Avsnitt
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“Desidero partire… Non voglio più vedere questi volti, queste abitudini e questi giorni” (Fernando Pessoa)
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Francesco era determinato a provare che il servizio militare era un’opportunità e un’occasione imperdibili.
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Saknas det avsnitt?
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In fondo, era meglio un figlio soddisfatto, convinto, propositivo, piuttosto che il solito figlio impaurito, confuso, incerto.
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Francesco avvertiva che quel disagio non era un modo di essere, ma un modo di dire, un disagio intellettuale, che escludeva quel mondo di calma che lo aveva limitato.
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Per Francesco, senza saperlo, il disagio costituì un pretesto per una svolta, per un progetto, per un’altra strada che poteva trovare.
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Francesco stava al gioco, ma qualcosa stava cambiando in lui, per cui cominciò a criticare certe scelte.
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Affrontando la battaglia, Francesco non aveva mai rischiato di perdere, ma di vincere ovvero di vivere senza paura!
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Quel “facendo” li aveva coinvolti.
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Quando si dice che il progetto è inconscio, come insegna la cifrematica, significa che non può essere stabilito, che, anche se non si formula, non è assente, pur essendo ignoto.
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Francesco colse quell’invito come una sfida.
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Francesco aveva 13 anni e si domandava perché fosse così spesso preso dall’amore. Non riusciva a chiamarlo altrimenti. E quella ragazzina era davvero attraente.
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Incontravo l’ironia, che non fornisce un sì o un no e che dunque non dava risposta ai miei perché: avevo imparato a riconoscerli come provocazione per il proseguimento del mio viaggio infinito.
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Quegli insegnamenti martellanti di occuparmi di altro, da parte specialmente di mio fratello Matteo, procurarono rallentamenti inconsapevoli, nel mio percorso sulla strada della conoscenza.
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Ben presto mi resi conto del potere di quei libri: dopo la lettura di poche pagine mi trovavo altrove, superando i confini della casa, navigando per altre terre, in formidabili avventure.
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Avvertivo come la società occidentale coinvolgesse la domanda e la risposta come “bisogno di” e “soluzione da”, spostando la differenza nella tollerabile diversità. Ma la differenza non è la diversità. La differenza esiste in quanto le cose si dicono, senza più categoria morale o legale, senza che l'Altro sia escluso.
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Non c'era più niente di scontato, niente era nascosto nella complicità, non c'era più sacrificio, non c'era più motivo di rappresentarsi mancante per difendere il sogno.
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Ciascuna storia può raccontarsi ancora, ma poi è un’altra cosa. La cifrematica sta qui: nell’altra cosa, in una scienza altra e nuova, nella scienza della parola, nella sua logica, nella sua procedura, nella sua esperienza.
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La scrittura è risultata una costante alla quale non ho mai rinunciato.
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In me c’era qualcosa dell’eroe che poteva risolvere e salvare…
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Forse in quell’improbabile non vissuto, in cui si fabbricano le favole, anche Edipo entra in scena e sembra vero, sembra ordinare al sole di andarsene e sembra imporre una lotta infinita, nella sfumatura delle cose, mai sempre quelle, mai reali.
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