cogliere il grande insegnamento pratico che se ne può trarre.
Come Krishna dirà nel verso successivo, in questo specifico frangente sta esponendo ad Arjuna tutte le motivazioni logiche, razionali, per cui non dovrebbe avere dubbi sul combattere con determinazione questa guerra.
In primis c’è il fatto che l’anima non muore mai, e se anche morisse, non farebbe nessuna differenza: la filosofia materialista o, come la chiamano oggi, naturalista, prevede infatti che la coscienza nasca spontaneamente dalla materia, come suo sottoprodotto.
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Saknas det avsnitt?
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Ai giorni nostri chi vuole iniziare un sentiero spirituale, o semplicemente rinnovarlo, ha sicuramente bisogno di un nuovo linguaggio.
Le parole plasmano il nostro destino e il mondo intorno a noi, e innanzitutto nutrono il nostro dialogo interiore.
Ciò che avviene dentro di noi influenza ciò che avviene fuori, nello spazio-tempo, e ciò che avviene nello spazio-tempo influenza ciò che avviene dentro di noi. Questo è il teorema fondamentale del Vastu, lo Yoga dell’Abitare, l’antica scienza del costruire e dell’abitare che nasce migliaia di anni fa proprio dal grembo della filosofia della Yoga tramandata e rinnovata nella Bhagavad-gita.
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Krishna inizia da questo prossimo verso a creare la cornice di pensiero nella quale impartire ad Arjuna il più grande e intimo degli insegnamenti segreti, riservati solo alle persone che non invidiano Dio.
Come l’anima incarnata passa, in questo corpo, dall’infanzia alla giovinezza e poi alla vecchiaia, così passa in un altro corpo all’istante della morte. Il saggio non è turbato da questo cambiamento. (2.13)
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La situazione è di stallo totale, Krishna esorta Arjuna ad alzarsi e combattere, ma Arjuna è bloccato, non se la sente, è in uno stato di ansia soffocante, preso dal panico.
È in quel preciso momento che fa un ragionamento semplice, cristallino e convincente che farà da cornice a tutti gli insegnamenti della Bhagavad-gita, specialmente nei primi capitoli.
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Se lo visitasse uno psicologo moderno direbbe, senza ombra di dubbio, che Arjuna mostra tutti i sintomi di un attacco di panico: è preda di tremori e ansia incontrollata.
Il condottiero, eroe e cugino di Krishna, viene colto di sorpresa da questo stato d’animo: è arrivato sul campo di battaglia sapendo benissimo chi avrebbe avuto di fronte, ed è un guerriero esperto, sa esattamente come raccogliere le forze, trovare la concentrazione e lo spirito giusto in battaglia.
I suoi dubbi sono legittimi, ma Krishna non la pensa come lui...
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Dato che questa è la prima puntata di questo mio nuovo podcast, My Sweet Krishna: saggezza antica per la vita moderna, voglio raccontarti un po’ più di me e del perché ho deciso di iniziare questo progetto.
Mi chiamo Tiziano Valentinuzzi, ho un dottorato in astronomia e sono un insegnante di Vastu, lo yoga dell’abitare.
Studio la Bhagavad-gita, il testo fondamentale dello yoga, da quasi trent’anni e pratico la via del Bhakti Yoga, lo yoga della devozione, sotto la guida del maestro spirituale Radhanath Swami, autore del best seller “Ritorno a casa”.
Ho deciso di iniziare questo podcast, che nel mio progetto avrà 108 puntate, perché la Bhagavad-gita ha completamente trasformato la mia vita, in meglio si intende.
La prima volta che l’ho avuta in mano mi hanno detto: “Questo libro insegna l’arte di non arrabbiarsi mai”... risposi subito: “ah, perfetto, esattamente quello che mi serve”...
Infatti ho un temperamento caldo e diretto, sono una persona pragmatica, molto orientata all’azione e a volte questo ha giocato a mio sfavore.
In pochissimo tempo mi sono reso conto che la Bhagavad-gita contiene degli insegnamenti che hanno un grande impatto positivo sulla vita di chiunque accetti di metterli in pratica, e nonostante siano stati impartiti oltre 5000 anni fa, sono estremamente utili per la vita di tutti i giorni.
La Bhagavad-gita è la perfetta sintesi tra scienza e spiritualità, tra macrocosmo e microcosmo, tra terra e cielo.
Quello che racconto in questo podcast è frutto di quasi trent’anni di studio e pratica, è ciò che ho assimilato dagli insegnamenti del mio maestro Radhanath Swami e di Bhaktivedanta Swami Prabhupada, oltre che ai testi di Howard Resnick (Hridayananda das Goswami) e Marco Ferrini (Matsyavatara das).
Per trarre il maggior profitto da questo podcast ti consiglio di procurarti una copia della Bhagavad-gita così com’è si Bhaktivedanta Swami Prabhupada, edizioni BBT, e di leggere le sue traduzioni e commenti man mano che procedi con l’ascolto. Anche perché è principalmente da questo testo che leggo i versi che cito nel podcast.
Ho scelto di leggere la Bhagavad-gita in sequenza, dal primo capitolo all’ultimo. Leggerò molti versi, ma non tutti, e di volta in volta cercherò, per quanto mi sarà possibile, di rendere gli insegnamenti che apprenderemo insieme di uso pratico nella vita quotidiana dei nostri giorni.