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    In questo episodio ripercorriamo i momenti della storia in cui dittatori diversi, in posti diversi del mondo e in contesti differenti, hanno avuto la stessa idea: usare lo sport come uno strumento di propaganda.

    Dalle Olimpiadi di Berlino del 1936 di Hitler ai Mondiali di calcio del 1934 di Mussolini, passando per Videla e l'Argentina, il Brasile e Pelé fino a Mobutu in Zaire, per molti uomini di potere lo sport ha rappresentato qualcosa da sfruttare e modellare a proprio piacimento: lo sport permette di rafforzare il consenso interno attraverso i grandi successi, così come migliorare la propria immagine internazionale ospitando grandi eventi, come Olimpiadi e Mondiali, e ottenendo importanti risultati.

    Tantissimi Dittatori della storia hanno provato a sfruttare lo sport come un ulteriore emanazione di se stessi e del proprio potere, facendo passare il messaggio che ogni vittoria, ogni bella prestazione, fosse merito suo e del paese che ha costruito.

    Un'ambizione figlia della volontà di apparire migliori e nascondere, dietro qualche successo, il sangue e le torture dei propri regimi. E questo perché lo sport è troppo importante per essere ignorato, ma è anzi meglio sfruttarlo, al fine di esaltare il proprio potere, come anche reprimere il dissenso.

    E poi le altre storie: i problemi e dubbi attorno alle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026, come anche sul Mondiale per Club Fifa e sul Mondiale di ciclismo in Rwanda; l'Italia agli Europei di Atletica, Trump vs Trans e Canada vs USA.

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    Puntata dedicata all'analisi e al racconto di due delle situazioni più problematiche e particolari di questa stagione sportiva: quella del Manchester City e quella dell'All Star Game NBA.

    Il Manchester City, dopo stagioni di dominio pressoché assoluto sul calcio inglese ed europeo, in questa annata sta vivendo enormi difficoltà, con risultati deludenti e prestazioni pessime, che rendono la squadra di Guardiola irriconoscibile. Proprio la figura di Guardiola è al centro di questo discorso, dato che nella sua carriera non si era mai ritrovato in una simile situazione di difficoltà. Cosa accadrà? Si tratta di una semplice annata storta, o è il segnale di una crisi più profonda? Come ne uscirà Guardiola? E cosa ne sarà del City?
    Ne parliamo con Carlo Pizzigoni.

    La crisi dell'All Star Game NBA è invece quella di un format che non funziona più: da anni il numero degli spettatori della partita evento più importante del basket americano sono in netto calo. I tifosi definiscono noiosa la partita delle stelle e gli stessi giocatori, tra infortuni e altri interessi, sembravano guardare con ben pochi stimoli a questo evento. Che farà quindi la NBA? Cambierà format, troverà altre soluzioni o sarà costretta ad accantonare l'All Star Game? Eppure, a livello mediatico e narrativo, l'All Star Weekend ha ancora una grande valenza, ma se nessuno poi lo vuole più guardare, come si fa? Cosa accadrà?
    Ne parliamo con Davide Fumagalli, firma di Eurosport.

    E poi le altre storie: i grandi successi di Armand Duplantis e quello del golfista criminale, Marc Marquez che si riprende la Moto GP, le ultime sullo sport americano e José Mourinho contro la Turchia.

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    Puntata dedicata al Rwanda e alla sua strategia finalizzata a cambiare la propria immagine internazionale attraverso lo sport. 

    Il Rwanda è un paese giovane e povero, che nasce sulle ceneri di un tremendo genocidio su base etnica che ha devastato la popolazione appena 30 anni fa, eppure il suo logo “Visit Rwanda” appare sulle magliette di squadre come Arsenal, Bayern Monaco e PSG, affianco ai loghi di brand che valgono miliardi di dollari. 

    Come è possibile? E che storia c’è dietro? Perché lo fa?

    Tutto ruota attorno alla figura centrale del paese, il presidente padrone Paul Kagame, che controlla il Rwanda dal 2000. Kagame ha deciso che lo sport era il mezzo perfetto per far diffondere un’immagine diversa del suo paese, più moderna, sicura e affidabile. 

    Un quadro ben diverso dalla realtà, dato che il Rwanda ha ben poco di democratico e sta portando avanti rapporti molto sospetti con il gruppo paramilitare M23 che sta conducendo, nella confinante Repubblica Democratica del Congo, una vera e propria guerra finalizzata a occuparne una regione. 

    Non solo il calcio, ma anche il basket, il ciclismo, il golf e forse, in futuro, la Formula Uno: tutte discipline utili a Kagame e al suo Rwanda per raccontarsi in maniera diversa, attirare turismo e investitori, e diventare il punto di riferimento per lo sport africano. 

    E poi le altre storie: il potere del duo Hamilton-Ferrari, il duello USA Canada su un campo da Hockey, Luis Rubiales ed Emma Raducanu e il dittatore del calcio dello Zambia. 

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    In questo episodio si affronta la vicenda legata a Jannik Sinner, alla sua positività al doping e alla Wada, l'Agenzia Mondiale Anti-Doping. 

    Ripercorrendo la vicenda dall'inizio, ovvero da marzo 2024, raccontiamo come e perché Sinner sia risultato positivo a una sostanza vietata - il clostebol - e come mai, nonostante una prima assoluzione, la Wada avesse deciso di fare ricorso per chiedere una squalifica per Sinner. 

    Processo che non ci sarà mai, perché Sinner e la Wada hanno deciso di patteggiare, trovando un accordo che prevede una sospensione dall'attività sportiva di 3 mesi per Sinner. 

    Questa vicenda però non finisce con questo accordo: perché la Wada voleva fare ricorso e chiedere una squalifica di Sinner dopo che un primo processo ne aveva già determinato l'innocenza? Come funziona l'anti-doping nel tennis? Qual era l'accusa contro Sinner e perché lui, nonostante si sia professato non colpevole, alla fine ha deciso di patteggiare? 

    Per rispondere a tutte queste domande dobbiamo affrontare la questione nella sua interezza, provando a osservare come funzionino i regolamenti, chi sia e cosa faccia la Wada e in quale preciso momento storico si stesse trovando nel momento in cui decise di "scontrarsi" con il tennista numero uno al mondo. 

    Con l'Avvocato Maria Laura Guardamagna, esperta di diritto dello sport e coordinatrice della Commissione Sport dell’Ordine degli avvocati di Milano. 

    E poi le altre storie: il caso Jacobs-Tortu, lo sport americano tra campo, Tv e politica, i problemi di Samantha Kerr e del calcio in Pakistan. 






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    Puntata dedicata ai 40 anni di Cristiano Ronaldo, compiuti il 5 febbraio 2025.

    Il compleanno di Ronaldo offre l'occasione per ripercorrere la sua grande carriera, osservando chi è oggi e chi è stato, come è passato da essere un'ala di talento del Manchester United al più grande goleador del calcio moderno fino alla sua realtà odierna, quella di uomo immagine di un campionato ricchissimo ma marginale come quello Saudita.

    Ronaldo è un giocatore che ha segnato un'epoca, dominando gli anni '10 del 2000 insieme alla sua nemesi Leo Messi: proprio dal confronto con il campione argentino emerge un Cristiano che si è dovuto adattare, che ha trovato nella costante ricerca del gol la sua ragion d'essere.
    I 40 anni di Ronaldo segnano un momento di passaggio non solo per lui, ma anche per tutti quelli che hanno seguito la sua carriera, un inevitabile passare del tempo che ci mostra un Ronaldo non così lontano da noi, con i nostri difetti e le nostre ambizioni.

    Un Ronaldo a volte sottovalutato, quasi incatenato nei suoi numeri, nei suoi gol e nelle sue statistiche, che fanno dire a lui, di se stesso, di essere ancora il miglior giocatore del mondo, e a noi che ormai è un calciatore superato che gioca in un campionato minore. Ronaldo è questo, ma è stato anche tanto altro e in futuro potrebbe essere altro ancora.

    Con Fabrizio Gabrielli, firma di Ultimo Uomo e autore del libro "Cristiano Ronaldo, storia intima di un campione globale".

    E poi le altre storie: il Super Bowl di Football americano, tra le storie in campo e Trump in tribuna. Alcuni atleti italiani che vanno alla grande, gli scandali del calcio turco e inglese, e i problemi di salute nella boxe.

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    Puntata dedicata alle Olimpiadi di Milano-Cortina, che inizieranno il 6 febbraio 2026 per concludersi il 22 febbraio.

    A un anno di distanza dal via dei Giochi, proviamo a comprendere quale sia la situazione, quali gare si disputeranno e dove, provando a capire quanto i principi di sostenibilità alla base della candidatura siano stati effettivamente rispettati.

    Vediamo il caso di Milano, che avrà nelle Olimpiadi il punto più alto di questi ultimi 10 anni, iniziati con Expo, e che hanno cambiato fortemente e profondamente il volto e le dinamiche della città; si parla del Pala Italia di Santa Giulia, che doveva essere una nuova arena sportiva ma forse non lo sarà, e poi anche della pista da Bob di Cortina, impianto diventato simbolo di un'organizzazione non del tutto limpida.

    A un anno dal via, quali sono i problemi? A che punto siamo? Come si sta preparando Milano, Cortina e tutto il nord-est all'evento sportivo più importante del pianeta?

    E poi le altre storie: il grande scambio in NBA; il valore economico del Super Bowl, i ritorni nel cricket e il primo Gran Premio di Formula Uno in Africa.

    Qua trovate il documento sulle Olimpiadi Open Olympics 2026

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    Puntata dedicata all'analisi del calcio femminile, in Italia e all'estero.

    Nonostante una poco attenta copertura mediatica, soprattutto da noi, il calcio femminile da anni sta portando avanti un percorso per rendersi sempre più importante, strutturato e interessante, sia sul piano sportivo sia su quello economico.

    Dopo il boom legato al Mondiale del 2019, in Italia il calcio delle donne sta vivendo una fase di stallo, ma intanto alcune cose fondamentali sono cambiate: il rapporto con le squadre maschili, la presenza delle televisioni, la crescita degli appassionati e sopratutto l'introduzione del Professionismo, che ha avuto importanti conseguenze sia sulla considerazione delle calciatrici, sia sulla vita di chi sta in campo e fuori. Per passare allo step di crescita successiva manca però progettazione, disponibilità economica e voglia di crederci.

    In Europa, in particolar modo in posti come l'Inghilterra e la Spagna, il calcio femminile invece è più sviluppato: in Inghilterra si gioca il miglior campionato europeo, con le squadre più ricche e con il contesto mediatico-economico più importante; in Spagna invece a farla da padrona è il Barcellona, che sfrutta alcune particolarità della Catalogna, come la grande attenzione alle tematiche di genere e di parità, ma non solo.

    In ogni caso, per parlare di calcio femminile bisogna fare due cose: superare i propri pregiudizi e smetterla di paragonarlo a quello degli uomini.

    Con Katia Serra, ex giocatrice della Nazionale italiana e ora commentatrice Rai.

    E poi le altre storie: Sinner l'invincibile e il povero Zverez, la politica di Netflix nello sport e l'amicizia Infantino-Trump, e poi il rugby, tra 6 Nazioni e il Qatar.

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    In questo episodio parliamo delle grandi modifiche che stanno caratterizzato lo Sport del College negli Stati Uniti. Cambiamenti profondi che ruotano attorno a due parole chiave: diritti tv e NIL, l'acronimo che sta per name, image e likeness e che ha cambiato la vita degli studenti-atleti.

    Da quelle parti lo sport universitario è una cosa serissima, seguito da tantissime persone e, per questo, in grado di spostare interessi economici e mediatici che valgono milioni e milioni di dollari.

    Da qualche anno l'equilibrio che è durato decenni è stato messo in discussione: il campionati, le Conference, hanno rotto totalmente la logica geografica legata alla posizione dei college per seguire quella commerciala e dei diritti tv, permettendo così a ogni università di partecipare al campionato che rende di più, creando una competizione molto accesse e guidata, unicamente, dalla volontà di guadagno.

    A ruota, è cambiata anche la posizione degli studenti-atleti, che hanno preteso di ottenere anche loro una fetta di questi enormi ricavi: si sono trasformati in professionisti, pur rimanendo formalmente degli studenti, e attraverso ricchi accordi commerciali già al college guadagnano cifre importanti.

    Tutto questo che conseguenze ha sullo sport universitario americano? Come cambiano i percorsi sportivi e professionali degli studenti-atleti? Come si comportano le università alla luce della nuova situazione? Dalle risposte a queste domande passa il futuro dello sport americano.

    E poi le altre storie: le proprietà straniere che in Serie A ora sono la maggioranza; le storie dagli Australian Open, gli incendi e le Olimpiadi di Los Angeles 2028 e il nemico pubblico numero uno: la Wada.


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    Episodio in cui raccontiamo la storia e le particolarità della miglior squadra dello sport italiano: l'Imoco Volley di Conegliano.

    Conegliano domina da più di un lustro il volley femminile italiano, ma non solo: trionfa in Europa (o ci va molto vicino, arrivando in finale) ed è campione del mondo in carica (3° titolo).

    Il tutto venendo da una cittadina, Conegliano nel Trevigiano, che supera di poco i 30mila abitanti. Rimanendo molto legata al suo territorio, Conegliano è riuscita a diventare la miglior squadra di pallavolo femminile del mondo, rappresentando per tutti un esempio da seguire e un luogo dove le migliori giocatrici del pianeta vogliono andare.

    Conegliano rappresenta l'eccellenza di uno sport, la pallavolo, di cui l'Italia è già il top mondiale, come dimostra il grande oro olimpico vinto a Parigi nel 2024.

    Con Luca Lovelli, giornalista esperto di pallavolo, di cui scrive su "Problemi di Volley" e "Volleyball Wolrd".

    E poi le altre storie della settimana: il caos del Barcellona con Dani Olmo; gli effetti degli incendi in California sullo sport; una partita di cricket molto delicata, una medaglia olimpica ancora sospesa e il solito razzismo nel calcio italiano.

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  • Puntata in cui facciamo il recappone di tutto quello che è successo nel 2024 nel Mondo dello Sport.

    Dalla prima vittoria dell'anno di Sinner agli Australian Open, passando per il rugby, il football americano, la boxe e il ciclismo. Lo scudetto dell'Inter e lo storico successo europeo dell'Atalanta, la Spagna e gli Europei di calcio, le Olimpiadi di Parigi con tutte le loro storie e i loro protagonisti, come gli storici ori di Alice D'Amato e della Pallavolo femminile.

    E ancora, gli Europei di Atletica leggera a Roma, gli Us Open, la grande annata di Tadej Pogaciar, i Boston Celtics in NBA e i Los Angeles Dodgers in MLB.

    Il 2024 è stato un anno di grande Sport, ricco di imprese sportive che ci ricorderemo a lungo, in questa puntata le trovate tutte in ordine temporale.

    E poi Linee Podcast elegge il suo sportivo dell'anno, la sua sportiva dell'anno e l'impresa che non potremo mai dimenticare.

    Ci sono anche tutte le altre storie: lo psicodramma del Manchester City di Guardiola, l'Australia e la diplomazia del rugby, ritorni nello sport americano e le vicende dello sport femminile, e infine i premi per gli sportivi più anti-sportivi dell'anno.


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  • Puntata dedicata al Pickleball, uno sport che in posti come gli Stati Uniti è da anni diffusissimo e che adesso sta conoscendo una prima grande diffusione anche in Italia.

    Un po' Padel e un po' Tennis, il Pickleball è uno sport con racchetta e pallina che si gioca su un campo di dimensioni ridotte, in singolare come in doppio, che ha già conquistato il cuore di milioni di giocatori in tutto il mondo, e la stessa cosa sta succedendo anche da noi.

    L'Italia ha partecipato di recente agli Europei di Pickleball, arrivando terza nella classifica generale dietro paesi come Inghilterra e Spagna dove invece è molto più diffuso. In questa puntata ne parliamo insieme ad Augusto Avanzini, maestro di Padel e Pickleball e medaglia d'oro agli Europei nel doppio over 50.

    Si parla anche della possibilità che offrono gli sport come il Pickleball anche a sportivi non professionisti per vivere grandi emozioni, come la vittoria degli Europei; parliamo dell'altro grande sport con racchetta che si è affermato in Italia, il Padel, presto diventato una "moda", con tutte le eccezioni negative del termine.

    Il Pickleball è lo sport che magari ancora non conosci, ma che forse stavi cercando.

    E poi le altre storie: Infantino, la Fifa e la sua decisione tra il Mondiale 2034 e quello per Club del 2025; la Premier League e il calcio inglese sono la nuova passione dei ricchi imprenditori americani; il nuovo contratto da record del giocatore di baseball Juan Soto coi New York Mets, la geopolitica dello sport tra Afghanistan e Cina, fino alla partita dei record per il Volley italiano.

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  • Episodio numero 100 con l'intervista a Michele Lamaro, capitano della Nazionale italiana di Rugby e di Benetton Treviso.

    Una bella conversazione in cui abbiamo parlato del momento molto positivo del rugby italiano e della sua Nazionale, alzando l'asticella delle ambizioni in vista del 6 Nazioni 2025.
    Abbiamo parlato di che sport sia il rugby, una disciplina in cui ogni singolo dettaglio conta e che unisce alla perfezione la forza del corpo con quella della mente. Abbiamo ripercorse le tappe della sua carriera che lo hanno portato da Roma a Treviso fino alla Nazionale, di cui è capitano da quando aveva 23 anni.

    Lamaro ci ha raccontato cosa voglia dire giocare contro gli All Blacks e assistere, dal campo, alla Haka; e ancora, dell'esempio che gli ha trasmesso suo padre, olimpionico di Vela, delle difficoltà che deve affrontare, in Italia, un giovane rugbista fino al confronto con i paesi dove il rugby è considerato lo Sport principale.

    La puntata numero 100 è anche la prima di un nuovo format di Linee, Linee d'Incontri, che vuole portare su questo podcast la voce, l'esperienza, le emozioni e le riflessioni di grandi sportivi e sportive.

    Guarda questa puntata anche sul canale Youtube di Linee

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  • Puntata dedicata ai Cambiamenti Climatici e al racconto di come incidano sullo sport.

    La questione climatica è la grande sfida per l'Umanità del 21° secolo e per questo, inevitabilmente, ha delle conseguenza anche sullo Sport.

    Non solo la mancanza di neve in montagna o la molta pioggia che obbliga a rimandare eventi e partite, ma anche il troppo caldo che impedisce di allenarsi; fenomeni atmosferici che distruggono strutture che poi non vengono ricostruite; l'innalzamento dei mari che porta via territori anche all'attività sportiva.

    I cambiamenti climatici impattano lo Sport e in alcuni punti del pianeta questo rischia di far sparire del tutto l'attività sportiva.

    Ma lo Sport contribuisce al cambiamento climatico, ragion per cui forse è arrivato il momento di mettere in discussione le modalità con cui da decenni si organizzano eventi sportivi in giro per il mondo.

    Ospite di puntata Nicolas Lozito, giornalista del "La Stampa" e autore della newsletter di divulgazione climatica "Il Colore Verde", che potete leggere cliccando qua.

    E poi le altre storie della settimana: il Tennis italiano che vince sempre, un po' come Verstappen in Formula Uno; la Trump Dance in USA e i problemi di Netflix; due storie "sociali" sul cricket britannico.

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  • Puntata dedicata al tennis e ai suoi nuovi protagonisti, da Jannik Sinner fino ad Aryna Sabalenka,

    Con la conclusione delle Finals di Torino, termina anche la stagione sportiva 2024 per il Tennis, e la prima volta in cima alla classifica mondiale c'è un tennista italiano.

    Questa è l'occasione per rivivere insieme il grande anno di Sinner, in cui ha vinto i primi 2 Slam della carriera e ha ottenuto una media vittorie strepitosa; Sinner si trova così a capo di una nuova era del Tennis dopo gli ultimi 20 anni dominati dai Big Three (Federer, Nadal e Djokovic).

    Parliamo anche di quello che potrebbe essere il suo principale rivale, Alcaraz, e di altri che magari potrebbero inserirsi, su tutti Zverev.

    Facciamo il punto anche sul circuito femminile, più incerto e dove al momento la migliore sembra essere la bielorussa Sabalenka; ma le altre, Swiater, Ribakina, Zheng e Cauff sono tutte di alto livello. E tra loro c'è anche Jasmine Paolini, altra italiana protagonista del grande tennis.

    Ne parliamo insieme ad Emanuele Ricciardi, autore del Podcast di Vois sul tennis "Slice", CHE PUOI ASCOLTARE QUA.

    E poi le altre storie della settimana: la fine del Mondiale di Moto GP; Netflix e il senso dell'incontro Tyson vs Paul; i problemi del Giro d'Italia con l'Albania, i problemi di un arbitro inglese, Claudio Ranieri e Lindsey Vonn e il St. Pauli che lascia Twitter.




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  • In questo episodio affrontiamo il fenomeno della Pirateria nel calcio, che i vertici della Serie A identificano come il principale problema da risolvere per permettere al pallone di stare molto meglio di quanto stia.

    La Pirateria, nel calcio come in altri settori, tipo la musica o il cinema, consiste nel trasmettere, illegalmente e senza pagarne i diritti, dei contenuti o delle partite. Si tratta di un mercato molto ricco, che coinvolge tante persone e che viene trasmesso tramite il famigerato "pezzotto".

    Ma qual è la reale natura della Pirateria? Come funziona nella pratica? Quante tipologie ne esistono e chi c'è dietro questo genere di reati?

    Ne parliamo insieme al Presidente dell'Associazione Italiana Internet Provider Giovanni Zorzoni, con il quale abbiamo anche provato a ipotizzare alcune soluzioni, che sono molto più profonde di quelle effettivamente messe in pratica al momento attraverso il controverso sistema "Piracy Shield".

    Essendo un problema reale e profondo, anche le soluzioni devono essere della stessa portata e arrivare a mettere in discussione tutto il sistema con cui si fruisce del calcio e della Seria.

    E poi altre storie della settimana: come Trump agirà sullo sport, la pugile Imane Khelif e gli altri sportivi che se la prendono con i giornalisti e infine come i social cambiano lo sport, tra influencer e insulti online.


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    In questo episodio ripercorriamo la storia dell'incontro di boxe più famoso di sempre, il Rumble in the Jungle tra Muhammad Ali e George Foreman, da cui sono passati 50 anni.

    Il 30 ottobre del 1974, a Kishasa, in quello che allora si chiamva Zaire e oggi è la Repubblica Democratica del Congo, andava in scena un match unico e irripetibile, al termine del quale Muhammad Ali diventava a pieno uno dei personaggi sportivi più importanti di tutto il '900.

    Un match che contiene al suo interno le storie umane di due grandi pugili, Ali e Foreman, profondamente diversi ma entrambi espressione dello stesso paese, gli Stati Uniti; la storia del promoter che mise in piedi il tutto, Don King, e quella del dittatore dello Zaire, Mobutu, che attraverso quell'incontro sperava di rilanciare l'immagine internazionale sua e del Paese che controllava.

    Un incontro di boxe che è andato ben oltre i confini del semplice evento sportivo per diventare storia e consegnarsi all'eternità.

    E poi le altre storie della settimana: un riflessione che parte dalla Spagna e arriva in Arabia Saudita su quale dovrebbe essere il ruolo e il compito dello sport; le World Series di baseball e la NFL "penalizzata" dalle elezioni presidenziali negli Stati Uniti e infine le due squadre in finale di Copa Libertadores.

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  • Puntata dedicata alle grandi World Series del Baseball americano, le finali che assegnano il titolo di campione MLB, dove quest'anno si affrontano due grandi squadre, i New York Yankees e i Los Angeles Dodgers.

    Due squadre che rappresentano le città più famose e popolose degli Stati Uniti, ma che incarnano anche l'eterno scontro tra East Coast e West Coast; e ancora, da una parte il giocatore più pagato dello sport americano, il giapponese Shohei Ohtani, dall'altra una squadra guidata da Aaron Judge, che a 32 anni, dopo una carriera al top, può finalmente consacrarsi.

    Una partita che mette a confronto la squadra di baseball più famosa del mondo, gli Yankees, e la sua grande rivale, i Dodgers, che inizialmente erano a Brooklyn, prima di trasferirsi a Los Angeles.

    La partita che il baseball americano, da tempo in crisi rispetto a basket e football, aspettava da tempo per rilanciarsi nel mercato interno e tornare a far parlare di sé. Il Baseball è lo sport più storicamente connesso con la cultura americana ma ha bisogno di grandi eventi del genere per rimanere in auge.

    E poi le altre storie della settimana: le vittorie della Ferrari e della Ducati, il ritorno di una NBA super aperta, le solite polemiche contro la Fifa e i problemi del rugby, oltre alle storie di sciatori che cambiano nazionalità.



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  • Puntata dedicata al Wrestling, lo sport-show che da oltre 40 anni porta in scena uno spettacolo fatto di storie, personaggi, emozioni e situazioni costruite sull'ambiguo rapporto tra finzione e realtà.

    Gli incontri sono pre determinati, ma le acrobazie dei wrestler sono vere; le storie che vengono inscenate sul ring sono scritte a tavolino, ma le emozioni che generano negli spettatori sono vere. Un mondo che sa destreggiarsi tra ciò che le persone vogliono vedere e ciò che per necessità di business si decide di raccontare.

    Un vero e proprio impero che per interi decenni è stato nelle mani di Vince Mcmahon, il padre padrone della WWE, colui che l'ha portata a diventare un fenomeno internazionale che vale milioni di dollari. Mcmahon non ha solo controllato il wrestling, ma ha rappresentato l'essenza di questo show, tanto da crearsi un auto-personaggio per incarnare se stesso ma in una versione ancora più cattiva e feroce, arrivando a rendere quasi invisibile il confine tra finzione e realtà, come dimostrano le tante accuse di molestie che gli sono state rivolte e che lo hanno allontanato dalla sua creazione.

    Scopriamo insieme come vivono i wrestler, quale è la storia di questo universo che unisce sport e show e soprattutto che rapporto ha avuto con la cultura americana e non solo, da cui si è fatto influenzare ma che ha, a sua volta, influenzato.

    E poi le altre storie della settimana: il torneo di tennis del Six Kings Slam, la finale del campionato di baseball americano Yankess contro Dodgers, la WNBA termina la sua migliore stagione di sempre e tanto altro ancora.

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  • L'Eurolega è la principale competizione europea di basket. Quando si parla però di pallacanestro il primo pensiero va sempre alla NBA, che è ancora oggi il principale, più importante, ambito e seguito campionato di basket del mondo; l'Eurolega però da alcuni anni ha avviato un processo per provare a "sfidare" la NBA e diventare un campionato più importante di quanto non lo sia ora.

    Questo passa inevitabilmente da un nuovo equilibrio con i vari campionati nazionali di basket in giro per l'Europa, che l'Eurolega vorrebbe mettere sempre più da parte così da permettere alle sue attuali 18 squadre di concentrarsi solo su questa competizione, e quindi diventare più competitiva, più spettacolare e più ricca, alimentando un circolo virtuoso che potrebbe presto coinvolgere anche alcune squadre fuori dai confini europei.

    Vediamo anche quali siano le ambizioni delle due italiane in Eurolega, l'Olimpia Milano e la Virtus Bologna, si parla del grande livello del basket greco e di alcune nuove misure introdotte dalla Eurolega proprio per essere un po' più simile alla NBA, come il Salary cap.

    Con Daniele Fantini di Eurosport.

    E poi le storie della settimana: un elogio di due grandi sportivi che si sono appena ritirati - Iniesta e Nadal - le vicende di due fenomeni come Sinner e Pogacar, un pò di novità importanti sullo sport femminile anche da posti che non ci ti aspetti - come l'Arabia Saudita - e poi la Red Bull che tra Klopp e Parigi fa succedere cose.

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    L'inchiesta "Doppia Curva", che riguarda alcuni esponenti del tifo organizzato di Inter e Milan, ha gettato nuova luce sulla condotta e sulle dinamiche che regolano da anni le attività illecite degli Ultras, dentro e fuori dallo stadio.

    I prezzi e la rivendita dei biglietti, i bar, i paninari e perfino i parcheggi: non c'era fonte di guadagno che orbitasse attorno allo stadio e alle partite che non fosse controllata dagli Ultras, con la stretta collaborazione di diverse organizzazioni criminali, su tutte l'Ndrangheta.

    Le indagini permettono di vederci più chiaro sull'omicidio Bellocco e la guerra di potere dentro la Curva Nord interista, così come anche sulla figura di Luca Lucci, capo indiscusso della Curva Sud milanista.

    Il tutto in un contesto che permetteva agli Ultras di agire quasi indisturbati e arricchirsi, controllando gli affari con le armi della violenza e della paura, tanto da arrivare addirittura a parlare direttamente con le due società, Inter e Milan, e avanzare ad alcuni tesserati le loro richieste.

    Insieme al giornalista del Corriere della Sera Cesare Giuzzi, analizziamo quanto è emerso dalle indagini, descriviamo che tipo di dinamiche regolassero questo mondo, quale sia il profilo di questo Ultras-criminali e infine proviamo a comprendere se Inter e MIlan possano avere delle responsabilità.

    E poi le notizie della settimana: la sentenza Diarra che può cambiare il calciomercato e mette ancora una volta all'angolo la FIFA; iniziano i playoff di Baseball e la MLB è molto contenta; c'è Michael Jordan che fa causa alla NASCAR e poi alcuni record e vittorie storiche.

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