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Emmanuel Macron è il leader europeo con le ambizioni più forti in politica estera e guida un paese che gli permette di perseguirle. Oppure non è così? In questi primi quattro anni di mandato, Macron ha incarnato le potenzialità, le contraddizioni, le difficoltà della Francia, alle prese con una forte crisi di identità, ma allo stesso tempo, capace di influenzare gli affari europei e di partecipare a tutti i processi decisionali globali più importanti. E negli ultimi mesi ha trovato un alleato importante in Mario Draghi, con il quale condivide una visione per il futuro dell'Europa. Adesso Macron ha davanti a sé un anno di campagna elettorale, in vista delle elezioni presidenziali del 2022, in cui sfiderà probabilmente Marine Le Pen (N.B. "Marat" è la newsletter con cui Francesco Maselli racconterà sul campo la nuova corsa all’Eliseo, per iscriversi: marat.nightreview.it).
Nel quattordicesimo e ultimo episodio della 3ª stagione di Cavour, Francesco Maselli discute del futuro della nazione più ambiziosa d’Europa con Gilles Gressani, fondatore del think tank Groupe d'Études Géopolitiques, e Rachel Donadio, giornalista, collaboratrice della rivista americana The Atlantic e precedentemente a capo della redazione romana del New York Times. -
Quanto conta la Germania nel mondo? Molto, o molto poco, a seconda del punto di osservazione: è una potenza economica e commerciale, ma non ha grande influenza diplomatica e militare. Le elezioni federali che si terranno il 26 settembre 2021 potrebbero portare un grande cambiamento: per la prima volta alla Cancelleria potrebbe arrivare una candidata dei Verdi, Annalena Baerbock. Una parte dell’opinione pubblica tedesca è convinta che l’economia da sola non basti più, e che Berlino debba smettere di essere il cosiddetto "egemone riluttante" in Europa, e diventare più influente. È un’evoluzione possibile?
Nel tredicesimo episodio della 3ª stagione di Cavour, Francesco Maselli ne discute con Danilo Taino, editorialista e inviato del Corriere della Sera ed ex corrispondente da Berlino, e Fabrizio Maronta, responsabile delle relazioni internazionali di Limes. -
Saknas det avsnitt?
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Negli ultimi dieci anni, il mondo è diventato sempre più pericoloso: le crisi internazionali aumentano, gli Stati si riarmano, le regole sono sempre meno rispettate. Tutto questo è causato anche da una fase di introversione attraversata dagli Stati Uniti, che hanno lasciato spazi che altre potenze stanno colmando. Questa situazione ha generato in alcuni Stati la tentazione di mettere la comunità internazionale di fronte al fatto compiuto, cambiando le regole del gioco e alterando gli equilibri unilateralmente. Cosa comporta tutto ciò?
Nel dodicesimo episodio della 3ª stagione di Cavour, Francesco Maselli ne discute con Mauro Gilli, ricercatore al politecnico di Zurigo ed esperto di tecnologia militare e sicurezza internazionale, e Giuseppe Famà, direttore degli Affari Europei del Crisis Group. -
Libia, Balcani, Mediterraneo orientale, Ucraina, Caucaso, Siria: oggi è difficile per l’Italia, e un po’ per tutti gli attori internazionali, affrontare dossier di politica estera ignorando il ruolo della Turchia. Questo grazie a Recep Taiyyp Erdoğan, che è stato in grado di riportare Ankara al ruolo di grande potenza, ma anche grazie a un movimento storico forse inevitabile: la Turchia è erede di un impero, ed era soltanto questione di tempo prima che se ne ricordasse.
Nell'undicesimo episodio della 3ª stagione di Cavour, Francesco Maselli ne discute con Alessia Chiriatti, responsabile del Programma Formazione dell'Istituto Affari Internazionali (IAI) e docente di International Relations and Global Politics presso l’Università degli Studi di Perugia. -
Il peso geopolitico degli Stati della Penisola arabica sta aumentando, e la loro capacità di influenzare dossier importantissimi nel Mediterraneo è evidente: infatti, c’è un profondo interesse delle grandi potenze mondiali per mantenere buone relazioni con questi attori. E l’Italia? Ha gli strumenti per capire cosa sta accadendo non molto lontano dal proprio mare? Percepisce che dalle primavere arabe del 2011 il Medio Oriente e il Nord Africa sono entrati in una fase diversa, che è forse instabile, ma che allo stesso tempo ha creato nuove gerarchie?
Nel decimo episodio della 3ª stagione di Cavour, Francesco Maselli ne discute con Cinzia Bianco, research fellow dello European Council on Foreign Relations, e Rolla Scolari, giornalista di Sky TG24. -
Per nessuno è semplice trattare con la Russia. È un paese sconfinato, con interessi in tutto il mondo, erede di un impero e in grado di polarizzare ogni opinione pubblica, dividerla tra odio e fascinazione, anche a causa del suo attuale leader Vladimir Putin. Per l’Italia è particolarmente complesso, perché ne siamo attratti: siamo sufficientemente lontani da Mosca da non percepirla come una minaccia, ma molti nostri partner europei la considerano tale, e quindi va trovato un equilibrio. Avere un buon rapporto con i russi, mentre siamo parte dell'Alleanza Atlantica dal forte peso americano, soddisfa la nostra tendenza a parlare con tutti, e a non avere alcun nemico. Ora che gli Stati Uniti hanno un nuovo presidente, molto meno accomodante con Putin rispetto al suo predecessore, le cose potrebbero cambiare.
Nel nono episodio della 3ª stagione di Cavour, Francesco Maselli ne discute con Marta Allevato, giornalista dell’Agi ed ex corrispondente da Mosca, e Micòl Flammini, giornalista de Il Foglio. -
È difficile trovare un tratto comune ai popoli. Ma su di noi italiani possiamo affermare una cosa con certezza: la nostra storia ci ha insegnato a fare bene il nostro lavoro, anche con poche risorse. È una qualità, ma anche un grande limite, e questo vale per la diplomazia, come in molti altri campi. Luca Attanasio, l’ambasciatore italiano ucciso in Repubblica Democratica del Congo, era un esempio di questo tipo: reggeva l’ambasciata da solo, occupandosi di tutti e di tutto, dagli incontri politici ai problemi dei cittadini italiani che vivono in quella parte dimenticata di Africa. L’Italia è presente ovunque, perché serve ai nostri interessi nazionali, economici e non. Ma serve anche a portare la nostra idea di Italia nel mondo.
Nell'ottavo episodio della 3ª stagione di Cavour, Francesco Maselli ne discute con Mario Giro, responsabile delle relazioni internazionali della comunità di Sant’Egidio ed ex viceministro degli Esteri, e Amedeo Ricucci, inviato Rai in Africa e Medio Oriente. -
Mario Draghi è l’italiano più conosciuto all’estero, ma è anche l’uomo politico di cui si conosce meno in Italia. Che ruolo immagina per il nostro paese all’interno dei grandi cambiamenti che stiamo vivendo? Nel suo discorso per la fiducia, il nuovo Presidente del Consiglio ha cominciato a tratteggiare alcuni punti fondamentali: siamo atlantisti, àncorati in Europa, crediamo nelle Nazioni Unite, il Mediterraneo è la nostra priorità. E c’è un concetto su cui Draghi ha ragionato molto: quello di sovranità. Che oggi vuol dire difendere i propri interessi nazionali in un mondo interconnesso.
Nel settimo episodio della 3ª stagione di Cavour, Francesco Maselli ne discute con Tonia Mastrobuoni, corrispondente da Berlino de La Repubblica, e Simone Pieranni, giornalista de Il Manifesto. -
Il mondo dell’Italia è più piccolo. La sfera degli interessi italiani non può essere paragonata a quella degli Stati Uniti, ma nemmeno a quella di Francia o Gran Bretagna. Tuttavia, pur non avendo interessi strategici in ogni continente, l'Italia deve prestare attenzione a ciò che accade in alcuni teatri fondamentali per la geopolitica delle grandi potenze. Anche se lontani dal mar Mediterraneo, i cui confini coincidono con il perimetro tradizionale della politica estera italiana. A est di Suez c'è vita: anzi, c'è un continente intero. Si chiama Asia.
Nel sesto episodio della 3ª stagione di Cavour, Francesco Maselli ne discute con Giulia Pompili, giornalista de Il Foglio, e Antonio Talia, giornalista di Radio24. -
Gli Stati Uniti non possono essere considerati un paese normale: influenzano tutto ciò che accade nel mondo. Ed è impossibile non parlare di America quando si discute di politica estera. L'insediamento dell'Amministrazione guidata da Joe Biden ha un peso anche per l'Italia e l'Europa: ogni presidente ha la sua agenda, le sue priorità, la sua volontà di lasciare il segno con decisioni o accordi simbolici. Ma nel passaggio tra Donald Trump e Joe Biden, il cambiamento sarà forse più nella forma che nella sostanza su molti dossier. Non su tutti però.
Nel quinto episodio della 3ª stagione di Cavour, Francesco Maselli ne discute con Marilisa Palumbo, giornalista del Corriere della Sera, e Federico Leoni, caporedattore di Sky TG24. -
In Italia nascono pochi bambini, gli italiani sono sempre meno e sempre più vecchi. Sono problemi noti, ma declinati come se fossero una questione meramente economica. La demografia è, invece, un aspetto fondamentale della politica estera di un Paese: l’esuberanza della popolazione decide traiettorie e destini delle nazioni. Si tratta di un argomento delicato e affrontato in modo serissimo dalle grandi potenze.
Nel quarto episodio della 3ª stagione di Cavour, Francesco Maselli ne discute con Alessandra De Rose, docente di demografia all’Università La Sapienza di Roma, e Dario Fabbri, consigliere scientifico di Limes. -
La Libia è forse il dossier più importante per la politica estera italiana. Eppure i due governi presieduti da Giuseppe Conte, diversi per composizione politica e agenda internazionale, hanno avuto un approccio identico alla questione: confuso e rinunciatario. L’Italia non ha compreso che il paese nordafricano, nostra ex colonia e fondamentale per l’approvvigionamento energetico della Penisola, è diventato un terreno di scontro dove piccole, medie e grandi potenze non hanno paura di utilizzare ogni mezzo per difendere i propri interessi. L'Italia ha rinunciato a tutto questo, forse per mancanza di strategia o forse perché ha deciso di ignorare che il mondo è cambiato.
Nel terzo episodio della 3ª stagione di Cavour, Francesco Maselli ne discute con Claudia Gazzini, senior analyst dell'International Crisis Group, e Giuseppe De Giorgi, Ammiraglio ed ex Capo di Stato Maggiore della Marina. -
Cosa cambia nello scenario mediorientale l'omicidio di Mohsen Fakhrizadeh, importante scienziato nucleare iraniano? E in che modo può essere collegato a quello del generale Qasem Soleimani per mano americana dello scorso 3 gennaio? E soprattutto: la prospettiva di un contrattacco iraniano contro Israele e l'Occidente minaccia di ostacolare gli sforzi per rilanciare un accordo nucleare con l'Iran da parte dell'amministrazione Biden che si sta per insediare? E l’Italia in tutto questo ha davvero un ruolo?
Nel secondo episodio della 3ª stagione di Cavour, Francesco Maselli ne discute con Gabriella Colarusso, giornalista di Repubblica, e Nicola Pedde, direttore dell’Institute for Global Studies. -
Da marzo 2020, l’agenda politica italiana è concentrata quasi esclusivamente sulla pandemia, ma il mondo non si è fermato: Francia e Germania discutono di autonomia strategica dell’Europa, la Turchia continua imperterrita a perseguire i suoi interessi nel Mediterraneo e in Libia, il Regno Unito ha annunciato l’aumento del budget militare più cospicuo dalla guerra fredda, Joe Biden è stato eletto Presidente degli Stati Uniti e ha subito iniziato a delineare i contorni della sua futura politica estera. Il dibattito pubblico italiano, e la sua politica, invece, fanno finta che tutto questo non esista: parliamo di esteri, ma come se fossimo soltanto spettatori. Lo siamo davvero?
Nel primo episodio della 3ª stagione di Cavour, Francesco Maselli ne discute con Daniele Raineri, giornalista de Il Foglio, e Andrea Gilli, ricercatore del Nato Defense College. -
L'Italia ha sempre avuto una politica interna piuttosto instabile. Nonostante la frequenza dei cambi di guida al governo, non è mai mancata una sorta di continuità grazie a obiettivi e valori comuni che il "sistema Italia" ha sempre voluto e dovuto difendere. Le elezioni di marzo 2018 hanno cambiato tutto: da quel momento, la politica interna ha iniziato a influenzare maggiormente il nostro comportamento in politica estera. Quali sono le conseguenze concrete di questo cambiamento? E come viene percepita oggi l'Italia nel mondo?
Nel decimo e ultimo episodio della 2ª stagione di Cavour, Francesco Maselli ne discute con Giancarlo Loquenzi, giornalista di Rai Radio 1 e conduttore di "Zapping", e Silvia Sciorilli Borrelli, corrispondente da Roma di Politico Europe. -
Cosa vuol dire che "la NATO è in morte cerebrale"? L'espressione è stata usata dal presidente francese Emmanuel Macron che, in un'intervista al settimanale The Economist, ha voluto provocare gli stati membri dell'Alleanza Atlantica. Ma allo stesso tempo ha anche fotografato lo stato delle relazioni tra i paesi più importanti della NATO: Stati Uniti, Francia, Turchia e Regno Unito. Da dove viene questa crisi?
Nel nono episodio della 2ª stagione di Cavour, Francesco Maselli ne discute con Giordana Pulcini, docente di Scienze Politiche all'Università di Roma Tre, e Dario Fabbri, Consigliere scientifico e responsabile per l'America di Limes. -
Che c'entrano i figli con la politica estera? Non sono solo le relazioni internazionali o le attività dei ministeri degli Esteri e della Difesa a costituire il ruolo dell'Italia nel mondo. C'è anche la demografia a giocare un ruolo decisivo, e tutte le politiche ad essa connessa: come lo stato decide di dare una mano a chi vuole avere dei figli, e come si decide di dare la cittadinanza a chi arriva in Italia e decide di intraprendere un percorso che poi lo porterà a diventare parte della società.
Nell'ottavo episodio della 2ª stagione di Cavour, Francesco Maselli intervista Elena Bonetti, ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia. -
Quando nel marzo 2019 sono scoppiate le proteste a Hong Kong, pur riconoscendone l'importanza per il continente asiatico, Cavour ha deciso di non occuparsene, perché non avevano un "riflesso" sull'Italia. Ma poi qualcosa è cambiato. L'Italia ha firmato il memorandum di adesione al progetto cinese della Nuova Via della Seta (se n'è discusso nel sesto episodio della 1ª stagione: https://open.spotify.com/episode/6MBhWVDx0l6zN9QA4fTUJ3 ) e ci sono stati degli effetti politici di questa firma: l'ultimo di questi effetti è la (non) posizione espressa dal ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, su ciò che sta accadendo a Hong Kong.
Nel settimo episodio della 2ª stagione di Cavour, Francesco Maselli ne discute con Giulia Pompili, giornalista de Il Foglio, e Simone Pieranni, giornalista de Il Manifesto. -
È difficile raccontare il mondo in televisione: i reportage sono pochi, forse perché costosi e l’industria è in crisi, ma anche i momenti di approfondimento scarseggiano. Come mai in TV è così difficile preservare degli spazi di racconto di quello che accade fuori dai nostri confini?
Nel sesto episodio della 2ª stagione di Cavour, Francesco Maselli ne discute con Corrado Formigli, giornalista, reporter di guerra e conduttore di "Piazzapulita" su La7. -
Cosa c'entra Jack Ryan con Cavour? Il personaggio creato dallo scrittore americano Tom Clancy, e oggi protagonista della omonima serie TV di Amazon, apre la nuova stagione spiegando perché il Venezuela, che possiede tra i più vasti giacimenti di petrolio e oro al mondo, è una delle maggiori minacce mondiali. E sta vivendo quella che attualmente è una delle più gravi crisi umanitarie. Ma anche in Cile, Argentina e Bolivia sono in corso delle manifestazioni di protesta. Il denominatore comune di tutto il Sud America sembra essere il caos, perché quasi tutti i paesi del continente soffrono di crisi economiche e politiche.
Perché i guai in Sud America riguardano anche l'Europa e l'Italia. Nel quinto episodio della 2ª stagione di Cavour, Francesco Maselli ne discute con Cecilia Sala, giornalista e inviata in Venezuela e Cile, e Nicola Bilotta, economista per The Banker Research Team del Financial Times. - Visa fler