Avsnitt
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Durante uno scavo in Calabria, all’inizio del ‘900, l'archeologo Paolo Orsi e i suoi uomini trovarono 186 frammenti che, un tempo, componevano una statua. Immaginate di comporre un puzzle senza sapere qual è la figura che otterrete alla fine: ecco, Orsi e i suoi uomini, più di cento anni fa, si cimentarono in un’impresa simile. Il risultato è lo splendido gruppo scultoreo conosciuto come Cavaliere di Marafioti. Più a nord, nella sede di Vicenza delle Gallerie d’Italia, si trova un’altra scultura molto più recente ma altrettanto incredibile. Si chiama “La caduta degli angeli ribelli”, e la sua bellezza è stata resa accessibile al pubblico.
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A Milano, in via Verdi, a pochi passi dal teatro alla Scala, c’è un edificio dall’aria severa, discreta. Si tratta del Palazzo delle Colonne, inaugurato nel 1941, sede dell’allora Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde. La parte più interessante di questa costruzione, però, è nascosta: si tratta di un caveau sotterraneo, che durante la Seconda guerra mondiale fu impiegato come rifugio per mettere al riparo decine di opere d’arte dai bombardamenti. Persone come Fernanda Wittgens hanno rischiato in prima persona per proteggere non solo il patrimonio artistico italiano, ma anche le persone che durante gli anni bui del fascismo venivano perseguitate.
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La storia dell’arte non è fatta solo di superstar o di opere famosissime. Anzi, ci sono un sacco di perle che necessitano di approfondimenti, per essere riconosciute, e artisti che hanno portato avanti la propria passione anche in tempi difficili. Cesare Breveglieri, pittore Lombardo nato nel 1902 e morto nel 1948, è uno di questi. Proveniente da una famiglia umile, grazie a una borsa di studio indetta dalla Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde poté vivere a Roma, Firenze e nella Parigi degli anni ’30.
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Sembra impossibile, ma anche un’opera di Caravaggio può cadere nell’oblio. È quello che è successo al Martirio di Sant’Orsola, quadro dipinto nel 1610 da Michelangelo Merisi – vero nome di Caravaggio – a Napoli, poche settimane prima della sua morte. Il quadro venne prima portato a Genova dal nobile che l’aveva acquistato, e più di due secoli dopo venne riportato a Napoli per questioni ereditarie. Da quel momento in poi, però, cadde nel dimenticatoio, fino a che nel 1980 vennero trovate delle lettere che ristabilirono la verità... In questa puntata parleremo di arte, di disattenzione e di collezionismo.