Avsnitt

  • Care amiche, cari amici,

    siamo arrivati alla fine della quarta stagione.

    Per noi un percorso molto lungo e complesso che ci ha permesso di raccontare un pò di storia dei Carabinieri, nella speranza che possa aver suscitato curiosità e passione anche da parte di qualche ascoltatore.Come sapete tutti voi che seguite questo podcast, avevamo continuato ad offrire sin dall'inizio una pubblicazione degli episodi a carattere bisettimanale, cercando di di gestire tutte le attività legate alla promozione del progetto. Siamo così arrivati all’episodio 77 della cosiddetta serie ordinaria.

    In realtà avevamo in mente di chiudere con un’altra puntata ma un piccolo impedimento di salute ha fatto saltare i progetti, ritardando l’uscita anche di questo episodio.

    Dal 15 marzo al 6 dicembre abbiamo pubblicato complessivamente 20 episodi ordinari, 8 episodi extra (intervisteconcesse, relazioni a convegni, tavole rotonde ed altro) e una intervista fatta ad Adriana Migliucci in merito al diario dell’internamento del nonno, brigadiere dei Carabinieri.

    Nonostante la buona volontà non siamo riusciti a toccare la serie delle piccole storie anche se abbiamo un personaggio strabiliante, ma sconosciuto di cui parlare e un altro dalla vitaaltrettanto interessante del quale stavamo negoziando con un discendente.Proveremo nei prossimi mesi...

    Per gli approfondimenti dobbiamo necessariamente rinviare a quanto pubblicato nel blog storiacc.hypotheses.org (trovate le informazioni sulla bio, cliccando su linktree). Naturalmentecontiamo di scrivere prossimamente un post dedicato alla stagione.Grazie a tutti voi che ci avete ascoltato in queste lunghe settimane dando fiducia al nostro impegno e alla nostra passione.

    Segnaliamo qualche piccola cosa rimandando il resto all'ascolto della puntata speciale dedicata alla chiusura della stagione...

    Una cosa bellissima che ci ha fatto emozionare è la citazione fatta del nostro podcast al termine della puntata 28 di “Chiedilo aBarbero” (qui il link) dove si cita la presenza del nostro podcast, dopo aver parlato di Pastrengo e della carica dei Carabinieri.Un ultimo successo di fine anno è la pubblicazione di unlavoro con i tipi delle Edizioni Chillemi. Si tratta della prima operarealizzata in collaborazione con il podcast Storia dei Carabinieri: “Una fiamma d'argento in guerra. Storia e memorie di un carabiniere reale 1915-1917” a cura di Paolo Pozzato e Flavio Carbone, grazie anche a Edizioni Chillemi (qui il link).

    Grazie mille per l’attenzione, ci aggiorniamo prossimamente con altri possibili contribuiti sui canali social dove siamo presenti. Per il momento ci prendiamo una pausa nel progetto principale, il podcast storia dei Carabinieri con l'intenzione di riascoltarci tra qualche mese.

    Nel frattempo, se avete voglia di collaborare al podcast, al blog, ad uno dei canali social dove siamo presenti, mandateci unmessaggio diretto e ne parliamo insieme.

    Se non lo avete fatto ancora iscrivetevi su Spotify o su Apple Podcast e soprattutto dateci un voto, premierete il nostro impegno ! Grazie

    Nel frattempo, rimanete con noi e seguiteci. Dove? Su Instagram per i più social, ma vi ricordo che abbiamo un canale YouTube, approfittatene.

    E se volete un riepilogo di tutte le attività, vi dobbiamo inviare a iscrivervi alla nostra newsletter.

    Tutti i link in bio, mi raccomando!

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  • Come sapete bene ascoltando questo podcast, abbiamo già parlato dei Carabinieri a Roma, sia nella difesa della Capitale (episodio 72), sia nelle settimane difficili comprese tra la fine dei combattimenti e la cattura e l’internamento dei Carabinieri di Roma (episodi 73 e 75).

    Ora è giunto il momento di toccare un tema strettamente collegato, ovvero cosa fecero quei Carabinieri che fortunosamente riuscirono a sottrarsi alla cattura e a dileguarsi. Molti di questi rimasero nascosti grazie alla rete di solidarietà composta da semplici cittadini, da amici, colleghi e superiori che erano già riusciti a trovare un modo per combattere l’occupazione tedesca.

    La maggior parte dei Carabinieri si riunì nella lotta all’interno di un’unità molto particolare, la Banda Caruso, dal nome del suo comandante, il Generale Filippo Caruso. Ecco dunque di cosa parleremo brevemente in questa puntata.

    Un autorevole storico della Resistenza, partigiano anch’egli ricordò le vicende dei Carabinieri in poche righe: "Il 7 ottobre sono catturati nelle caserme di Roma e deportati in Germania 1.500 carabinieri, rei soltanto di «delitto di pensiero», cioè di conservarsi nel loro intimo fedeli al giuramento prestato al re. Il 16 ottobre sono catturati in ghetto, e deportati in Germani 2.091 ebrei, rei soltanto di esser nati da un seme diverso da quello delle SS naziste" (Battaglia, 1964, 237).

    Il 7 ottobre 1943 rappresentò lo spartiacque tra quella fase attendista e guardinga che l’Arma dei Carabinieri Reali, senza più un Comando Generale motore dell’Istituzione, visse e quella più attiva della Resistenza non solo al tedesco, ma soprattutto a quegli italiani che avevano aderito al progetto fratricida fascista repubblichino, complice ed esecutore ancora più feroce dello stesso occupante. La nomina di Archimede Mischi (1° ottobre) a comandante generale dell’Arma e la cancellazione di quell’aggettivo “Reali”, che tanto stava a cuore agli stessi militari, rappresentavano segnali nefasti per tutto l’organismo militare.

    Lo spartiacque, si è detto, fu il 7 ottobre 1943 perché chiarì definitivamente per tutti i militari dell’Arma quali fossero le reali intenzioni dell’occupante tedesco e del fedele e solerte gregario repubblichino.

    Buon ascolto!

    Fonti consultate:

    Romano Battaglia, Storia della Resistenza italiana, Torino, Einaudi, 1964;

    Flavio Carbone, La partecipazione dei Carabinieri al Fronte Clandestino di Resistenza. Roma 1943, in Flavio Carbone (a cura di), Rassegna dell’Arma dei Carabinieri, Numero Speciale “I Carabinieri del 1943”, a. LXX (2023), pp. 229-234;

    Annamaria Casavola, La deportazione rimossa dei Carabinieri romani. 7 ottobre 1943, in Flavio Carbone (a cura di), Rassegna dell’Arma dei Carabinieri, Numero Speciale “I Carabinieridel 1943”, a. LXX (2023), pp. 187-205;

    Anna Maria Casavola, 7 ottobre 1943. La deportazione dei Carabinieri romani nei Lager nazisti, Roma, Edizioni Studium, 2008;

    I Carabinieri 1814 –1980, Roma, Ente Editoriale per l’Arma dei Carabinieri, 1980;Massimiliano Sole, I piani nazisti per la deportazione dei Carabinieri di Roma nei telegrammi intercettati dagli alleati, in Flavio Carbone (a cura di), Rassegna dell’Arma dei Carabinieri, Numero Speciale “I Carabinieri del 1943”, a. LXX (2023), pp.207-219.

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  • Extra 016. Storia dei Carabinieri. 11 gennaio 2018 Presentazione del volume Tra Carte e CasermeCare amiche, cari amici abbiamo deciso di farvi ascoltare un episodio extra, il numero 16, un episodio BONUS ancora una volta offerto da Storia dei Carabinieri.

    Si tratta della registrazione di un evento tenutosi l'11 gennaio 2018 al Museo Storico dell’Arma dei Carabinieri di Roma.

    In quell'occasione, è stato presentato il volume di Flavio Carboneintitolato Tra carte e caserme, edito nel 2017.

    Si tratta di un volume di archivistica, o meglio, di storia degli archivi e delle pratiche documentarie nell’Arma dei CarabinieriReali dall’Unità d’Italia sino alla proclamazione della Repubblica, dunque ben 85 anni di produzione documentaria.

    L’incontro è stato introdotto dal colonnello (ora generale) Alessandro Della Nebbia, all’epoca Capo Ufficio Storico e Direttore del Museo Storico.

    Successivamente, hanno preso la parola il colonnello MassimoBettini, all’epoca Capo Ufficio Storico del V Reparto dello Stato Maggiore della Difesa e quindi il professor Gianni Paoloni, Ordinario di Archivistica presso Sapienza Università di Roma e infine l’autore.

    Le conclusioni sono sempre del colonnello (ora generale) Alessandro Della Nebbia.

    Il volume, oramai esaurito, è ancora disponibile online in consultazione sul sito del Ministero della Difesa, nell’Area Storica che vi consente anche il download gratuito.

    Come sempre, vi chiediamo di valutare il nostro podcast (non il singolo episodio), su Spotify o anche su Apple podcast se siete possessori di un Iphone/Ipad.

    A voi costa pochi secondi, per noi che investiamo tanto tempo in questo progetto è molto importante.Se volete aiutarci ancora iscrivetevi alla nostra newsletter. #linkinbio!Registrazione, editing e sound design di Flavio Carbone per Storia dei Carabinieri.

    Buon ascolto!

    A presto!

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  • Episodio 65. I Carabinieri nella Francia occupata. La difesa degli Ebrei

    Care amiche, cari amici, in questo episodio cerchiamo di andare a fondo di una questione che solo negli ultimi anni in Italia ha avuto maggiore attenzione, forse quella che si sarebbero aspettati tanti testimoni silenti di questa vicenda. Oggi parliamo del ruolo dei Carabinieri nella Francia occupata e in particolare a difesa degli Ebrei. Questa sembra una storia incredibile ma ha una sua ratio.La guerra resta una cosa terribile e i comportamenti degli essere umani cambiano, in genere in peggio. Questa ci sembra una bella storia che invece vogliamo condividere con voi.

    Angelo Donati un banchiere italo-francese scrisse al Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri Reali il 21 aprile 1946 precisando “Verranno resi noti documenti trovati negli archivi della Gestapo di Parigi, che provano che le autorità italiane si sono opposte alle misure razziali tedesche […] fra i nomi citati vi saranno quelli di tre ufficiali dell’Arma dei carabinieri: colonnello Mario Bodo, capitano Claudio Salvi, capitano Massimo Tosti, ai quali sarà reso un riconoscente omaggio”. Sono parole chiare e nette che non necessitano di commenti. Perché ricordarlo ancora dunque? Perché ci sono parti di questa storia che non sono state raccontate e che, oramai, sarà ben difficile riuscire a raccontare in modo dettagliato e puntuale. Resterà nella memoria collettiva di chi ha vissuto quei terribili momenti il pensiero che soldati occupanti di un Paese straniero hanno salvato la vita a cittadini di quel Paese a cui i poliziotti, i gendarmi e i fascisti di quella nazione volevano toglierla consegnandoli ai tedeschi. Sembra una vicenda molto strana, ma in questa storia così particolare, vi furono tanti Carabinieri che, forti della loro esperienza di forza dell’ordine e di polizia militare seppero opporsi decisamente ai tentativi francesi di portare alla morte persone innocenti. In questo senso, ci sembra che la storia di Massimo Tosti rappresenti una delle tante storie che questa volta possiamo raccontare.

    In conclusione, vi ringraziamo molto per l’attenzione e ci auguriamo di potervi ritrovare all’ascolto delle prossime puntate.

    Se avete voglia di collaborare al podcast, al blog, ad uno dei canali social dove siamo presenti, mandateci un messaggio diretto e ne parliamo insieme.

    Che cosa ne pensate? Vi è piaciuto questo episodio? Avete curiosità? Aspettiamo un vostro commento.

    Su Spotify o su Apple Podcasts potete valutare il nostro podcast. Non aspettate! Correte subito a mettere le stelline!

    Grazie!

    Fonti consultate:

    Giuseppe Altamore, A testa alta. Massimo Tosti il carabiniere che salvò 4000 ebrei, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo, 2020

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  • Care amiche, cari amici,

    questa volta tocchiamo un tema che ancora oggi crea una certa tensione e sofferenza.

    Alla proclamazione dell’armistizio, la situazione in Italia si fece estremamente difficile e i reparti italiani improvvisamente e senza alcuna comunicazione preventiva si trovarono a vivere un cambiamento di fronte che portò al crollo dell’Esercitoin pochissimo tempo.

    Nei territori esteri la situazione fu anche più complessa.In particolare vogliamo parlare della situazione in Albania, occupata nel 1939 e diventata formalmente un regno sotto lo scettro di Vittorio Emanuele III.

    Sicuramente il 23 settembre 1943 rappresenta una data importante per la Storia del nostro Paese. Un Vice Brigadiere dei Carabinieri Reali, Salvo D'Acquisto, offre la propria vita per salvare quella di ostaggi innocenti ed è ucciso dai tedeschi che cercano una vendetta immotivata. Ne abbiamo parlato in un episodio di questo podcast, poi chiacchierando con il giornalista Paolo Borrometi di AGI e infine ne vorremmo scrivere sul nostro blog (sempre aperto a collaborazioni).

    Quel 23 settembre rappresenta anche la nascita dell'effimera Repubblica Sociale Italiana.

    Infine, per la nostra storia è la data di cattura o di passaggio ai partigiani albanesi dei Carabinieri della colonna Gamucci.

    Alla proclamazione dell’armistizio andiamo a scoprire quale fu la sorte dei Carabinieri Reali in quei territori. Ne parliamo brevemente in questa puntata.

    Vi ricordiamo che per noi è importante il vostro riconoscimento con l'attribuzione di una specie di voto, le stelline (mi raccomando, se vi è piaciuto almeno 5) votando il podcast sia su Spotify, sia su Apple Podcast.

    Buon ascolto!

    Fonti consultate:

    I Carabinieri 1814 – 1980, Roma, Ente Editoriale per l’Arma dei Carabinieri, 1980;Si segnala il diario del tenente Ponzi reperito su di un sito internet curato da un discendente;

    Tullio Mereu, Da Tirana a fushe gurra. La Storia della Colonna Gamucci, su Academia.edu;

    Tullio Mereu, Colonna Gamucci. A case of predictable inevitability, su Academia.edu;

    Relazione L'eccidio della colonna Gamucci. Ottobre-dicembre 1943 Albania custodita presso la Direzione dei Beni Storici e Documentali dell'Arma dei Carabinieri;

    Giovanni Villani, Il sistema di occupazione fascistain Albania, in Laura Brazzo e Michele Sarfatti (a cura di) Gli ebrei in Albania sotto il fascismo una storia da ricostruire, Giuntina, 2010.

    Credits per l'immagine dei due Carabinieri adottata in copertina: Archivio Centrale dello Stato (immagine reperita in internet).

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  • Care amiche, cari amici questa volta potete ascoltare un episodio extra, un episodio BONUS offerto da Storia dei Carabinieri. In occasione della ricorrenza degli 80 anni dal disarmo, dalla cattura e dall’internamento dei Carabinieri di Roma (7 ottobre 1943), siamo lieti di offrirvi la registrazione dell’incontro tenutosi il 6 ottobre 2023 presso la Casa della Memoria e della Storia di Roma.

    L’incontro organizzato dall’ANPI, l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, ha visto partecipare: il presidente provinciale ANPI Fabrizio De Sanctis (anche nella segreteria nazionale ANPI), la professoressa Anna Maria Casavola, dell’Associazione Nazionale Ex Internati e responsabile del periodico Noi del Lager, autrice del volume che nel 2008 ha fatto luce in maniera diretta sull’episodio; il Presidente Nazionale dell’Associazione Nazionale Ex Deportati, Aldo Pavia, il tenente colonnello Raffaele Gesmundo, in servizio presso la Direzione dei Beni Storici e Documentali del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, con la testimonianza di Abramo Rossi, all’epoca giovane Carabiniere poi deportato in Germania.

    Modera Valerio Bruni, presidenza ANPI provinciale di Roma.

    Letture selezionate a cura di Ilaria Patamia.

    7 ottobre 1943, la deportazione dei Carabinieri di Roma

    Casa della Memoria e della Storia, ANPI, ANED, ANEI e Direzione dei beni storici dell’Arma dei Carabinieri (Roma, 6 ottobre 2023).

    Vi chiediamo di valutare il nostro podcast (non il singolo episodio), su Spotify o anche su Apple podcast se siete possessori di un melafonino. A voi costa pochissimo ma per noi che investiamo tanto tempo in questo progetto è molto importante.Se volete aiutarci ancora iscrivetevi alla nostra newsletter. #linkinbio!Registrazione, editing e sound design di Flavio Carbone per Storia dei Carabinieri.

    Alla prossima!

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  • In questo episodio 75 della quarta stagione tocchiamo due momenti molto difficili della vita della Capitale d'Italia sotto l'occupazione tedesca.

    Tra i momenti tragici dei nove mesi compresi tra il settembre 1943 e il giugno 1944 se ne possono ricordare due che costarono la vita a tanti italiani: la cattura dei Carabinieri Reali il 7 ottobre 1943 e la deportazione dei cittadini italiani di fede ebraica il 16 ottobre successivo.Ma perché queste due retate e che conseguenze ebbero nella storia di Roma di quei mesi? Ne parliamo brevemente in questa puntata.

    Sulla base delle ricerche condotte negli archivi inglesi il colonnello Massimiliano Sole afferma che "Kappler nel telex del 20 settembre con il quale comunicava a Berlino che L’opposizione al potere tedesco in Roma diventa sempre più palese. Gli amici della Germania segnalano il crescente odio dei Carabinieri, che sono la fonte di quasi tutta l’animosità contro i tedeschi […] Confido di poter presto trasmettere le prove di un piano d’attacco alla guarnigione tedesca".

    In sostanza rappresentavano un elemento inaffidabile, fedele invece a casa reale e pronto a combattere la presenza nazista come avevano già fatto a Napoli.

    Erano da eliminare.

    Ricordate di premiarci con le vostre stelline (mi raccomando, se vi è piaciuto almeno 5) votando il podcast sia su Spotify, sia su Apple Podcast.

    Buon ascolto!

    Fonti consultate:

    Massimiliano Sole, I piani nazisti per la deportazione dei Carabinieri di Roma nei telegrammi intercettati dagli alleati, in Rassegna dell’Arma dei Carabinieri, Numero Speciale “I Carabinieri del 1943), a. LXX (2023), pp. 207-219;

    Annamaria Casavola, La deportazione rimossa dei Carabinieri romani. 7 ottobre 1943, in Rassegna dell’Arma dei Carabinieri, Numero Speciale “I Carabinieri del 1943), a. LXX (2023), pp. 187-205;

    Annamaria Casavola, 7 ottobre 1943. La deportazione deiCarabinieri romani nei Lager nazisti, Roma, Edizioni Studium, 2008, ora anche in Carabinieri tra resistenza e deportazioni. 7 ottobre 1943 - 4 agosto 1944, Roma, Edizioni Studium, 2021;

    Enrico Cursi, Carabinieri da eliminare, Roma, Edizioni Chillemi, 2018;I Carabinieri 1814 – 1980, Roma, Ente Editoriale per l’Arma dei Carabinieri, 1980;

    Credits per l'immagine adottata in copertina: https://www.facebook.com/photo/?fbid=10222143731931582&set=gm.1647248495715894&idorvanity=1023545944752822, postata il 18 aprile 2023 nella pagina Facebook Caserme e Carabinieri dal 1814 ai primi anni ‘90.

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  • Care amiche, cari amici, benvenuti in un nuovo episodio di Storia dei carabinieri; siamo arrivati al settantaquattresino (74°) episodio della serie “normale”.

    State ascoltando una puntata della quarta stagione del podcast di Storia dell’Arma dei Carabinieri.

    Ricordare la figura del Vice Brigadiere dei Carabinieri RealiSalvo D’Acquisto è sempre molto difficile. Ciò che egli fece in quel lontanissimo 23 settembre 1943 trascende i valori che l’Arma dei Carabinieri porta nel suo DNA sin dalla fondazione per assurgere ad un livello superiore.

    Dunque, ci è parso opportuno partire dal riconoscimento chel’Italia ha voluto concedere “alla memoria” di un Carabiniere ventitreenne: la Medaglia d’Oro al Valor Militare.

    Ecco la motivazione: Esempio luminoso d’altruismo, spinto fino alla suprema rinuncia della vita, sul luogo stesso del supplizio, dove, per barbara rappresaglia, era stato condotto dalle orde naziste insieme con 22 ostaggi civili del territorio della sua stazione, pure essi innocenti, non esitava a dichiararsi unico responsabile di un presunto attentato contro le forze armate tedesche. Affrontava così — da solo — impavido la morte, imponendosi al rispetto dei suoi stessi carnefici e scrivendo una nuova pagina indelebile di purissimo eroismo nella storia gloriosa dell’Arma. Torre di Palidoro (Roma), 23 settembre 1943

    Suggerirei a chi ascolta questo episodio di provare a leggere la motivazione a voce alta, riascoltando la propria voce. Certamente si individua immediatamente il peso della retorica ma la motivazione, sfrondata da questa, appare potente.

    Dunque cosa successe nell’arco di meno di ventiquattr’ore trala sera del 22 e quel terribile 23 settembre 1943 ce lo raccontano i testimoni e i documenti che gli studiosi hanno potuto analizzare.

    Ma vi lasciamo ascoltare l'episodio...

    Per approfondire:I Carabinieri 1814 – 1980, Roma, Ente Editoriale per l’Arma dei Carabinieri, 1980;

    Arnaldo Ferrara, Storia documentale dell'Arma dei Carabinieri. Dal secondo conflitto mondiale alla nascita della Repubblica, Roma, Ente Editoriale per l'Arma dei Carabinieri, 2014;Maria Grazia Fida, Oltre la storia. L’eroe dell’amore. Vita e morte del vice brigadiere Salvo D’Acquisto, Piacenza, Berti editore, 2011;
    Rita Pomponio, Salvo D’Acquisto. Il martire in divisa, Cinisello Balsamo, San Paolo, 2008 (ora stampato nuovamente da Ente Editoriale per l'Arma dei Carabinieri, Roma, 2020);

    Marino Codi, Salvo D’Acquisto. Storia di una vita donata, Torino, Elle Di Ci, 1993;

    Giuseppe Rimbotti, Salvo D’Acquisto. Un carabiniere da non dimenticare, Milano, Edizioni Paoline, 1992;Vi chiediamo di valutare il nostro podcast (non il singolo episodio), su Spotify o anche su Apple podcast se siete possessori di un melafonino. A voi costa pochissimo ma per noi che investiamo tanto tempo in questo progetto è molto importante.Se volete aiutarci ancora iscrivetevi alla nostra newsletter. #linkinbio!

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  • Care amiche, cari amici, benvenuti in un nuovo episodio di Storia dei carabinieri; siamo arrivati al settantatreesimo (73°) episodio della serie “normale”.Quale fu il ruolo dei Carabinieri dalla difesa di Roma all’inizio dell’ottobre 1943?

    E, in particolare quale fu il ruolo dell’Arma a Roma, in una delle fasi più complicate della vita della capitale del regno. Proviamo a parlarne (brevemente) in questa puntata.

    La ricorrenza degli 80 daitragici fatti dell’8 settembre 1943 ha riportato alla memoria di molti cosaaccadde in quei giorni. Ecco, ci sembra doveroso fare un piccoloapprofondimento su quale fu il ruolo dei Carabinieri dalla difesa di Roma all’iniziodell’ottobre di quel terribile anno.

    Per mantenere l’episodio neilimiti di durata che questa stagione si è prefissa saremo costretti ad apparirepiuttosto schematici dunque chi ci ascolta ci scusi, cercheremo di dare qualcheconsiglio di lettura e possibili approfondimenti più avanti anche su altrepiattaforme, magari una più social del “semplice” podcast.

    Possiamo partire dal 9 settembre quando le unità tedesche in Italia si posizionano e cercano di conquistare i gangli vitali del nostro Paese. Dico cercano perché in effetti ci riescono nonostante in alcune parti d’Italia reparti dell’Esercito, il principale protagonista, combattano guidati dai loro ufficiali, mentre intorno tutto si liquefa come neve al sole. Nel frattempo, i Carabinieri. Lo avevamo già ricordato in una puntata precedente, i Carabinieri seguono le vicende dei reparti presso i quali prestavano servizio di polizia militare se inseriti nelle unità delle Forze Armate o sono considerati, grosso modo, forza dell’ordine e quindi inizialmente l’occhio dei tedeschi è rivolto “allo sfruttamento di questa risorsa che contano di tenere alle proprie dipendenze”.

    Dunque Roma. A Roma si combatte. In particolare, si combatte nella zona Sud della capitale tenuta dalla divisione Granatieri di Sardegna sotto gli ordini del generale Solinas e riesce a tenere testa ai nemici ma è quella che risponde meglio.

    In altre parti intorno alla capitale l’impegno dei reparti italiani e diverso con alcuni che rimangono e si battono e molti altri si danno alla fuga, sull’esempio dei propri ufficiali.

    Dunque questo aspetto mi pare importante. Dove gli ufficiali combattono le unità sono attive e tenaci, dove questi fuggono tutti si dileguano.

    Per quanto riguarda l’Arma nella capitale, dal 9 all’11 settembre abbiamo due elementi da considerare: la partecipazione di un battaglione allievi Carabinieri alla difesa della capitale alla Magliana e la lotta che i Carabinieri dell’Arma territoriale oppongono alle truppe tedesche all’interno della città.

    Nel frattempo, in quel periodo di circa un mese dal 9/10 settembre al 7 ottobre circa in altre parti d’Italia si combatté. Mi sembra importante citare l’episodio della Stazione Carabinieri Reali Napoli Porto.

    I Carabinieri di quel comando difesero, inizialmente con un’unità di fanteria, poi da soli il palazzo dei telefoni di Napoli che avrebbe garantito i collegamenti telefonici e telegrafici con il resto d’Italia. La sorpresa pensata dai tedeschi non ebbe effetto e nello scontro ebbero la peggio.

    Terminata la prima fase della resistenza armata a Napoli i tedeschi occupata militarmente la città catturarono i componenti della stazione che il 12 settembre fu trucidata insieme a due civili a Teverola, una località in provincia di Caserta.

    Questo comportamento barbaro e in disprezzo delle norme e degli usi di guerra non riuscì a creare quel clima di paura con il quale i tedeschi intendevano esercitare il controllo del territorio italiano. Infatti dal 24 al 30 settembre, tutta la città di Napoli si sollevò e trovò proprio nei Carabinieri quel reticolo necessario ad allargare rapidissimamente a tutti i quartieri l’insurrezione.

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    A presto!#linkinbio!

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  • Dunque partiamo dall’8 settembre 1943. O forse dovremmo consigliarvi prima di ascoltare almeno le due puntate precedenti (70 e 71) dedicate alla morte del Comandante Generale, al cosiddetto arresto di Mussolini e alla situazione generale dell’Italia in un periodo davvero drammatico. Se mi permettere una battuta triste: il peggio deve ancora venire.

    Il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri Reali. La perdita delle due piùimportanti figure dell’Arma di quel periodo, il comandante generale provenientedai Carabinieri e il suo capo di stato maggiore, una fine mente dotata digrandi capacità, mette in crisi il piccolo centro nevralgico dei Carabinieri.Il generale Angelo Cerica subentra ad Hazon e svolge il ruolo di Comandantesino all’8/9 settembre 1943. La dichiarazione d’armistizio lo coglie a Roma edegli, dopo aver esortato gli ufficiali e i sottufficiali della legione allieviCarabinieri a difendere la capitale, si sottrasse alla cattura e si nascose inAbruzzo, venendogli poi riconosciuta la qualifica di “partigiano isolato”.

    Il nuovo capo di stato maggiore, il colonnello Dino Tabellini, assunse l’incarico qualche tempo dopo la morte di Barengo ed era presente a Roma quando fu diramato il proclama di Badoglio. Ebbe un ruolo anche nei mesi successivi al quella data.

    Il Comando Generale fu dichiarato sciolto, a voce, dallo stesso Comandante Generale anche se poi Tabellini ne dispose il riavvio, consentendo poi lo spostamento del medesimo al Nord dove fu poi assorbito definitivamente dal comando generale della Guardia Nazionale Repubblicana, ibrido malformato della Repubblica Sociale Italiana.

    Diversa fu la situazione per l'Arma territoriale, le Stazioni Carabinieri e i comandi superiori fino alla legione. Questi reparti dei Carabinieri ebbero vita distinta rispetto a quella dei reparti mobilitati, battaglioni e sezioni Carabinieri Reali mobilitati. Diverse furono le vicende per i Carabinieri che si trovavano all'estero, specialmente nei Balcani.

    Ci trovate anche su YouTube dove abbiamo caricato sul nostro canale qualche episodio dedicato all'8 settembre a Roma.

    Per approfondire: I Carabinieri 1814 – 1980, Roma, Ente Editoriale per l’Arma dei Carabinieri, 1980; Il Notiziario Storico dell'Arma dei Carabinieri (vari articoli).

    Vi chiediamo di valutare il nostro podcast (non il singolo episodio), su Spotify o anche su Apple podcast se siete possessori di un melafonino.

    A voi costa pochissimo ma per noi che investiamo tanto tempo in questo progetto è molto importante.

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  • Presso il Museo Storico dell'Arma dei Carabinieri, il 2 marzo 2017 si è tenuto il salotto letterario, un esperimento dedicato alla lettura e al commento di alcuni passi del Galateo del Carabiniere, opera di Gian Carlo Grossardi, un ufficiale dei fine Ottocento. L'evento è stato introdotto dal colonnello Alessandro Della Nebbia, al tempo Direttore del Museo e Capo Ufficio Storico, moderato dal colonnello Roberto Riccardi, al tempo Capo Ufficio Stampa del Comando Generale. Il tenente colonnello Flavio Carbone, all'epoca effettivo all'Ufficio Storico e il dottor Emanuele Martinez, storico dell'arte hanno commentato i selezionati brani letti dal maresciallo capo Vincenzo Longobardi.

    Segnaliamo che l'episodio 28 della nostra serie ordinaria è dedicato all'opera, mentre un'apposita playlist è stata creata sul canale YouTube; si tratta di 25 episodi letti da autori diversi che ripropongono il testo nella sua interezza.

    Con l'auguro di un buon ascolto!

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  • Care amiche, cari amici, benvenuti in un nuovo episodio di Storia dei carabinieri; siamo arrivati al settantunesimo (71°) episodio della serie “normale”.

    State ascoltando una puntata della quarta stagione del podcast di Storia dell’Arma dei Carabinieri .

    Dunque qual’era la situazione in Italia nell'estate 1943? Abbiamo pensato proprio a una puntata dedicata a questo tema per aiutare chi ci ascolta a comprendere aspetti che, a torto, si potrebbero pensare minori.

    La situazione politica e sociale è complessa. Nella primavera i primi scioperi negli impianti industriali del Nord Italia avevano messo a nudo la situazione e chiarito quale fosse la volontà dei cittadini, stanchi di 3 anni di guerra, di lutti e di bombardamenti. Nel mese di maggio era caduto anche l’ultimo baluardo in Africa Settentrionale. Il 13 maggio si era arreso ufficialmente il generale italiano Giovanni Messe, promosso maresciallo d’Italia per l’occasione, mentre quello tedescoHans-Jürgen von Arnim era stato catturato il giorno precedente.

    Si trattava ora di capire solamente la data di quello che sarebbe passato alla storia come il più grande sbarco alleato in Europa: laconquista della Sicilia!

    Infatti, nel giugno caddero progressivamente le isole che facevano da avamposti italiani in Mediterraneo: dapprima Lampedusa (11 giugno), poi Linosa, Lampione e Pantelleria che cedette il 12 giugno dopo un’accanita resistenza della contraerea italiana che riuscì ad abbattere 45 aerei inglesi.

    Insieme allo sbarco degli alleati in Sicilia (10 luglio 1943), vi furono numerosi scioperi che colpirono ancora una volta il Nord Italiaindustrializzato e che confermarono l’esasperazione degli italiani verso una guerra e una morte che non apparteneva loro.

    Nel frattempo, il cosiddetto alleato tedesco, nella Sicilia ancora pre-armistizio, diede dimostrazione di quello che avrebbe commesso nei mesi successivi. Infatti, prima il 12 luglio 1943, si macchiò della strage di Canicattì ove i soldati tedeschi uccisero 6 vittime civili innocenti; nell’agosto successivo, si macchiarono della strage di Castiglione di Sicilia (12-14 agosto 1943) con 16 morti e 20 feriti gravi, continuò con quella di Canicattì, mentre il 14 agosto dopo aver ucciso uncivile che si opponeva al saccheggio di un’abitazione, sempre soldati tedeschi ammazzarono a sangue freddo 5 Carabinieri mentre un sesto al quale pure spararono miracolosamente si salvò.

    Si sarebbe entrati a breve in quella fase storica della vita del nostro Paese che lo storico Claudio Pavone avrebbe indicato come guerra civile.

    Per approfondire:De Felice Renzo, Mussolini e il Fascismo - La guerra civile 1943 - 1945, Einaudi 1997;I Carabinieri 1814 – 1980, Roma, Ente Editoriale per l’Arma dei Carabinieri, 1980;La Strage di Contrada Chiusa Gesso in Notiziario Storico dell’Arma dei Carabinieri⁠, n. 5/2021, pp. 18-25.Vi chiediamo di valutare il nostro podcast (non il singolo episodio), su Spotify o anche su Apple podcast se siete possessori di un melafonino. A voi costa pochissimo ma per noi che investiamo tanto tempo in questo progetto è molto importante.Se volete aiutarci ancora iscrivetevi alla nostra newsletter. #linkinbio!

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  • Care amiche, cari amici, benvenuti in un nuovo episodio di Storia dei carabinieri; siamo arrivati al settantesimo (70°) episodio della serie “normale”.

    Con questo episodio tocchiamo il tema del luglio 1943: la morte delComandante Generale dell'Arma dei Carabinieri Reali e la custodia di Mussolini con alcuni focus importanti relativi al ruolo dell’Arma dei Carabinieri e dei suoi componenti.

    Iniziamo subito con il ricordare che il ruolo che i Carabinieri Reali ricoprirono in prima battuta fu determinante per le vicende politiche del nostro Paese tra il luglio e il settembre 1943.

    In particolare ci sono due elementi che costituiscono l’essenza dell’episodio: la morte del Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Reali, generale di corpo d’armata Azolino Hazon e del Capodi Stato Maggiore del Comando Generale, colonnello Ulderico Barengo, avvenuta durante il bombardamento alleato di San Lorenzo il 19 luglio 1943, nonché il cosiddetto “arresto” e la conseguentecustodia di Mussolini.

    Abbiamo scelto un ordine cronologico utile a far comprendere meglio come gli eventi sono concatenati.

    Nel febbraio 1943, una nuova norma consente ai generali dei Carabinieri di raggiungere il grado di generale di corpo d'armata; si consente così a questi di accedere al gradino più alto: Comandante Generale. In effetti, il generale Azolino Hazon è colui che ne beneficia ma muore con il colonnello Barengo nel bombardamento di San Lorenzo nel luglio successivo, pochi giorni prima del Gran Consiglio del fascismo che sfiducia Mussolini e che darà il via al sovrano, Egli è dimesso dall'incarico di presidente del consiglio e gli subentra il maresciallo d?Italia Pietro Badoglio.

    Ai Carabinieri il compito più delicato e più complesso di quelle ore: "arrestare" Mussolini e tenerlo in custodia.

    I militari dell'Arma riescono a rispettare gli ordini sino al 12 settembre 1943, quando i paracadutisti tedeschi lo liberano dal luogo più remoto ove potesse essere custodito: l'albergo a Campo Imperatore.

    Finisce la vicenda della custodia di Mussolini e inizia la tragedia della Repubblica Sociale Italiana, uno stato fantoccio composto da italiani solerti esecutori della volontà tedesca che portò all’uccisione di tanti altri italiani.

    Iniziava in quelle ore la Guerra civile in Italia che terminò il 25 aprile 1945, diciassette mesi dopo.

    Per approfondire:De Felice Renzo, Mussolini e il Fascismo - La guerra civile 1943 - 1945, Einaudi 1997-1998I Carabinieri 1814 – 1980, Roma, Ente Editoriale per l’Arma dei Carabinieri, 1980.Dal Gran Consiglio al Gran Sasso in Notiziario Storico dell’Arma dei Carabinieri, n. 4/2022, pp. 16-38.Vi chiediamo di valutare il nostro podcast (non il singolo episodio), su Spotify o anche su Apple podcast se siete possessori di un melafonino. A voi costa pochissimo ma per noi che investiamo tanto tempo in questo progetto è molto importante.Se volete aiutarci ancora iscrivetevi alla nostra newsletter. #linkinbio!

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  • Iniziamo subito con il ricordare che il ruolo che i Carabinieri Reali ricoprirono in prima battuta fu quello di polizia militare al seguito dei reparti inviati sul fronte russo.

    Dunque, vediamo qual era la situazione in URSS.

    Giorgio Rochat segnala correttamente che la partecipazioneitaliana all’operazione Barbarossa (all’invasione dell’URSS) non fu richiesta da Hitler né pensata, ma si iscrive nel solco di quella cosiddetta “guerra subalterna” con l’Italia mussoliniana che correva dietro le iniziative tedesche. In questo senso si consideri sempre che Mussolini fu informato dell’invasione a cose fatte (Rochat)

    Quale fu il contributo dell'Arma. Andiamo a vedere cosa riserva a questo fronte uno dei testi più noti anche se un pò datato di Storia dell'Arma dei Carabinieri. Il volumone "Carabinieri 1814-1980", ci dice che 45 sezioniCarabinieri furono impiegate in servizio di polizia militare a supporto delle unità del CSIR e poi dell’ARMIR. Inoltre, fu dislocato sul fronte russo anche il XXVI battaglione mobilitato Carabinieri Reali che partecipò alla difesa del fronte tra il 26 dicembre 1942 e il 17 gennaio 1943, nella zona di Belowodsk, procedendo poi al ripiegamento verso Gomel successivamente.

    Nel frattempo, due considerazioni di carattere generale sul volume "Carabinieri 1814-1980" che riporta in 3 pagine una sintesi estrema della presenza dei Carabinieri sul Fronte Orientale.

    Bene, iniziamo con il dire che dal punto di vista editoriale il volume presenta solo 4 immagini relative a quel teatro operativo: 3 fotografie che ritraggono i Carabinieri sorvegliare la popolazione locale in occasione di qualche attività nelle retrovie: controllo documenti e assistenza e vigilanza durante la distribuzione di generialimentari.

    La quarta immagine è una rappresentazione pittorica di Vittorio Pisani del gesto del Carabiniere Giuseppe Plado Mosca. Il Carabiniere nisseno Insieme ad un soldato teatino, Mario Iacovitti, saltò su di un cavallo il 22 dicembre 1942 ad Arbusow gridando “Savoia, avanti, avanti” e riuscendo così a trascinare gli altri militari presenti nella sacca, i resti della 52a divisione di Fanteria Torino che erano sottoposti alla pressione nemica.

    Le loro grida, il galoppo dei cavalli, la bandiera tricolore sventolata furono l’innesco per una azione tanto disperata quanto fortunata.Sul loro esempio, i reparti, i soldati, gli uomini che poterono mossero in un assalto all’arma bianca che riuscì a rompere l’accerchiamento. Il Carabiniere Mosca cadde ucciso da una raffica di mitragliatrice mentre il suo cavallo tornò indietro verso i reparti italiani, mentre il soldato Iacovitti rimase in sella sull'altra cavallo senza essere ferito, venendo poi catturato in una fase successiva. Entrambi i militari furono decorati di MOVM ma ciò che è più importante fu il loro esempio che permise ai resti della grande unità di potersi congiungere con l’VIII armata italiana che stava ripiegando.

    Per quanto riguarda invece il XXVI battaglione mobilitato Carabinieri Reali fu inviato nell'ottobre 1942 in Russia e partecipò, in qualità di unità combattente, a tutte le fasi delle battaglie di arretramento che videro la costante avanzata dei russi.

    Buon ascolto!

    Per approfondire:Giorgio Rochat, Le guerre italiane 1935-1943, Torino, Einaudi 2005.I Carabinieri 1814 – 1980, Roma, Ente Editoriale per l’Arma dei Carabinieri, 1980.Russia: i Carabinieri proteggono la ritirata in Notiziario Storico dell’Arma dei Carabinieri, n.2/2017, pp. 30-41.

    ma anche il blog di Piervittorio Buffa sulle vicende del XXVI Battaglione Carabinieri Reali. Vi chiediamo di valutare il nostro podcast (non il singolo episodio), su Spotify o anche su Apple podcast se siete possessori di un melafonino. A voi costa pochissimo ma per noi che investiamo tanto tempo in questo progetto è molto importante.Se volete aiutarci ancora iscrivetevi alla nostra newsletter. #linkinbio!

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  • La puntata tocca il tema dei Carabinieri Reali nel corso delle operazioni nei Balcani e in Grecia. Deve essere chiaro che la narrazione degli atti di valore dei Carabinieri non intende in nessun modo appoggiare, condividere o dare sostegno alle guerre fasciste. In questo episodio vogliamo far conoscere il ruolo dei Carabinieri e l’importanza che questi ebbero nel controllo di un territorio ove i partigiani locali combattevano l’occupazione italiana. Anche in questa regione così complessa i Carabinieri seppero distinguersi dal punto di vista militare.
    Così ci è sembrato utile e importante raccontare alcune vicende poco note.
    Il sogno di Mussolini per una guerra parallela in modo da mantenere un certo prestigio con il malfidato alleato tedesco svanì miseramente con la sola aggressione alla Grecia del 28 ottobre 1940. La scelta sbagliata dei tempi, l’eroismo di soldati, alpini e Carabinieri non poté nulla contro le condizioni meteorologiche e una orografia che condannava gli attaccanti italiani che avevano tentato una guerra di rapido
    corso dall’Albania fallendo senza appello.
    Sul fronte greco-albanese operarono nel corso di tutte le operazioni comprese quelle di occupazione della Grecia, 14 battaglioni, 96 sezioni e 35 nuclei Carabinieri addetti alle IX e all’XI Armata nonché il Comando Superiore Carabinieri Reali d’Albania il cui comandante era l’esperto generale di divisione Crispino Agostinucci.
    Secondo i dati dell’Arma vi erano oltre 6.000 impegnati nelle varie attività comprendendo sia le truppe dislocate in Albania sia quelle in Grecia.
    Per quanto riguarda la Grecia, l’assenza di un fenomeno partigiano che si sviluppò unicamente all’indomani dell’8 settembre 1943, consentì un regime di occupazione che ebbe meno efferatezza sul piano militare anche se non fu da meno per la depredazione dei beni primari condotta da italiani e tedeschi.

    Molti Carabinieri si distinsero dimostrando il valore ma non ebbero un esito favorevole. Alcuni morirono durante le operazioni belliche, i più nel corso dell'occupazione.
    Molti caddero con le armi in pugno attaccati durante i servizi di scorta alle autocolonne o nei piccoli distaccamenti sparsi in un territorio aspro e difficile.

    Per approfondire:
    Giorgio Rochat, Le guerre italiane 1935-1943, Torino, Einaudi 2005.
    I Carabinieri 1814 – 1980, Roma, Ente Editoriale per l’Arma dei Carabinieri, 1980.
    Giorgio Galli, I Carabinieri di “Gerolamo”, Notiziario Storico dell'Arma dei Carabinieri n. 2/2016, pp. 32-37.

    Vi chiediamo di valutare il nostro podcast (non il singolo episodio), su Spotify o anche su Apple podcast se siete possessori di un melafonino. A voi costa pochissimo ma per noi che investiamo tanto tempo in questo progetto è molto importante.
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  • Care amiche, cari amici,

    Un altro episodio extra, veramente particolare. La puntata è dedicata ai Carabinieri in Val d'Aosta, grazie all'intervista fatta da Nathalie Dorigato a Flavio Carbone e trasmessa ne "La grolla del tempo" andata in onda sulla testa Rai Radio Rai Val d'Aosta il 12 maggio 2023.

    Continuiamo a parlare di storia e grazie alla simpatia e alla disponibilità di Nathalie abbiamo fatto una bella chiacchierata sulle vicende dei Carabinieri che erano valdostani. In particolare abbiamo ricordato la figura del maggiore Edoardo Alessi, un uomo che ebbe una vita complessa e passò alla Storia sia per la battaglia di Eluet El Asel dove sotto il suo comando i Carabinieri Reali Paracadutisti il 19 dicembre 1941 riuscirono a bloccare l'avanzata delle truppe inglesi per ben ventiquattr'ore ma anche per il ruolo di comandante partigiano durante i durissimi mesi dell'occupazione tedesca.

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    A voi buon ascolto e al prossimo episodio.

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  • Sapevate dell'esistenza del 1° battaglione Carabinieri Reali Paracadutisti che operò nel corso della campagna dell'Africa Settentrionale? Si dice che fu mandato in fretta e furia in Libia dopo che un sottotenente in prossimità della festa dell'Arma del 1941 scimmiottò Mussolini suscitando l'ilarità generale.

    I Carabinieri Reali Paracadutisti del maggiore Edoardo Alessi ebbero occasione di combattere e di dimostrare le loro competenze il 19 dicembre 1941 bloccando per un giorno intero l'avanzata delle truppe inglesi che intendevano raggiungere la via Balbia e aggredire le divisioni italiane in ripiegamento.

    Fu un successo per i Carabinieri Paracadutisti e per l'operazione in generale, ma fu anche pagato un alto prezzo di sangue.

    Ascoltate il nostro episodio.

    Se vi è piaciuto vi consigliamo 3 prodotti editoriali di interesse:

    il volume I Leoni del Deserto di Enrico Cursi, Roma, Edizioni Chillemi 2014;

    la monografia (studio agile di gradevole lettura), sempre per Edizioni Chillemi intitolata Carabinieri Paracadutisti 1940-1946;

    infine un board game che vi consiglio anche se siete curiosi del gioco intitolato La Battaglia di Eluet el Asel 1941 - Board wargame, realizzato da Mauro Farina e Loris Luchetti che offre una chiara comprensione della situazione sul campo e delle gravi limitazioni che visse il maggiore Alessi.

    Seguiteci sulla vostra piattaforma d'ascolto preferita!

    Al prossimo episodio.

    Fonti consultate:

    Giorgio Rochat, Le guerre italiane 1935-1943, Torino, Einaudi 2005.

    I Carabinieri 1814 –1980, Roma, Ente Editoriale per l’Arma dei Carabinieri, 1980.

    Enrico Cursi, I Leoni del Deserto, Edizioni Chillemi, 2014

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  • Care amiche, cari amici,

    questa volta un episodio extra, veramente particolare. La puntata è dedicata ai Carabinieri in Val d'Aosta, grazie all'intervista fatta da Nathalie Dorigato a Flavio Carbone ed apparsa nella trasmissione "La grolla del tempo" andata in onda sulla testa Rai Radio Rai Val d'Aosta il 5 maggio 2023.

    Certamente parliamo sempre di storia e grazie alla simpatia e alla disponibilità di Nathalie abbiamo fatto una bella chiacchierata sul ruolo dell'Arma chiave storica e sulle vicende dei Carabinieri che hanno svolto servizio in valle oppure che erano valdostani.

    Seguiteci sempre e lasciate una valutazione al podcast su Spotify o su Apple Podcast (a voi la scelta).

    A voi buon ascolto e al prossimo episodio.

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  • Care amiche, cari amici, benvenuti ad una nuova puntata del nostro podcast.L'episodio è dedicato al ruolo e alle attività condotte dai Carabinieri nelle operazioni in Africa Orientale Italiana (Cheren, Amba Alagi, Culquaber).

    Nell’epica dell’Arma in particolare Culquaber rappresenta un momento molto importante e quasi trascendentale che non poteva mancare in questa nostra chiacchierata.

    Dunque cercheremo di spiegare un po’ la situazione generale in AOI e quindi quello che fu il ruolo dei militari dell’Arma.

    Vi ricordo che questo è l’episodio numero 66 e siamo nella quarta stagione.

    Alcuni spunti che troverete nell'episodio.

    Uno stralcio del Bollettino delle Forze Armate n.539 del Quartier Generale delle Forze Armate datato 23 novembre 1941 così recita: “In Africa Orientale, nel pomeriggio del 21 novembre, gli indomiti reparti di Culqualber-Fercaber, dopo aver continuato a combattere anche con le baionette e le bombe a mano, sono stati infine sopraffatti dalla schiacciante superiorità numerica avversaria. Nell’epica difesa si è gloriosamente distinto, simbolo del valore dei reparti nazionali, il Battaglione Carabinieri Reali [sic!], il quale, esaurite le munizioni, ha rinnovato sino all’ultimo i suoi travolgenti contrattacchi all’arma bianca. Quasi tutti i Carabinieri sono caduti”.

    Per i fatti di Culquaber alla bandiera fu conferita la medaglia d’oro al valor militare con DPR 7 aprile 1949 con la seguente motivazione:

    «Glorioso veterano di cruenti cimenti bellici, destinato a rafforzare un caposaldo di vitale importanza vi diventava artefice di epica resistenza.Apprestato saldamente a difesa l'impervio settore affidatogli, per tre mesi affrontava con indomito valore la violenta aggressività di preponderanti agguerrite forze che conteneva e rintuzzava con audaci atti controffensivi contribuendo decisamente alla vigorosa resistenza dell'intero caposaldo, ed infine, dopo aspre giornate di alterne vicende, a segnare, per l'ultima volta in terra d’Africa, la vittoria delle nostre armi.

    Delineatasi la crisi, deciso al sacrificio supremo, si saldava graniticamente agli spalti difensivi e là contendeva al soverchiante avversario in sanguinosa ed impari lotta corpo a corpo nella quale comandante e carabinieri, fusi in un solo eroico blocco simbolo delle virtù italiche, immolavano la vita perpetuando le gloriose tradizioni dell'Arma. Culquaber (A.O.), agosto-novembre 1941 (per il 1° Gruppo Carabinieri Reali mobilitato in Africa Orientale)».

    Ma il 21 novembre è importante anche dal punto di vista religioso.Infatti, L’11 novembre 1949 Papa Pio XII, accogliendo l’istanza avanzata dall’Ordinario Militare per l’Italia, Arcivescovo Carlo Alberto Ferrero di Cavallerleone, promulgò un Breve Apostolico sul postulato marianodell’Arma dei Carabinieri, indicando quale patrona dell’Arma la VIRGO FIDELIS, individuando proprio nel 21 novembre la data della celebrazione, in cui cade la festa religiosa della Presentazione di Maria Vergine, ma anche l’anniversario di Culqualber.Fonti consultate:

    Giorgio Rochat, Le guerre italiane 1935-1943, Torino, Einaudi 2005.

    I Carabinieri 1814 – 1980, Roma, Ente Editoriale per l’Arma dei Carabinieri, 1980.

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  • Secondo i volumi ufficiali di Storia dell’Arma, si inizia con i numeri. Dunque, “L’Arma dei Carabinieri partecipò alle operazioni belliche della seconda Guerra Mondiale con 36 battaglioni, 1 battaglione paracadutisti, 1 squadrone a cavallo, 1 gruppo autonomo, 19 compagnie autonome, 1 nucleo per la base tradotte, 410 sezioni (miste, alpine, per l’aeronautica, celeri e motorizzate), nuclei per i vari uffici postali, nonché con Comando Carabinieri presso i Gruppi di Armate, Armate, Corpi d’Armata, Intendenze, basi navali ed aeree, Divisioni e Brigate. I reparti, posti tempestivamente in approntamento secondo i progetti di mobilitazione e le richieste dello S.M.E., entrarono progressivamente nella campagna, a cominciare dal 10 giugno 1940. Seguendo le varie unità dell’Esercito e delle altre Forze Armate alle quali erano addetti, svolsero la loro opera su tutti i fronti e settori ai quali si estese l’azione bellica, compiendo servizi di polizia militare sia sui campi di battaglia che nelle retrovie e nei territori occupati, servizi speciali, a seconda delle necessità contingenti, servizi ordinari di polizia giudiziaria, di ordine pubblico, di sicurezza e di assistenza alle popolazioni civili dei territori nazionali e di quelli occupati, nonché azioni tattiche vere e proprie, a fianco della altre Armi” (Carabinieri 1814-1980, p. 458). Sempre i testi ufficiali indicano che “Per quanto riguarda le operazioni belliche vere e proprie, le due Armate dislocate sul fronte occidentale sostennero, dal 21 al 24 giugno 1940, quella che fu chiamata la «battaglia delle Alpi».

    Spettarono alle Sezioni e ai nuclei dell’Arma i compiti specifici di polizia, specie nelle retrovie. Particolarmente efficiente fu, da parte dei Carabinieri, il servizio informativo sulle difese avversarie e quello di guida e di scorta nella zona di frontiera e nell’intero teatro delle operazioni. Nello stesso anno venne mobilitato a Torino un «Reggimento Carabinieri Mobilitato», che non prese parte però all’operazione sul fronte occidentale e venne successivamente trasferito in Albania, ove venne sciolto ed i suoi Battaglioni impiegati in modo autonomo”. Rochat e Massobrio così si pronunciano: “In realtà il problema è squisitamente politico: la preparazione militare di uno stato non può essere misurata in valori assoluti, ma soltanto in relazione agli avversari e agli obiettivi bellici, e non è responsabilità dei soli generali, ma risultato di scelte di fondo della politica nazionale”.

    È evidente che l’Italia fascista era in forte ritardo nella sua preparazione militare e che anche in comparazione con la sola Francia vi era una evidente inferiorità in approvvigionamenti di mezzi, armi e munizioni. Dunque se anche tale sforzo francese non impedì il collasso del suo esercito di fronte a quello tedesco meglio organizzato ed efficiente è anche vero che in termini comparati il potenziale bellico italiano in quegli anni era cresciuto in modo marginale depauperato anche dalle campagne d’Etiopia e di Spagna che avevano drenato denaro e risorse riducendo le reali capacità operative delle Forze Armate italiane.

    Fonti consultate:

    Giorgio Rochat – Giulio Massobrio, Breve storia dell’Esercito italiano dal 1861 al 1943, Torino, Einaudi 1978.

    Giorgio Rochat, Le guerre italiane 1935-1943, Torino, Einaudi 2005.

    Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri, Direzione dei Beni Storici e Documentali.

    Credits per l’immagine di base della copertina:attribuzione: Goran tek-en (CC BY-SA 4.0)

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