Avsnitt
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Un team di tre professionisti viene incaricato dal tribunale dei minori di Torino di eseguire la perizia psichiatrica su Erika e Omar: hanno meno di 18 anni, nel loro caso la capacità di intendere e volere va dimostrata. Il professor Adolfo Ceretti, criminologo parte del team, ricorda come sono stati gli incontri e quanto è stato complicato entrare in contatto con i ragazzi. La perizia stabilisce che sapevano quello che stavano facendo, ma anche che da soli non avrebbero fatto male a una mosca, che quello è stato un delitto della coppia, di Erika&Omar. A dicembre, dieci mesi dopo il delitto, vengono condannati, Erika a 16 anni e Omar a 14. Escono dal carcere rispettivamente dopo 10 e 9 anni. Erika, dice chi l’ha avuta in cura, è una persona nuova. Omar di recente è finito di nuovo davanti a un giudice per le accuse di violenze da parte della sua ex.
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I carabinieri ascoltano Erika e Omar confessare l’omicidio. La notizia sconvolge Novi Ligure e l’Italia. I partiti che hanno attaccato gli immigrati ritrattano accuse e speculazioni ma senza fare decisi passi indietro. Dopo l’arresto, Erika e Omar vengono portati al carcere minorile di Torino, poi lei cerca di contattare lui per concordare una versione comune e viene trasferita a Milano. I due si accusano a vicenda. I genitori gli credono e gli restano accanto. Il generale Luciano Garofano, comandante dei carabinieri del RIS di Parma, chiarisce come si è lavorato per stabilire la dinamica e le responsabilità nel delitto.
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Saknas det avsnitt?
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21 febbraio 2001, Erika scappa da casa sua. Racconta che una coppia di ladri ha ucciso sua madre Susy Cassini e suo fratello Gianluca. Precisa: sono albanesi, uno giovane e uno sui quarant’anni. In caserma Erika indica la foto di un giovane, un diciassettenne che viene fermato ma rilasciato perché ha un alibi di ferro. Quel ragazzo si chiama Cezar Tellalli, e oggi rivela un dettaglio non da poco: conosceva bene, Erika e Omar. Era un loro amico. Mentre la tragedia diventa argomento da campagna elettorale, mentre parte di Novi Ligure e dell’Italia reagisce con rabbia accusando gli immigrati, gli inquirenti, ma anche i giornalisti che seguono il caso, come Brunella Giovara de La Stampa, si rendono conto che c’è qualcosa che non va nel racconto di Erika. Due giorni dopo il delitto scoprono la più inquietante delle verità.
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Nel 2000, tra i primi cellulari, i modem a 56k e i video su Mtv, l’Italia è in campagna elettorale per le elezioni politiche del 2001 e tra i temi più importanti, spiega l’editorialista di Repubblica Massimo Giannini, ci sono la sicurezza e l’immigrazione. E nel 2000, a Novi Ligure, Erika De Nardo e Omar Favaro si conoscono. Hanno 16 e 17 anni. Erika ha problemi a scuola e un rapporto litigioso con la madre, ma niente che non sembri la normale ribellione di una sedicenne. I due possono passare insieme tutti i pomeriggi, da soli. In quei pomeriggi decidono che non vogliono più ostacoli, e cominciano a pensare all’impensabile - l’impensabile che, ricorda Don Erasmo Magarotto, il preside della scuola di Erika, lascia una traccia durante una lezione sulla Divina Commedia.
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Erika De Nardo e Omar Favaro si conoscono a Novi Ligure, nel 2000. Hanno sedici e diciassette anni, sono due ragazzi normalissimi da due famiglie normalissime. E diventano una coppia normalissima. Fino a quando, nei loro pomeriggi d’amore, comincia a crescere l’odio. Decidono di uccidere, le vittime sono la madre e il fratellino di lei. Poi Erika e Omar fingono, mentono, calunniano, sfruttano le paure già esasperate dalla campagna elettorale in corso, mettono sottosopra il paese intero per due giorni. E dietro di sé lasciano una scia di sangue e una domanda: perché?
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