Avsnitt
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Léon Gaumont è stato, con Charles Pathé, uno dei più grandi produttori cinematografici francesi. Ha lanciato la prima regista donna della storia, Alice Gui. Con la sua genialità ha sperimentato invenzioni. epocali, come il colore e il sonoro, che si sono concretizzate soltanto molti anni dopo. Ha costruito a Parigi la sala cinematografica più grande del mondo con 3.400 posti a sedere.
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Mentre il Vate Gabriele d'Annunzio influenzava il gusto estetico della società nei primi anni del Novecento, i divi dello schermo ispirarono modelli di comportamento che i loro ammiratori assunsero nella vita di tutti i giorni. Nacque il "Borellismo" cioè l'atteggiarsi alla gestualità e allo stile che la grande attrice Lyda Borelli evidenziava nei suoi film. Già stella del palcoscenico, riscosse un immenso successo anche al cinema e divenne un punto di riferimento per molte attrici.
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Saknas det avsnitt?
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Gli stuntman, i cascatori, nei primi anni del Novecento erano uomini coraggiosi, autentici eroi che rischiavano la vita per fare grande il Cinema. Molti di loro sono diventati leggende. Harvey Parry, Buck Jones, Richard Talmatge e Ormer Locklear, l'asso dell'aviazione che non conosceva la paura. Le loro storie avvincenti non sono molto conosciute, ma questi artisti del brivido, sprezzanti del pericolo, meritavano di essere ricordati.
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L’attrice Viola Dana racconta come erano i primi anni a Hollywood, una piccola città nella quale non succedeva mai nulla e l’unico svago era il ballo del giovedì, che si teneva all’Hollywood Hotel. I nomi degli attori del cinema non comparivano sui manifesti, perché i grandi produttori temevano il fenomeno del divismo, che aveva fatto salire alle stelle i compensi degli attori teatrali. Ma uno stratagemma ordito da un produttore indipendente fece svanire l’alone di mistero che avvolgeva i volti del cinema.
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Il trust della Motion Pictures Patent Company tendeva a cancellare l’esistenza dei produttori indipendenti, che ricevevano spesso la visita di gangster che rubavano loro le apparecchiature o le mettevano fuori uso. Fu una guerra tanto spietata quanto inutile. Il regista Allan Dwan, come molti altri piccoli produttori, fu costretto ad abbandonare le grandi città e rifugiarsi in California per poter continuare a girare i suoi film. Questa scelta di dimostrò vincente, perché il sole della California garantiva alle produzioni una maggiore continuità di lavoro. Così i fuggiaschi crearono il mito di Hollywood.
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Edwin Porter aveva una dote unica: riusciva a capire, a un primo sguardo, il funzionamento di qualsiasi meccanismo. Lasciò la scuola a 14 anni, ma era potenzialmente un grande ingegnere. Inventava apparecchiature per il cinema e diventò un ottimo regista guardando decine di film con la stessa attenzione che gli permetteva di comprendere il funzionamento dei meccanismi.
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Il suo negozio di Foto-Ottica in via Roma, 2 a Torino, era frequentato da Sua Maestà la Regina Margherita di Savoia. In quel negozio entrarono anche i fratelli Lumière, li portò Vittorio Calcina il concessionario per l’Italia del Cinématographe. Quando decise di dedicarsi al Cinema divenne il più importante produttore italiano. Si chiamava Arturo Ambrosio, i film che realizzava erano visti e apprezzati in tutto il mondo.
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Charles Pathé è stato uno dei più grandi produttori cinematografici francesi, ma soprattutto un modello seguito da tutti i più famosi produttori americani, da Samuel Goldwin a David Oliver Selznick, da Louis Burt Mayer a Jack Leonard Warner. Pathé produceva ottimi fonografi, il suo fiore all’occhiello era usare i componenti migliori e mettere passione nell’assemblarli. Adottò gli stessi criteri nel Cinema, si circondò di validi collaboratori e la scelta fu vincente.
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Georges Méliès, il mago, l’illusionista, il primo vero regista del cinema, ideatore di effetti speciali fantastici, il poeta della magia. Mèliès ha intuito le potenzialità della settima arte e ha creato spettacoli meravigliosi che hanno lasciato a bocca aperta il pubblico di tutto i mondo.
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In passato qualcuno pensava che le cose gradevoli della vita fossero da bandire, perché peccaminose: è toccato anche al cinema questo pregiudizio. I film suscitavano emozioni, quindi venivano giudicati un divertimento grossolano, da luna park. Il teatro era una nobile arte, il cinema un passatempo volgare per persone ignoranti. Ma non tutti la pensavano così e le cose cambiarono rapidamente.
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Dopo il successo che il Cinematographe ha riscosso alla serata di presentazione Al Grand Café a Parigi, i Lumière inviano un buon numero di operatori in giro per il mondo. Vanno a riprendere paesaggi esotici, personaggi politici, ma anche la gente comune, che si trova per strada in quel momento e che spera di rivedersi sul grande schermo. Ovunque è un trionfo. Nessuno sa ancora quanto il cinema diventerà popolare.
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L’era del muto che muto non era! Quella che viene chiamata l’era del “cinema muto” aveva ben poco di muto: la proiezione dei film era sempre accompagnata dalla musica di un pianoforte…
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“Il Cinema è un’invenzione meravigliosa! Si vede la realtà in tutte le sue forme! Un miracolo di ingegneria!” Queste le reazioni più frequenti del pubblico entusiasta. Ma c’erano anche gli oppositori: chi apparteneva alle classi più agiate pensava che la fotografia animata fosse un divertimento da fiera popolare e alcuni rappresentanti del clero erano addirittura convinti che le emozioni che suscitava nel pubblico fossero peccaminose. Possiamo dire, quindi, che l’avvento del Cinema ebbe una notevole influenza sulla vita di tutti.