Avsnitt
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Cosa succede quando un podcast incontra un altro podcast? In occasione dell'evento NEU by Sagam del 29 Maggio, H3ROES ha incontrato Caffé Design. Una chiacchierata sul tema del design, dell'innovazione e anche del podcasting in Italia nonché un episodio speciale che conclude la seconda stagione.
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C'è una differenza sostanziale tra possedere un'azienda e in qualche modo guidarne una. Oggi GURU esiste ancora ma non vede Matteo al suo interno, di GURU ne è esistita una e per quanti possano sperarci sarà difficile ricreare un fenomeno simile. Parliamo di progetti futuri, prima delle nostre domande a raffica e di scoprire cos'è la felicità per il nostro H3RO.
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Saknas det avsnitt?
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Cosa succede e come si riparte dopo aver perso un'azienda da cento milioni, il carcere e la disintossicazione? L'immagine di Matteo secondo un'idea comune dovrebbe essere quella dell'uomo distrutto ma dal suo punto di vista si sceglie con quale filosofia affrontare la vita e lui ha deciso di viverla bene, anche quando dopo la bancarotta si è trovato a rientrare in quella stessa azienda non più sua.
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Nel 2008 l'azienda contava circa novanta milioni di debito e Matteo viene arrestato per bancarotta fraudolenta. Sono gli anni della tossico dipendenza che si trova ad affrontare prima in carcere e poi in comunità. Il processo termina con il rimborso alle varie aziende coinvolte di oltre l'80% del dovuto, un'eccezione positiva in Italia, ma nonostante questo il fallimento rimarrà per sempre addosso.
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Le prime due stagioni sono state abbastanza complicate, con molti avanzi in magazzino. Poi con l'avvento della margherita la crescita diventa esponenziale e nel giro di sette anni dalla prima maglietta GURU raggiunge i cento milioni di fatturato. Matteo era poco più che vent'enne ma aveva capito che per continuare nella crescita avrebbe dovuto continuare ad investire in attività di comunicazione importanti, dallo scattare con i fotografi più importanti di inizio anni duemila ad attivare grandi sponsorizzazioni nello sport.
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Chiunque sia nato a cavallo tra gli anni '80 e '90 ha fatto parte della storia di questa azienda. Un brand precursore dello street style che in qualche modo ha raccolto il lascito dei paninari e dato una nuova bandiera al grande pubblico. C'entra una margherita, sbocciata per caso sfogliando un album di ispirazioni grafiche e che si pensava non sarebbe diventata quello che è stato per anni il mito di GURU.
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Oggi le nostre solite domande a raffica si trasformano in una chiacchierata a tre voci sullo stile estivo, dai colori da evitare in barca al fascino del lino - anche quando si sgualcisce, tra aneddoti di relazioni finite non proprio benissimo a causa del lavoro e vecchie storie di famiglia.
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Ci sono molti modi per capire cos'è un'azienda ma farne una non sempre è sufficiente. Questa consapevolezza per il nostro H3RO è arrivata nel periodo più difficile che ha dovuto attraversare come imprenditore, ossia quello del Covid-19 e nello specifico il primo lockdown. Partito a Marzo 2020, ha lasciato l'azienda con i magazzini pieni per mesi e l'ebrezza a Maggio di convincere telefonicamente tutti i clienti a confermare gli acquisti come nel film di Scorsese.
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Fare imprenditoria ha molti aspetti calcolabili ma molti altri del tutto imprevedibili con i quali imparare a convivere. L'ansia è probabilmente il primo tra questi, un'amica secondo il nostro H3RO che ti accompagna e con la quale convivere. Un episodio dove la narrazione più fredda del business si lascia andare ad un'interpretazione più calda fatta di dinamiche umane.
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Come nota il nostro Frank, è praticamente impossibile visitare una spiaggia e non trovare un'etichetta MC2 Saint Barth sbucare da un costume. Ma qual é stata l'idea alle spalle del brand che gli ha permesso di raggiungere tale notorietà? C'entra un viaggio last minute e la voglia di seguire l'estate tutto l'anno. Ce lo spiega il nostro H3RO of the week.
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C'erano una volta un avvocato e un dentista che nel corso degli ultimi vent'anni e più hanno rivoluzionato il mondo del beachwear. Facciamo un salto a inizio anno 2000 quando il trend tra i giovani che volevano avviare un progetto era investire in collezioni di abbigliamento e in particolare t-shirt stampate. Oggi MC2 Saint Barth è un brand riconosciuto in gran parte delle spiaggie di tutto il mondo e ci facciamo raccontare dal nostro H3RO - nonché socio fondatore - come è stato l'avvio e il lasciare il sogno dell'avvocatura per disegnare e distrubuire costumi.
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Anche questa volta i nostri H3RO hanno dovuto rispondere alle nostre consuete domande a raffica ma, prima di queste, abbiamo provato a toccare dei temi scomodi come la fuga dei talenti dall'Italia e la scelta alla Biennale di Venezia di non aprire il padiglione di Israele al pubblico.
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Oggi Katkoot è disponibile al cliente finale solamente attraverso pochissimi canali selezionati in Europa e in Asia ma, mentre aspettiamo l'apertura dell'ecommerce che renderà più semplice l'accessibilità al prodotto, ci siamo fatti dare qualche consiglio dai nostri H3RO sul come scegliere un buon vino anche al supermercato.
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L'elemento che caratterizza fortemente un brand di vino è l'etichetta, elemento sul quale le aziende investono sempre di più per rendersi riconoscibili in un mercato - soprattutto quello italiano - ricchissimo di competizione. Nasce da qui l'idea di non avere un'etichetta e di provare a lavorare nella direzione di rendere la bottiglia un cimelio. Un'idea che inizialmente ha trovato più interesse nelle aziende distributrici che in quelle produttrici.
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Sono due storie distinte quelle alle spalle di Katkoot ma che si caratterizzano per un punto in comune: un desiderio di cambiamento. Da un lato la formazione da designer e un lavoro con una paga misera che porta Francesco ad andarsene dall'Italia, dall'altro lo spirito imprenditoriale del provare a fare qualcosa capace di essere interessante per la propria generazione per Giovanni. Esploriamo questi due aspetti umani che hanno portato alla nascita del progetto Katkoot insieme ai suoi fondatori.
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Il vino è in qualche modo una forma d'arte ma, cosa succede quando l'eccellenza italiana vinicola incontra il mondo dell'arte? I nostri H3RO hanno messo insieme le loro competenze per dar vita ad un progetto a tratti unico il cui nome deriva proprio da un appellativo che Michèle Lamy usava con uno dei due fondatori. Ma come si è arrivati all'amicizia con Michèle Lamy e al mondo dell'arte ce lo raccontano in questo episodio.
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Prima delle consuete Domande a raffica e ad un bellissimo punto di vista su un Bobo innamorato e padre, facciamo un piccolo viaggio negli Stati Uniti, in Nevada, più nello specifico a Las Vegas. È l'isola felice del nostro H3RO che qui, si lascia andare tra cinema, spettacoli e un bel po' di roulette.
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Cosa unisce progetti come la Bobo TV, la Bobo Summer Cup o PLB World? Parlando con il nostro H3RO sembra che il filo conduttore sia il divertimento con il quale si è approcciato. Parliamo più nello specifico del progetto Bobo TV, di come è nata l'idea, di come è stata proposta ai broadcaster e di come oggi si sta evolvendo in una vera e propria televisione.
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È stato definito Mr 90 Miliardi di Lire per il contratto più remunerativo firmato fino ad allora ma come si protegge un patrimonio simile a nemmeno trent'anni? Il nostro H3RO non ha dubbi, l'investimento è il mattone. Ma negli ultimi anni anche il cemento e gli spalti che viaggiano in giro per l'Italia in dei tir gli hanno dato delle soddisfazioni. Ci facciamo raccontare la Bobo Summer Cup e alcuni dei nuovi progetti firmati Bobo dal suo ideatore.
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Forse memori del gesto di Francesco Totti a Ilary Blasi, della maglietta '6 UNICA', quando Christian Vieri mostrò per la prima volta una maglietta Sweet Years dopo aver segnato un goal la gente pensò si trattasse di una dedica ad una nuova ragazza. È stato tra i brand più di successo degli anni 2000 con una campagna marketing che ha portato a rivedere i regolamenti sportivi. Il nostro H3RO ci racconta il suo mondo fuori dal calcio, da Sweet Years al trasferimento a Miami dopo l'ultima partita giocata.
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