Avsnitt
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Perché insegniamo matematica? Qual è l'obbiettivo che sottostà all'insegnare un materia così lontana dalle urgenze dei ragazzi? C'è di ridargli spazio e di rimettere le loro urgenze al centro?
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Se il genere si performa, allora è un grande ballo in maschera.
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Ogni identità che si definisca queer, allora, dovrebbe comprendere le possibilità della liminalità assunta a paradigma e, forse, il senso dell’anarchismo. -
Saknas det avsnitt?
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Stamattina Amedeo dei Brocchi sui Blocchi ha scritto nella loro newsletter di mediocrità (https://brocchisuiblocchi.substack.com/p/la-mediocrita-e-un-atto-di-coraggio)
Quattro giorni fa quasi litigavo con mia sorella sul fatto che i talent show in tv siano problematici perché alimentano una cultura della competizione e della performatività. -
La saga di Harry Potter, oltre a numerosi buchi di trama, si porta con sé delle visioni del mondo che oggi considereremmo conservatrici ("Harry Potter" by Shaun - https://www.youtube.com/watch?v=-1iaJWSwUZs).
A differenza dell'epoca classica in cui i miti venivano costantemente adattati e riscritti, oggi ciò non è più possibile per le leggi sul diritto d'autore, a meno di non infilarsi nel sottobosco di zine e fanfiction.
Il pezzo di Contrapoints citato è "Twilight" https://www.youtube.com/watch?v=bqloPw5wp48 -
Quando si dice qualcosa che sfida il senso comune, la cultura che ammanta il linguaggio, che cerca nuove parole o di riportare le parole a un significato che hanno perso, non lo si può dire semplicemente, perché troppi strumenti vengono persi
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Può la ripetizioni portarci a perde il senso del detto per aprire la strada a nuovi significati altrimenti inaccessibili?
Questo post è trascritto https://blog.orsorosso.net/2024/09/gatti/ -
Mi sono spesso chiesta perché in un tour le repliche non raccontino giorno per giorno qualcosa di diverso: l'artista.
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Metà di un dialogo, quasi un racconto, su noi e la Scienza.
Può essere letto su https://blog.orsorosso.net/2024/09/tarocchi/ -
Matematica plurale è un podcast scritto dalla società scientifica italiana che si occupa di didattica della matematica: https://maddmaths.simai.eu/matematica-plurale/
La matematica è di per sé la più antiautoritaria delle discipline, nulla è giusto, e tutto va bene se è coerente per qualche definizione di coerente.
Ma allora perché molte di noi hanno il ricordo di una disciplina spietata e incapace di perdonare l'errore, dove le cose sono giuste o sbagliate senza possibilità di appello? -
In un intervento in un TEDx, mangiasogni ha posto il problema di immaginare il futuro e delle difficoltà nel farlo.
Ho raccolto la proposta e sebbene non sia un racconto in senso stretto è una sequenza di immagini da un futuro desiderabile.
L'intervento di mangiasogni è disponibile online: https://www.youtube.com/watch?v=XdMNcLV6hrU -
Ludd, ispiratore del movimento luddita, è davvero esistito? Se lo chiede un articolo pubblicato su Jacobin (https://jacobinitalia.it/la-profezia-di-ned-ludd/).
Allo stesso modo è davvero importante se il subcomandante Marcos sia stata una singola persona o una maschera indossata da molti?
È davvero necessario (e possibile) riportare le notizie in maniera veritiera, o è ugualmente importante creare e alimentare miti e leggende contemporanee? -
Le infrastrutture e le piattaforme sono tornate centrali (se hanno mai smesso di esserlo) nel controllo delle nostre vite e in particolare del nostro accesso alle informazioni.
È possibile che sia giunto il momento di concentrarci non sulla creazione di nuovi contenuti ma su nuovi modi di raccoglierli e farli circolare? -
Possiamo descrivere lo spazio usando le nostre emozioni ed esperienze, invece che le misure e il lessico freddo e funzionale dell'urbanistica?
Questo post parte da alcune osservazioni, alcuni incontri e un workshop, cui non ho partecipato, organizzato da neutopia: https://neutopiablog.org/2024/06/14/di-derive-ed-erranze-workshop-di-psicogeorafia-lungo-il-po/ -
A cosa serve dividere la scienza in discipline? Quali limiti si porta con sé questa pratica?
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L'ultimo disco di Vasco Brondi (Un segno di vita) completa il cambiamento cominciato con il precedente Paesaggio dopo la battaglia, e la fine delle Luci della centrale elettrica.
"È un super potere essere vulnerabili" scriveva in Terra, ma quella vulnerabilità ha due sapori molto diversi nei primi album delle Luci e nell'ultimo di Brondi.
La vulnerabilità dei primi dischi, quella vulnerabilità che ti connette al mondo tramite un'esperienza quotidiana di sofferenza e consapevolezza, la ritroviamo forse nei dischi dei Gazebo Penguins (Quanto e Nebbia in particolare) e nella ancora breve discografia degli Elephant Brain. -
Due episodi, due tavoli governativi sui bloccanti della pubertà e sul preruolo universitario.
Un pretesto per provare ad andare oltre un'intersezionalità giustapponente, a recuperare la possibilità di grandi narrazioni senza dimenticare però l'intuizione post-moderna.
I due longform citati sono "Toward the queerest insurrection" https://theanarchistlibrary.org/library/mary-nardini-gang-toward-the-queerest-insurrection e "Wages for Transition" https://hjosephinegiles.medium.com/wages-for-transition-dce2b246b9b7 (tradotto da Milo Lamanna come "Salari per la transizione" https://www.laltrosessuale.it/traduzioni/salari-per-la-transizione/) -
Perché è così raro, se non impossibile, trovare racconti e romanzi ambientati in un'Utopia?
Ci sono invece altre forme d'arte più adatte a rappresentare l'immaginario utopico? -
Questa è la traccia per un intervento che avevo preparato per un workshop di filosofia dell'Economia sul tema del rapporto tra individuale e collettivo nella teoria economica, o più in generale nelle scienze sociali.
Ne è uscita una riflessione un po' più ampia, su come la pratica di conoscenza non può staccarsi dal contesto sociale e dalle credenze scientifiche di chi la performa. -
Esiste un tempo civile che scandisce i ritmi della società, spaccandola tra chi vive nei ritmi desiderabili e chi ne è espulsa? Possiamo immaginarne l'assenza?
Questo post è disponibile anche in formato testuale: https://blog.orsorosso.net/2024/05/tempo-civile/ -
Possiamo definire ancora la sanità gratuita se dobbiamo pagare un ticket d'accesso? Perché alcuni servizi che dovrebbero garantire dei diritti sono disponibili solo per chi può permettersi di pagarne una parte o di assumersi l'onere di dimostrare di aver diritto di riceverli gratuitamente? I servizi a bassa soglia ci ricordano l'importanza di un approccio universalistico al welfare che però sta diventando sempre più raro.
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