Avsnitt
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Piccole Fettine Panate, è con sommo dolore che Sofia e il Tucano annunciano che Filocaffè è giunto al capolinea. Ebbene sì, questa è l'ultima puntata. Ma non disperate, anzi godetevi questo ricchissimo Strafalcyone Parte Terza per salutare quest'avventura psichedelica! Errori, domande retoriche, invettive contro povere porte innocenti, invasioni di campo e deliri vari per l'ultimo, scoppiettante episodio di Filocaffè!
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Primo episodio bonus per Filocaffè, di nuovo in compagnia di un’esplosiva coppia di anglosassoni. Richard Mervyn Hare e Philippa Foot si siederanno a prendere un caffè surgelato spiegandoci rispettivamente prescrittivismo e naturalismo metaetico. Sofia cerca di tenere le redini della puntata a colpi di esempi barbini, mentre i grandi ritorni si fanno sempre più epici e il Tucano si lascia andare ad un’ultima sconvolgente invettiva.
PS: nessun gabbiano è stato maltrattato nel corso di questo episodio -
Saknas det avsnitt?
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In questo freschissimo ottantesimo episodio, Sofia abbandona momentaneamente il continente europeo e va a trovare una simpaticissima accoppiata di anglosassoni: il britannico Alfred Jules Ayer e l’americano Charles Leslie Stevenson. I due si oppongono all’intuizionismo di William David Ross con la loro personale corrente di pensiero sull'etica, ovvero l’Emotivismo. Tenetevi forte per una puntata che è tutta un’altalena di emozioni: si parte a gamba tesa con un annuncio importante, si prosegue con una congrua dose di esempi di barbini e si finisce con il Tucano che cerca di non perdere la testa.
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Puntata transatlantica per Filocaffè: a cavallo tra il Sudamerica e la Gran Bretagna, Sofia si accinge ad analizzare quell’ibrido apparentemente sconclusionato chiamato Teologia della Liberazione che ha portato al fenomeno dei Preti Marxisti, per poi prendere un caffè con lo stecco con William David Ross (Guglielmo Davide Rosso) che riprende una nostra vecchia vecchissima conoscenza e si dà all’etica facendo contemporaneamente tutto il contrario degli Utilitaristi (ma anche di Kant). Qualche citazione malandrina e cinematografica qui e là, esempi barbini degni di nota e un Tucano che ha sempre inevitabilmente ragione andranno a condire il tutto.
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A spasso tra Svizzera, Belgio e (sorprendentemente) Francia, Sofia incontra altri nomi noti del Neotomismo. Marechal, Brentano e Maritain cercano di spiegare alla somma sacerdotessa dei caffè sconditi perché e per come la filosofia tomistica sia radicalmente meglio di tutte le altre. Tra un paio di controsensi apocalittici, una nuova invocazione all’Umanesimo, qualche esempio barbino, un paio di battute pessime e un Tucano sul piede di guerra riusciranno i nostri eroi a portare a casa anche questa puntata?
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Inevitabilmente in Francia, Filocaffè si lancia in una puntatilla un pochino più rilassata del previsto. Mentre Emanuel Mounier (per gli amici Emanuelito Monete) spiega di persona personalmente cosa intende di preciso con Personalismo, i piani alti della Chiesa pensano bene di scongelare Tommaso D’Aquino e le sue dottrine. Ma se si parla di Neotomismo per forza di cose bisogna parlare anche di Aristotele, che come noi ben sappiamo è in assoluto il filosofo più amato dal Tucano.
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Sempre e comunque in Francia, inequivocabilmente a Parigi, Sofia cerca di far finire le piuttosto astratte elucubrazioni di Derrida il più in fretta possibile. La Differance si staglia davanti ai nostri eroi; le citazioni cinematografiche e gli esempi barbini fioccano cose che Monte Bianco spostati proprio; i grandi nomi della filosofia occidentale continuano a tornare (sì, anche quelli più insospettabili) continuano a tornare e un Tucano squisitamente acculturato si ostina a proseguire in direzione ostinata e contraria. Gli ingredienti per una puntata scoppiettante ci sono tutti, o no?
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Anche questa puntata Filocaffè rimane bello piantato in Francia. Sofia spera di riprendersi dalla doppietta in compagnia di Foucault, ma come noi ben sappiamo purtroppo spera male. Sì, perché inaspettatamente si ritrova davanti Jacques Derrida (sì, quello della barzelletta sulla tartaruga, proprio lui) che inizia ad assillarla con i suoi voli pindarici su come la scrittura sia alla base di tuttecose. Il Tucano, non contentissimo dell’incontro, fa sentire le sue ragioni. Grandi ritorni, citazioni nascoste ed esempi barbini a profusione.
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A grande richiesta di nessuno in particolare, eccoci con la seconda pausa caffè in compagnia di Michel Passato Remoto Foucault. Messe da parte follia e archeologia, ci si concentra sulla genealogia, sul discorso e sul potere. Sofia cerca di tenere il passo con i ragionamenti del matto sovversivo che le sta seduto di fronte, mentre qualche esempio barbino e qualche grande ritorno andranno a guarnire una puntata in cui il Tucano si scopre più acculturato di quanto si potrebbe pensare.
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Filocaffè si è ormai trasferito in pianta stabile in Francia, che nel ‘900 pullula di titani dell’intelletto. Sofia non fa nemmeno in tempo a riprendersi dall’incontro con i simpaticoni dell’ultima puntata, che subito un frizzantissimo Michel Foucault (per gli amici Michele Passato Remoto) zompa addosso alla conduttrice e attacca una filippica sull’origine della diatriba follia-ragione. Il Tucano si dispera e minaccia di abbandonare la nave, ma prima ci regala un paio di citazioni coltissime per condire questa puntata alquanto folle.
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Caffettino in interrail, ma sempre e comunque approdando in Francia, per questa puntata di Filocaffè. Sofia si ritroverà a dover fare i conti a proprie spese con l’antesignano dello strutturalismo Ferdinand de Saussure, il magico trio del Circolo di Praga, quello svitato di Claude Lévi-Strauss e la loro inesauribile voglia di mettere in ordire il mondo basandosi sulle leggi della linguistica. Il Tucano perde immancabilmente le staffe, qualche citazione malandrina e un paio di vecchie conoscenze torneranno a farci visita e si assisterà ad un inaspettato epic fail.
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Il nuovo ciclo di puntate si apre con un incontro con l’ultimo componente della triade dell’esistenzialismo francese: Albert Camus. Sofia cerca di farsi spiegare dallo scrittore-filosofo il mito di Sisifo, la figura di Caligola e quella dello Straniero e il senso di questa cosa folle chiamata vita. Il buon Alberto Camoscio si rivela essere un intellettuale estremamente coerente e tenace, le citazioni a sgamo si sprecano e il povero Tucano si ritrova a dover fare i conti ancora una volta con una logica dello stacce.
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Anche questa volta si rimane a Parigi, sdraiate sotto i tendoni del Cafè de Flore. Sofia e il Tucano incontrano Simone de Beauvoir, filosofa e femminista dalla mente estremamente brillante e con una vita oltremodo frizzante. Tra un libro messo all'Indice, un'invettiva contro il patriarcato e giusto un paio di crisi esistenziali riusciranno i nostri eroi a portare a casa anche questa puntata multipla di dieci?
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Dopo un numero imprecisato di secoli e pensatori, Filocaffè riesce ad andarsene dalla Germania per fermarsi in Francia. Sofia e il Tucano si spiaggiano al Cafè de Flore per una chiacchierata con Jean Paul Sartre (Gianpaolo Sarto), il peso massimo dell’esistenzialismo francese. Tenetevi forte per una puntata tutt’altro che allegra e tranquilla.
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Ormai con le radici ben piantate in Germania, prendiamo un caffettino raffinato con Karl Jaspers, per gli amici Casper. Il buonuomo, colpevole di aver dato il via all’Esistenzialismo, si mette a spiegare in maniera abbastanza dettagliata il perché ci preoccupiamo di non esistere più e il come evitare il problema a una Sofia piuttosto comprensiva e a un Tucano che non apprezza la sua mancanza di fantasia.
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Puntata speciale per Filocaffè: niente concetti, niente termini tecnici accuratissimi, niente voli pindarici. Questa volta Sofia e il Tucano ospitano Giorgia e il Gufo per una maratona di gossip e aneddoti su filosofi e pensatori dall’antica Grecia fino ai giorni nostri. Prendete la vostra tazza preferita, il vostro aperitivo preferito, la vostra fettina panata compagna di gossip preferita e tenetevi forte perché ne sentirete delle belle.
PS: il livello di demenzialità toccato è pressoché irripetibile. -
Seconda contorta pausa caffè in compagnia di Hans Jonas. Finalmente Sofia riesce a finire il volo pindarico sulla bioetica e sul Principio di Responsabilità, solo per poi lanciarsi a capofitto nella teodicea. Il Tucano, sconvolto dalla prospettiva che potrebbe esistere una divinità non onnipotente, cerca almeno di non nominare Aristotele una puntata sì e l’altra pure, chiaramente fallendo. Citazioni quasi colte e una sfilza di esempi barbini accompagneranno la puntata.
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Puntata contorta per Filocaffè: Sofia e il Tucano, che ormai hanno messo radici in Germania, si trovano in un qualsiasi baretto di Marburgo per prendere un caffè corretto energy drink insieme ad Hans Jonas, ovvero il fra di Hannah Arendt. Tra un volo pindarico e un’invettiva del Tucano, si tenterà di portare a casa sia la definizione che il fondamento di un concetto assolutamente non ansiogeno chiamato Principio di Responsabilità.
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Contrariamente a quanto si potrebbe dedurre dal titolo, questa puntata sarà in realtà molto tranquilla. Sofia e il Tucano si ritrovano di nuovo in Germania, questa volta in compagnia di quel cuore di panna di Jürgen Habermas, primo filosofo ancora vivente ad incappare nella strana coppia. Tra una cioccolata calda, giusto due ritorni telefonatissimi e un paio di citazioni malandrine a sgamo, i nostri eroi ci narreranno di atti linguistici, società di massa, dialogo e della temutissima teoria dei proiettili.
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Seconda frizzantissima puntata in compagnia di Hannah Arendt, teorica della politica dalla mente brillante e dalla vita piuttosto rocambolesca. Sofia cerca di approfondire la questione della banalità del male analizzando lo storico processo ad Eichmann, assistita dal fedelissimo Tucano. Nonostante l’intensità dell’episodio, non disperate: verso la fine ci si rilasserà anche troppo! (Sì, potete preparare i popcorn).
PS: perdonate il titolo, Sofia stava su Tumblr nel 2016. - Visa fler