Avsnitt
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Le "forgotten crops" sono colture alimentari che erano tradizionalmente coltivate in determinate regioni, ma che sono state dimenticate a favore di altre colture più commercialmente redditizie. Queste colture includono piante come l'amaranto, il sorgo e il castagno. In un mondo dove è interesse di tutti accorciare le filiere alimentari (per ridurre l'insicurezza alimentare e le emissioni legate ai trasporti) le "forgotten crops" sono importanti perché spesso hanno una maggiore resistenza alle malattie e resistono meglio agli stress climatici rispetto alle colture che abbiamo importanto, proprio grazie al loro adattamento in loco avvenuto nel corso di decine di migliaia di anni. Non solo: stiamo (ri)scoprendo che queste colture forniscono una fonte più diversificata e locale di cibo, ulteriore conferma che la diversità è un valore aggiunto quando si parla di cibo e agricoltura.
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La storia dei nostri sistemi tradizionali agro-silvo-pastorali ci insegna che l'uomo non solo può riuscire a tutelare la biodiversità attraverso il suo sfruttamento sostenibile, ma può addirittura incrementarla. Spesso si parla di agroforestazione in luoghi lontani come la selva brasiliana; oggi invece presentiamo uno dei piú lampanti esempi Mediterranei: quello delle sugherete, e parliamo di come le comunità dei nostri antenati siano riusciti a trasformare la necessità di sfruttare una risorsa naturale come il sughero (Quercus Suber) nella creazione di ecosistemi mega diversi.
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Saknas det avsnitt?
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La canapa (Cannabis sativa) è stata per secoli una delle coltivazioni più importanti nella nostra penisola. Veniva usata per produrre una vastissima gamma di materiali, dalla carta, ai vestiti, ai materiali da costruzione.
Dagli anni sessanta però sparisce dai nostri campi, e i motivi potrebbero essere più complessi di quello che crediamo. La canapa resta però una pianta straordinaria, che attraverso le sue qualità e la sua versatilità può aiutarci a far fronte ad alcune delle grandi sfide del nostro tempo, dal fast fashion alla carbon sequestration, se solo aprissimo la nostra mente e re-imparassimo a comprenderla. -
Fino alla seconda guerra mondiale, l'Italia era il secondo produttore al mondo di seta - prodotto ricavato dai piccoli bachi che si nutrono delle bacche del gelso. Oggi, i produttori nel nostro paese si contano sulle dita di una mano. Il gelso però non è utile solo alla produzione di seta; è un albero dalla grande versatilità, e sempre più persone se ne stanno accorgendo. Come e perché siamo arrivati ad abbandonare questa pianta così importante? E quali sfide, presenti e future, può aiutarci ad affrontare?
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Quelle che oggi chiamiamo erbacce sono alcuni degli organismi più resistenti del mondo vegetale. Possono essere piccoli ma sfondano il cemento. Sono ovunque eppure non si vedono. E più vengono calpestati, più forti ricrescono. In passato fulcro del patrimonio gastronomico regionale, poi dimenticate e marginalizzate, etichettate come cibo "povero", oggi finalmente riscoperte. Questo episodio parte dal tarassaco per raccontare la storia di come un'erbaccia possa cambiare il modo in cui ci rapportiamo al cibo, e alla natura.
Attraverso le erbacce esploriamo come nell'ultimo decennio è cambiato il ruolo dei cuochi, prima esseri invisibili nascosti tra i vapori delle cucine, oggi attivisti, scienziati, attori chiave nella lotta climatica. -
Esiste un albero che possa combattere la deforestazione in Amazonia? Sì, uno in particolare è la noce brasiliana!
Recuperare la coltivazione della noce brasiliana è infatti un atto ecologico importante. Si tratta di un albero minacciato dalla deforestazione e molto importante per l'ecosistema: é una specie nativa che è una cartina tornasole per il benessere dell'ecosistema in cui si trova e la vendita dei suoi frutti può creare mezzi di sussistenza sostenibili per le comunità locali, mitigando il fenomeno di deforestazione e rigenerando uno degli habitat più importanti sul nostro Pianeta. -
Il cardo selvatico è una specie autoctona nel Mediterraneo. Ma se vi dicessimo che da questa pianta molto comune si potesse produrre energia rinnovabile e un caglio vegano per la produzione di formaggio?
Uno studio dell'Università di Catania ha dimostrato come dal cardo selvatico infatti si possa ricavare biodiesel con ottimi risultati in termini di resa. Allo stesso tempo, in Sardegna, a partire proprio da questa pianta, Giovanni - pastore e artigiano - ha inventato il primo caglio italiano interamente vegetale, che utilizza nella sua produzione di pecorino nel cuore della Gallura. Un piccolo passo che può portare ad una vera e propria rivoluzione dell'industria casearia. In questo episodio raccontiamo come Il cardo selvatico - un piccolo fiorellino viola che spesso sfugge alla vista - può essere un ulteriore tassello per spingere l'innovazione Made in Italy. -
Il lato oscuro dei super foods: la storia della quinoa e del trend che ha messo a repentaglio la sicurezza alimentare di alcuni Paesi del Sud America.
La quinoa é una pianta straordinaria, un cereale che gli Inca consideravano "la madre di tutti i semi", dotato di incredibili prioprietà nutritive, tanto che ha rappresentato la sicurezza alimentare di interi popoli per centinaia di anni: quelli delle Ande Peruviane e Boliviane. In questo episodio raccontiamo il lato oscuro di un ingrediente gourmet e di come il nostro smisurato interesse nelle proprietá di questo ingrediente "esotico" ha portato i suoi luoghi natali - interi paesi - all'insicurezza alimentare. -
Si parla sempre più spesso dell'importanza della "conoscenza tradizionale" delle comunità indigene, e di come possa essere utilizzata per tutelare la biodiversità e comprendere più a fondo il mondo che ci circonda. Ma quali sono le controversie di tale utilizzo? Oggi esistono trattati internazionali e strumenti legali che tutelano i diritti di proprietà intellettuale delle comunità ma il dibattito attorno a questo argomento è tutt'altro che chiuso. In questo episodio raccontiamo la storia della comunità indigena sudafricana - quella dei Masakhane - che per la prima volta ha usato questi strumenti per difendere le proprie risorse, finendo in una causa storica contro la Schwabe Pharmaceuticals, l'azienda che detiene i brevetti sull'utilizzo farmaceutico del geranio africano.
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Quando sentiamo le parole “olio di palma” subito la nostra mente associa questi termini a un sentimento negativo. Le campagne marketing negli ultimi 10 anni hanno infatti preso di mira questo prodotto come capro espiatorio per la deforestazione avvenuta in alcune zone tropicali. Ma il problema non è la palma da olio in sé, che è la pianta più efficiente da cui ricavare un olio alimentare, è il metodo con cui abbiamo sempre coltivato questa pianta, ovvero la monocoltura.
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Se girate per le coste del Sud Italia, in particolare della Sicilia, è difficile non imbattersi nei cactus di fico d’India, un frutto tanto dolce e gustoso quanto potenzialmente pericoloso, non solo per le spine, ma anche per gli ecosistemi che lo ospitano. Questa pianta è infatti considerata una specie aliena che grazie alla sua resistenza riesce a prosperare e colonizzare un’area, a discapito della biodiversità locale. Ma questo potere di diffondersi può diventare anche una risorsa se impariamo a collaborare con la pianta
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Quando ci svegliamo la mattina magari non ci pensiamo. Ma il fatto che la caffeina ci crei dipendenza non è un effetto casuale. La pianta del caffè ha “usato” questo meccanismo per diffondersi nei secoli e diventare oggi tra i beni più commercializzati al mondo. Oggi il 90% degli adulti nel mondo consuma ogni giorno una qualche forma di caffeina, rendendola la sostanza psicoattiva più consumata al mondo. Perché si, ci dimentichiamo anche di questo, ma la caffeina è a tutti gli effetti una sostanza che altera la mente, rendendo il lavoro meno faticoso e noi molto più concentrati
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Flora è il podcast di @Flowe, prodotto da @WillMedia.
Gli host sono Benedetta Gori (etnobotanica, ricercatrice) e Mattia Battagion (sostenibilità, Will).