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Il 17 febbraio è l’Anthroday, la giornata mondiale dell’antropologia. Con l’Antronauta il Professore Ivan Bargna, uno dei principali promotori dell’evento milanese che muove dialogo nella città di Milano, a presentare il programma dell’edizione di quest’anno intitolato “Mai da soli. Almeno in due”.
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L’antropologo Adriano Favole ci spiega come comunicare l’antropologia possa essere utile per far circolare la cultura, in tutte le sue accezioni, nello spazio pubblico e ripensare le agende del dibattito.
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Saknas det avsnitt?
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Per Il terreno Antropologia e Usi sociali, l’antropologo Francesco Bravin, presidente dell’associazione Antropolis ci parla dell’importanza dell’antropologia nello spazio pubblico e delle attività presenti finora sul territorio italiano.
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L’antropologa, esperta in media e comunicazione e conduttrice radiofonica Sara Zambotti porta l’Antronauta in un percorso autoriflessivo sui diversi stili comunicativi che emergono dai media scelti, sulla dimensione egemonica del visivo e del suono come forma di resistenza.
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Per il terreno Antropologia e Usi Sociali, l’antropologa Giulia Ubaldi ci parla dell’antropologia e del suo laboratorio a Milano, il LAC, in cui le culture si incontrano in cucina.
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Per il terreno di Salute e Corpo, l’antropologo Dario Nardini ci parla dell’antropologia dello sport e delle paralimpiadi come fenomeno contraddittorio e portatore di messaggi inattesi.
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A pochi giorni dal Gran Gala di Gagliano Aterno (Abruzzo), per il terreno di Antropologia e Usi sociali, l’antropologo Raffaele Spadano ci porta ai confini tra antropologia alpina teorica e applicata, mostrando come sia possibile usare il sapere per interessi collettivi e di comunità.
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L’antropologa Silvia Stefani parla del suo libro, appena uscito, sulla sua esperienza di campo a Rio de Janeiro nelle favelas di Santa Marta e Cidade de Deus. Un viaggio alla scoperta delle contraddizioni e delle profonde disuguaglianze del Brasile.
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Sul terreno di Nature e società, L’antropologa Roberta Clara Zanini ci parla delle montagne e dei loro saperi che franano con lo spopolamento e la fuga dei giovani. Come l’antropologia e l’agire antropologicamente possono attivare le comunità a partire dalle loro proprie risorse.
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L’antropologo Michele Cancellara ci parla della sua ricerca sui migranti servi pastori in Sardegna e di come l’umorismo possa essere una forma di negoziazione per migliorare le proprie condizioni di lavoro e di subalternità. E poi una breve presentazione di Montagne in Movimento - MIM un affascinante percorso di antropologia applicata sulle aree montane italiane.
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L’antropologa Silvia Vignato ci parla della sua esperienza di ricerca quasi-etnografica in un carcere femminile in Indonesia. In questa seconda puntata trattiamo l’amore, in particolare di come questo, anche quando non proprio ideale, sia una strategia di fuga e di ricostruzione di un futuro possibile.
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Per il terreno Affetti e Cure, l’antropologa Alice Sophie Sarcinelli ci racconta delle sue ricerche sull’infanzia in diversi contesti di marginalizzazione.
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Un fuori terreno con il Maestro Irina Solinas, violoncellista e compositrice, ai confini tra musica e antropologia. Un’improvvisazione tra microtoni, rituali di guarigione, imperfezioni e poetiche dell’incontro umano
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L’antropologa Patrizia Quattrocchi illustra le diverse forme di violenza normalizzata che le donne subiscono durante il parto ogni giorno.
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L’antropologa Valentina Porcellana parla di come nasca la bellezza a partire dal fare insieme in un progetto di ricerca-azione sulle politiche dell’abitare.
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L’antropologa Amalia Rossi parla della e delle rivoluzioni, delle diverse forme di resistenza nello spazio e nel tempo, a volte (e non poche), necessarie all’esistenza stessa.
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L’antropologa Elisabetta Dall’O, sul terreno di Nature e Società, ci parla di clima, ambiente e di quanto l’emergenza come fatto sociale possa essere una risorsa per provare tutti insieme a “salvarci”.
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