Avsnitt
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Il magistrato Paolo Adinolfi scompare senza lasciare traccia il 2 luglio del 1994. Mentre le indagini si concentrano sull’allontanamento volontario dell’uomo, iniziano ad emergere strani e inquietanti particolari sull’ultima giornata del magistrato.
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Le indagini non portano a nulla e il caso viene archiviato, fino a quando due anni dopo, nel 1996, le dichiarazioni di un pentito sollevano un polverone sulla scomparsa di Adinolfi, aprendo a nuove e clamorose ipotesi che sembrano coinvolgere criminalità organizzata, uomini potenti e servizi segreti deviati.
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Saknas det avsnitt?
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La nuova inchiesta mette in luce i legami tra la scomparsa del magistrato e il suo lavoro presso il Tribunale Fallimentare di Roma in cui si era occupato di casi scottanti ma, nonostante lo sforzo della magistratura, le indagini arrivano in un vicolo cieco e il caso viene nuovamente archiviato nel 2003. I misteri e i torbidi segreti sotto a questa storia continuano a essere tanti e la famiglia, da ormai trent’anni, sta cercando con ogni mezzo di arrivare alla verità.
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Una donna insonne si accorge di due individui sospetti che in piena notte stanno gettando i loro vestiti e altri oggetti in un cassonetto. Allertata dalla donna sopraggiunge una volante della polizia che inizia ad interrogare i due uomini. Tra risposte reticenti e strani ritrovamenti, la polizia si trova invischiata in una drammatica vicenda che li porta fino al ritrovamento di un cadavere smembrato e riposto dentro ad una valigia.
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Il cadavere ritrovato nella valigia appartiene al prof. Adriano Manesco e, attraverso minuziose indagini, la polizia inizia a ricostruire a ritroso, il minuzioso piano che ha portato i due sospettati: Paolo Grassi e Gianluca Civardi, a commettere un delitto tanto efferato.
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Dopo mesi di reticenze e di mezze verità uno dei due sospettati ammette le proprie responsabilità e racconta il delitto e la sua scientifica preparazione che si è articolata per mesi. Un’agghiacciante verità che mette i due uomini davanti alle loro responsabilità di fronte alla giustizia.
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Andrea Matteucci è un bambino timido e introverso che vive un’infanzia da incubo convivendo con la madre che si prostituisce e che lo fa assistere ai suoi incontri sessuali. La personalità del bambino viene compromessa fino a quando nel 1980 commette il primo di una lunga serie di omicidi.
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È il 1995 quando Matteucci viene preso ed inizia a confessare tutti i suoi delitti agli inquirenti che rimangono sbalorditi. Nei mesi seguenti però, mentre il processo si avvicina, Matteucci ritratta, negando di essere il mostro di Aosta. A questo punto la palla passa ai giudici che, dopo un processo lungo e doloroso, devono decidere se condannare o meno l’imputato.
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Manuela Murgia è una ragazza di sedici anni che si è appena trasferita a Cagliari con la famiglia. Una ragazza solare e sorridente che però nel giro di poche settimane cambia drasticamente: diventa nervosa, inquieta e inizia a ricevere strane telefonate. Poi il 5 febbraio 1995 scompare e il giorno seguente viene ritrovata morta. Ma cosa è successo a Manuela?
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Le indagini partono dalla convinzione che si tratti di un omicidio ma nel giro di pochi giorni le autorità iniziano a ritenere quella morte un suicidio a tutti gli effetti. Un suicidio pieno di domande senza risposta e di strane incongruenze a cui la famiglia non crederà mai lottando per la riapertura del caso.
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Nonostante le tante incongruenze, il caso viene considerato un suicidio per molti anni poi nel 2024 i familiari della ragazza chiedono nuovamente la riapertura del caso inasprendo la propria battaglia per trovare una nuova verità per la morte di Manuela. Mentre la famiglia è alla ricerca di nuove prove, si ripresentano inquietanti depistaggi ma su questa storia non è ancora stata scritta la parola fine.
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Nell’aprile del 1986 Cristian Lorandi di soli dieci anni viene trovato morto in cima al monte Maddalena in provincia di Brescia. Le indagini si muovono in più direzioni fino a quando alcuni comportamenti contraddittori del padre del bimbo, Bruno Lorandi, mettono gli investigatori in allarme. Nonostante molti elementi a suo carico l’uomo viene però assolto. Ma siamo solo al primo atto di questa storia.
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Nel 2007, ventun anni dopo la morte di Cristian Lorandi, viene assassinata anche Clara Bugna, la madre del piccolo. A questo punto le indagini non possono che concentrarsi sul marito Bruno Lorandi anche perché i due delitti e alcuni comportamenti dell’uomo appaiono sinistramente simili.
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Bruno Lorandi è l’indiziato principale per la morte della moglie Clara Bugna e il processo a suo carico diventa un’aspra battaglia tra accusa e difesa giocata sul filo del rasoio e su alcune prove combattute. Bruno Lorandi ha davvero assassinato sua moglie?
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È il 27 luglio del 2007 quando nel quartiere romano della Magliana alcuni vigili del fuoco, accorsi per domare un incendio, fanno una macabra scoperta: dietro ad alcune sterpaglie c’è uno scheletro umano perfettamente conservato. Le forze dell’ordine pensano inizialmente che le ossa appartengano a Libero Ricci, un pensionato scomparso alcuni anni prima, ma i test del DNA effettuati sullo scheletro rivelano una verità molto più inquietante.
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Lo scheletro non appartiene a Libero Ricci ma a ben cinque persone diverse: tre donne e due uomini. Un macabro puzzle composto assemblando ossa provenienti da persone diverse per formare uno scheletro umano completo. Ossa appartenute a persone decedute nei vent’anni precedenti e tutte senza un’identità. Quando le indagini sembrano arrivate ad un punto morto, un altro colpo di scena: le ossa del teschio appartengono ad una donna imparentata con lo scomparso Libero Ricci.
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Nonostante le indagini si muovano in più direzioni, le identità dei cinque profili che compongono lo scheletro non vengono individuate e il mistero a distanza di quasi vent’anni rimane ancora insoluto. Le ipotesi su questa incredibile vicenda sono molteplici: chi parla di un macabro scherzo, chi lega la vicenda a quella della Banda della Magliana, chi tira in ballo un serial killer mai acciuffato. Tanti dubbi, pochissime certezze e un inquietante punto di domanda: chi è il collezionista di ossa?
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Guerrina Piscaglia abita in un piccolo paesino nell’appennino tosco-romagnolo. La sua è una vita tranquilla e abitudinaria che all’improvviso viene stravolta dall’arrivo di un nuovo parroco: Padre Gratien. La donna, assieme alla sua famiglia, si stringe attorno a quest’uomo venuto da lontano, dando vita ad un’intesa che avrà conseguenze tragiche per tutti.
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Il 1° maggio 2014 Guerrina Piscaglia scompare senza lasciare traccia. Le indagini si concentrano inizialmente su un allontanamento volontario della donna, ma l’atteggiamento del parroco e gli strani messaggi inviati dal cellulare della donna, portano gli investigatori ad una svolta inaspettata e clamorosa.
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