Avsnitt

  • I fiori non sono solo belli da vedere, ma, in italiano, sono anche protagonisti di molte espressioni idiomatiche che arricchiscono la lingua. Scopriamo insieme quelle più comuni e il loro significato.













    Frasi Italiane con la parola FIORE



    1. Nel Fiore degli Anni



    Essere nel periodo di massima giovinezza e splendore (per una persona), vivere il momento di massima vitalità e bellezza.



    Esempio:Mi dispiace per quella coppia… Hanno perso il loro figlio, che era nel fiore degli anni, a causa di un incidente. Avrà avuto al massimo 25 anni…







    2. Essere il Fiore all'Occhiello



    Essere particolare motivo di vanto e orgoglio, spesso riferita a una persona o un'opera eccezionale. Questo detto ha origini nell’usanza di adornare con un fiore il buco del risvolto della giacca, l’occhiello, per dare un tocco di eleganza.



    Esempio:Lorenzo è il fiore all’occhiello della squadra di atletica.La Gioconda è il fiore all’occhiello delle opere di Leonardo.







    3. Essere un Fiore nel Deserto



    Essere una persona o una cosa fuori dal comune, capace di crescere e prosperare anche nelle condizioni più avverse. Un fiore nel deserto è simbolo di forza e resistenza.



    Esempio:Paolo non si è mai abbattuto, nonostante la vita gli abbia riservato molte brutte esperienze. È proprio un fiore nel deserto.







    4. Non è Tutto Rose e Fiori



    Anche se una situazione è apparentemente felice e serena, può nascondere difficoltà. Spesso viene usata in forma negativa per ricordare che anche le situazioni migliori richiedono impegno.



    Esempio:Non devi fidarti ciecamente di chiunque! Non tutto è rose e fiori. Molte persone non vogliono vederti vincere!







    5. Dormire sugli Allori



    Fermarsi dopo aver raggiunto un traguardo, accontentandosi del successo senza cercare di migliorare ulteriormente.



    Esempio:Ottimo lavoro di squadra, abbiamo vinto questa partita! Ora però non possiamo permetterci di dormire sugli allori.







    6. Fare d’Ogni Erba un Fascio



    Generalizzare, considerare tutte le cose allo stesso livello, senza fare le necessarie distinzioni.



    Esempio:Solo perché un ragazzo ti ha spezzato il cuore, non significa che anche il prossimo farà lo stesso! Non fare d’ogni erba un fascio.







    7. All’Acqua di Rose



    Riferito a qualcosa: fatto in modo superficiale e approssimativo. L'acqua di rose, infatti, è delicata ma non curativa, perciò "superficiale".



    Esempio:Non affidarti a quel progetto: chi se ne è occupato l’ha fatto all’acqua di rose.







    8. Candido come un Giglio



    Essere una persona pura, innocente e dall’animo nobile, proprio come il giglio, che è simbolo di purezza.



    Esempio:Puoi fidarti di Giuseppe, è candido come un giglio.







    9. Il Fior Fiore



    La parte migliore di qualcosa, il top.



    Esempio:Al suo matrimonio, il duca ha invitato il fior fiore della nobiltà di tutto il Paese.







    10. Alto Papavero



    Una persona di grande importanza e potere. L'origine risale a un episodio dell'Antica Roma, in cui Tarquinio il Superbo suggerì a suo figlio, per conquistare una città, di tagliare le teste dei papaveri, ossia eliminare i personaggi più importanti e influenti.



    Esempio:È stato un alto papavero della finanza prima di decidere di entrare in politica.







    11. A Fior di



    Sulla superficie di qualcosa, soprattutto usata con "pelle" e "acqua".



    Esempio:Oggi ho già i nervi a fior di pelle: non datemi brutte notizie perché potrei esplodere!







    12. Scegliere Fior da Fiore



    Selezionare il meglio da un insieme di cose belle o gradevoli. Spesso usata in modo ironico.



    Esempio:Non puoi chiedermi di scegliere fior da fiore tra i miei cantanti preferiti, perché mi piacciono tutti allo stesso modo.







    13. Fresco come una Rosa



    Indica una persona che appare riposata e in piena forma.



    Esempio:Ehi tu che sei fresco come una rosa, vieni ad aiutarci a spostare gli scatoloni per favore!







    Quante ne conoscevi? Impara a usarle e arricchisci il tuo modo di comunicare!

  • Un argomento che potrebbe sembrare semplice, ma che spesso riserva delle insidie anche ai più esperti: i comparativi e i superlativi in italiano. Abbiamo già trattato questo tema in una lezione precedente, ma in questo articolo andremo più in profondità, chiarendo dubbi e rispondendo alle domande che molti di voi hanno sollevato.













    Comparativo e Superlativo spiegati una volta per tutte



    Il comparativo e il superlativo sono utilizzati per fare confronti tra due o più elementi e per enfatizzare il grado o l'intensità di una qualità.



    Comparativo di Maggioranza e Minoranza



    Il comparativo di maggioranza e quello di minoranza esprimono un confronto tra due o più elementi in riferimento a una determinata qualità.



    1) Comparativo di Maggioranza



    Il comparativo di maggioranza indica che la qualità ha un'intensità maggiore nel primo termine di paragone. La sua formazione è:



    PIÙ + aggettivo + DI + sostantivo/pronome (2° termine di paragone)



    Esempi:




    Martina è più alta di Sofia.



    Luca è più simpatico di te.



    L’italiano è più interessante della matematica.




    2) Comparativo di Minoranza



    Il comparativo di minoranza indica che la qualità ha un'intensità minore nel primo termine di paragone. La sua formazione è:



    MENO + aggettivo + DI + sostantivo/pronome (2° termine di paragone)



    Esempi:




    Sofia è meno alta di Martina.



    Tu sei meno simpatico di Luca.



    La matematica è meno interessante dell’italiano.




    CHE o DI?



    Quando si usa "che" invece di "di" nei comparativi? La scelta dipende dal tipo di confronto:



    1. Quando si confrontano due aggettivi, verbi, avverbi o complementi introdotti da una preposizione (e NON due elementi rispetto a una qualità):PIÙ/MENO… CHE…



    Esempi:




    Luca è più simpatico che alto [aggettivi].



    Preferisco più ballare che cantare [verbi].



    In Sicilia è meno freddo che in Trentino-Alto Adige [complementi introdotti da preposizione].



    Giorgio guida più velocemente che prudentemente [avverbi].



    Abbiamo litigato meno con Tiziana che con Giovanni [complementi introdotti da preposizione].




    Comparativo di Quantità



    Il comparativo di quantità esprime un confronto tra due cose (o gruppi di cose) in base alla loro quantità. La sua formazione è:



    PIÙ/MENO… CHE…



    Esempi:




    Leggo più riviste che libri.



    Beviamo più caffè che acqua.



    Sofia ha più borse che vestiti.




    Comparativo di Uguaglianza



    Il comparativo di uguaglianza esprime un confronto tra due elementi riguardo una certa qualità, presente con la stessa intensità in entrambi. La sua formazione è:



    (TANTO…) QUANTO…(COSÌ…) COME…



    Esempi:




    Martina è tanto alta quanto Sofia.



    Sofia è alta come Martina.



    Luca è tanto simpatico quanto te.



    Tu sei simpatico come Luca.



    Marta è timida quanto Luisa.



    Luisa è così timida come Marta.




    Il Superlativo Relativo



    Il superlativo relativo indica la qualità di qualcuno o qualcosa al massimo o al minimo livello, in relazione a un gruppo di elementi. Si forma così:



    articolo + PIÙ/MENO + aggettivo + DI/TRA/FRA



    Esempi:




    Roma è la più grande città fra quelle italiane.



    Giorgio è lo studente meno serio di tutti.



    Giove è il pianeta del Sistema Solare più grande.



    La matematica è la materia meno interessante di tutte.




    ATTENZIONE! Il superlativo relativo può essere usato per esprimere un’opinione. Se seguito da un verbo, il verbo è al congiuntivo e introdotto da "che".



    Esempi:




    Questa è la pizza più buona che io abbia mai mangiato!



    Luca è il ragazzo più simpatico che io conosca.



    L’italiano è la lingua più bella che sia mai esistita.




    Il Superlativo Assoluto



    Il superlativo assoluto indica la qualità di qualcosa o qualcuno al grado massimo, indipendentemente da qualsiasi comparazione. Si forma generalmente così:



    aggettivo (senza l’ultima vocale) + -ISSIMO/A/I/E



    Esempi:




    Giove è grandissimo.



    Roma è bellissima.



    La grammatica italiana è difficilissima!



    I LearnAmici sono bravissimi.




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  • Imparare una lingua straniera può essere un viaggio emozionante, ma anche pieno di sfide e momenti di frustrazione. Se sei qui, è perché probabilmente stai vivendo uno di quei momenti. Ricorda: è più comune di quanto credi, succede a tutti. Proprio nelle situazioni più difficili si trova la forza di continuare.



    Leggi questo articolo ogni volta che ne hai bisogno, ogni volta che ti sembra di lavorare tanto sul tuo italiano senza vedere progressi. Fai un respiro profondo e cominciamo!













    Le Ragioni



    Innanzitutto chiediti: perché stai studiando l’italiano? Qual è stata la ragione per cui hai cominciato? Che siano ragioni personali, professionali o culturali, visualizzare gli obiettivi che desideri raggiungere attraverso la padronanza dell'italiano può risvegliare la tua determinazione.



    Se possibile, trova anche altre ragioni per cui lo stai facendo. Questo ti aiuterà a mantenere alta la motivazione.







    Il Passato



    Fai un altro respiro profondo, chiudi gli occhi e ricorda tutti i momenti felici legati all’italiano e allo studio dell’italiano come lingua straniera: quando hai imparato la prima parola, quando hai detto la prima frase, quando hai incontrato un amico o un partner italiano, quando un madrelingua ti ha fatto i complimenti, quando hai usato il congiuntivo perfettamente… qualsiasi cosa.



    Sicuramente hai già raggiunto dei traguardi incredibili che meritano di essere celebrati. Tienili a mente e ricordali di tanto in tanto per riscoprire la meraviglia e il senso di conquista che hai provato in quei momenti.



    Scrivili. I piccoli successi accumulati nel corso del tempo rappresentano una testimonianza del tuo impegno. Voler allungare la lista ti spingerà a continuare a studiare per fare progressi ancora più significativi.







    Punti Deboli e Punti di Forza



    Fai una lista di tutte le cose su cui ti senti sicuro e quelle su cui non ti senti sicuro. Concentrati su queste.



    Non farti scoraggiare dagli errori, ma considerali come opportunità di crescita. È impossibile non commettere errori, tutti li commettono, anche i madrelingua. Fai un respiro profondo e ripeti: "Gli errori fanno parte dell’apprendimento".



    Non esisterebbe la perfezione se non ci fossero gli errori! Anche se è dura, concentrati sui dubbi che hai e cerca di lavorare per rimuoverli completamente.







    Il Presente



    Cosa fai ogni giorno per imparare o migliorare l’italiano?



    C’è qualcosa che ti crea ansia, ti annoia o non ti piace? Rimuovila dalla tua routine. È il tuo percorso e devi ascoltare quello che il tuo corpo e la tua mente ti dicono.



    Un percorso di apprendimento di una lingua straniera deve essere piacevole. I supporti esterni come libri, serie tv, film, musica, podcast sono un ottimo strumento da integrare allo studio più tradizionale.



    Immergiti nella lingua, soprattutto quella autentica. Cerca di imparare le parole e le espressioni della vita quotidiana. Quando ascolti la musica, leggi un libro o guardi un film, prendi appunti delle parole o espressioni che trovi interessanti o che vorresti imparare. Guarda tutto due volte: la prima volta solo ascolta/leggi cercando di capire il senso generale, la seconda volta, metti pausa e prendi appunti.







    Bicchiere Mezzo Pieno



    Vedi sempre il bicchiere mezzo pieno. Sei in una fase di stallo, questo significa che sei già in grado di comunicare con i madrelingua: complimenti!



    Sai che è un traguardo che non tutti raggiungono? Non tutti riescono a cominciare e soprattutto ancora meno riescono a resistere nel tempo. Ho visto tanti mollare o interrompere. Tu sei ancora qui. Complimenti! Puoi essere fiero di te stesso!







    Non Sei Da Solo!



    Circondati di persone e risorse che ti sostengono nel tuo percorso di apprendimento. Un ambiente positivo e di supporto può fare la differenza quando ti senti demotivato.



    Unisciti a community o gruppi di studio locali o online, con persone che condividono la tua passione per l'italiano.

  • Sei in Italia, in una nuova città, non sai come raggiungere la tua destinazione e il tuo telefono è scarico. Che fare?



    La soluzione più istintiva e più semplice è chiedere aiuto a un passante. Però non è proprio la cosa più semplice da fare! Spesso è difficile capire le indicazioni anche per un madrelingua.



    Comunque, niente panico! In questo nuovissimo articolo vi indicherò tutte le espressioni per sopravvivere in questa situazione!













    CHIEDERE INFORMAZIONI STRADALI







    È bene essere sempre gentili, perciò è sempre meglio cominciare la domanda con formule di saluto e di cortesia come “Buongiorno”, “Salve”, “Mi scusi”, “Scusi il disturbo”…



    Ecco alcune frasi efficaci:



    Mi scusi signora/signore. Mi sono perso/a. Mi potrebbe aiutare, per favore? Dov’è… (l’albergo “Tre Nazioni”) ?



    Salve, mi saprebbe dire dove si trova… (via Vittorio Veneto) ?



    Scusi, come faccio a raggiungere… (la spiaggia/il supermercato) [da qui]?



    Per favore, mi sa dire come posso raggiungere… (la stazione ferroviaria) ?



    Salve, scusi il disturbo: dove si trova… (la stazione della metro) più vicina?



    Buongiorno. Avrei bisogno di un’informazione. L’autobus… (13) si ferma… (davanti alla stazione dei treni) ?



    Salve signora/signore, per caso, sa ogni quanti minuti passa… (la navetta per l’aeroporto)?



    Scusi, a quale fermata devo scendere per raggiungere… (Piazza del Popolo) ?



    Salve, potrebbe aiutarmi? Dove posso trovare… (la farmacia) più vicina?







    DARE INDICAZIONI STRADALI







    Le espressioni più comuni quando si danno indicazioni sono:



    Vai / Continua / Prosegui dritto



    Vai / Continua / Prosegui di qua / di là



    Gira a sinistra / a destra



    Prendi la prima / seconda / terza… a destra / a sinistra              



    Prendi via…



    Procedi / Continua / Cammina / Arriva fino a… , poi…



    È a (due) isolati da qui / un isolato più avanti



    Torna indietro e…



    Attraversa la strada / il ponte



    È troppo lontano per andare a piedi. Ti converrebbe andare… (in metro/in macchina)



    Prendi l’autobus numero… / la metro… e scendi alla fermata… (X) / alla prima - seconda - terza… fermata



    Sali / Scendi le scale



    Dietro l’angolo



    Dall’altro lato di… / Al lato opposto rispetto a…



    Supera…



    Lo trovi alla fine della strada / sulla destra / sulla sinistra







    Quando si danno indicazioni, è normale utilizzare dei riferimenti facilmente identificabili, come piazze, ponti, stazioni eccetera per far capire dove bisogna fare una determinata azione.



    In italiano questi riferimenti sono dati con la preposizione “A”:



    al semaforo…



    alla piazza…



    alla fermata della metro/dell’autobus…



    all’incrocio…



    alla rotonda…



    al bar/ristorante…



    all’angolo…



    al supermercato…



    al parcheggio…



    al parco…



    alla chiesa…







    È importante conoscere i nomi delle cose che si possono trovare per strada. Ecco una lista di vocabolario utile:



    L’autostrada



    Il corso / Il viale



    Il vicolo



    La corsia



    Il ponte



    La rotonda / La rotatoria



    Le strisce pedonali



    La carreggiata



    Il parcheggio



    La fermata



    I segnali stradali



    Il vigile urbano



    Il traffico / L’ora di punta



    L’area pedonale



    La tangenziale



    La via



    La piazza



    La riga continua / La riga tratteggiata



    L’uscita



    Il marciapiede



    La multa



    Il semaforo



    L’angolo



    L’incrocio







    Infine, è importante conoscere avverbi ed espressioni di luogo essenziali:



    vicino / lontano



    davanti a / dietro a



    a fianco di / a lato di / accanto a



     a destra / a sinistra di



    dentro / fuori



    di fronte a



    tra / fra



    sopra / sotto



    lungo



    verso



    oltre



    Ecco alcune frasi unendo tutte le varie alternative appena viste. E dopo vedremo anche un dialogo!








    Continua dritto fino al semaforo, poi gira a sinistra senza attraversare la strada.









    Svolta qui a sinistra e prosegui dritto fino al supermercato, poi gira a destra e attraversa il parco. Lo trovi all’uscita del parco sulla sinistra.









  • In questo articolo vedremo delle espressioni particolari, ma molto comuni! Si tratta di espressioni fisse formate spesso da due parole, unite dalla congiunzione E (talvolta con l’aggiunta di qualche preposizione), che rimangono sempre così, invariate.



    In genere esistono anche in altre lingue, anche se qualche volta l’ordine delle parole è invertito.













    Espressioni Fisse Italiane Formate da Due Parole



    Prima di cominciare, una premessa: queste espressioni possono essere formate da qualsiasi parte del discorso, siano esse nomi, avverbi, verbi, aggettivi.







    ANIMA E CORPO



    “Completamente”, “totalmente”, “senza limitazioni”: indica impegno e dedizione totali nel fare qualcosa o per raggiungere un determinato scopo.



    Usata frequentemente con verbi come “darsi”, “buttarsi”…



    Francesco si è buttato anima e corpo nell’allenamento per mesi e oggi finalmente ha corso la maratona con successo.







    GIORNO E NOTTE



    “Sempre, senza una pausa”, “continuamente”, “ininterrottamente”.



    Il bambino piangeva giorno e notte a causa del mal di denti.







    ACQUA E SAPONE



    Usata in riferimento a una persona estremamente semplice e naturale, che non si dà arie ed è proprio così come appare (anche nel senso che non usa trucchi).



    Daniela è sempre stata una ragazza acqua e sapone, ma da quando ha preso il nuovo lavoro si dà tante arie.







    SALE E PEPE



    Indica un colore grigiastro. Usata principalmente in riferimento ai capelli.



    Alla porta c’è un tipo dai capelli sale e pepe che ti cerca.







    BOTTA E RISPOSTA



    Rapido e pungente scambio di domande e risposte oppure di battute in una discussione tra due interlocutori.



    Quando si parla di politica, le nostre conversazioni diventano sempre dei botta e risposta agguerriti.







    (IN) BIANCO E NERO



    “Non a colori”. Usata generalmente per cose visive come foto, film, televisione, documenti…



    Nel dopoguerra, tutti guardavano la tv in bianco e nero.







    A STELLE E STRISCE



    Relativo o tipico degli Stati Uniti, per via della loro bandiera con 13 strisce bianche e rosse rappresentanti le colonie e 50 stelle bianche come il numero degli Stati che compongono il Paese.



    Ascolto quasi esclusivamente musica a stelle e strisce.







    GRATTA E VINCI



    Biglietto di lotteria istantanea con cui è possibile vincere premi prestabiliti e variabili in base ai diversi simboli scoperti dal giocatore grattando sulla superficie con una monetina. In genere il giochino per vincere cambia in base al gratta e vinci scelto.



    Ho vinto 10 euro con un gratta e vinci!







    COPIA E INCOLLA



    Trasferimento di una parte di testo oppure di file da un posto a un altro su pc o altri dispositivi.



    Usata principalmente in ambito informatico.



    È stato bocciato perché il suo testo era solo un copia e incolla da vari articoli.







    TIRA E MOLLA



    Continuo alternarsi di azioni contrastanti, che finiscono per ritardare la conclusione di qualcosa.



    Dopo continui tira e molla, hanno preferito lasciarsi piuttosto che continuare con una relazione senza senso.







    PARI E PATTA



    Parità nel risultato di qualcosa, come una partita o una discussione.



    Voi ci avete copiato l’idea e noi vi abbiamo copiato la pubblicità: siamo pari e patta!







    ANDATA E RITORNO



    Le due direzioni di un viaggio, sia per andare che per tornare. Usata soprattutto in riferimento ai biglietti di mezzi di trasporto.



    Conviene sempre comprare andata e ritorno insieme per risparmiare.







    AVANTI E INDIETRO



    Andare ripetutamente da un’estremità all’altra di uno stesso percorso.



    Il trasloco nella nuova casa è stato un avanti e indietro a causa dei tanti scatoloni da trasportare.







    Ed eccoci arrivati alla fine di questo interessante articolo. Queste espressioni possono essere usate in qualsiasi contesto più o meno formale, in famiglia, tra amici ma anche tra colleghi di lavoro! A proposito di questo argomento, se volete scoprire delle espressioni del Business Italian,

  • L’italiano ha tante regole. Ma in questa lezione daremo un’occhiata alle “regole facoltative”, cioè quei casi in cui ci sono due opzioni per dire la stessa cosa, perciò scegliere una invece dell’altra è solo una... questione di stile! Ma il significato rimane lo stesso.













    Regole flessibili della grammatica italiana



    Comprendere queste sfumature non solo arricchisce la nostra padronanza della lingua, ma ci consente anche di comunicare in modo più vario e personale.







    1 - Ricordarsi vs Ricordare



    I verbi “ricordarsi” e “ricordare” si possono usare in maniera intercambiabile, ma ci sono delle piccole differenze di utilizzo in alcuni casi. Facciamo un po’ di chiarezza.



    Il verbo “ricordare” ha due significati:



    1 - “avere nella memoria”



    Con questo significato, può essere usato:



    - seguito da un oggetto diretto, cosa o persona



    Ricordo la tua data di nascita / Ricordava il fidanzato della sorella



    - seguito da un’intera frase, introdotta da DI + infinito, quando il soggetto è lo stesso, o CHE + verbo coniugato, quando il soggetto è diverso



    Ricordo di essere andata a letto presto ieri sera / Ricordava che Lorenzo lo aveva aiutato







    Con questo significato, “ricordarsi” funziona nello stesso modo, tranne in un caso:



    - quando “ricordarsi” è seguito da un oggetto diretto, cosa o persona, può essere usato da solo (proprio come “ricordare”) oppure può anche essere seguito dalla preposizione DI (cosa che non è possibile con “ricordare”).



    Ricordo la tua data di nascita = Mi ricordo la tua data di nascita = Mi ricordo della tua data di nascita



    Ricordava il fidanzato della sorella = Si ricordava il fidanzato della sorella = Si ricordava del fidanzato della sorella







    - quando “ricordarsi” è seguito da una frase, invece, si comporta proprio come “ricordare”.



    Mi ricordo di essere andata a letto presto ieri sera



    Si ricordava che Lorenzo lo aveva aiutato



    Quindi scegliere uno invece dell’altro è una questione di stile? In generale sì.



    Accademia della Crusca:



    La forma riflessiva “aumenta il grado di partecipazione del soggetto all’azione o al sentimento espresso dal verbo. La tendenza a usare la variante pronominale si giustifica proprio con questa maggiore componente di affettività”.



    Quindi è meglio usare la forma riflessiva quando si parla di cose o persone più vicine a noi, con cui abbiamo un legame diretto.



    Per esempio:



    Ricordo che Napoleone è morto il 5 maggio 1821.



    Ricordo i colori della bandiera francese.



    ma



    Mi ricordo che ci siamo divertiti un sacco alla festa di Marta.



    Mi ricordo bene il sorriso che ha fatto quando ha visto il regalo!



    Ripeto: tendenza, ma non regola rigida.







    Comunque, “ricordare” ha anche un secondo significato:



    2 - “richiamare alla memoria di altri”



    RICORDARE + oggetto diretto (nome o frase introdotta da DI + infinito / CHE + verbo coniugato) + oggetto indiretto (A + persona)



    Vediamo degli esempi:



    Il professore ricorda agli studenti la data dell’esame.



    Questo profumo mi (= a me) ricorda i pranzi a casa di nonna.



    Ti (= a te) ricordo che devi andare a prendere Sofia all’aeroporto.



    Ricorda a Sofia di fare attenzione!



    In questo caso, il riflessivo non può essere utilizzato.







    2 - Dimenticarsi vs Dimenticare / Scordarsi vs Scordare



    Per queste coppie di verbi vale lo stesso ragionamento fatto per ricordarsi e ricordare.



    Perciò vediamo solo qualche esempio:



    Mi sono dimenticata di rispondere alla sua email.



    Hanno scordato il titolo di quella canzone.



    Non scordatevi che dovete dare da mangiare al gatto mentre noi siamo via.



    Hai già dimenticato quello che devi dire durante la riunione?







    3 - Futuro vs Presente per parlare al futuro



    Spesso per parlare del futuro in italiano si utilizza il tempo presente. Si capisce che si sta parlando di un’azione futura sia grazie al contesto sia grazie a indicatori temporali spesso presenti prima o dopo il verbo (domani,

  • Abbiamo tante relazioni con le persone: il nostro partner, la nostra famiglia, i nostri colleghi, i nostri amici. Spesso, nelle conversazioni, abbiamo bisogno di descrivere il rapporto che abbiamo con queste persone. 



    Perciò, in questa lezione vedremo proprio tutte le espressioni italiane utili a descrivere le relazioni interpersonali, siano esse positive o negative.













    Parlare delle RELAZIONI con gli ALTRI in italiano



    COMINCIARE CON IL PIEDE SBAGLIATO



    Iniziare qualcosa (un’attività o una relazione) con una mossa sbagliata o un errore, che può compromettere tutto il percorso, la relazione o il raggiungimento dell’obiettivo finale.



    Esempio:



    Abbiamo cominciato con il piede sbagliato: ti prego di accettare questi fiori e di metterci una pietra sopra, affinché possiamo ricominciare da zero senza rancori!







    INCONTRARSI A METÀ STRADA / VENIRSI INCONTRO



    Raggiungere un compromesso in una relazione, trovare un accordo che vada bene per entrambe le parti.



    Esempio:



    Abbiamo discusso per ore perché le nostre idee erano in contrasto, però alla fine ci siamo incontrati a metà strada e abbiamo trovato una soluzione più o meno soddisfacente.







    DARE (QUALCUNO) IN PASTO AI LUPI



    Abbandonare qualcuno in una situazione pericolosa, senza alcuna protezione o difesa, con la possibilità di essere attaccato e fare una brutta fine.



    Esempio:



    Avevate combinato quel casino insieme, ma hai preferito dare in pasto ai lupi soltanto lui, dichiarandoti innocente. Sei un pessimo amico!







    FARE COPPIA FISSA



    1 - Avere una relazione amorosa stabile con qualcuno. 



    2 - Stare sempre insieme a qualcuno (pur non essendo legati sentimentalmente): farsi vedere sempre insieme o passare tanto tempo insieme (due colleghi a lavoro o due persone o in un gruppo di amici).



    Esempio:



    Marco e Giulia ormai fanno coppia fissa: li vedo sempre insieme! Ma è vero che qualche mese fa non si sopportavano?







    METTERSI CON (QUALCUNO)



    Iniziare una relazione stabile con qualcuno.



    Esempio:



    Loredana si è messa con lui perché le piaceva la sua personalità.







    ESSERE COME CANE E GATTO



    Siccome cane e gatto sono da sempre visti come acerrimi nemici, questa espressione significa essere due persone che sono troppo diverse tra loro, che perciò non vanno per niente d’accordo e litigano continuamente. 



    Esempio:



    Da piccoli, Luigi e suo fratello erano come cane e gatto e ne hanno combinate di tutti i colori, ma oggi sono inseparabili!







    AVERE UNA SPALLA SU CUI PIANGERE



    Poter contare su quella persona ogni volta che si ha il bisogno di sfogarsi o di trovare conforto e consolazione in qualcuno. 



    Esempio:



    Ti senti bene? Puoi raccontarmi cosa ti turba! Lo sai che con me avrai sempre una spalla su cui piangere!







    ESSERE IL BASTONE DELLA VECCHIAIA



    Questa frase è molto usata dagli anziani che si rivolgono ai più giovani, soprattutto se legati dal vincolo familiare (es. nonni e nipoti). 



    Dare sostegno o conforto a un anziano (in genere riferita a una persona più giovane).



    Esempio:



    Il direttore ha lasciato l’eredità della sua azienda al nipote più piccolo, che è stato il suo bastone della vecchiaia fino alla fine.







    CONOSCERE I PROPRI POLLI



    Conoscere bene il carattere e le abitudini di una persona (o più persone), tanto da poterne prevedere il comportamento in determinate circostanze.



    Solitamente usata tra persone che si conoscono molto bene e hanno un forte legame, poiché implica una conoscenza approfondita del carattere di una persona, e addirittura si può prevederne il comportamento in determinate circostanze. 



    Si usa il riferimento del “pollo” perché viene considerato un animale molto semplice, non sofisticato, che agisce in modo piuttosto prevedibile.



    Esempio:



    È inutile che cerchi di prendermi in giro… Conosco i miei polli! Lo so che sei stato tu a rompere il vaso perché sei sempre distratto!







    ALZARE DEI MURI



  • In questo articolo vedremo 5 POESIE ITALIANE che tutti devono conoscere e leggere almeno una volta nella vita!













    5 GEMME della POESIA ITALIANA: Versi da Non Perdere



    Prima poesia



    Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale di Eugenio Montale (1967)




    Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scalee ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.Il mio dura tuttora, né più mi occorronole coincidenze, le prenotazioni,le trappole, gli scorni di chi credeche la realtà sia quella che si vede.



    Ho sceso milioni di scale dandoti il braccionon già perché con quattr'occhi forse si vede di più.Con te le ho scese perché sapevo che di noi duele sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,erano le tue.




    È una delle 28 che Montale ha dedicato alla moglie Drusilla dopo la sua morte.



    Nella poesia ricorda la compagna attraverso immagini di intimità quotidiana, come l’atto di porgerle il braccio per scendere le scale. Era un gesto semplice che ora gli manca.



    Lui guidava per le scale, lei lo guidava nella vita.



    Grazie a lei, ha imparato a non temere più gli affanni, le preoccupazioni e i mille impegni di tutti i giorni, che ha capito essere soltanto “trappole”, e a vedere oltre le apparenze. La donna era perciò la vera musa ispiratrice dell’autore, che ora si sente vuoto, smarrito e disorientato.







    Seconda poesia



    Amami di Alda Merini




    Amamifinchè sentirai il caloredi una fiamma tremulache sempre arde,difendendosi dai venti di scogliera.Sono un pensieroche non vuole mailegare le tue manilibere nel mondo,anche se vorreiche fossero solo mie.Amamiora che non ho paroleper farti innamoraredei miei silenzipieni di gioia,che non potrai vedere.Amami ancora,saranno solo gli occhia dirti la mia passionee le mie labbra,a raccontarticose difficili da dire.Saremo noi,un giorno forsead abbracciare solo i profumidei nostri corpisenza paurache l’assenza diventi una cosa vera.




    In questa poesia, l'autrice riesce a cogliere e trasmettere l'essenza dell'amore in tutta la sua complessità, come una forza che brucia (fuoco) e nutre (acqua) allo stesso tempo.



    Nei versi chiede di essere accettata e compresa nella sua interezza.



    L’amore, secondo la Merini, è totalizzante: un'esperienza tormentata e inebriante, che lei ci invita a vivere con passione, nonostante le ferite che può provocarci.



    "Amami" è una poesia toccante e lascia un'impronta forte nel cuore del lettore. È un invito a rischiare di amare, a immergersi nelle acque incerte di questo sentimento e a lasciarsi avvolgere dal suo fuoco bruciante.



    In definitiva, "Amami" è una poesia che ci ricorda che l'amore, con tutta la sua intensità e le sue contraddizioni, è uno dei sentimenti più potenti che possiamo sperimentare come esseri umani, perciò dobbiamo viverlo appieno, con tutte le sue sfumature, e non dobbiamo temere di aprirci completamente a ciò che esso ci può offrire.







    Terza poesia



    L’infinito di Giacomo Leopardi (1819)




    Sempre caro mi fu quest'ermo colle,e questa siepe, che da tanta partedell'ultimo orizzonte il guardo esclude.Ma sedendo e mirando, interminatispazi di là da quella, e sovrumanisilenzi, e profondissima quieteio nel pensier mi fingo, ove per pocoil cor non si spaura. E come il ventoodo stormir tra queste piante, io quelloinfinito silenzio a questa vocevo comparando: e mi sovvien l'eterno,e le morte stagioni, e la presentee viva, e il suon di lei. Così tra questaimmensità s'annega il pensier mio:e il naufragar m'è dolce in questo mare.




    Nella poesia, il poeta riflette sulle sensazioni e sui sentimenti che prova ammirando il panorama dall’alto di una montagna.



    Non vede l’intero orizzonte perché gran parte di esso è nascosta da una siepe. Eppure, proprio questo ostacolo visivo scatena la sua fantasia.



    Si immagina spazi sconfinati, dove regnano pace e silenzio, tanto che questi pensieri quasi lo spaventano. Avverte la suprema bellezza e grandezza,

  • Quante volte vi è capitato di essere in Italia e voler parlare con qualcuno ma di fermarvi perché avevate paura di utilizzare la tanto temuta… FORMA DI CORTESIA? Lei, la, voi… Facciamo chiarezza una volta per tutte sui 5 dubbi che tutti gli stranieri hanno a proposito di questo argomento!













    La FORMA DI CORTESIA in italiano e i suoi usi



    Il pronome di cortesia italiano è solo ed esclusivamente Lei (e non Voi).



    Il Voi era usato durante il Fascismo, ma ora non più. Potrebbe capitarvi ancora di sentirlo un po’ nel Sud dell’Italia, ma solo tra persone di una certa età, come retaggio del passato.







    1. Quando devo usare la forma di cortesia in Italia e quando posso evitarla?



    In Italia, le persone usano il modo informale (TU) con la famiglia, gli amici, i colleghi, i più giovani e quando in generale vogliono creare un’atmosfera amichevole.



    La forma di cortesia (LEI), invece, è utilizzata in contesti più formali, soprattutto in determinate circostanze:




    con persone di riguardo (un medico, un avvocato, un presidente, un capo, un professore…)



    in luoghi pubblici, con il personale (come negozi, alberghi, ristoranti, banche e simili)



    con persone più grandi che non si conosce bene



    con sconosciuti, soprattutto se più grandi (per esempio su un treno, o qualcuno in un ristorante a un tavolo a fianco…)




    Se si vuole passare dal Lei al tu, basta chiedere! Dicendo cose come:



    Può darmi del TU! Non c’è problema!



    Posso darle del TU?



    Possiamo darci del TU se vuole/se non le dispiace!



    Gli italiani saranno pazienti con voi anche se sbagliate a utilizzare la forma di cortesia o se ve la dimenticate completamente? Ovviamente sì! Ma se la usate, farete certamente più bella figura e aumenterà la vostra autostima! Quindi, perché non provarci?







    2. Devo usare sempre il pronome di LEI espresso oppure non serve?



    Per esempio, se voglio far passare prima qualcuno, devo dire “Vada!” oppure “Vada Lei”?



    Molto spesso, come accade per tutti gli altri pronomi personali soggetto (io, tu, noi…), lo si può non mettere e lasciare sottinteso.



    Non si rischia così di confonderlo con “lei” pronome femminile di 3 persona singolare? No. Perché dal contesto è chiaro se stiamo parlando di una terza persona non presente o se invece stiamo parlando direttamente alla persona in questione in un contesto formale. 



    Perciò, diremo direttamente al nostro interlocutore cose come:



    Salve signora Facchetti, come sta?



    Prego, vada pure!



    Dottor Rossi, cosa mi suggerisce di fare per le mie continue emicranie?



    Possiamo esplicitare il pronome Lei solo quando abbiamo bisogno di far risaltare il soggetto, di dare più enfasi o di fare un confronto con qualcun altro.



    La ringrazio per avermi chiamato. Io sto bene, e Lei come sta?



    Io credo che potremmo firmare questo accordo entro la fine del mese. Che ne pensa Lei?







    3. LA o LEI? (La scrivo o Le scrivo? La vedo o Le vedo? La do o Le do?)



    Se LEI è il pronome soggetto di cortesia, i pronomi oggetto da utilizzare nella forma di cortesia sono due: LA o LE.



    Questi creano molta confusione tra gli stranieri. Ma come fare per capire quando usare uno e quando l’altro?



    In realtà è molto semplice. Vediamo questi due esempi:



    Cara signora Bianchi, Le racconto come sono andati i fatti.



    Cara signora Bianchi, La ringrazio per il pensiero gentile.



    Perché ho usato LE in una frase e LA nell’altra?



    Perché dipende dal verbo!



    Se il verbo è transitivo, cioè regge un complemento oggetto diretto, dovremo usare La, che è il pronome oggetto diretto di cortesia.



    Se invece il verbo regge un complemento indiretto, dovremo usare Le, che è il pronome indiretto di cortesia.



    Ho usato Le con raccontare perché è sempre “raccontare A qualcuno”.



    Ho usato La con ringraziare perché è sempre “ringraziare qualcuno”.



    Vediamo un altro paio di esempi:



    Posso offrirle un caffè, signor Calmi?



    Vorrei salutarla se fosse possibile, signor Milo.



  • Cosa dire su una situazione, una persona o un evento particolarmente noiosi e monotoni? Certamente potete dire *sbadigliando* “Che noia!” o “È noioso!”. Ma ci sono molte altre alternative da scoprire insieme!













    15 modi diversi per dire "CHE NOIA! / È NOIOSO!"



    Questa lista di alternative è molto utile, così che anche voi eviterete di essere monotoni quando parlate in italiano e nessuno vi sbadiglierà in faccia!







    1 - CHE BARBA!



    È equivalente a “Che noia!”, perciò lo si può usare sia in riferimento a un evento che a una persona o una situazione.



    Questa espressione è informale ed è diventata famosa in tutta Italia grazie alla comica Sandra Mondaini, che la usava in uno dei suoi siparietti comici assieme a suo marito Raimondo Vianello.







    2 - CHE SECCATURA! / CHE SCOCCIATURA!



    Sono equivalenti a “Che noia!”. Ci sono anche altre due espressioni simili, più informali e volgari:




    Che palle!



    Che rottura (di palle/di scatole!)








    3 - CHE LAGNA!



    Si usa in riferimento a:




    una persona fastidiosa e appiccicosa



    un discorso noioso e lunghissimo



    musica monotona e fiacca, banale








    4 - È MONOTONO



    Questo aggettivo si può usare in riferimento a:




    cose o situazioni banali o che si ripetono a intervalli regolari sempre nello stesso modo e che non cambiano mai



    persone noiose nel senso che fanno o dicono sempre le stesse cose








    5 - È POCO INTERESSANTE / È POCO STIMOLANTE



    Qualcosa è “interessante/stimolante” se suscita in noi sentimenti come curiosità, attenzione. Se lo è “poco”, allora è noioso.







    6 - È FIACCO



    Usato in riferimento a cose, eventi, situazioni, significa che sono piatti, banali.



    Non si può usare invece, con questo significato, per le persone. In riferimento a una persona, “fiacco” assume il significato di “senza energia”, “debole", "spossato”.







    7 - È TEDIOSO



    Sinonimo, molto formale, di “noioso”.







    8 - È SOPORIFERO



    Significa “che provoca o facilita il sonno”. Viene dalla parola “sopore”, che indica uno stato fisiologico simile al sonno ma con perdita solo parziale della coscienza.







    9 - È STUCCHEVOLE



    In riferimento al cibo, significa “che riempie tanto facilmente da risultare nauseante”.



    In riferimento a situazioni, cose o persone significa che sono troppo sentimentali e sdolcinate, tanto da risultare fastidiose e, appunto, noiose.







    10 - FA VENIRE IL LATTE ALLE GINOCCHIA



    L’intera espressione significa “è noioso”. Ma perché? Cosa c’entra il latte e cosa c’entrano le ginocchia? Deriva dall'antica tecnica di mungitura delle mucche, quella svolta a mano. In pratica, chi deve mungere a mano la mucca, si siede solitamente accanto e mette un secchio sotto alle mammelle. Si tratta, però, di una pratica faticosa, sicuramente noiosa, molto lunga, considerando che il latte deve arrivare fino al livello delle ginocchia.







    11 - MI STA STUFANDO / MI HA STUFATO (seccato/scocciato)



    I verbi “stufare”, “seccare” e “scocciare” sono tutti sinonimi di “annoiare”.



    Perciò si possono usare tutti come sinonimi di “annoiare”. Se una cosa (o una persona) ci annoia, allora anche ci stufa, ci secca, ci scoccia.







    12 - UFFA!



    Interiezione che si usa quando una situazione arreca fastidio e impazienza (spesso prima o dopo aver sbuffato).







    13 - FA VENIRE LA BARBA!



    È un modo di dire che descrive una situazione o un’attività talmente tanto lunga e noiosa che porta alla (ri)crescita della barba.







    14 - FA VENIRE L'UGGIA!



    L’uggia è una sensazione provocata dalla noia, con particolare sfumatura di malumore e irrequietezza.







    15 - NON SAPERE DOVE FARE L'UOVO



    Indica noia nel senso di non sapere cosa fare, e perciò essere irrequieti e incapaci di rimanere fermi in un posto.







    Eccoci qui, alla fine di questa lezione. Siamo sicuri che non vi siete annoiati, ma... conoscevate già tutte queste espressioni? Se siete interessati a continuare ad imparare nuovo vocabolario italiano,

  • Vi è mai capitato di non saper cosa dire, soprattutto in una lingua straniera, quando c'è qualcuno che piange o che è scoraggiato, per incoraggiarlo e per tirargli su il morale?



    In questo nuovo articolo scopriremo quali espressioni utilizzare, affinché possiate non solo essere l'aiuto perfetto per il vostro amico, ma anche avere un italiano perfetto in quelle situazioni.













    Espressioni Italiane per Incoraggiare Qualcuno







    1. QUANDO SI CHIUDE UNA PORTA SI APRE UN PORTONE



    Anche se qualcosa di negativo o spiacevole succede, non bisogna perdere la speranza e abbattersi perché presto la vita riserverà una nuova occasione, magari più grande.







    2. AL MOMENTO DEL BISOGNO / NELLE SVENTURE SI CONOSCE L'AMICO



    Solo in un momento di necessità e bisogno si comprende realmente la vera amicizia: chi ti vuole veramente bene rimarrà al tuo fianco e ti sosterrà, facendo di tutto per aiutarti. Chi non era realmente interessato a te, si allontanerà. Può essere usata come incoraggiamento e sottolineare che noi, per quella persona lì, ci saremo sempre perché siamo veri amici.







    3. ANNO NUOVO, VITA NUOVA



    Questo proverbio andrebbe usato solo nelle ultime settimane dell’anno vecchio e/o nelle prime dell’anno nuovo… per ovvie ragioni. Se a qualcuno succede qualcosa di brutto alla fine dell’anno o proprio all’inizio dell’anno nuovo, gli si può ricordare che un anno è lungo, perciò c’è tutto il tempo per cambiare radicalmente la sua vita per il meglio.   







    4. FINCHÈ C'È VITA C'È SPERANZA



    Nessun problema o sfida è insuperabile se si è vivi. Se si ha la vita (e la salute) allora c’è anche la speranza che tutto si possa affrontare e risolvere.







    5. IL TEMPO GUARISCE TUTTI I MALI



    Proverbio utilizzato per rincuorare qualcuno che è in preda a una situazione spiacevole. Ci siamo passati tutti no? Quando viviamo una situazione o un periodo spiacevole, tendiamo a vedere tutto negativo e a pensare che non ne usciremo mai. Però poi il tempo passa, per tutti e per tutto, e prima o poi cominciamo a sentirci meglio e a lasciarci le cose negative alle spalle. Ecco, questo è quello che vogliamo comunicare quando usiamo questo proverbio. Cerchiamo di rassicurare l’altra persona. Con il passare del tempo tutto il negativo sarà spazzato via e si ritorneranno a vivere situazioni positive.







    6. L'UNIONE FA LA FORZA



    Questa è veramente una bella espressione: da soli non si può davvero arrivare molto lontano, ma per raggiungere grandi risultati bisogna circondarsi di persone fidate e insieme lavorare verso quegli obiettivi, che saranno così raggiunti prima e meglio. La si può usare sia per offrire il proprio aiuto a qualcuno che è in difficoltà con quello che deve fare, sia per incoraggiare qualcuno e ricordargli che non deve affrontare le cose spiacevoli da solo, ma che ha noi e magari anche altre persone care, amici e famiglia su cui poter contare in qualsiasi caso per poter superare qualsiasi cosa.    







    7. VEDRAI, ANDRÀ TUTTO BENE!



    Per rassicurare qualcuno in un momento di paura o incertezza: tutto si risolverà, forse ci vorrà un po’ di tempo, ma prima o poi tutto andrà al proprio posto. 







    8. NON TUTTE LE CIAMBELLE RIESCONO COL BUCO



    Espressione informale utilizzata per rassicurare qualcuno che si sente un po’ giù di morale perché le cose non gli sono andate come aveva sperato o previsto. Nella vita c’è sempre qualcosa che non andrà come vogliamo noi, ma non per questo dobbiamo abbatterci, anzi dobbiamo continuare a lottare e a impegnarci affinché nel futuro possiamo raggiungere il risultato sperato.     







    9. SBAGLIANDO S'IMPARA



    Per ricordare a qualcuno che ha commesso un errore che gli errori fanno parte della natura umana e che solo così possiamo progredire e migliorarci, evitando di ripeterli in futuro.    







    10. NULLA È IMPOSSIBILE



    Qualcuno ha paura di affrontare o fare qualcosa? Qualsiasi cosa può essere superata se affrontata nel modo giusto e con la giusta mentalità e il ...

  • "È FACILE!" Quante volte l’avrete detto in riferimento all’italiano? Forse non troppe… Ma sicuramente vi sarà capitato di dirlo in altri contesti!



    Siccome potrebbe risultare un po' ripetitivo, in questa lezione vi offriremo una serie di alternative per dire “è facile”, così potete variare!













    8 MODI DIVERSI per dire "È Facile!"



    Cominciamo!



    1. È (o simili) + SINONIMO DI "FACILE"



    Sicuramente, il modo più rapido per non ripetere “è facile” è quello di mantenere la stessa struttura, con il verbo “essere” (o un verbo simile) e usare un sinonimo di “facile”, come semplice, elementare.



    Quest’ultima in particolare potrete incontrarla molto se leggete i famosi romanzi di Sherlock Holmes in italiano: la sua celebre frase, infatti, è “Elementare, Watson!” quando spiega all’amico la risoluzione di un caso con così tanta facilità, senza sforzarsi troppo.



    "La ricetta che ti ho dato è molto semplice, non dovresti avere problemi a seguirla."



    "Questi concetti sono veramente elementari: non ci metterete molto a impararli."



    Altri sinonimi di “facile” sono eseguibile, realizzabile, fattibile. Questi si possono usare però solo in riferimento ad azioni, progetti o idee che “possono essere fatte, portate a termine” (e non a concetti astratti: per esempio la grammatica non può essere fattibile o realizzabile).



    "Il progetto sembra fattibile, ma dobbiamo comunque prima consultare i nostri architetti."







    2. NON È + CONTRARIO DI "FACILE"



    Un altro modo rapido per non ripetere “è facile” è quello di usare “non è” + aggettivi che sono contrari di “facile”, come complesso, difficile, complicato, arduo.



    "Questo problema di matematica non è affatto complesso: dovresti riuscire a risolverlo in poco tempo."







    3. È UN GIOCO DA RAGAZZI



    Una cosa o un’azione che non richiede particolare sforzo può essere definita, in italiano, come un “gioco da ragazzi”, dal momento che i giochi per bambini o ragazzi hanno generalmente regole molto facili e intuitive.



    "Se segui correttamente le istruzioni, montare quel mobile sarà un gioco da ragazzi."







    4. È UNA PASSEGGIATA



    Sapete cos’altro non richiede un grande impegno e sforzo e perciò è associato a un’idea di facilità e semplicità? Una passeggiata. Perciò un altro modo per dire “è facile” è “è una passeggiata”.



    Non è complesso camminare tranquillamente, anche se non si ha una meta… No?



    "Stai tranquillo, ti sei allenato abbastanza… Vedrai che questa partita sarà una passeggiata per te."







    5. È COME BERE UN BICCHIER D'ACQUA



    Stessa idea: niente è più facile di bere un bicchiere d’acqua. Questa espressione idiomatica fa proprio riferimento ad un’attività molto semplice e naturale da fare.



    "Se guardi tutti i video di LearnAmo e segui LearnAmo su tutti i social, imparare l’italiano sarà come bere un bicchier d’acqua."







    6. È ALLA PORTATA DI TUTTI



    L’espressione indica qualcosa che è facilmente accessibile o raggiungibile da chiunque.



    È proprio “a portata di” che indica l’accessibilità. Per esempio, “a portata di mano” significa che lo si può raggiungere semplicemente allungando un braccio.



    Invece, ritornando alla nostra espressione, “essere alla portata di tutti” può fare riferimento sia a un luogo accessibile a tutti, sia a una cosa, un compito o un’azione che sono tanto facili da poter essere svolti da chiunque.



    "La nuova pizzeria napoletana si trova in centro, perciò è alla portata di tutti. Possiamo incontrarci lì?"



    "Se avete voglia di imparare l'italiano, vi suggeriamo di seguire il nostro canale! È alla portata di tutti. Ed è anche molto divertente!"







    7. NON RICHIEDE MOLTO SFORZO / MOLTA CONCENTRAZIONE / MOLTO IMPEGNO



    Questa è veramente un’espressione che fa quello che deve fare: esprime senza troppi giri di parole che si tratta di qualcosa di facile.



    "Imparare a suonare questo strumento non richiede molto sforzo, basta un po’ di pratica."







    8. (FARE QUALCOSA) IN UN BATTER D'OCCHIO



  • Chi non ha spettegolato almeno una volta nella propria vita? Non è bello, ma talvolta non ci si riesce a trattenere dal dare la propria opinione su qualcosa, senza che i diretti interessanti lo abbiano chiesto.



    In questa lezione, vedremo il lessico legato al GOSSIP e ai PETTEGOLEZZI, oltre a espressioni idiomatiche sullo stesso tema!













    Lessico Italiano del GOSSIP







    1. Spettegolare in Italiano: VERBI



    Spettegolare: la tendenza o l’abitudine a parlare alle spalle di altri, o col fine di esprimere semplicemente dei pareri in merito a questioni che non ci riguardano, o col fine di criticare.



    Verbi simili sono: ciarlare e cianciare. Entrambi indicano il trattenersi a lungo in chiacchiere senza utilità, spesso riguardanti altre persone. Ma anche sparlare, che ha solo il significato negativo di “parlare male di altre persone alle loro spalle”.



    Dal verbo “cianciare” deriva l’esclamazione “Bando alle ciance!”.



    Le ciance sono (in toscano) le chiacchiere futili e vane. Ecco perché “Bando alle ciance!” significa “Basta con le chiacchiere e i pettegolezzi inutili”. Si usa quando vogliamo invitare il nostro interlocutore a smettere di perdere tempo con chiacchiere e pettegolezzi per invece cominciare a fare qualcosa di concreto.



    Esempio:



    - Detesto andare in ufficio perché i miei colleghi spettegolano tutto il tempo e io devo lavorare per tutti!







    Pettegolezzo: commento inopportuno o indiscreto o malevolo su qualcuno che non è presente. Insomma, può avere una sfumatura neutra (si parla tanto per parlare) oppure più negativa (si vuole davvero parlar male dell’altra persona).



    Questo termine ha molti sinonimi, come: diceria, gossip, ciarla, chiacchiera, rumor, voce (di corridoio), maldicenza (questo è l’unico sinonimo che si può usare solo in senso negativo e non neutro).



    Esempio:



    - Devi credere a ciò che ti dico, non devi dare ascolto alle voci di corridoio e ai pettegolezzi che circolano sul mio conto.







    Pettegolo: persona che spettegola, ossia colui o colei che ha l’abitudine di parlare sul conto degli altri, riportando indiscretamente o con malevolenza fatti altrui.



    Curiosità: la parola “pettegolo” deriva da “peto”, potete immaginare perché: cioè si fa riferimento all’incontinenza verbale di un pettegolo, alla sua incapacità di trattenere i commenti.



    Esempio:



    - Riesco a confidarmi con Luisa perché so che non è una pettegola e non direbbe mai i fatti miei in giro.







    Ficcanaso: non è necessariamente un pettegolo, ma sicuramente è una persona che si intromette in faccende che non la riguardano minimamente.



    Esempio:



    - Il nostro vicino è un ficcanaso, controlla sempre a che ora entriamo o usciamo di casa.







    Chiacchierone: una persona che parla molto a sproposito e che non sa tenere un segreto. Chiaramente un chiacchierone non è necessariamente un pettegolo, può anche essere solo una persona che ama parlare del più e del meno. Però è anche possibile usare l’aggettivo come sinonimo di “pettegolo”.



    Esempio:



    - Quel chiacchierone di Luca ha raccontato tutto al mio capo. Che figura!







    Linguacciuto: anche questo termine è sinonimo di “pettegolo", ma ha solo una sfumatura negativa. Un linguacciuto è chi è incline a sparlare, ad avere la risposta sempre pronta e a controbattere sempre con risposte taglienti, provocatorie, arroganti o offensive.



    Esempio:



    - Marco è maleducato e anche linguacciuto!







    Malalingua: colui che sparla in senso completamente negativo, con il fine maligno di offendere e disprezzare.



    Esempio:



    - Riccardo è una persona subdola: è una spia e una malalingua, non devi assolutamente fidarti di lui.







    2. Spettegolare in Italiano: ESPRESSIONI



    Vediamo di seguito alcune espressioni che vengono utilizzate per riferirsi all’atto di spettegolare:



    Essere pettegolo come una portinaia: espressione che significa essere pettegolo, chiacchierone, come le portinaie, tradizionalmente descritte come coloro che si interessano e sono ...

  • In un mondo che corre veloce, dove il ticchettio dell’orologio scandisce i ritmi frenetici della vita quotidiana, la cultura italiana ci offre un ricco repertorio di espressioni che invitano al relax, per ricordarci l’importanza di trovare momenti di pausa e di piacere tra gli impegni di tutti i giorni.













    Come Esprimere il Relax in italiano







    1. STACCARE LA SPINA



    Cosa succede quando si stacca la spina a un elettrodomestico? Smette di funzionare, e “si riposa”, no? Bene, la stessa cosa vale anche per noi esseri umani, in senso figurato.



    Questa espressione indica la sensazione di relax in cui è possibile estraniarsi e allontanarsi dal mondo esterno e ricaricare le proprie batterie e la propria energia.



    Esempio:



    Ogni volta che ho bisogno di staccare la spina, vado in montagna.







    2. RICARICARE LE PILE



    Questa espressione significa fare una pausa per recuperare le energie perse. Come si fa con le pile scariche, che si attaccano alla corrente per dar loro nuova energia.



    Esempio:



    Questi ultimi mesi sono stati davvero stressanti. Adesso ho bisogno di ricaricare le pile prima di cominciare di nuovo!







    3. FARE UNA PENNICHELLA



    La pennichella è il riposo che si fa nelle prime ore del pomeriggio (chiamato anche “pisolino”), dopo pranzo, generalmente di breve durata.



    Si può usare l’espressione “fare una pennichella” anche per altri momenti della giornata, ogni volta che si ha bisogno di qualche minuto con gli occhi chiusi per recuperare le forze.



    Esempio:



    Quando mi sento sopraffatta dal lavoro, faccio una pennichella e mi riprendo subito!







    4. PRENDERSELA COMODA



    Questa espressione indica il fare tutto con molta calma, senza fretta, procrastinando il più possibile e riducendo al minimo lo stress.



    Esempio:



    Abbiamo chiuso l’affare con i nuovi clienti e abbiamo guadagnato un bel po’… Adesso possiamo prendercela comoda per qualche settimana.







    5. RELAX TOTALE!



    Questa espressione enfatizza una sensazione di profondo relax, durante la quale non si vuole fare proprio nulla.



    Esempio:



    Finalmente sono arrivate le ferie! Da domani relax totale! Si dorme tutto il giorno e non si pensa al lavoro!







    6. PERDERE LA COGNIZIONE DEL TEMPO



    Questa espressione indica l'essere in uno stato di tale rilassamento che provoca un disorientamento momentaneo: non ci si rende conto di che ore siano e di quanto tempo sia passato dall’ultima volta che un’attività è stata svolta.



    Esempio:



    L’altro giorno, nel pomeriggio, ho dormito così tanto che quando mi sono svegliata avevo perso proprio la cognizione del tempo. Pensavo che fosse già la mattina dopo!







    7. ESSERE SULLE/TRA LE NUVOLE



    Guardare le nuvole da vicino provoca sicuramente una sensazione di relax, ad esempio quando siamo su un aereo.



    Questa espressione indica la sensazione di profondo relax in cui si è completamente lontani dal mondo e non ci si rende conto della realtà circostante. Come se non si vivesse più sulla Terra ma, appunto, tra le nuvole.



    Esempio:



    Sveglia! Ti sto parlando ma sembra che tu sia tra le nuvole!







    8. MERITATO RIPOSO !



    Questa è un'esclamazione usata quando si viene fuori da una situazione pesante e stancante e ci si sente di meritare del buon relax.



    Esempio:



    Aaaah! Finalmente abbiamo finito il video! Meritato riposo!







    9. LASCIARSI ANDARE



    Questa espressione indica il “rilassarsi” nel senso di non pensare più a niente e cadere in una sensazione di abbandono totale.



    Esempio:



    Sei troppo tesa: lasciati andare per una volta! Vedrai che le cose si sistemeranno!







    10. ANDARCI PIANO



    Questa espressione significa fare tutto con calma per non ritrovarsi stressati o, se lo si è, per ridurre al minimo lo stress.



    “Andarci piano con qualcosa” significa “procedere con moderazione”, “comportarsi con cautela”.



    Esempio:



    Ti stai preoccupando troppo in questo periodo… Vacci piano! Altrimenti la tua salute ne risente!



  • In questa lezione imparerete delle espressioni provenienti direttamente da film italiani che potete usare nelle conversazioni della vostra vita di tutti i giorni (e che stupiranno gli italiani!).



    Pronti?













    CITAZIONI di film che usiamo QUOTIDIANAMENTE



    Ricordati che devi morire (“Non ci resta che piangere”, 1984)



    La citazione "Ricordati che devi morire" viene dal film italiano "Non ci resta che piangere" del 1984, diretto da Massimo Troisi e Roberto Benigni.



    I protagonisti viaggiano indietro nel tempo e si ritrovano nel 1492 in un borgo toscano. La frase viene pronunciata da un frate diverse volte consecutivamente.



    Riflette il tema della morte presente nel film in un modo leggero e umoristico, tipico dello stile comico dei registi Troisi e Benigni.



    La citazione è la traduzione della famosa frase latina “Memento mori” (promemoria della morte e della brevità della vita), che invita le persone a vivere una vita piena, con questa consapevolezza.



    Dopo l’uscita del film, la citazione in italiano è diventata molto popolare ed è stata utilizzata anche da diversi comici italiani nel corso degli anni, sempre con un’accezione umoristica. Di conseguenza, anche gli italiani la usano frequentemente, sia per invitare l’interlocutore a godersi il momento e la vita, tenendo presente che dura poco, sia in senso ironico. 







    E io pago! (“47 morto che parla”, 1950)



    La citazione appartiene a Totò (nel personaggio di un barone avaro) ed è una delle sue battute più famose.



    Nel film Totò, ogni volta che qualcuno sta sprecando delle risorse da lui offerte, ci tiene a specificare che lui è sempre quello che ci rimette e che tira fuori i soldi.



    Questa espressione viene ancora usata quotidianamente, soprattutto da chi deve pagare per gli altri.



    Per esempio, la dicono i genitori ai propri figli, la dice il collega o l’amico che finisce per offrire sempre a tutti e così via.







    Buongiorno, principessa! ("La vita è bella”, 1997)



    La citazione "Buongiorno principessa!" è tratta dal film italiano "La vita è bella", diretto da Roberto Benigni e uscito nel 1997.



    Nel film, il personaggio interpretato da Roberto Benigni, Guido, usa questa frase come saluto per esprimere il suo amore nei confronti di Dora e il desiderio di farle vedere la bellezza e la gioia anche in mezzo all'oscurità e alla tragedia dell’Olocausto.



    "La vita è bella" è ambientato durante l'Olocausto e Guido cerca di proteggere suo figlio e sua moglie dalla realtà brutale del campo di concentramento in cui si trovano, trasformando la loro situazione in un gioco di immaginazione, per regalargli momenti di felicità in un contesto così drammatico.



    Oggigiorno, usiamo questa citazione sia con la stessa sfumatura affettuosa originale, sia in senso più ironico, ad esempio se qualcuno si sveglia tardi o con una faccia completamente sconvolta.







    Non posso né scendere né salire ("Tre uomini e una gamba”, 1997)



    Questa citazione viene dal film "Tre uomini e una gamba”, una famosa commedia italiana del 1997 diretta da Aldo, Giovanni e Giacomo, che sono anche i protagonisti del film.



    Tre amici si trovano coinvolti in una serie di ostacoli e situazioni comiche mentre cercano di consegnare una gamba di legno (costosa scultura di un famoso artista).



    Aldo pronuncia questa frase perché, sceso dalla macchina per cercare Giacomo, si avventura tra le rocce in infradito e si ritrova bloccato. 



    Oggigiorno questa espressione viene utilizzata per indicare una situazione problematica in cui qualsiasi soluzione potrebbe portare a un risultato negativo.







    Il mio falegname con 30 mila lire lo faceva meglio ("Tre uomini e una gamba”, 1997)



    Usata per criticare la qualità di un lavoro o di un prodotto che però è costato molto.



    Suggerisce che sarebbe stato possibile ottenere un risultato migliore a un prezzo inferiore, magari dal proprio “uomo di fiducia”.



    Anche questa viene dal film “Tre uomini e una gamba”.



  • Quante volte vi sarà capitato di sentire o dire a qualcuno “Sei pazzo!”? Bene, sicuramente avevate tutte le ragioni. Però, questa frase è un po’… come dire… banale! In questo articolo scoprirete tutte le alternative a questa espressione!

















    Smettila di dire "SEI PAZZO": di' questo invece!



    Vediamo come potete sostituire "SEI PAZZO!" la prossima volta!







    1. SEI FOLLE!



    Si tratta di un’alternativa abbastanza neutra. Infatti, “folle” è un sinonimo di “pazzo”.Potremmo tranquillamente anche usare “matto” (“Sei matto!”), dal momento che anche “matto” è un sinonimo di “pazzo”.



    Esempio:- Sei folle nel buttarti in questa avventura senza la minima esperienza!- Hai speso tutto il tuo stipendio per comprare questa borsa, sei folle!







    2. SEI MATTO DA LEGARE!



    Questa espressione fa riferimento a un indumento usato in passato per “contenere” la gente considerata pazza: la camicia di forza. Con questa si legavano le persone che venivano considerate incontrollabili, impedendo loro di muoversi.



    Esempio:Voi siete matti da legare: volete fare bungee-jumping con questo ventaccio?!







    3. TI SEI BEVUTO IL CERVELLO!



    Immaginate se potessimo berci il cervello! Rimarremmo senza il minimo segno di razionalità a guidarci… Ecco appunto il senso di questa espressione!



    Esempio:Ti sei bevuto il cervello? Hai speso tutti quei soldi per una maglia!







    4. SEI SVITATO!



    Il significato originale di “svitato” è “non più o non del tutto avvitato”, usato in riferimento a cose come bulloni o tappi.Però nel linguaggio familiare questo aggettivo ha assunto il significato di “pazzo”, volendo significare che la testa non è ben serrata (“avvitata”) sul collo, e non è quindi salda e fa fare o dire cose bizzarre, irrazionali.



    Esempio:La mia amica è completamente svitata: va ogni sera in discoteca fino alle 4 del mattino e alle 9 è ufficio! In pratica non dorme mai… Finirà per rovinarsi la salute…







    5. ESSERE/USCIRE FUORI DI SENNO



    Per “senno” si intende “la capacità di intendere, giudicare e operare nel modo più giusto e conveniente”.Perciò, se si esce (o si è) fuori da questa capacità, ovviamente non si è lucidi e si agisce in modo bizzarro.



    Esempio:L’uomo che ha investito quella signora era fuori di senno! Sono intervenuti ben quattro poliziotti per fermarlo.







    6. ESSERE DA MANICOMIO/RICOVERO



    Il manicomio, originariamente, era il luogo in cui venivano ricoverati i malati di mente, una sorta di ospedale psichiatrico.È un termine molto delicato, di cui oggi si abusa, soprattutto in espressioni come questa. È ok se usata in contesti estremamente informali, ma altrimenti vi consiglierei di evitare di usarla perché potrebbe essere un po’ offensiva.



    Esempio:Ti rendi conto di ciò che fai? Sei da manicomio! Hai sbagliato tutto dopo che te l’avevo spiegato per ben 5 volte!







    7. ESSERE CON LE ROTELLE FUORI POSTO



    Si tende a immaginare la testa come una serie di ingranaggi (a rotelle) che si muovono perfettamente in sincronia tra loro e che fanno funzionare tutto.Se però qualcuna di queste rotelle comincia ad andare fuori dal suo posto abituale, c’è un problema… Tutto si sballa… e si agisce in modo bizzarro.



    Esempio:Penserete che io sia con le rotelle fuori posto, ma non vedo l’ora di tornare a scuola dopo l’estate.







    8. PERDERE IL LUME DELLA RAGIONE



    La ragione è spesso associata alla luce (si pensi al periodo storico chiamato Illuminismo…). Se si perde questa luce… beh… si perde la ragione! E quindi non si ragiona più bene e di conseguenza si impazzisce.



    Esempio:Questa guerra contro i suoi fratelli gli ha fatto perdere il lume della ragione! Adesso odia tutti…







    9. SEI SQUILIBRATO!



    L’aggettivo “squilibrato” è un sinonimo di “pazzo”, in quanto fa riferimento al fatto di non avere il giusto equilibrio psichico.



    Esempio:Sei un po’ squilibrato: come ti viene di chiederle di uscire e andare a mangiare sushi se sai che non mangia pesce!







    10. SEI FUORI DI TESTA!



  • Quali sono le espressioni idiomatiche italiane più bizzarre, assurde e divertenti, ma anche più utilizzate?



    Scopriamole insieme! 













    12 Espressioni Idiomatiche Italiane Simpatiche



    Cominciamo subito!



    1. Lasciare/Rimanere di stucco



    Lo stucco è un impasto a base di gesso, calce o cemento con cui si realizzano generalmente le statue. 



    RIMANERE DI STUCCO



    Significa rimanere scioccati, immobili e imbambolati per lo stupore o la sorpresa o lo sbalordimento, proprio come statue di gesso. 



    Se qualcuno causa ciò a un’altra persona, allora dal suo punto di vista sarà LASCIARE (QUALCUNO) DI STUCCO.



    Esempio:



    Il discorso che ha fatto ha lasciato tutti noi di stucco: non sapevamo sapesse parlare così bene.







    2. Il cavallo di battaglia



    Il cavallo di battaglia era il cavallo parzialmente protetto da armatura che i cavalieri usavano in passato durante la guerra. Proprio perché questa era la sua funzione, era di solito particolarmente robusto e ben addestrato, e godeva di trattamento e alimentazione privilegiati. 



    Oggigiorno, l'espressione indica il meglio del meglio, il proprio pezzo forte, ciò in cui si è più bravi, l’opera migliore o un’attività, un argomento in cui si è più bravi e più preparati. 



    Esempio:



    Se verranno ospiti a cena, preparerò le lasagne. Sono il mio cavallo di battaglia! Così possiamo fare bella figura.







    3. Avere la coda di paglia



    Si dice di chi, non avendo la coscienza tranquilla, si discolpa senza essere accusato perché si sente chiamato in causa, coinvolto in un’affermazione, anche se non lo è realmente. 



    L’immagine viene da una favola in cui una volpe perde la propria coda e decide di usarne una di paglia, vivendo nella costante paura che essa possa prendere fuoco.



    Esempio:



    - Che strano, pensavo ci fosse ancora della torta in frigo…



    -Io non l’ho mangiata eh…



    -Nessuno ti stava accusando! Non avrai mica la coda di paglia?







    4. Cercare il pelo nell’uovo



    Significa essere eccessivamente meticolosi, perfezionisti all’estremo; cercare difetti in tutto e tutti, anche se impercettibili o addirittura assenti.



    Esempio:



    -Mi piacciono le tue scarpe, ma non le avrei usate con questo vestito perché sono di tonalità di verde un po’ diverse tra loro.



    -Vabbè adesso non cercare il pelo nell’uovo… è stato già abbastanza difficile trovare queste di questo colore.







    5.  Sputare il rospo



    Significa dire finalmente qualcosa che non si poteva o non si voleva dire in precedenza (una preoccupazione, un segreto…).



    Esempio:



    Forza! Sputa il rospo! Raccontaci chi era la persona che ti piaceva al liceo!







    6.  Darsi/Tirarsi la zappa sui piedi



    Significano entrambe auto-danneggiarsi involontariamente o in momenti di non lucidità (rabbia, paura…). 



    Un sinonimo potrebbe essere: "Scavarsi la fossa con le proprie mani".



    Esempio:



    Dicendole che sei bravo a scrivere ti sei dato la zappa sui piedi: adesso Sabrina ti chiederà sempre di scrivere cose per lei! 







    7.  Avere il dente avvelenato



    Significa provare risentimento, portare rancore verso qualcuno.



    Esempio:



    Mario ha ancora il dente avvelenato per quella vecchia storia con Luca, perciò non lo ha invitato al suo compleanno. 







    8.  O la va o la spacca



    Indica una scommessa, un azzardo “calcolato”: si conoscono i rischi e non si ha l'assoluta certezza di riuscire in ciò che si sta facendo, ma lo si fa comunque.



    Esempio:



    Dopo anni, ho trovato il coraggio di chiedere al capo un aumento. Sto andando proprio ora nel suo ufficio: non so come la prenderà, ma lo scopriremo… O la va o la spacca!







    9.  Qui gatta ci cova



    Usata se una situazione risulta strana o poco convincente, per indicare che c’è probabilmente qualcosa di losco o poco chiaro sotto.



    Il riferimento è al gatto inteso come animale furbo, che, in apparenza, si mostra ignaro e innocuo, mentre in realtà attende l'occasione buona per fare la sua mossa. 



  • È possibile insegnare l'italiano a un bambino straniero... a casa?













    Come Insegnare l'Italiano ai Più Piccoli (fuori dall'Italia)



    Volete insegnare l'italiano come lingua straniera ai vostri figli o nipoti all'estero. Come fare?



    Sicuramente un tipo di insegnamento più “serio” può dare al vostro piccolo delle buone basi.Perciò, se potete, scegliere un insegnante privato competente o un corso con altri bambini è sicuramente una buona opzione. Il bambino saprà che “deve” essere attento per quei 30 o 60 minuti e sicuramente finirà per imparare qualcosa.







    Però quel tempo “ufficiale” non è sufficiente! Sta a voi, poi, integrare quelle lezioni con delle attività a casa, da svolgere nella quotidianità.Avvertimento: munitevi di tanta pazienza. Servirà!







    1. Gli oggetti della quotidianità



    Sfruttate l’ambiente che vi circonda, usate gli oggetti della vita di tutti i giorni per far abituare il bambino alla nuova lingua e farlo immergere in essa. Per esempio, se siete in casa, prendete un oggetto e ditegli il nome. Se prendete una mela dal frigorifero, dite “MELA” e aspettate che il bambino la ripeta.



    Potete farlo con qualsiasi cosa: gli alimenti in frigo, i vestiti nell’armadio, i suoi giochi... Ma potete anche farlo fuori casa, per esempio al parco o al supermercato. Aiutato dal contesto, il bambino imparerà e ricorderà più facilmente il vocabolario.







    2. Non temere la ripetizione



    Nessuno impara una parola appena gliela dicono. Sarebbe bello no? Ma così come noi adulti abbiamo bisogno della ripetizione, altrettanto ne hanno bisogno i nostri piccoli.



    Non pretendete che possano imparare una parola solo dopo averla sentita e ripetuta una volta, ma continuate a ripetergliela giorno dopo giorno. Solo così, a furia di sentirla, la imparerà.







    3. 10 minuti al giorno



    Probabilmente all’inizio il vostro bambino (che già sta imparando i nomi delle cose nella sua prima lingua) non capirà perché ne debba imparare altri, in una lingua diversa, per gli stessi oggetti. Il rischio è che continuerebbe a chiamare gli oggetti con i loro nomi nella prima lingua.



    Perciò, una buona soluzione sarebbe quella di concentrare l’italiano in 10, 15, 20 minuti ogni giorno. Così il bambino saprebbe che in quel tempo deve solo usare l’italiano.Per esempio, nel viaggio in macchina per andare a scuola. Oppure prima di cena. O ancora durante la merenda. “Ok, adesso si parla in italiano. Pronti? Via! Chi sa come si chiama questo oggetto?” E via così.



    Ovviamente, dovete assicurarvi che in quell’arco di tempo si parli davvero solo italiano! Voi dovete interagire con il bambino solo in italiano e, se lui inizia a rispondere nella sua prima lingua, voi dovete fingere di non aver capito quello che ha detto e di non poterlo aiutare.



    Per esempio, se vuole del latte ma vi chiede del “milk” (o comunque usa la sua prima lingua), voi non glielo dovrete dare, fino a quando non dirà “latte”. Eh eh… una piccola sofferenza, ma necessaria!







    4. Una parola al giorno



    Un altro buon metodo per aiutare l’apprendimento potrebbe essere decidere di imparare una parola al giorno, ogni giorno alla stessa ora. Così il bambino aspetterà quel momento tutta la giornata.



    E ovviamente, quella sarebbe anche una buona occasione per ripassare le parole imparate fino a quelmomento. Repetita iuvant!







    5. Utilizzare il gioco



    Si sa: si impara molto di più quando ci si diverte. Perciò i giochi e le attività interattive sono un ottimo modo per insegnare al vostro bambino l’italiano come una lingua straniera.



    Esempi di giochi utili sono:STREGA COMANDA COLORE: come dice il nome stesso, questo è perfetto per ripassare o imparare i colori. Voi direte “Strega comanda color… (nome del colore)” e il bambino dovrà correre per toccare il colore scelto. Se riuscite a prenderlo prima che lo tocchi, sarà lui la strega al turno successivo. Ovviamente, il gioco è più divertente se lo si fa in tanti.

  • Può sembrare una cosa banale perché la facciamo da quando siamo bambini, però descrivere oggetti non è così facile come sembra, soprattutto se dobbiamo farlo in una lingua straniera. Continua a leggere per scoprire come farlo... in italiano!













    Come DESCRIVERE qualcosa attraverso i 5 sensi



    Le espressioni sono divise in base ai 5 sensi, perché la descrizione di qualsiasi cosa può avvenire in base a come si entra in contatto con quella cosa, se con gli occhi, con le mani, con il naso...







    1. Attraverso il tatto



    In questo tipo di descrizione si usano parole per identificare l’oggetto dal punto di vista di come appare al contatto, quando lo si tocca.



    Si potrà parlare quindi di:




    materiale:




    di legno, di metallo, d’acciaio, di vetro, di carta, di cotone, di plastica, di pelle, di gomma…




    temperatura:




    caldo, freddo, ghiacciato, bollente, tiepido, a temperatura ambiente, asciutto, bagnato, fradicio, umido…




    consistenza:




    appuntito, soffice, duro, malleabile, morbido, gommoso, spugnoso, peloso, appiccicoso, liscio, ruvido, unto…




    utilità:




    comodo, scomodo, pieghevole, fragile, apri e chiudi, delicato…



    Per esempio, ora proviamo a descrivere un materassino da yoga attraverso il tatto:



    È di gomma, a temperatura ambiente, asciutto (anche se diventa umido quando mi ci alleno sopra), spugnoso, comodo e pieghevole.







    2. Attraverso la vista



    In questo tipo di descrizione si usano parole per identificare l’oggetto in base a come appare ai propri occhi.



    Si potrà parlare quindi di:




    forma:




    rotondo, quadrato, a punta, rettangolare, ovale, arrotondato, tondeggiante, squadrato, spigoloso…




    colore/fantasia:




    giallo, rosso, verde, a fantasia, a fiori, a pois, a righe…




    dimensione:




    grande, piccolo, medio, alto, basso, spesso, sottile …




    composizione:




    è compatto



    HA + nome dell’oggetto (ha un manico, ha una cerniera, ha un gancio, ha delle paillettes…)



    È FORMATO DA + nome dell’oggetto (è formato da due elementi, è formato da tre bastoncini e un piano…)



    Per esempio, ora proviamo a descrivere una pentola attraverso la vista:



    È rotonda e grigia, è piccola, ha due manici ed è compatta.







    3. Attraverso l'olfatto



    In questo tipo di descrizione si usano parole per identificare l’oggetto in base a ciò che percepisce il proprio naso.



    Si potrà parlare quindi di:




    odore:




    è profumato, è puzzolente, inodore…



    ha un odore molto forte, ha un odore delicato, ha un cattivo odore, ha un tanfo insopportabile…




    cosa quell’odore ricorda:




    ricorda un campo di lavanda, ricorda un aranceto in Sicilia…



    Per esempio, ora proviamo a descrivere una candela profumata attraverso l’olfatto:



    È profumata, ha un odore delicato che ricorda un aranceto in Sicilia.







    4. Attraverso l'udito



    In questo tipo di descrizione si usano parole per identificare l’oggetto in base a ciò che sentono le proprie orecchie.



    Si potrà parlare quindi di:




    tipo di suono:




    è rumoroso, è silenzioso, ha un volume alto/basso, è un rumore forte, è un suono delicato…



    FA + descrizione del suono (fa beep beep, fa drin drin…)




    frequenza del suono:




    SUONA PER + (n) tempo e poi smette



    è a intermittenza, è costante…




    ciò che il suono provoca in noi:




    è un rumore fastidioso, è assordante, fa venire il mal di testa, fa rilassare…



    Per esempio, ora proviamo a descrivere il suono di qualcuno che russa attraverso l’udito:



    È un po’ rumoroso, è a intermittenza, è un rumore fastidioso che fa innervosire chiunque gli stia accanto.







    5. Attraverso il gusto



    In questo tipo di descrizione si usano parole per identificare l’oggetto in base a ciò che percepisce la propria bocca, o più precisamente le proprie papille gustative.



    Si potrà parlare quindi di:




    tipo di gusto:




    dolce, amaro, piccante, salato, speziato, aspro, rinfrescante, insipido…



    ha un sapore delicato, intenso…




    la reazione che il gusto provoca in noi:




    fa rabbrividire,

  • In questa lezione avrete l’opportunità di mettervi alla prova e scoprire quanto conoscete la cultura italiana.



    Ricordate: le domande hanno un livello di difficoltà crescente.













    Scopri quanto conosci il Bel Paese



    Come dicevamo, si comincia con 5 domande di livello principiante, per poi passare a 5 di livello intermedio e concludere con 5 domande di livello avanzato.



    Pronti?



    1) Qual è il nome della famosa opera scritta da Dante Alighieri?




    I Promessi Sposi



    La Divina Commedia



    Il Decamerone




    2) Chi ha dipinto la Cappella Sistina?




    Leonardo da Vinci



    Raffaello Sanzio



    Michelangelo Buonarroti




    3) Quante sono le regioni italiane?




    25



    18



    20




    4) In che giorno si celebra la Festa della Repubblica?




    25 aprile



    1° maggio



    2 giugno




    5) Qual è stata la prima capitale d’Italia?




    Torino



    Firenze



    Milano




    6) Qual è il fiume più lungo d’Italia?




    Il Po



    Il Tevere



    L’Arno




    7) Da quanti mari è bagnata l’Italia?




    2



    6



    3




    8) Qual è la regione italiana più grande?




    Sicilia



    Lombardia



    Emilia-Romagna




    9) In quale anno avvenne l’Unità d’Italia?




    1961



    1861



    1781




    10) Cosa si celebra il 25 aprile?




    Festa della Costituzione



    Festa della Liberazione



    Festa dei Lavoratori




    11) Chi è stato il primo Presidente della Repubblica italiana?




    Luigi Einaudi



    Enrico De Nicola



    Giovanni Leone




    12) Quanti articoli ci sono nella Costituzione italiana?




    139



    90



    152




    13) Quanti Stati indipendenti ci sono in Italia?




    2



    Nessuno



    4








    14) Come si chiama la sede del Presidente della Repubblica?




    Palazzo Madama



    Palazzo del Quirinale



    Palazzo Montecitorio








    15) In Italia c’è solo una lingua ufficiale (l’italiano), ma il governo riconosce ufficialmente come lingue anche altre…




    5



    20



    3








    Le soluzioni corrette sono alla fine del video!



    Se volete continuare a imparare e affinare le vostre competenze linguistiche, vi consigliamo di esplorare tutti gli altri nostri test. In particolare, potreste trovare utile il test di grammatica. Buon apprendimento!