Avsnitt
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Mt. Gox è stata la prima exchange di Bitcoin al mondo. Fondata nel 2010, quando Bitcoin era poco più che un giochino per appassionati di crittografia, e fallita nel 2014 dopo aver letteralmente perso tutti i Bitcoin che custodiva per i suoi utenti, in quello che ancora oggi è il più grande scandalo del mondo delle criptovalute.
Prima del suo fallimento infatti, Mt. Gox era il centro di tutto l'ecosistema Bitcoin. Se volevi comprare dei Bitcoin negli anni tra il 2010 e il 2012, Mt. Gox era praticamente l’unico posto dove andare. E anche nel 2013, quando avevano già cominciato ad emergere piattaforme come Coinbase o Bitfinex, il 70% di tutte le compravendite di Bitcoin passava ancora da Mt. Gox. Mt. Gox e Bitcoin erano praticamente sinonimi.
Inevitabilmente quindi, questo podcast è tanto la storia di Mt. Gox quanto è la storia dei primi anni di vita di Bitcoin; la storia di come una tecnologia nata per essere una forma di contante digitale – una cosa che si usa per comprare cose – si è trasformata in una forma di investimento – una cosa che si compra sperando di diventare ricchi.
La storia di Mt. Gox e del suo fallimento è una storia vecchia, vecchissima se consideriamo quanto è cambiato il mondo delle crypto dal 2014 a oggi. Ma è una storia che mette in luce i problemi strutturali di Bitcoin. Gli stessi problemi che stanno alla base di tutti gli scandali venuti dopo.
Questo episodio è stato realizzato grazie al supporto del Comune di Bologna, che ha finanziato la sua realizzazione attraverso il bando Incredibol 2023.
FONTI:
Popper, N. (2015). Digital gold: Bitcoin and the inside story of the misfits and millionaires trying to reinvent money. First edition. New York, NY, Harper, an Imprint of HarperCollins Publishers.
WIZSEC Blog: https://blog.wizsec.jp/
Bitcoin Documentary | The unbelievable story of Mark Karpeles: https://www.youtube.com/results?search_query=mark+karpeles+documentary
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In questa serie di episodi vi racconteremo gli avvenimenti che hanno portato al fallimento di Silicon Valley Bank avvenuto a Marzo del 2023.
Le nozioni economiche che vi spiegheremo in questi episodi vi serviranno sia a comprendere come mai questa banca è fallita, sia a comprendere meglio il panorama economico di oggi e degli ultimi 15 anni.
In questo episodio terminiamo il racconto parlando degli ultimi mesi di vita di Silicon Valley Bank. Al termine di questo episodio c'è una riflessione sul rapporto tra le banche e i loro correntisti.
Fonti:
- Silicon Valley Bank financial statements and annual reports
- WSJ | What went wrong - How silicon Valley Bank Collapsed in 36 hours: https://www.wsj.com/video/series/news-explainers/how-silicon-valley-bank-collapsed-in-36-hours-what-went-wrong/8DBEB163-0EEE-4CC2-B974-8252039D6C38
- WSJ | SVB Collapses, in Second Largest Bank Failure in U.S. History: https://www.wsj.com/podcasts/whats-news/svb-collapses-in-second-largest-bank-failure-in-us-history/c8c6c3a2-ba0a-47ed-a38f-3f958cdcfffb
- Ferguson, Charles. 2010. Inside Job. United States: Sony Pictures Classics
- WSJ | Rising Interest Rates Hit Banks’ Bond Holdings: https://www.wsj.com/articles/rising-interest-rates-hit-banks-bond-holdings-11668123473
- WSJ | Senate Passes Bill Easing Banking Rules: https://www.wsj.com/articles/rollback-of-crisis-era-banking-rules-clears-senate-1521067499
- WSJ | Silicon Valley Bank Crisis Unsettles Bank Investors: https://www.wsj.com/articles/silicon-valley-bank-crisis-unsettles-bank-investors-bc4ee834
- Odd lots podcast | 16 March 2023 | The regulatory blunder that gave us the Silicon Valley Bank disaster
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Saknas det avsnitt?
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In questa serie di episodi vi racconteremo gli avvenimenti che hanno portato al fallimento di Silicon Valley Bank avvenuto a Marzo del 2023.
Le nozioni economiche che vi spiegheremo in questi episodi vi serviranno sia a comprendere come mai questa banca è fallita, sia a comprendere meglio il panorama economico di oggi e degli ultimi 15 anni.
In questo episodio raccontiamo le politiche monetarie che hanno imposto dalle banche centrali negli ultimi anni, soffermandoci a capire come hanno risposto le banche centrali a shock economici come la pandemia e l'inflazione. I tassi di interesse imposti dalle banche centrali hanno effetti sull'economia e sul sistema bancario e hanno avuto un ruolo importante nel fallimento di Silicon Valley Bank.
Fonti:
- Silicon Valley Bank financial statements and annual reports
- WSJ | What went wrong - How silicon Valley Bank Collapsed in 36 hours: https://www.wsj.com/video/series/news-explainers/how-silicon-valley-bank-collapsed-in-36-hours-what-went-wrong/8DBEB163-0EEE-4CC2-B974-8252039D6C38
- WSJ | SVB Collapses, in Second Largest Bank Failure in U.S. History: https://www.wsj.com/podcasts/whats-news/svb-collapses-in-second-largest-bank-failure-in-us-history/c8c6c3a2-ba0a-47ed-a38f-3f958cdcfffb
- Ferguson, Charles. 2010. Inside Job. United States: Sony Pictures Classics
- WSJ | Rising Interest Rates Hit Banks’ Bond Holdings: https://www.wsj.com/articles/rising-interest-rates-hit-banks-bond-holdings-11668123473
- WSJ | Senate Passes Bill Easing Banking Rules: https://www.wsj.com/articles/rollback-of-crisis-era-banking-rules-clears-senate-1521067499
- WSJ | Silicon Valley Bank Crisis Unsettles Bank Investors: https://www.wsj.com/articles/silicon-valley-bank-crisis-unsettles-bank-investors-bc4ee834
- Odd lots podcast | 16 March 2023 | The regulatory blunder that gave us the Silicon Valley Bank disaster
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In questa serie di episodi vi racconteremo gli avvenimenti che hanno portato al fallimento di Silicon Valley Bank avvenuto a Marzo del 2023.
Le nozioni economiche che vi spiegheremo in questi episodi vi serviranno sia a comprendere come mai questa banca è fallita, sia a comprendere meglio il panorama economico di oggi e degli ultimi 15 anni.
In questo primo episodio vi raccontiamo le origini di questa banca, spiegando come ha fatto a diventare un colosso bancario in poco tempo in un paese come gli Stati Uniti, dove le banche sono tante e potenti.
Fonti:
- Silicon Valley Bank financial statements and annual reports
- WSJ | What went wrong - How silicon Valley Bank Collapsed in 36 hours: https://www.wsj.com/video/series/news-explainers/how-silicon-valley-bank-collapsed-in-36-hours-what-went-wrong/8DBEB163-0EEE-4CC2-B974-8252039D6C38
- WSJ | SVB Collapses, in Second Largest Bank Failure in U.S. History: https://www.wsj.com/podcasts/whats-news/svb-collapses-in-second-largest-bank-failure-in-us-history/c8c6c3a2-ba0a-47ed-a38f-3f958cdcfffb
- Ferguson, Charles. 2010. Inside Job. United States: Sony Pictures Classics
- WSJ | Rising Interest Rates Hit Banks’ Bond Holdings: https://www.wsj.com/articles/rising-interest-rates-hit-banks-bond-holdings-11668123473
- WSJ | Senate Passes Bill Easing Banking Rules: https://www.wsj.com/articles/rollback-of-crisis-era-banking-rules-clears-senate-1521067499
- WSJ | Silicon Valley Bank Crisis Unsettles Bank Investors: https://www.wsj.com/articles/silicon-valley-bank-crisis-unsettles-bank-investors-bc4ee834
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Per questa puntata bonus della serie "Out Now!", abbiamo fatto una chiacchierata con la professoressa Cristiana Fiamingo, docente di storia e istituzioni dell'Africa all'Università Statale di Milano.
Le abbiamo chiesto di raccontarci qualcosa in più sulle radici economiche del regime di Apartheid in Sudafrica, sulle principali politiche economiche del regime e su come quelle politiche, purtroppo, facciano ancora sentire il loro impatto sul Sudafrica di oggi.
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A cavallo tra gli anni ’70 e gli anni ’80, la campagna per il disinvestimento portata avanti dai campus delle università americane comincia a prendere piede in tutti gli Stati Uniti.
Ma di fronte alla scelta operativa di quali azioni vendere, di quali aziende si meritino il disinvestimento, gli investitori vengono messi di fronte ad un dilemma:
È giusto fare di tutta l’erba un fascio? È proprio vero che tutte le aziende che fanno affari in Sudafrica stanno contribuendo a sostenere l’apartheid?
* * *
Nell’Ottobre del 1986, il Senato americano impone per la prima volta sanzioni economiche contro il Sudafrica, per fare pressione al governo sudafricano affinché cancelli l’Apartheid – un brutale regime di segregazione razziale in vigore da quasi quarant’anni.
L’approvazione delle sanzioni americane contro il Sudafrica, arrivata nonostante l’opposizione feroce del presidente Ronald Reagan, è il punto di arrivo di una lotta durata più di 30 anni – una lotta portata avanti non da presidenti e senatori, ma da una costellazione di associazioni e gruppi di attivisti sparsi per il territorio americano.
Questa costellazione – il movimento anti-apartheid americano – è riuscita a prevalere e a raggiungere il suo obiettivo grazie ad un’idea nuova di finanza: un nuovo paradigma, per cui la finanza e gli investimenti smettono di essere soltanto un sistema per gestire i propri soldi e diventano un’arma per portare avanti idee, battaglie e valori.
Fonti:
- South African History Online. â https://www.sahistory.org.za/â
- BROYLES, P. A. (1998). THE IMPACT OF SHAREHOLDER ACTIVISM ON CORPORATE INVOLVEMENT IN SOUTH AFRICA DURING THE REAGAN ERA. International Review of Modern Sociology, 28(1), 1–19. â http://www.jstor.org/stable/41421629â
- Paul, K., & Aquila, D. A. (1988). Political Consequences of Ethical Investing: The Case of South Africa. Journal of Business Ethics, 7(9), 691–697. â http://www.jstor.org/stable/25071819â
- Divestment for humanity: the Anti-Apartheid Movement at the University of Michigan.
http://michiganintheworld.history.lsa.umich.edu/antiapartheid/exhibits/show/exhibit
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Dopo la rivolta di Soweto in Sudafrica nel 1976, il movimento anti-apartheid americano cambia volto. I suoi protagonisti non sono più leader religiosi o veterani del movimento per i diritti civili, ma sono studenti universitari, che nei campus di tutta America formano associazioni, stampano volantini, scrivono cartelli e scendono in piazza.
Ma il movimento non cambia solo volto, cambia anche strategia.
* * *
Nell’Ottobre del 1986, il Senato americano impone per la prima volta sanzioni economiche contro il Sudafrica, per fare pressione al governo sudafricano affinché cancelli l’Apartheid – un brutale regime di segregazione razziale in vigore da quasi quarant’anni.
L’approvazione delle sanzioni americane contro il Sudafrica, arrivata nonostante l’opposizione feroce del presidente Ronald Reagan, è il punto di arrivo di una lotta durata più di 30 anni – una lotta portata avanti non da presidenti e senatori, ma da una costellazione di associazioni e gruppi di attivisti sparsi per il territorio americano.
Questa costellazione – il movimento anti-apartheid americano – è riuscita a prevalere e a raggiungere il suo obiettivo grazie ad un’idea nuova di finanza: un nuovo paradigma, per cui la finanza e gli investimenti smettono di essere soltanto un sistema per gestire i propri soldi e diventano un’arma per portare avanti idee, battaglie e valori.
Fonti:
- South African History Online. â https://www.sahistory.org.za/â
- BROYLES, P. A. (1998). THE IMPACT OF SHAREHOLDER ACTIVISM ON CORPORATE INVOLVEMENT IN SOUTH AFRICA DURING THE REAGAN ERA. International Review of Modern Sociology, 28(1), 1–19. â http://www.jstor.org/stable/41421629â
- Paul, K., & Aquila, D. A. (1988). Political Consequences of Ethical Investing: The Case of South Africa. Journal of Business Ethics, 7(9), 691–697. â http://www.jstor.org/stable/25071819â
- Divestment for humanity: the Anti-Apartheid Movement at the University of Michigan.
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L’indignazione globale seguita alla notizia del massacro di Sharpeville trova terreno fertile negli Stati Uniti, dove da una costola movimento per i diritti civili degli afro-americani, nasce un movimento contro l’Apartheid in Sudafrica.
Fin dagli anni ’60, questo movimento si pone un obiettivo chiaro. La sua missione è quella di convincere le maggiori aziende americane ad interrompere i commerci e gli investimenti in Sudafrica, per mettere in ginocchio l’economia del paese.
Ma che cosa vuol dire “convincere un’azienda”?
* * *
Nell’Ottobre del 1986, il Senato americano impone per la prima volta sanzioni economiche contro il Sudafrica, per fare pressione al governo sudafricano affinché cancelli l’Apartheid – un brutale regime di segregazione razziale in vigore da quasi quarant’anni.
L’approvazione delle sanzioni americane contro il Sudafrica, arrivata nonostante l’opposizione feroce del presidente Ronald Reagan, è il punto di arrivo di una lotta durata più di 30 anni – una lotta portata avanti non da presidenti e senatori, ma da una costellazione di associazioni e gruppi di attivisti sparsi per il territorio americano.
Questa costellazione – il movimento anti-apartheid americano – è riuscita a prevalere e a raggiungere il suo obiettivo grazie ad un’idea nuova di finanza: un nuovo paradigma, per cui la finanza e gli investimenti smettono di essere soltanto un sistema per gestire i propri soldi e diventano un’arma, per portare avanti idee, battaglie e valori.
Fonti:
- South African History Online. â https://www.sahistory.org.za/â
- BROYLES, P. A. (1998). THE IMPACT OF SHAREHOLDER ACTIVISM ON CORPORATE INVOLVEMENT IN SOUTH AFRICA DURING THE REAGAN ERA. International Review of Modern Sociology, 28(1), 1–19. â http://www.jstor.org/stable/41421629â
- Paul, K., & Aquila, D. A. (1988). Political Consequences of Ethical Investing: The Case of South Africa. Journal of Business Ethics, 7(9), 691–697. â http://www.jstor.org/stable/25071819â
- Divestment for humanity: the Anti-Apartheid Movement at the University of Michigan.
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La mattina del 21 Marzo 1960, nella township sudafricana di Sharpeville – una periferia dove abitano esclusivamente persone nere – migliaia di persone si stanno accalcando davanti alla stazione di polizia chiedendo a gran voce di essere arrestate e messe in cella.
* * *
Nell’Ottobre del 1986, il Senato americano impone per la prima volta sanzioni economiche contro il Sudafrica, per fare pressione al governo sudafricano affinché cancelli l’Apartheid – un brutale regime di segregazione razziale in vigore da quasi quarant’anni.
L’approvazione delle sanzioni americane contro il Sudafrica, arrivata nonostante l’opposizione feroce del presidente Ronald Reagan, è il punto di arrivo di una lotta durata più di 30 anni – una lotta portata avanti non da presidenti e senatori, ma da una costellazione di associazioni e gruppi di attivisti sparsi per il territorio americano.
Questa costellazione – il movimento anti-apartheid americano – è riuscita a prevalere e a raggiungere il suo obiettivo grazie ad un’idea nuova di finanza: un nuovo paradigma, per cui la finanza e gli investimenti smettono di essere soltanto un sistema per gestire i propri soldi e diventano un’arma per portare avanti idee, battaglie e valori.
Fonti:
- South African History Online. https://www.sahistory.org.za/
- BROYLES, P. A. (1998). THE IMPACT OF SHAREHOLDER ACTIVISM ON CORPORATE INVOLVEMENT IN SOUTH AFRICA DURING THE REAGAN ERA. International Review of Modern Sociology, 28(1), 1–19. http://www.jstor.org/stable/41421629
- Paul, K., & Aquila, D. A. (1988). Political Consequences of Ethical Investing: The Case of South Africa. Journal of Business Ethics, 7(9), 691–697. http://www.jstor.org/stable/25071819
- Divestment for humanity: the Anti-Apartheid Movement at the University of Michigan.
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La salita dei prezzi delle azioni dot-com non si basava su aziende solide, ma su persone che compravano le azioni convinte di riuscire a rivenderle ad un altro scemo ad un prezzo più alto. Una salita del genere non può durare all’infinito, perché ad un certo punto gli scemi finiscono.
Gli scemi finirono a Marzo del 2000.
Tra il 1995 e il 2000, la promessa di un’età dell’oro di internet ha portato gli investitori di tutto il mondo a scagliare i loro soldi alle azioni di qualunque società avesse un “.com” alla fine del nome. Aziende con pochi mesi di vita, fondate da ragazzini appena usciti dal college, arrivarono a valere cifre mostruose e senza senso, per poi crollare rapidamente una volta raggiunti livelli ingiustificabili. La bolla delle dot-com è l’evento di storia economica moderna che ha impattato di più le nostre abitudini, i lavori tra cui possiamo scegliere oggi e il modo in cui li svolgiamo.
Testo: Luca Dann e Francesco Namari
Voci: Luca Dann, Francesco Namari
Guest star: Fjona Cakalli
Sound design a cura di Andrea Roccabella
Graphic design a cura dello studio Sezione Grafica
#dotcom #bolla #bolladelledotcom
Fonti:
- Swisher, K. (2000, December 18). Dot-Com Bubble Has Burst; Will Things Worsen in 2001?. Wall Street Journal.
- Eaton, L. (2000, December 18). Keeping Up With the Dow Jones; From Suites to Streets, All Eyes Are on Stock Market. The New York Times.
- Ip, G. Pulliam, S. Thurm, S. Simon, R. (2000, July 14). How the Internet Bubble Broke Records, Rules, Bank Accounts. Wall Street Journal.
- John Cassidy, Dot.Con: The Greatest Story Ever Sold (2002)
- Stock market data are taken from The Wall Street Journal, Yahoo Finance, and Bloomberg.
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Chi ha avuto la faccia tosta di portare le azioni di compagnie giovani e in perdita sui sacri scaffali della borsa? Saranno stati quei pazzi furiosi degli investment banker della City e di Wall Street.
Tra il 1995 e il 2000, la promessa di un’età dell’oro di internet ha portato gli investitori di tutto il mondo a scagliare i loro soldi alle azioni di qualunque società avesse un “.com” alla fine del nome. Aziende con pochi mesi di vita, fondate da ragazzini appena usciti dal college, arrivarono a valere cifre mostruose e senza senso, per poi crollare rapidamente una volta raggiunti livelli ingiustificabili. La bolla delle dot-com è l’evento di storia economica moderna che ha impattato di più le nostre abitudini, i lavori tra cui possiamo scegliere oggi e il modo in cui li svolgiamo.
Testo: Luca Dann e Francesco Namari
Voci: Luca Dann, Francesco Namari
Guest star: Fjona Cakalli
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#dotcom #bolla #bolladelledotcom
Fonti:
- Swisher, K. (2000, December 18). Dot-Com Bubble Has Burst; Will Things Worsen in 2001?. Wall Street Journal.
- Eaton, L. (2000, December 18). Keeping Up With the Dow Jones; From Suites to Streets, All Eyes Are on Stock Market. The New York Times.
- Ip, G. Pulliam, S. Thurm, S. Simon, R. (2000, July 14). How the Internet Bubble Broke Records, Rules, Bank Accounts. Wall Street Journal.
- John Cassidy, Dot.Con: The Greatest Story Ever Sold (2002)
- Stock market data are taken from The Wall Street Journal, Yahoo Finance, and Bloomberg.
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Dal 1982, giorno di rialzi dopo giorno di rialzi, sempre più persone avevano spostato i loro risparmi nel mercato azionario, e nel 1995 tutti erano pronti ad investire nella prossima novità.
La novità la portò un team di ragazzi dell’Università dell’Illinois, che regalò al mondo il primo internet browser capace di mostrare testo e immagini insieme nella stessa schermata. Ah oltre al browser i ragazzi fecero partire anche la bolla delle dot-com.
Tra il 1995 e il 2000, la promessa di un’età dell’oro di internet ha portato gli investitori di tutto il mondo a scagliare i loro soldi alle azioni di qualunque società avesse un “.com” alla fine del nome. Aziende con pochi mesi di vita, fondate da ragazzini appena usciti dal college, arrivarono a valere cifre mostruose e senza senso, per poi crollare rapidamente una volta raggiunti livelli ingiustificabili. La bolla delle dot-com è l’evento di storia economica moderna che ha impattato di più le nostre abitudini, i lavori tra cui possiamo scegliere oggi e il modo in cui li svolgiamo.
Testo: Luca Dann e Francesco Namari
Voci: Luca Dann, Francesco Namari
Guest star: Fjona Cakalli
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#dotcom #bolla #bolladelledotcom
Fonti:
- Swisher, K. (2000, December 18). Dot-Com Bubble Has Burst; Will Things Worsen in 2001?. Wall Street Journal.
- Eaton, L. (2000, December 18). Keeping Up With the Dow Jones; From Suites to Streets, All Eyes Are on Stock Market. The New York Times.
- Ip, G. Pulliam, S. Thurm, S. Simon, R. (2000, July 14). How the Internet Bubble Broke Records, Rules, Bank Accounts. Wall Street Journal.
- John Cassidy, Dot.Con: The Greatest Story Ever Sold (2002)
- Stock market data are taken from The Wall Street Journal, Yahoo Finance, and Bloomberg.
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Il 1982 fu un anno ricco di eventi. La nazionale di calcio Italiana vinse il suo terzo titolo mondiale, l’Argentina occupò le isole Falkland, Michael Jackson rilasciò Thriller, il suo album più celebre che fece la storia della musica.
Ma questi sono tutti eventi insignificanti (se non addirittura ridicoli) in confronto al ben più importante mercato azionario, che proprio quell’anno cominciò il più lungo periodo di rialzi che Wall Street aveva mai visto. Un periodo di quasi vent’anni che vide l’indice azionario Dow Jones aumentare di oltre dieci volte, e il NASDAQ di oltre trenta volte.
Questo lungo periodo di prosperità a Wall Street è stato il primo di una serie di step che ha portato alla formazione della bolla speculativa passata alla storia come “la bolla delle dot-com” degli anni ‘90.
Tra il 1995 e il 2000, la promessa di un’età dell’oro di internet ha portato gli investitori di tutto il mondo a scagliare i loro soldi alle azioni di qualunque società avesse un “.com” alla fine del nome. Aziende con pochi mesi di vita, fondate da ragazzini appena usciti dal college, arrivarono a valere cifre mostruose e senza senso, per poi crollare rapidamente una volta raggiunti livelli ingiustificabili. La bolla delle dot-com è l’evento di storia economica moderna che ha impattato di più le nostre abitudini, i lavori tra cui possiamo scegliere oggi e il modo in cui li svolgiamo.
Testo: Luca Dann e Francesco Namari
Voci: Luca Dann, Francesco Namari
Guest star: Fjona Cakalli
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Fonti:
- Swisher, K. (2000, December 18). Dot-Com Bubble Has Burst; Will Things Worsen in 2001?. Wall Street Journal.
- Eaton, L. (2000, December 18). Keeping Up With the Dow Jones; From Suites to Streets, All Eyes Are on Stock Market. The New York Times.
- Ip, G. Pulliam, S. Thurm, S. Simon, R. (2000, July 14). How the Internet Bubble Broke Records, Rules, Bank Accounts. Wall Street Journal.
- John Cassidy, Dot.Con: The Greatest Story Ever Sold (2002)
- Stock market data are taken from The Wall Street Journal, Yahoo Finance, and Bloomberg.
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Dalla storia incredibile della Banana Republic, è facile trarre conclusioni romantiche.E’ forte la tentazione di pensare che le banche e i loro numeri alla fine non servono. Che se nel Novembre 1970 le banche Irlandesi non avessero riaperto, tanto era lo stesso.Ma non è andata proprio così. Per capire perché l’economia Irlandese non sarebbe andata avanti all’infinito senza banche, serve rispondere ad un’ultima domanda: che cosa sono i soldi?Nel 1970, tutte le banche commerciali della Repubblica d’Irlanda rimasero chiuse per oltre sei mesi, a causa di una disputa sindacale tra le banche e i loro impiegati.Per quei sei mesi, l’Irlanda divenne la cavia involontaria di un sadico esperimento sociale. Che proprio come un esperimento di laboratorio, ci consente di osservare un prima e un dopo, e ci aiuta a rispondere ad una domanda: puo’ funzionare un’economia senza banche?Testo: Luca Dann e Francesco NamariVoci: Luca Dann, Francesco NamariSound design a cura di Andrea RoccabellaGraphic design a cura dello studio Sezione Grafica#irlanda #banche #soldiFonti:- Irish Newspaper Archives, https://www.irishnewsarchive.com/- Murphy, Antoin E, 1978. "Money in an Economy without Banks: The Case of Ireland," The Manchester School of Economic & Social Studies, University of Manchester, vol. 46(1), pages 41-50, March- Krüger, Malte (2017) : Money and credit: Lessons of the Irish bank strike of 1970, ROME Discussion Paper Series, No. 17-13, Research On Money in the Economy (ROME), s.l.- McLeay, Michael & Radia, Amar & Thomas, Ryland, 2014. "Money creation in the modern economy," Bank of England Quarterly Bulletin, Bank of England, vol. 54(1), pages 14-27.
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Nel 1970, l’85% del denaro nell’economia Irlandese esisteva solo sottoforma di depositi in conto corrente, numeri scritti sui libri contabili delle banche.Ma quando quelle banche chiusero i battenti tutto quel denaro, proprio come era stato creato dal nulla, scomparve all’improvviso.All’Irlanda serviva un’alternativa… E quell’alternativa arrivo!Nel 1970, tutte le banche commerciali della Repubblica d’Irlanda rimasero chiuse per oltre sei mesi, a causa di una disputa sindacale tra le banche e i loro impiegati.Per quei sei mesi, l’Irlanda divenne la cavia involontaria di un sadico esperimento sociale. Che proprio come un esperimento di laboratorio, ci consente di osservare un prima e un dopo, e ci aiuta a rispondere ad una domanda: puo’ funzionare un’economia senza banche?Testo: Luca Dann e Francesco NamariVoci: Luca Dann, Francesco NamariSound design a cura di Andrea Roccabella Graphic design a cura dello studio Sezione Grafica#irlanda #banche #soldiFonti:- Irish Newspaper Archives, https://www.irishnewsarchive.com/- Murphy, Antoin E, 1978. "Money in an Economy without Banks: The Case of Ireland," The Manchester School of Economic & Social Studies, University of Manchester, vol. 46(1), pages 41-50, March- Krüger, Malte (2017) : Money and credit: Lessons of the Irish bank strike of 1970, ROME Discussion Paper Series, No. 17-13, Research On Money in the Economy (ROME), s.l.- McLeay, Michael & Radia, Amar & Thomas, Ryland, 2014. "Money creation in the modern economy," Bank of England Quarterly Bulletin, Bank of England, vol. 54(1), pages 14-27.
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A cosa servono le banche? Qual è il loro ruolo nell’economia?Le banche non sono semplici intermediari finanziari: Le banche creano soldi dal nulla…Nel 1970, tutte le banche commerciali della Repubblica d’Irlanda rimasero chiuse per oltre sei mesi, a causa di una disputa sindacale tra le banche e i loro impiegati.Per quei sei mesi, l’Irlanda divenne la cavia involontaria di un sadico esperimento sociale. Che proprio come un esperimento di laboratorio, ci consente di osservare un prima e un dopo, e ci aiuta a rispondere ad una domanda: puo’ funzionare un’economia senza banche?Testo: Luca Dann e Francesco NamariVoci: Luca Dann, Francesco NamariSound design a cura di Andrea Roccabella Graphic design a cura dello studio Sezione Grafica#irlanda #banche #soldiFonti:- Irish Newspaper Archives, https://www.irishnewsarchive.com/- Murphy, Antoin E, 1978. "Money in an Economy without Banks: The Case of Ireland," The Manchester School of Economic & Social Studies, University of Manchester, vol. 46(1), pages 41-50, March- Krüger, Malte (2017) : Money and credit: Lessons of the Irish bank strike of 1970, ROME Discussion Paper Series, No. 17-13, Research On Money in the Economy (ROME), s.l.- McLeay, Michael & Radia, Amar & Thomas, Ryland, 2014. "Money creation in the modern economy," Bank of England Quarterly Bulletin, Bank of England, vol. 54(1), pages 14-27.
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Nel 1864, Raiffeisen fonda la sua prima cooperativa di credito a Heddesdorf. Il borgomastro è riuscito a creare una banca capace di risolvere la tinder trap, sfruttando i rapporti sociali tra i contadini che vivevano nei piccoli borghi rurali tagliati fuori dalle altre banche. Questo modello di banca si diffonde presto nel resto della Germania e dell’Europa, e il suo successo gli ha permesso di arrivare fino ai giorni nostri.In questa serie di episodi torneremo indietro nel tempo, nella Germania di metà ‘800, dove il sindaco di un borgo di montagna ha creato un modello di banca capace di risolvere inefficienze di mercato che ancora oggi affliggono banche, economisti… e utenti delle app di incontri online. Un modello che esiste ancora oggi: il credito cooperativo.Testo: Luca Dann, Francesco Namari e Marco TedeschiVoci: Luca Dann, Francesco Namari, Marco TedeschiSound design a cura di Andrea Roccabella Graphic design a cura dello studio Sezione Grafica#creditocooperativoFonti:- Guinnane, Timothy W. “Cooperatives as Information Machines: German Rural Credit Cooperatives, 1883-1914.” The Journal of Economic History, vol. 61, no. 2, Cambridge University Press, 2001, pp. 366–89, http://www.jstor.org/stable/2698024- Groeneveld, Hans, Reconciling Different Truths About Isomorphic Pressure and Distinctive Behavior at European Cooperative Banks: Back to the Future with Raiffeisen's Principles (September 2020). Annals of Public and Cooperative Economics, Vol. 91, Issue 3, pp. 359-386, 2020, Available at SSRN: https://ssrn.com/abstract=3686659 or http://dx.doi.org/10.1111/apce.12280- Raiffeisen, F.W. – Le Associazioni Casse di Prestito (Ecra, 2010).
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Il borgomastro Friedrich Wilhelm Raiffeisen ha una soluzione per dare accesso al credito ai contadini: essere tutti più bravi cristiani, smettere di pensare al vile denaro e aiutare il prossimo. Ma prima di realizzare questo paradiso in terra dovrà passare per l’inferno di una carestia, armato solo di una pagnotta di pane.In questa serie di episodi torneremo indietro nel tempo, nella Germania di metà ‘800, dove il sindaco di un borgo di montagna ha creato un modello di banca capace di risolvere inefficienze di mercato che ancora oggi affliggono banche, economisti… e utenti delle app di incontri online. Un modello che esiste ancora oggi: il credito cooperativo.Testo: Luca Dann, Francesco Namari e Marco TedeschiVoci: Luca Dann, Francesco Namari, Marco TedeschiCon la partecipazione di Francesca Mazzotti nel ruolo di NatashaSound design a cura di Andrea Roccabella Graphic design a cura dello studio Sezione Grafica#creditocooperativoFonti:- Guinnane, Timothy W. “Cooperatives as Information Machines: German Rural Credit Cooperatives, 1883-1914.” The Journal of Economic History, vol. 61, no. 2, Cambridge University Press, 2001, pp. 366–89, http://www.jstor.org/stable/2698024- Groeneveld, Hans, Reconciling Different Truths About Isomorphic Pressure and Distinctive Behavior at European Cooperative Banks: Back to the Future with Raiffeisen's Principles (September 2020). Annals of Public and Cooperative Economics, Vol. 91, Issue 3, pp. 359-386, 2020, Available at SSRN: https://ssrn.com/abstract=3686659 or http://dx.doi.org/10.1111/apce.12280- Raiffeisen, F.W. – Le Associazioni Casse di Prestito (Ecra, 2010).
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Che cosa hanno in comune gli utenti delle app di incontri online e i contadini tedeschi di metà ‘800? Entrambi devono fare i conti con la selezione avversa e l’azzardo morale! Queste inefficienze di mercato impediscono a chi usa Tinder di trovare il partner perfetto. Le stesse inefficienze lasciavano gli ex servi della gleba esclusi dal sistema bancario, e negavano loro l’accesso al capitale di cui avevano un disperato bisogno.In questa serie di episodi torneremo indietro nel tempo, nella Germania di metà ‘800, dove il sindaco di un borgo di montagna ha creato un modello di banca capace di risolvere inefficienze di mercato che ancora oggi affliggono banche, economisti… e utenti delle app di incontri online. Un modello che esiste ancora oggi: il credito cooperativo.Testo: Luca Dann, Francesco Namari e Marco TedeschiVoci: Luca Dann, Francesco Namari, Marco TedeschiCon la partecipazione di Francesca Mazzotti nel ruolo di Natasha e Alessandro Ferrari nel ruolo di LucianoSound design a cura di Andrea Roccabella Graphic design a cura dello studio Sezione Grafica#creditocooperativoFonti:- Guinnane, Timothy W. “Cooperatives as Information Machines: German Rural Credit Cooperatives, 1883-1914.” The Journal of Economic History, vol. 61, no. 2, Cambridge University Press, 2001, pp. 366–89, http://www.jstor.org/stable/2698024- Groeneveld, Hans, Reconciling Different Truths About Isomorphic Pressure and Distinctive Behavior at European Cooperative Banks: Back to the Future with Raiffeisen's Principles (September 2020). Annals of Public and Cooperative Economics, Vol. 91, Issue 3, pp. 359-386, 2020, Available at SSRN: https://ssrn.com/abstract=3686659 or http://dx.doi.org/10.1111/apce.12280- Raiffeisen, F.W. – Le Associazioni Casse di Prestito (Ecra, 2010).
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La finanza, quella vera, non è il trading online o un grasso conto in banca, e non è nemmeno riuscire a comprare un bitcoin proprio prima di un aumento vertiginoso del prezzo. La finanza vera è quella con cui devono confrontarsi i contadini tedeschi di metà ‘800: da poco liberati dalla servitù della gleba e bisognosi di capitale per finanziare investimenti nelle loro piccole imprese agricole.In questa serie di episodi torneremo indietro nel tempo, nella Germania di metà ‘800, dove il sindaco di un borgo di montagna ha creato un modello di banca capace di risolvere inefficienze di mercato che ancora oggi affliggono banche, economisti… e utenti delle app di incontri online. Un modello che esiste ancora oggi: il credito cooperativo.Testo: Luca Dann, Francesco Namari e Marco TedeschiVoci: Luca Dann, Francesco Namari, Marco TedeschiSound design a cura di Andrea Roccabella Graphic design a cura dello studio Sezione Grafica#creditocooperativoFonti:- Guinnane, Timothy W. “Cooperatives as Information Machines: German Rural Credit Cooperatives, 1883-1914.” The Journal of Economic History, vol. 61, no. 2, Cambridge University Press, 2001, pp. 366–89, http://www.jstor.org/stable/2698024- Groeneveld, Hans, Reconciling Different Truths About Isomorphic Pressure and Distinctive Behavior at European Cooperative Banks: Back to the Future with Raiffeisen's Principles (September 2020). Annals of Public and Cooperative Economics, Vol. 91, Issue 3, pp. 359-386, 2020, Available at SSRN: https://ssrn.com/abstract=3686659 or http://dx.doi.org/10.1111/apce.12280- Raiffeisen, F.W. – Le Associazioni Casse di Prestito (Ecra, 2010).
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