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Marga riversa il suo amore per la libertà nel lavoro, dirigendo l'osservatorio di Trieste nel modo più democratico possibile. Si definisce di sinistra, esprime il desiderio di poter vivere diecimila anni per assistere ai misteri più reconditi della scienza, diventa famosa e inizia quella che chiama la sua “terza vita”. Marga è richiesta per interviste, incontri. Lei così schiva diventa un punto di riferimento. Ma come al solito, pur occupandosi di stelle, riporta tutti a terra: «Non ho fatto mica grandi scoperte – dice - ho fatto un lavoro serio, onesto, ho portato qualche pietruzza, qualche contributo come tutti si fa nella scienza». E quando gli anni avanzano, rimane la consueta voglia di scappare, anche se i medici la sconsigliano. L'immobilismo per Marga non esiste: se il corpo non può muoversi, sarà la testa a rimediare: «Quella mica la puoi fermare».
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Nel 1947 la Ducati non produceva solo moto. Aveva una divisione di ottica: la macchina fotografica dell'epoca è la Leica, la Ducati lancia la “Sogno”. E a scrivere i libretti di istruzioni era Margherita Hack. La Fisica però, dopo la laurea, era sempre lì: un richiamo costante ma non proprio a portata di mano. Marga fallisce un esame per una borsa di studio, poi si ritrova all'osservatorio di Merate. Non si trova bene ma ci resta dieci anni. La svolta arriva nel 1964: vince il concorso per la cattedra come docente di Astronomia e direttrice dell’Osservatorio di Trieste. È la prima donna a ricoprire quel ruolo. La sua prima decisione è far costruire un campo di pallavolo.
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Come andava a scuola Margherita Hack, una donna diventata una delle astrofisiche più importanti al mondo? Non molto bene all'inizio: il suo spirito ribelle la portava a cercare altrove le sue passioni, era svagata, si impegnava poco e fu anche rimandata in matematica. Il suo principale interesse all'epoca erano i gatti, la Fiorentina e il Giro d'Italia. La fisica arriva dopo. Anzi Marga nella fisica ci inciampa, per caso, per contrarietà e per… i pesci rossi: quando deve scegliere la facoltà universitaria Marga si iscrive a Lettere ma dopo una lezione di un'ora su “Pesci rossi”, una raccolta di elzeviri di Emilio Cecchi, decide che Lettere non fa per lei. E allora prende una decisione fondamentale per il suo futuro: si iscrive a Fisica.
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Nel 1944 Margherita Hack sposa Aldo De Rosa. La cerimonia è in Chiesa, nonostante le titubanze di Marga: «mi sentivo come un cane in Chiesa». Ma ne è valsa la pena: dal primo bacio sotto ai bombardamenti, Marga e Aldo hanno trascorso la loro storia d'amore, durata 69 anni, ridendo e discutendo. Non potevano essere più diversi: lui credente, lei atea, lui uomo di lettere, lei scienziata, lui socievole e gentile con tutti, lei un po’ brusca e spesso schiva. Eppure erano inseparabili. Per Marga c'è un segreto: la diversità e non tenersi dentro le cause di disaccordo. La vita di Marga è stata densa di amori che, come Aldo, la accompagneranno per sempre. Uno di questi è lo sport.
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12 giugno 1922: è la data di nascita di Margherita Hack. Il fascismo incombe ma alla periferia di Firenze suo padre e sua madre con il regime hanno ben poco da spartire. La madre Maria Luisa Poggesi è diplomata all'Accademia di Belle Arti. Il padre, Roberto Hack, lavora come contabile alla Società Elettrica Valdarno, finché non viene licenziato a causa del suo attivismo sindacale, inviso ai fascisti. Sono liberali, anti conformisti e accompagnano l'infanzia di Marga facendole assaporare la libertà, tra passeggiate nella natura e una casa rigonfia di libri. Marga apprezza e fin dall'infanzia sviluppa quelle che saranno le passioni di una vita: la grande libertà di pensiero e l’insaziabile sete di sapere e di avventura.
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La passione per le stelle ma anche quella per i gatti. La sua lotta contro i baroni universitari ma anche quella per i diritti civili. La sua vita in bicicletta, ma anche quella in moto. La sua rigorosa divulgazione ma anche la sua spettinata simpatia. Margherita Hack è stata una scienziata, ma anche una donna straordinaria. Lo testimonia chi l'ha conosciuta bene: il giornalista Federico Taddia racconta la storia della sua amica Marga in questo podcast realizzato a partire dalla loro ultima chiacchierata insieme, davanti a un piatto di spaghetti.